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martedì 25 novembre 2014

"CRIMINE DI STATO" - IL NUOVO LIBRO DI BARBARA FRALE



"Crimine di Stato" è il nuovo libro di Barbara Frale edito da Giunti in cui la storica del Vaticano ripercorre il Processo ai Cavalieri Templari. La considerazioni da cui parte la Frale è molto attuale: tante volte sentiamo parlare di "macchina del fango" in tutti i campi, dallo sport alla politica ad esempio e sempre quando la vittima di quello che chiamerà "complotto" gode di potere e notorietà. Il Processo ai Cavalieri Templari altro non è stato che un'ingegnosa trappola ordita dal re di Francia Filippo il Bello atta a distruggere l'ordine più potente della cristianità, ma perchè? Essenzialmente per un mero motivo economico: i cavalieri templari erano diventati, grazie a benefici fiscali, lasciti e una serie di servizi che offrivano, estremamente ricchi e divennero una vera e propria banca che concedeva prestiti molto importanti ai sovrani europei tra cui proprio Filippo IV il quale era alle prese con una guerra molto dispendiosa contro l'Inghilterra. Quando il re capì che non avrebbe mai restituito il prestito, ottenuto di nascosto dal Gran Maestro Jacques De Molay, fece partire la macchina del fango puntando su un'accusa che poteva essere dilaniante per un ordine cristiano, quello di sodomia, un crimine particolarmente odiato da Filippo il Bello dato che organizzò il matrimonio "politico" di sua figlia Isabella con il principe di Carnarvon di Inghilterra che...era omosessuale intrattenendo una relazione neanche poco nascosta con un certo Pier Gaveston a cui assegnò addirittura la contea della Cornovaglia. L'idea di inserire la sodomia nelle accuse, venne proprio dal guardasigilli del re Nogaret dato che reputare i templari come un “un branco di perversi sodomiti, era una scelta che mirava senza dubbio a scatenare lo sdegno furente del re [...] Sicuramente – riferisce la studiosa - Nogaret avvelenò l’anima del sovrano con la terribile illazione che i Templari, pervertiti in massa, potessero aver fatto subire ai principini abusi di tipo sessuale. Il re non ebbe scrupoli a sottoscrivere quell’ordinanza che di fatto, nonostante fosse solo l’innesco di un processo destinato a durare ben cinque anni, distrusse l’ordine del Tempio sin dall’inizio”. Questo fatto increscioso turbò molto l'enigmatico re che non poteva fare altro che spostare questa accusa nei confronti dei Templari sulla base anche di alcune dichiarazioni di cavalieri reietti che gettarono ombre sul cerimoniale di ingresso e su alcune pratiche decisamente poco ortodosse. Sicuramente all'interno dell'Ordine vi erano anche spie reali perfettamente calate nella parte che annotavano pedissequamente tutto ciò che vedevano e sentivano. Sullo sfondo di questa faccenda, che era a dir poco clamorosa per l'epoca, si stagliano i turbolenti rapporti tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello, una battaglia combattuta a colpi di scomuniche (in occasione dell'arresto del vescovo Saisset da parte di Filippo) e documenti falsi per confluire nello storico oltraggio di Anagni nell'anno 1303 ordito dal re con l'aiuto dei cardinali Colonna avversi al pontefice. Bonifacio morì dopo un mese di quello che passerà alla storia come "Schiaffo di Anagni" e Filippo instaurò un processo per eresia e stregoneria al defunto papa accusato di aver usurpato il trono di Pietro convincendo il debole Celestino V ad abdicare (sappiamo, in realtà, che Celestino si favorì dell'enorme pratica legale di Bonifacio il quale ammise la possibilità di un papa di dimettersi). Il processo non poteva essere condotto solo da re dato che i templari dipendevano esclusivamente dal papa, pertanto decise di mettere in mezzo anche l'Inquisizione al fine di rendere quello che era un processo politico, anche un processo religioso.

Il libro di Barbara Frale ripercorre egregiamente quei tragici anni con un ritmo incalzante e con un linguaggio estremamente chiaro adatto sia ai neofiti sia a chi conosce perfettamente questa vicenda che ancora a distanza di settecento anni fa discutere. Il testo risulta molto interessante anche perchè fa capire come i templari siano stati vittime di un complotto di stato ordito da aclune delle più brillanti menti dell'epoca usando la "macchina del fango" come forse meglio non si poteva utilizzare: i servi del re avevano capito che per distruggere definitivamente un ordine, che con la caduta di Acri perse sia di importanza sia di credibilità, si doveva agire sulla coscienza del popolo, proprio come oggi; quando parliamo di processi mediatici o quando sentiamo dire "condannato dall'opinione pubblica" intendiamo rifarci, involontariamente, al celebre processo ai Cavalieri Templari i quali, dopo l'arresto del 13 ottobre 1307, erano rimasti soli contro tutti. Ma che fine hanno fatto i templari? E' difficile dirlo. Tralasciando le leggende sappiamo che alcuni altissimi dignitari dell'ordine ricevettero una soffiata e riuscirono a fuggire poche ore prima della rappresaglia francese. E' possibile che il Gran Maestro non sapeva? Evidentemente si, anche perchè De Molay era un uomo non ben visto dal re di Francia sia perchè protestò molto per il famoso prestito concesso dal suo Visitatore di Francia a sua insaputa, sia perchè aveva più volte rifiutato la possibilità di fusione con l'Ordine degli Ospitalieri. L'obiettivo di Filippo era chiaro: distruggere l'ordine templare, acquisirne le ricchezze, riappianare i debiti di stato e fare in modo di avere a capo del nuovo ordine un uomo davvero pio...egli stesso...
Un libro che non può davvero mandare nella libreria di ogni studioso ed appassionato di templari, ricco di citazioni interessanti e arricchito dall'uso di fonti di straordinaria qualità. Cento ottantotto pagine da leggere in poche ore ma che offrono un quadro più che esaustivo della congiura politica e religiosa che ha portato l'Ordine dei Templari nel mito.


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