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sabato 29 novembre 2014

L'INCORONAZIONE DI CARLO MAGNO NELLE PAROLE DI EGINARDO

Per tutto il tempo del regno di Carlo la cosa che ebbe sempre più a cuore fu questa: che la città di Roma tornasse all’antico prestigio grazie all’opera e all’impegno suoi, e che la chiesa di S. Pietro risultasse non solo sicura e difesa dal suo intervento, ma anche adornata e arricchita dalle sue ricchezze al di sopra di tutte le altre chiese. Ma pur tenendo questa chiesa in così grande considerazione, nei suoi quarantasette anni di regno partì alla sua volta per scioglier voti e rivolgere preghiere solo quattro volte. Le cause della sua ultima venuta non furono solo queste, ma ci fu anche il motivo che i Romani avevano costretto papa Leone a invocare la protezione del re, avendogli fatto subire molte violenze […]. Perciò venne a Roma per rimettere a posto la situazione della Chiesa, che era diventata eccessivamente confusa, e vi si trattenne per tutto il periodo invernale. In questo periodo prese il titolo di imperatore e di Augusto. Il che dapprima lo contrariò a tal punto che giunse a dichiarare che in quel giorno, anche se era una delle più grandi festività, mai sarebbe entrato in chiesa se avesse potuto supporre quale era il progetto del pontefice. In seguito però sopportò con grande tolleranza l’odio suscitato dall’aver egli assunto quel titolo, sdegnandosi soprattutto di ciò gli imperatori romani. Vinse la loro arrogante fierezza con la sua magnanimità, nella quale indubbiamente li superava di gran lunga, e ottenne ciò mandando loro frequenti ambascerie e chiamandoli fratelli nelle sue lettere.

Bibliografia

Vita et gesta Caroli Magni, stampato a Colonia nel 1521, che è fonte di primaria importanza per la storia di Carlo Magno

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