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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

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Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

lunedì 30 giugno 2014

"RESPICE ARCANUM - IL PAPA". NUOVO ROMANZO DI BARBARA FRALE. PRESENTAZIONE 30 GIUGNO 2014 A VITERBO ORE 19.00

Lunedì 30 giugno 2014 alle ore 19,00, nel chiostro di Santa Maria Nuova a Viterbo, in occasione della manifestazione “Caffeina Festival”, verrà presentato “Respice Arcanum – Il Papa”, l’ultimo libro di Barbara Frale, edito da Edizioni Penne & Papiri di Tuscania. E' il primo di una avvincente saga medievale che narra, romanzato, lo scontro tra Bonifacio VIII e il re di Francia Filippo il Bello, oltre al processo contro l’Ordine dei Templari. 

Barbara Frale (Viterbo, 1970), è una storica dell’Archivio Segreto Vaticano esperta di medioevo. Ha pubblicato diversi saggi sui Templari e sulla Sindone, per prestigiose case editrici (Mondadori, Il Mulino, Viella), e nel 2012 ha esordito nella narrativa con un romanzo intitolato La lingua segreta degli dèi (Mondadori).Chi volesse approfondire gli argomenti storici trattati nel romanzo di Barbara Frale può visitare il blog dell'autrice.
respicearcanum.blogspot.com







Introduzione (a cura della dott.ssa Barbara Frale)

Immaginate di avere speso oltre vent’anni della vostra vita a studiare gli enigmi di antiche pergamene secolari, e di aver raccolto con pazienza certosina tutti i dati storici sicuri in contenitori affidabili, cioè saggi scritti con criterio scientifico, insomma libri di ambito accademico. E di avere in casa, altrettanto voluminosi dei libri, tanti fascicoli di appunti sparsi dove avete registrato una quantità incredibile di altri dettagli, cose che non trovano una spiegazione logica nel quadro dei fatti ufficiali, ma che pure esistono, e sono documentate. 
Volete un esempio concreto? Eccovelo! 
Siamo nel febbraio 1312, il re di Francia Filippo IV detto il Bello, quello dello Schiaffo di Anagni, per capirci, sta lottando contro papa Clemente V ormai da cinque anni: nell’ottobre 1307 aveva arrestato all’improvviso tutti i Templari del suo regno, e con la complicità dell’Inquisizione di Francia li accusava di coltivare dottrine eretiche. Il pontefice si era opposto, aveva fatto ciò che poteva nei limiti della sua condizione militare limitatissima, minacciandolo però di scomunica. Ma Filippo il Bello delle scomuniche se ne infischiava, tutto sommato; e contro Bonifacio VIII che lo aveva scomunicato di fatto, aveva scagliato un esercito guidato dal suo “cane nero”, l’avvocato Guglielmo Nogaret. Troppo ricchi, troppo influenti, troppo autonomi, i Templari erano un ostacolo per la corona di Francia, che inoltre, oberata di debiti e sul punto di fare bancarotta, poteva salvarsi incamerando il loro patrimonio.
Dunque, siamo nel febbraio 1312: il re di Francia ha vinto, a furia di ricatti, usando la forza bellica, giocando scorretto su ogni versante. Si sta riunendo a Vienne il Concilio in cui Clemente V, pur senza condannare i Templari, anzi mettendo per iscritto che le prove emerse dal processo non convalidavano l’accusa di eresia, di fatto chiuderà l’ordine. Eppure, Filippo il Bello non arriva. Se ne sta rinchiuso in un monastero nelle vicinanze, a fare cosa nessuno lo sa. Se ne resta lì, mentre tutti aspettano il suo arrivo per cominciare quei lavori che di fatto decreteranno la sua vittoria, almeno sul piano materiale. Fin quando, dopo un paio di settimane, il Nogaret lo raggiungerà, gliele canterà di tutti i colori, e insomma lo trascinerà a Vienne praticamente per i capelli.Perché succede tutto questo? 
Il dettato delle fonti storiche suggerisce il ritratto di questo sovrano come un uomo spietato, gelido, insensibile, deciso a ottenere vittoria a qualunque costo. Provate a trascorrere vent’anni sulle fonti originali, scavando dentro i documenti con la curiosità e gli strumenti dello storico professionista.  vi accorgerete di altre verità più discrete, le quali non furono registrate negli atti ufficiali perché non era conveniente farlo. Filippo IV aveva emplicemente dei grossi problemi di carattere privato, problemi talmente gravi che gli guastarono il gusto per la vittoria quanto ai Templari; la quale, peraltro, nonostante ciò che noi oggi possiamo immaginare, era ai suoi occhi solo una questione odiosissima, spinosissima, che volentieri avrebbe evitato, se avesse potuto in altro modo salvare la Francia. E sapevate che lo stesso Filippo il Bello desiderava ardentemente di entrare nel Tempio? Certo, voleva fare il Gran Maestro, che diamine! Lo rifiutarono; e detto da storico professionista, forse fu un errore fatale.Ricapitolando questo discorso, abbiamo una quantità sterminata di informazioni che non possiamo discutere in un saggio storico di tipo classico, perché le fonti ce le lasciano solo intuire, senza descriverle. Allora, mi è sembrato divertente raccoglierle insieme in un testo di carattere diverso: una saga storica, dove il documento la fa da padrone, ma lascia anche spazio per illazioni, congetture e ipotesi altamente verosimili che trovano il modo di emergere nei dialoghi e nelle vicende narrate. Ho trovato un editore appassionato di medioevo, dunque disposto a pubblicare questo lungo racconto nel quale passa l’intero mondo del medioevo, un po’ come si vede nell’arte delle cattedrali. Il processo ai Templari è al centro di tutto, ma anche lo scontro epocale tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII. Poiché il medioevo era un’epoca di grande fede religiosa ma anche di fiorentissime convinzioni magiche, il compito di innescare tutto è affidato a un personaggio ambiguo: medico personale di papa Bonifacio VIII, è anche ritenuto un mago di enorme talento e un alchimista insuperabile. Sarà lui, creando una figura alchemica dal potere travolgente, a punire Filippo il Bello boicottando le sue vittorie disoneste con una valanga di calamità che lo feriranno nella sfera privata. Come lo farà? Nel modo più semplice e crudele, naturalmente, senza nessuna pietà. Poiché Filippo IV era francese, gli useremo almeno la cortesia di dirlo nella sua lingua: cherchez la femme...Qualcuno che l’ha già letto, ritiene che io mi sia identificata con questo alchimista che ferisce e infilza l’odiato tiranno facendogliene passare di tutti i colori; avrà ragione? Forse un pochino è vero, lo ammetto...Ma la verità storica resta sempre padrona del quadro, e i documenti dai quali ho tratto i dati saranno visibili a tutti. Ho dovuto creare un blog apposito (a presto l'indirizzo e il primo post) per raccogliere le spiegazioni dei fatti che i lettori vedranno: non solo gli intrighi politici ma anche la Cabala, la magia, l’alchimia, insomma l’intero cosmo dell’immaginario medievale. Lo terrò separato da questo, dove sono raccolti soltanto i dati storici adatti a un saggio accademico. Vedrete fra l'altro ricette per creare pozioni magiche e filtri d’amore tratte dai veri testi del medioevo (tranquilli: pubblicherò solo quelle innocue!)

Altre info sul libro: 

COME DAVIDE, L'UNTO DEL SIGNORE

Filippo il Bello era nipote di due santi (Luigi IX di Francia, padre di suo padre, ed Elisabetta d'Ungheria, sorella di sua nonna materna), e secondo le fonti viveva quasi come un monaco, mangiando pochissimo e praticando lunghi periodi di digiuno e astinenza. Il suo confessore ogni venerdì lo fustigava con una disciplina, cioè una frusta fatta da catene di ferro, la stessa che prima di lui aveva usato Luigi IX il santo. Durante la sua cerimonia d'incoronazione, era stato consacrato con l'Olio Santo ben sette volte, proprio come un arcivescovo; come altri sovrani di Francia della sua stirpe, si riteneva che avesse il potere di guarire i malati di scrofola con il tocco delle mani, purché si mantenesse pur da gravi peccati. Sappiamo che era molto attento a questo suo ruolo sacro, e che molti malati arrivavano da paesi anche lontani per incontrarlo ed essere toccati da lui. I suoi apologeti lo celebravano come un nuovo Davide, l'Unto del Signore. Ascetico e scevro da peccati, era indicato dai pubblicisti come un esempio di moralità e di devozione cristiana, perfetto emulo di suo nonno Luigi il Santo. La propaganda francese ribadiva il fatto che un uomo del genere era degno di guidare la Chiesa nei territori che Dio aveva affidato al suo dominio; lo storico Julien Théry sostiene che egli si sentiva "come un papa all'interno del suo regno". Esistono però anche voci avverse. Il vescovo di Pamiers Bernardo Saisset sosteneva che Filippo IV era stupido per quanto bello, incapace di reggere il governo; diceva che non era un uomo né una bestia, ma piuttosto una statua di marmo. Anche il poeta satirico Geoffroy di Parigi lo descrive come un uomo dal carattere inconsistente, debole, inadatto al difficile ruolo di governare la Francia; e proprio per sfuggire a questo opprimente fardello troppo pesante per lui, il sovrano avrebbe abbandonato il potere nelle mani dei suoi ministri e di alcuni familiari fidatissimi, limitandosi a svolgere mere funzioni di rappresentanza.

Qual'è, la verità?

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

sabato 28 giugno 2014

GRANDE SUCCESSO ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI ELENA PERCIVALDI "MEDIOEVO SEGRETO"


Si è svolta ieri 27 giugno 2014 la presentazione del libro di Elena Percivaldi "Medioevo Segreto" edito dalla Newton & Compton e disponibile in ristampa a soli 5€ presso l'Enoteca Letteraria di Antonio Puccica. La serata, in cui ha partecipato anche l'Accademia Medioevo con due bravissimi artisti (flauto ed arpa), ha visto come protagonista anche Andrea Frediani, noto storico che ha introdotto il libro oggetto della serata. Il libro è stato elencato nelle sue componenti fondamentali puntando alla chiarezza e alla divulgazione adatta a tutti, dal semplice appassionato, al più navigato storico e anche a chi si avvicina per la prima volta a questo periodo storico che, come ha detto Frediani, non è stato un periodo oscuro come lo si vuole far passare durante l'Umanesimo e l'Illuminismo e, purtroppo, anche oggi.
La serata ha visto anche l'intervento di Emiliano Amici che ha illustrato, anche con un pizzico di polemica, non solo l'obiettivo del blog Sguardo Sul Medioevo ma anche la pessima gestione dei beni culturali italiani e romani in particolare. I molti e prestigiosi contatti stretti, fanno si che il futuro di Sguardo Sul Medioevo sarà di estrema importanza e, per raggiungere livelli qualitativi di eccellenza, si impegnerà giornalmente per offrire ai lettori ed appassionati contenuti di altissimo spessore, selezionando gli articoli davvero meritevoli di essere pubblicati.



Un ringraziamento particolare va ad Elena Percivaldi, che mi ha consentito di "rubarle" dieci minuti in una serata che era totalmente dedicata a lei. Un ringraziamento al dott. Frediani che con le sue semplici parole è riuscito a dare un quadro completo del medioevo come raramente si sente. Un ringraziamento va agli amici dell'Accademia Medioevo che ha portato in Enoteca due bravissimi artisti che hanno allietato la cena con la soave musica medievale. Un ringraziamento speciale all'amico Antonio Puccica che ha messo a disposizione di questa serata fantastica la sua enoteca letteraria, un luogo incantevole in cui fa da padrone il buonissimo e unico "odore di libri vecchi" testi davvero eccezionali molti dei quali molto vecchi che davvero non possono non essere consultati ed acquistati. Si ringrazia anche chi ha preparato la cena medievale e i "piccoli" aiutanti che hanno reso il tutto ancora più magico.


Emiliano Amici

venerdì 27 giugno 2014

DURANTE IL MEDIOEVO, IL COLOSSEO ERA ABITATO!


Gli scavi condotti dalla sovrintendenza archeologia e l'Università Roma 3 hanno rivelato la seconda vita del Colosseo, ossia il periodo medievale. Secondo quanto appurato dagli studenti romani unitamente ad alcuni ospiti dell'American University of Rome e dal direttore degli scavi Riccardo Santangeli Valenzani,professore di archeologia medievale, sotto il  coordinamento da Giulia Facchin sembra che il Colosseo fosse diviso in molti ambienti affittati alle autortà ecclesiastiche che presero il controllo dell'Anfiteatro. Nella campagna, la terza dal 2011, gli studenti hanno scoperto un ingresso privato al Colosseo, un cancello che portava proprio dentro l'arena. Sotto un muretto che risale al XII secolo è stato scoperta anche una conduttura in ottimo stato di conservazione. A testimonianza dell'abitabilità della struttura, ci sono anche enormi quantità di ceramiche da cucina e una scimmietta di avorio che era usata probabilmente come soprammobile. La campagna per il 2014 è in fase di conclusione e i lavori continueranno anche l'anno prossimo a causa, come sempre, delle scarse risorse finanziarie. 

"RICORDANZE DI SAPORI ALLA CORTE DEI CONTI DI COLLALTO" - BANCHETTO MEDIEVALE PROPOSTO DAL COMITATO ANTICA FIERA DI SANTA LUCIA DI PIAVE


Sabato 5 luglio, alle ore 20:30, il Comitato Antica Fiera di S. Lucia di Piave propone il banchetto medievale dal titolo “Ricordanze di sapori alla corte dei Conti di Collalto” con sapori medioevali serviti da figuranti in costume e spettacoli continuativi. Presentazione delle vivande a cura di G. Pietro Rorato.

Fonte: http://www.anticafierasantalucia.com/

ACCADEMIA MEDIEVALE WORK IN ACTION ® AI PIEDI DEL CASTELLO LANCELLOTTI DI LAURO (AV)


Dal 30 giugno al 3 luglio 2014: un viaggio alla scoperta dell’Action Movie in costume. Rendi credibili i tuoi duelli, metti alla prova la tua incisività recitativa, applica metodi di regia innovativi e arricchisciti di competenze professionali che possono essere la tua carta vincente per rendere ancora più realistiche le tue performance dal vivo e sul set. 5 stimati protagonisti dello spettacolo mettono a tua disposizione la loro esperienza in teatro, teatro d’arme, cinema e televisione.

WORKSHOW ENGARDE! DALLE BOTTE…ALLA SPADA
Sicurezza e credibilità nella messa in scena di risse, scazzottate e duelli di spada, dal vivo e in video. Con il Maestro d’Arme Walter Perrone (Accademia Scrima Torino) e l’attore Diego Casale 
30 giugno, 1 e 2 Luglio 2014

WORKSHOW MEDIEVAL: RIEVOCAZIONI E ANIMAZIONI
Coinvolgere, creare attenzione tra la folla e affascinare il pubblico in Piazza. 
Con gli attori Elena Astone e Fabio Rossini 30 giugno, 1 e 2 Luglio 2014

WORKSHOW: CINEMALAB: SIAMO TUTTI REGISTI 
Trasmettere emozioni attraverso la telecamera, riprendere e montare scene d’azione, trovare il linguaggio giusto per il tuo progetto artistico, che sia mestiere per la vita o semplice passione. Con il regista Marco Limberti 2 e 3 Luglio 2014

Le scene che creeremo insieme saranno riprese Tuttele Direzioni Videomaking e realizzeremo per te un divertente e originale personale da utilizzare per la promozione del tuo talento.

Ogni seminario ha una quota di iscrizione di € 150,00 
Richiedi i programmi completi scrivendoci o chiamandoci:
info@workinaction.it - mobile 392 5296441

giovedì 26 giugno 2014

LA CORTE DELLA SETA: TORNEO ISOLANI - MANERBIO (BO) 19-20/7/2014

Nobili cavalieri, abili fanti, artigiani, mercanti e popolani ridaranno vita ad un torneo d'arme in contesto ricostruttivo a cavallo tra il 1380 e il 1410. Nella Splendida cornice di Rocca Isolani un grande accampamento minuziosamente ricostruito. Nel mercato storico abili artigiani esporranno e mostreranno le lavorazioni di un'epoca lontana. Momenti di didattica sulle armi e l'artigianato si alterneranno a scene di combattimento e intrattenimento. Sabato 19 alle h.11.45 rievocazione di un matrimonio con cerimoniale d’epoca.
Campo di tiro con l’arco.
In entrambe le giornate sarà attivo lo stand gastronomico con ricette medievali e della tradizione Bolognese. All'interno delle cantine della Rocca sarà allestita una taverna medievale con Birra, vino e ippocrasso. Orari di apertura della taverna: 17:00/19:00 – 21:30/00:30
Non sarà possibile accedere alla manifestazione in abiti storici a meno che non si faccia parte di uno dei gruppi di Re-enactors o dei mercanti invitati. 



Per il programma dettagliato: 

LA CORTE DELLA SETA: TORNEO ISOLANI
EMILIA ROMAGNA, MINERBIO (BO)
Presso Rocca Isolani
Dal 19/07/2014 al 20/07/2014

ORARI: 
Sabato:9.30-23.30
Domenica: 10.00-20.00

15 GRUPPI di rievocazione partecipanti
2 gruppi di spettacolo
6 ESPOSITORI 
PUNTO RISTORO Stand gastronomico dove sarà possibile degustare piatti tipici. 

INGRESSO: Offerta Libera 
INFORMAZIONE PER IL PUBBLICO: tel. 3206982349
Fotografi ufficiali: Diego Stellino, Camillo Balossini

mercoledì 25 giugno 2014

"LA STRATEGA. ANNO DOMINI 1164" RECENSIONE DEL SITO "LETTERATURAECINEMA"

La stratega. Anno Domini 1164 è un romanzo storico-fantasy di Giovanna Barbieri. La storia narra di una ragazza del XXI secolo, Alice, che si trova catapultata in un epoca diversa dalla sua: anni oscuri, nel cuore del Medioevo. Dopo un forte temporale si ritrova nel 1163 nei pressi di Valpolicella. Qui ferita viene soccorsa da una famiglia di contadini semi-liberi che la conducono all’abbazia del Sacro Cuore, dove viene curata dalle monache e apprende l’uso delle erbe medicinali. Una volta guarita viene portata nel castello di Fumane, poiché aiutando un soldato, questi la crede una spia per conto del re Federico I il Barbarossa e decide di imprigionarla. Spinta dalla disperazione o forse dalla paura decide di rivelare le sue origini. A questa notizia, apparentemente strana, decide di credere il cavaliere Lorenzo Aligari. In cambio Alice gli insegna a leggere e scrivere, ma compie altri gesti che attirano l'attenzione del clero; azioni che nel XXI secolo sono alla base della quotidianità, mentre in quell’epoca risultano prodigiosi tanto da procurarle un’accusa di stregoneria. Per salvarsi decide di partire in guerra con il cavaliere Lorenzo, fingendosi uno scudiero... Le tematiche affrontante non hanno quasi nulla di "sovrannaturale" ad eccezione del viaggio nel tempo di Alice. La particolarità invece risiede nel fatto che la scrittrice riesce perfettamente ad inserire una protagonista del XXI secolo in un contesto storico lontano, descritto con rigore e accuratezza. Rappresenta più che altro un incontro di culture, un ponte tra presente e passato in cui l’autrice fa di Alice i suoi occhi e le sue braccia in un’epoca che affascina un po’ tutti noi. Lo stile è fluido e scorrevole e non pesante come di solito ci si aspetta da un genere così. Giovanna Barbieri si è cimentata in un’ardua impresa, ma a mio modesto parere è riuscita perfettamente nell’intento. Per questo consiglio il romanzo agli appassionati del genere e, in generale, a tutte le persone che vogliono imparare qualcosa in più sulla storia del loro Paese senza annoiarsi; un viaggio mentale per apprendere usi e costumi dell’epoca.

L'AUTRICE

Giovanna Barbieri nasce a Verona nel 1974 e risiede ad Arbizzano di Valpolicella, comune di Negrar, Verona. Nel 2001 consegue la laurea in Scienze Politiche, indirizzo economico-internazionale. Dal 2002 ai giorni nostri lavora come contabile e impiegata amministrativa. Appassionata di Medioevo, alto e basso, nel 2009, leggendo un testo sugli insediamenti abitativi del basso medioevo in Valpolicella "La Valpolicella: dall’alto medioevo all’età comunale di A. Castagnetti", decide di scrivere un romanzo ambientato nella sua valle. In particolare la colpisce un fatto storico non molto noto, l’assedio del castello di Rivoli del 1164 a opera della Marca Veronese che si ribella a Federico I il Barbarossa e Garzapano, castellano di Rivoli. Nel tempo trae informazioni da numerosi testi: Rapine, assedi, battaglie la guerra nel medioevo di A. Settia; Le grandi battaglie del medioevo di A. Frediani; Miti leggende e superstizioni del medioevo di A. Graf; L’uomo medioevale di Le Goff.

Titolo: La stratega. Anno Domini 1164
Autore: Giovanna Barbieri
Editore: Youcanprint
Anno di pubblicazione: 2014
Prezzo ebook: 1,99 €

Fonte: http://letteraturaecinema.blogspot.it

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L'IMMAGINE IMPRESSA SUL TELO

Dopo che l'impronta di Edessa fu trasferita a Costantinopoli, la fama dell’immagine si sparse anche in Occidente: qui però, dove il monofisismo aveva inciso molto meno nella cultura dei cristiani, il famoso ritratto di Gesù non ebbe bisogno di venire “filtrato” nascondendolo dietro l’idea di un ritratto comune come era successo a Edessa per i primi secoli. In Europa si viene a sapere subito che si trattava di un lenzuolo contenente l’impronta del corpo intero di Cristo. Il monaco Orderico Vitali nella sua Storia Ecclesiastica (1130 e il 1141) avrebbe scritto:

Abgar regnò come toparca di Edessa. A lui il Signore Gesù inviò…il più prezioso lino, con il quale asciugò il sudore dal proprio volto, e sul quale appaiono le fattezze del Salvatore miracolosamente riprodotte. Esso mostra a coloro che lo guardano l’immagine e le proporzioni del corpo del Signore;

mentre un altro autore successivo, Gervaso di Tilbury, nei suoi Otia imperialia (composti verso il 1218) racconterà questo:

E’ appurato grazie alla storia narrata in antichi documenti che il Signore si prostrò in tutta l’interezza del suo corpo sul più bianco dei lini, e così per mezzo del potere divino rimase impressa sul lino la più bella immagine non solo del volto ma anche del corpo intero del Signore.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

L'IMPRONTA AGONIZZANTE DI GESU'


Dopo un preambolo elegante e sapientemente retorico, l’autore della Narratio de imagine Edessena spiega che esistevano due versioni diverse circa il modo in cui l’immagine miracolosa di Edessa si era formata: entrambe erano antiche e autorevoli, tanto che non si poteva decidere quale fosse quella giusta. La prima versione è identica a quella contenuta nella Dottrina di Addai, però il racconto è arricchito da nuovi dettagli: Anania, il latore dell’immagine, non era un semplice corriere ma un ministro che re Abgar di Edessa aveva mandato in Egitto per stringere un accordo politico con il prefetto romano di quella provincia. Tornando verso Edessa passò per la Palestina, e qui ebbe modo di vedere Gesù e come le folle lo seguissero ammaliate dalla sua dottrina. Lo vide anche sanare molti infermi, e quando fu di nuovo alla corte del re Abgar, che era malato, gli consigliò di far venire in città questo grande e famoso guaritore; ma gli chiede anche di fargliene un ritratto, perché il ministro Anania pratica la pittura per diletto. Anania raggiunge Gesù in un luogo dove sta predicando, ma non può avvicinarsi per parlargli perché la folla radunata è troppa. Quindi comincia a lavorare al ritratto chiesto da re facendone prima uno schizzo nel modo normale, cioè con penna e inchiostro su un foglio di papiro. Gesù avverte che Anania si trova in difficoltà e lo manda a chiamare: quindi si lava il viso, e dopo averlo asciugato con un panno di lino gli consegna la sua impronta miracolosa. 
La seconda versione dell’evento invece si apre su uno scenario completamente diverso, e non coinvolge più il messaggero di re Abgar. Secondo questo racconto, l’impronta di Edessa si sarebbe prodotta sul Monte degli Ulivi, durante quella dolorosa notte di preghiera in cui Gesù aveva sofferto un’angoscia mortale presagendo l’agonia della Passione. Secondo il racconto evangelico, il suo viso si era coperto di grosse gocce di sudore misto a sangue. I discepoli erano accorsi e gli avevano asciugati il volto; poi si erano accorti che su quel panno giaceva una stranissima immagine che era fatta di sudore ma anche di sangue. Anche Gregorio il Referendario fa dei cenni a questa seconda versione del racconto che pone la formazione dell’immagine durante la notte del Getsemani: nell’omelia dice infatti che l’impronta si formò mentre Gesù agonizzava (agoniòntos).

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

NARRATIO DE IMMAGINE




Proprio nell’epoca in cui fu rinvenuta l'impronta di Edessa, singolarmente il pensiero religioso bizantino compie un’evoluzione notevole rivalutando e in un certo senso anche riscoprendo la figura del Cristo sofferente.Non è più solo il Risorto splendente nella sua gloria ma piuttosto l’Uomo dei dolori, morto e con tutto il corpo martoriato dai segni della Passione. Occorse che la sensibilità dei teologi e della gente comune maturasse questo cambiamento; e occorse anche fare i conti con un altro problema per niente piccolo. La tradizione antica parlava del ritratto autentico di Gesù come di un ritratto fatto mentre era vivo. Come si poteva conciliare questo racconto con la realtà di fatto, con la natura di quell’immagine appartenente a un morto e per giunta piena di sangue? Un anonimo autore vissuto alla corte di Costantino Porfirogenito scrisse il resoconto della missione militare che portò l'impronta miracolosa nella capitale bizantina; si sospetta però che dietro questo anonimo scrittore si celi in realtà lo stesso imperatore, il quale era anche un fine letterato. 
Il resoconto, noto con il titolo Narratio de imagine Edessena, è interessante non solo sul piano letterario: infatti rivela allo storico un geniale compromesso, o forse sarebbe meglio dire uno strategemma, con cui si cercò di armonizzare la tradizione antica sul ritratto di Edessa con la verità da poco scoperta, che cioè l'immagine ritraeva tutto il corpo.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

martedì 24 giugno 2014

NOTTE DI SAN GIOVANNI


Una credenza secolare, ovunque radicata in Italia, perpetuava con rituali e superstizioni differenti la convinzione che in questa nevralgica fase solstiziale dell’anno le streghe o altre creature malefiche erano solite darsi convegno nella notte tra il 23 ed il 24 giugno. L’antica trattatistica sulla stregoneria ed anche il sapere popolare conveniva che queste donne oscure dotate di poteri demoniaci si dessero appuntamento attorno ad un antichissimo albero di noce nei pressi di Benevento. Ed esattamente con i frutti di questi alberi stregati, colti ancora verdi e madidi di rugiada nella notte di San Giovanni, si preparava il nocino, liquore considerato terapeutico, o anche il vino “nociato” e “nocellato”. La tradizione marchigiana in questa notte di passaggio, carica di arcane presenze inquietanti, immagina la figura di un folletto, talvolta maligno ma anche più bonariamente dispettoso, nominato “sprevengolo” (o anche “sprovincolo” o “sprovengolo”. Vestito di un cappello rosso e calzate con scarpine guarda caso a guscio di noce, si presenta specialmente quando si ha mangiato troppo, ed infatti spesso è quasi sinonimo di indigestione. Contro le creature malefiche di questa notte magica il sapere popolare suggerisce un po’ ovunque l’impiego dell’aglio, ed un proverbio contadino suggerisce infatti “Per san Giovanni si sveglion le cipolle e gli agli”. Molte altre erbe si raccolgono nella notte della vigilia di San Giovanni, con la convinzione che abbiano particolari poteri benefici e terapeutici grazie all’intercessione salvifica del santo: con queste “misticanze” raccolte si preparava un’acqua “magica”, da impiegare per abluzioni reputate assolutamente rigeneranti e curative. Sempre riguardo alle erbe “magiche” di San Giovanni, un’altra usanza contadina ricorrente consisteva nel raccogliere la rugiada stillata in questa notte dei miracoli, che veniva poi aspersa sul corpo con la convinzione che facesse crescere i capelli, favorisse la fecondità, curasse la pelle ed allontanasse le malattie. Una diffusa credenza nelle campagne attribuiva pertanto alla data di San Giovanni particolari proprietà soprannaturali, come anche divinatorie. Pietanze caratteristiche invece della ricorrenza di San Giovanni sono le lumache, il cui consumo in questi giorni onora antiche tradizioni di carattere ugualmente salvifico e propiziatorio, dovute alle suggestioni simboliche associate a questo animale.

Fonte: www.appennino.info

lunedì 23 giugno 2014

LA FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA A ROMA


Il 24 giugno è la festa di San Giovanni Battista,  patrono  di Roma. E a Roma sparita si festeggiava alla grande. La festa aveva inizio la notte prima, il 23 giugno, la famosa « notte delle streghe». Religione e superstizione si intrecciavano in questo ricorrenza molto sentita dal popolo romano. Quella fra il 23 e il 24 giugno è la notte più breve dell'anno, in quanto  comincia l’estate, Il solstizio d'estate il sole raggiunge la sua massima inclinazione positiva rispetto all'equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso. Tutte le leggende si basano su questo evento considerato magico e sacro nelle tradizioni precristiane ed ancora oggi viene celebrato dalla religiosità popolare con una festa.

La notte delle streghe. Secondo le tradizioni popolari, si credeva che le streghe in quella notte magica si dessero appuntamento nei pressi della basilica per un  grande Sabba e andassero in giro per la città a catturare le anime. Le streghe venivano chiamate a raccolta dai fantasmi di Erodiade e Salomè, dannate per aver causato la decapitazione di san Giovanni. E in passato le vere protagoniste della festa erano le donne, spesso vestite con abiti maschili che, in quanto colpevoli del martirio del santo, non potevano entrare nella basilica e si fermavano davanti alla chiesa provocando gli uomini e chiedendo loro una "mancia". Curiosando nei testi di Giggi Zanasso. Durante quella notte magica, venivano fatti falò per tenere lontano il male. Parecchi poi erano i rituali seguiti contro le streghe.

Per non farle entrare in casa, fuori delle porte, prima di uscire a festeggiare,  si metteva la scopa e il barattolo del sale, oppure due scope messe in croce.. E le comari di Roma sparita raccontavano che se la strega voleva entrare doveva prima contare  tutti gli zeppi della scopa o i grani del sale. E se sbagliava doveva ricominciare da capo!! Anche la croce era un elemento che spaventava le streghe, che in alternativa utilizzavano  la cappa del camino.. e allora anche qui si faceva la croce con le molle e la paletta incrociate, oppure si otturava. La paura delle streghe era infatti tanta.. e così insieme a lanterne e torce,il popolo si portava dietro bastoni fatti a forcina, scope, teste d'aglio e quelli che potevano si profumavano con la spighetta cor garofoletto.

Prima  della festa, si andava in parrocchia a prendere una boccia d'acqua santa appena preparata: perché  ai tempi di Roma sparita l'acqua santa aveva una scadenza: quella stantia non era più buona !! Con quest'acqua, prima di uscire da casa ci si doveva benedire i letti, la porta e la casa stessa. Prima di dormire poi si diceva due volte il Credo, e ogni parola si doveva replicare per due volte.Io credo, io credo, in Dio padre, in Dio padre, ecc., e così per le altre preghiere..Questo doppio credo era veramente il massimo per tenere lontane le streghe. Che la festa cominci. Si partiva in massa da tutti i rioni di Roma, al lume di torce e lanterne, per arrivare a San Giovanni in Laterano per pregare il santo ma anche per mangiare le lumache nelle osterie e nei baracchini allestiti sulla piazza appositamente per questa festa.

Le lumache avevano infatti un significato simbolico, poiché le loro corna rappresentavano discordie e preoccupazioni, quindi mangiarle significava distruggere le avversità. E a proposito delle lumache ...c'era anche chi se le portava cucinate da casa, perché non si fidava dello spurgo che facevano gli osti romani. 
Come di consueto nelle osterie di Roma sparita, si serviva anche  solo il vino e il cibo veniva cucinato in casa (chi non conosce le famose fraschette dei Castelli romani). Al tempo di Zanazzo, il giorno di san Giovanni si usava fare un pranzo fra i parenti, con i compari e le commari anche per fare in modo che se c'era un po' di ruggine fra di loro, potessero rifare pace con una buona mangiata di lumache. Altro posto citato da Zanazzo era fuori porta san Giovanni, nei pressi della fonte dell'Acqua santa sulla via Appia, alla Salita degli Spiriti,l'osteria delle Streghe dove si andava a cenare. E la cena spesso finiva con pesanti litigi, in quanto gli osti riciclavano gusci di lumaca, cioè gusci vuoti, il cui contenuto era stato già mangiato dai clienti venuti prima....Così l' imponente piazza San Giovanni si riempiva di tantissima gente, si mangiava e si beveva in abbondanza e soprattutto tanto rumore invadeva questi luoghi: trombe, trombette, campanacci, tamburelli e petardi di ogni tipo venivano suonati per impaurire le streghe, affinché non potessero cogliere le erbe utilizzate per i loro incantesimi.

Tutto ciò costituiva un problema per l'ordine pubblico e così le autorità vietarono spesso di andare nei luoghi disabitati (ad es. Monte Testaccio) mentre, veniva consentito il bagno al Tevere, per le proprietà taumaturgiche date dal santo alle acque. Tutto questo baccano durava fino all'alba. Allora la festa si concludeva, quando dopo lo sparo del cannone di Castello, il papa si recava a San Giovanni per celebrare la messa, e dalla loggia della basilica gettava monete d’oro e d’argento, scatenando così la folla presente.

Articolo di Papessa Giovanna del blog Tutto Su Roma Sparita

"TACUINUM TEMPLARE", A TAVOLA CON I MONACI GUERRIERI


Il Tacuinum Templare è una pubblicazione realizzata da alcuni autori della rivista Taccuini Torici (http://www.taccuinistorici.it/): Alex Revelli Sorini e Susanna Cutini. Il mito dei Templari da secoli alimenta leggende, generando la curiosità di storici e romanzieri. I monaci guerrieri, campioni di celebrate imprese militari in Terrasanta, nella società medievale si distinguevano anche per l’adozione di un’alimentazione equilibrata e sana. I cavalieri d’ogni casa del tempio si cibavano soprattutto dei prodotti approvvigionati localmente, e in base alla loro Regola il posto d’onore sulla tavola spettava al pane. Venivano privilegiati legumi, pesce, verdure, uova e formaggi, mentre l’uso della carne era limitato a tre volte la settimana. È partendo da questi basi, che gli autori del tacuinum hanno cercato di ricostruire la dieta templare. Ne è venuto fuori un itinerario culinario che, per le sue sorprendenti qualità salutistiche e nutrizionali, potrebbe rispondere perfettamente alle esigenze dell’uomo contemporaneo.

Fonte: www.taccuinistorici.it

venerdì 20 giugno 2014

RITRATTO DI BONIFACIO VIII


Benedetto Caetani (1230-1303), salito al soglio pontificio nel dicembre 1294 con il nome di Bonifacio VIII, è sicuramente uno dei papi più celebri del medioevo. La sua fama tuttavia è oscura, dettata da quanto di lui dissero due voci importanti del suo tempo: Dante Alighieri in primo luogo, che nella Divina Commedia sembra ritrarre tra i gironi infernali la sagoma di un papa che gli interpreti vogliono identificare proprio con Bonifacio VIII, e Jacopone da Todi, in secondo luogo. L'uno e l'altro erano nemici giurati di questo papa, e per quanto non si possa dire che abbiano rovesciato contro di lui solo un mucchio di menzogne, certo le appesantirono creando un ritratto a fosche tinte. Esperto giurista, ritenuto un maestro in diritto canonico e un abile diplomatico, Benedetto aveva fatto una carriera assai veloce nei ranghi della Chiesa; nel dicembre 1294, quando dopo appena cinque mesi di papato Celestino V decise di abdicare, tutti chiamavano Benedetto castani "il signore della Curia" per la sua grande preparazione politica e canonistica. Fu eletto quasi all'unanimità durante un conclave rapidissimo, perché i cardinali del Sacro Collegio erano d'accordo su di lui; era la persona adatta per rimediare ai danni che il buon Celestino, uomo eccellente e santo quanto alle qualità personali, aveva involontariamente prodotto per la sua inesperienza delle cose di governo. L'elezione di Bonifacio VIII fu salutata da tutto il mondo cristiano come provvidenziale; il Gran Maestro dei Templari frate Jacques de Molay, che in quelle settimane si trovava a Napoli, dove la Curia era stata temporaneamente spostata, annunciò il fatto al re d'Aragona Giacomo II sottolineando che non si poteva scegliere un uomo più adatto, in quel momento storico. I sovrani inviarono ingenti doni; ma quello che più di tutti omaggiò il nuovo pontefice, fu Filippo IV di Francia comunemente detto il Bello per il suo aspetto fisico. 
Il sovrano francese inviò al papa un vero tesoretto di gioielli, per manifestare la sua approvazione, nel quale figuravano parecchi anelli preziosi; questi monili confluirono nel Tesoro papale, l'inventario del quale è stato pubblicato da E. MOLINIER, Inventaire du trésor du saint-Siège sous Boniface VIII (1295), in "Bibliothèque de l'École des Chartes", XLIX (1888), pp. 226-237. Fra di essi, c'era anche un anello con un grosso cammeo il quale raffigurava una giovane donna che tiene per mano un bambino.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

giovedì 19 giugno 2014

"MEDIOEVO RIFLESSO" - RIEVOCAZIONE MEDIEVALE A SANT'ELPIDIO A MARE


Torna sabato prossimo, 21 giugno, l’appuntamento con “Medioevo Riflesso”, progetto che apre una stagione ricca di eventi e di proposte culturali messe a punto dall’Associazione Magnifica Contrada Santa Maria, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale. In collaborazione con la Compagnia d’arme Ferreo Core, l’Associazione propone un cartellone annuale di eventi che va al centro il Medioevo e una riflessione che indaga il periodo storico per porsi domande sul presente. Teatro e storia nel ricamo di uno spettacolo curato sulla trama filologica dei costumi e delle scenografie. Dopo il successo ottenuto con “La tentazione di Goffredo”, sarà la volta de “La spada di Damocle”. L’appuntamento è fissato per le ore 20.30 di sabato, nella sede della Magnifica Contrada Santa Maria: una cena dal menù tipico e tradizionale accompagnerà uno spettacolo teatrale interpretato dalla Compagnia d’arme Ferreo Core. Tema centrale della serata sarà quello del potere ed i rischi che derivano dal suo esercizio. Chi ha già partecipato alla serata precedente potrà sapere quale è stata la fine di Ubaldo ma la serata sarà perfettamente godibile anche per chi deciderà per la prima volta di partecipare all’iniziativa.

Infoline Ufficio Turistico 0734 819 6407 - Prenotazioni 342 79 59 839

AGLIATA BIANCA


Una salsa che può accompagnare qualsiasi tipo di carne è l'agliata bianca, la cui ricetta è presente nel Libro de Arte Coquinaria del Maestro Martino. Si pestano 70 g di mandorle da agricoltura biologica insieme a tre spicchi di aglio. Della mollica di una fettina di pane di campagna deve essere schiacciata in circa 20 cl di brodo di carne (di manzo o di gallina) fino a ottenere un composto cui devono essere aggiunti la pasta di mandorle e l’aglio. Si monta questa miscela mescolandola con altri 20 cl di brodo di carne e si sala il tutto. Ora che è pronta, la salsa può essere servita in tavola. È particolarmente consigliato l'abbinamento dell'agliata bianca con il bollito.

Fonte: Medioevo.it

LUGLIO LONGOBARDO 2014 - IV EDIZIONE

LUGLIO LONGOBARDO 2014 – Quarta Edizione

Manifestazione storico-rievocativa sull'Età Longobarda

Nocera Umbra (Pg), 26-28 luglio 2014

Museo Archeologico

via San Rinaldo



"I Longobardi e il culto di San Michele, Arcangelo guerriero"





Nocera Umbra (Pg), giugno 2014. Si rinnova anche quest'anno l'appuntamento con il “Luglio Longobardo”, la manifestazione storico-rievocativa che da quattro anni ormai rappresenta uno degli appuntamenti più interessanti dell'estate umbra. Protagonisti i Longobardi, che giunti in Italia a metà del VI secolo conquistarono gran parte della penisola dando vita a un regno destinato a durare due secoli che lasciò ampie tracce anche in Umbria. Tra le testimonianze più importanti, infatti, c'è proprio la necropoli di Nocera Umbra, che fu scoperta in area “Portone” nel 1897 e restituì ricchissimi corredi oggi esposti per lo più al Museo Nazionale del Ducato di Spoleto e al Museo dell'Alto Medioevo di Roma..

“Luglio Longobardo 2014” si terrà il 5 e il 6 luglio nel cuore dell'antico borgo nocerino. Il tema di quest'anno è “I Longobardi e il culto di San Michele, Arcangelo guerriero”. Nella sala conferenze del Museo Archeologico docenti e studiosi esamineranno l'importanza dell'Arcangelo e il ruolo del suo culto nella sensibilità religiosa e nella società longobarda. San Michele, santo guerriero per eccellenza, fu infatti date le sue caratteristiche particolarmente caro ai Longobardi che, dopo la conversione al Cristianesimo, lo adottarono come santo protettore intitolandogli chiese e santuari in tutta la penisola, da nord a sud: il più celebre è senza dubbio Monte Sant'Angelo in Puglia, partimonio dell'Umanità Unesco.

A differenza degli anni scorsi, quando nel borgo era stato allestito un campo storico, l'edizione 2014 opta per una formula più snella e innovativa: i rievocatori della Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense, uno dei più esperti e rinomati gruppi di reenactors a livello nazionale, interagiranno direttamente con il pubblico del convegno mostrando i particolari dell'abbigliamento e dell'armamento e cimentandosi in appassionanti dimostrazioni d'arme. Sarà allestita anche una piccola esposizione con riproduzioni di oggetti, corredi, armi e abiti.

Per quanto concerne invece il convegno, sono previsti due giorni di lavori. La prima sessione è prevista sabato 5 luglio a partire dalle ore 16. Dopo i saluti delle Autorità, la dott.ssa Elena Percivaldi - storica e coordinatrice scientifica del “Luglio Longobardo” - introdurrà il tema e parlerà di “San Michele e i Longobardi” con particolare riferimento al culto nel centro-nord Italia. Seguirà l'intervento della prof.ssa Laura Paladino (Università Europea di Roma) che parlerà di “San Michele e le vie di pellegrinaggio nel Medioevo”.

I lavori riprenderanno il giorno successivo, domenica 6 luglio, alle 16.30 con la prof.ssa Amalia Galdi (Università degli Studi di Salerno) su “San Michele Arcangelo e i Longobardi nel Mezzogiorno”. Concluderà il convegno Diego Giulietti (Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense) che, nel suo intervento “I Longobardi, popolo in armi”, illustrerà con dovizia di particolari l'armamento e le tecniche di combattimento, spiegando anche il significato della pratica dell'ordalia (o “giudizio di Dio”).

Entrambe le sessioni saranno chiuse da un rinfresco con le autorità e i partecipanti, allietato da uno spettacolo con Ordalia (combattimento longobardo) sempre a cura della Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense.

Domenica 6 luglio è prevista anche, come evento collaterale, un'escursione alle suggestive Grotte dell'Angelo di Bagnara a cura della locale Associazione L'Arengo (per info sull'escursione: pronocera@libero.it).

“Luglio Longobardo 2014” è organizzato da Pro Loco Nocera Umbra in collaborazione con Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense e Perceval Archeostoria con la coordinazione scientifica della dott.ssa Elena Percivaldi e si avvale del Patrocinio istituzionale di Comune di Nocera Umbra, Provincia di Perugia, Regione Umbria, e culturale di mensile “Medioevo”, Associazione Culturale Italia Medievale, SISAEM (Società Internazionale per lo Studio dell'Adriatico nell'Età Medievale), “Medioevo Italiano rivista telematica”.


Durante l'evento sarà possibile acquistare libri e pubblicazioni. Per informazioni, si possono contattare gli organizzatori scrivendo a lugliolongobardo@gmail.com, oppure visitando il sito http://lugliolongobardo.jimdo.com


SCHEDA TECNICA EVENTO


LUGLIO LONGOBARDO 2014 – Quarta Edizione

Manifestazione storico-rievocativa sull'Età Longobarda

Nocera Umbra (Pg), 26-28 luglio 2014

Museo Archeologico

via San Rinaldo



Organizzazione:
Pro Loco Nocera Umbra
Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense
Perceval Archeostoria


Coordinatore scientifico:
Dott.ssa Elena Percivaldi


Col patrocinio di:
Comune di Nocera Umbra
Provincia di Perugia
Regione Umbria
Medioevo
Associazione Culturale Italia Medievale


Informazioni di contatto


Richiesta materiale stampa e interviste:
Ufficio stampa Ep.Pressoffice
tel. 3397768340


PROGRAMMA CONVEGNO


I LONGOBARDI E IL CULTO DI SAN MICHELE, ARCANGELO GUERRIERO


SABATO 5 luglio

h 16

Saluti delle Autorità

h. 16.10

dott.ssa Elena Percivaldi (storica, coordinatore scientifico del Luglio Longobardo):

San Michele e i Longobardi

h. 17

prof.ssa Laura Paladino (Università Europea di Roma)

San Michele e le vie di pellegrinaggio nel Medioevo

h. 18

Rinfresco con le autorità e i partecipanti.

Segue spettacolo con Ordalia (combattimento longobardo) a cura della Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense


DOMENICA 6 luglio

h. 16.30

prof.ssa Amalia Gaita (Università degli Studi di Salerno)

San Michele Arcangelo e i Longobardi nel Mezzogiorno

h 17.15

Diego Giulietti (Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense)

I Longobardi, popolo in armi


h. 18 Conclusioni e dibattito


h. 18.15 Rinfresco con le autorità e i partecipanti.

Segue spettacolo con Ordalia (combattimento longobardo) a cura della Scuola di Scherma Antica Fortebraccio Veregrense


Evento collaterale

Domenica 6 luglio, mattina

Escursione alle Grotte dell'Angelo di Bagnara

(a cura dell'Associazione L'Arengo)


I EDIZIONE DI "COSE DA MEDIOEVO" A SAN GIOVANNI INCARICO (FR)


Sabato 21 giugno, San Giovanni Incarico torna indietro nel tempo con la prima edizione di Cose da Medioevo. Alle ore 18,00 da Piazza Umberto I il Corteo Storico aprirà le porte al magico tuffo nel passato capeggiato dal Borgo Mastro seguito da cavalieri, nobiluomini, dame e donzelle di corte, con intrattenimento degli  Sbandieratori. I popolani chiuderanno il corteo insieme a quanti vorranno attraversare il borgo che tra spettacoli e giochi, guarnigione e fattucchiere, falconieri e danzatori, si trasformerà in un suggestivo villaggio medioevale. Cose da medioevo si concluderà con la rappresentazione di un condannato a morte e la premiazione di un concorso fotografico Scorci storici, la cui iscrizione si chiude il 07 giugno 2014. “L'obiettivo della rievocazione - dichiara il presidente dell'Ass. Culturale La Sarrapica, Sig. Roberto Tasciotti -  è quello di far rivivere l’atmosfera affascinante di un periodo assai lontano come il Medioevo e far riscoprire la quotidianità dei nostri Avi”.

CHIESA DI SAN CARLINO ALLE QUATTRO FONTANE, ROMA

Costruita da Francesco Borromini, il nome Carlino deriva dalle modeste dimensioni dell'edificio grande circa come un pilastro della Basilica di San Pietro. Entrando nella piccola chiesa, non si può non restare affascinati dalla cupola. Si notano chiaramente molte forme ottagonali che si alternano a croci. Ricordiamo che l'ottagono è una figura già molto in voga al tempo dei templari come ricorda la pianta di Castel Del Monte ad Andria. Unendo i punti centrali delle torri otteniamo infatti: 




Fin dai tempi antichi vi era una corrente esoterica afferente al cristianesimo che considerava l'8 come espressione perfetta in grado di evocare poteri mistici evocando enormi segreti. Oltre agli ottagoni e agli esagoni, notiamo moltissime croci che allude sia alla natura binaria del cosmo sia al Quaternario che simboleggia:

1) I Quattro Elementi (Acqua, Terra, Aria, Fuoco)
2) I Quattro punti Cardinali
3) Le Quattro Stagioni
4) I Quattro Umori del Corpo Umano (Sangue, Bile Gialla, Bile Nera, Flemma)
5) Le Quattro fasi della luna
6) Le Quattro fasi della Grande Opera Alchemica

Prendendo in esame il centro della cupola notiamo come l'arte massonica appare con chiarezza.


Il triangolo e il cerchio, rappresentano la perfezione assoluta e rispettivamente il Cielo e l'Essere Umano. Dalla figura partono raggi solari. Di per sè non è un simbolo prettamente massonico anche se appare nella Massoneria del XVIII e XIX secolo.

Ad un occhio attento non sarà sfuggito ciò che appare sui timpani dei confessionali


E sotto la cupola appare una stella a 5 punte



L'occhio interno al triangolo, nella sua accezione massonica, non fa riferimento alla Provvidenza e allude alla concezione deista di un Dio che vede tutto ciò che accade nel mondo o almeno si colloca al suo centro senza intervenire.

Possono nascere delle confusioni con il triangolo sormontato dall'occhio: esso è rappresentato solamente nella famosa banconota americana, scelto Benjamin Franklin massone e padre degli Stati Uniti d'America con l'intento di invocare un Dio Provvidente a favore della nazione americana intervenendo nella sua vita, nella sua politica e nella sua cultura. Diviene quindi un Dio Attivo e non passivo come nel caso dell'occhio interno al triangolo.

ANTICHI DOCUMENTI SUL RITRATTO DI CRISTO

L’imperatore di Bisanzio, colui che aveva messo in piedi tutta quel’operazione, da secoli si considerava e rappresentava se stesso come il Vicario di Cristo in terra, una persona di pari grado rispetto agli apostoli. Era dunque a quest’uomo crocifisso che Romano I doveva assimilare la sua immagine, questo morto dal torace squarciato? Sull’impronta di Edessa c’era del sangue, e non poco. Soprattutto la ferita del costato fece un’impressione tremenda ai due dignitari. Gregorio il Referendario ne parla con pudore ma in modo esplicito, quando più tardi la celebrerà nella sua omelia: questi sono gli ornamenti che hanno colorato la reale impronta di Cristo, perchè essa in seguito è stata abbellita dalle gocce fuoriuscite dal suo costato. La novità creò uno sconcerto tale che Gregorio volle vederci chiaro, e si recò negli archivi della città per cercare se esistessero documenti su quell’immagine. Le reliquie più venerate e famose infatti non viaggiavano mai da sole, bensì accompagnate da documenti più antichi che ne certificavano la provenienza. Per inciso, fra le tracce di scrittura notate sul lino della sindone compare una sigla (SB) che sembra corrispondere a un’abbreviazione tipica dei sigilli dei funzionari imperiali di Costantinopoli nel X secolo, proprio l’epoca in cui la reliquia lasciò Edessa per entrare a far parte del tesoro imperiale bizantino.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

mercoledì 18 giugno 2014

L'IMPRONTA SPAVENTOSA DI UN MORTO

In via teorica, quanto scoperto aprendo la teca con l'antica, venerabile immagine di Edessa non doveva sembrare strano: se il telo portava l’impronta del corpo di Cristo, ci doveva essere per forza anche la ferita del costato, quella descritta dal quarto vangelo. Ma per Gregorio il Referendario e il generale Curcuas, adagiati su un’idea largamente diffusa, quello dovette essere un vero colpo. Gregorio ha lasciato un’omelia sul recupero dell’immagine di Edessa, composta subito dopo per celebrare l’evento solenne del suo trasporto nella capitale. L’omelia è conservata in un manoscritto della Biblioteca Apostolica Vaticana, il Vaticano greco 511, che fu scritto alla metà del X secolo, cioè solo qualche anno dopo l’evento. Per quanto  ampolloso e complicato secondo lo stile del greco bizantino, il testo è chiaro: leggendolo si percepisce anche il clima di sgomento e di imbarazzo in cui i due funzionari si trovarono gettati quando scoprirono l’incredibile novità. Com’era possibile che la tradizione parlasse di un ritratto lasciato da Gesù quando era vivo, e qui invece si era davanti all’impronta spaventosa lasciata da un cadavere massacrato? Come si poteva portare a Costantinopoli un oggetto simile? Cosa avrebbero dovuto riferire all'imperatore, che si aspettava tutt'altro oggetto?

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

LA SCOPERTA DEL TELO AD EDESSA


La missione di recupero fu affidata a un valente ufficiale, il generale Giovanni Curcuas. Il militare era accompagnato anche da un prelato molto importante: Gregorio il Referendario, che era arcidiacono della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli e si occupava di tenere i rapporti diplomatici fra il Patriarca di Costantinopoli e l’imperatore. Era un dignitario, un diplomatico e anche un uomo di cultura. La città di Edessa era allora sotto il controllo di un governatore arabo che non avrebbe certo ceduto quell’oggetto per compiacere l’imperatore, sicché il generale Curcuas fu costretto a negoziare il rilascio dell’immagine sborsando in cambio una piccola fortuna, 12.000 corone d’oro; inoltre dovette ridare la libertà a duecento prigionieri islamici di alto rango e concedere a Edessa una garanzia d’immunità perpetua. Finite le trattative per la consegna, la reliquia inestimabile dovette essere esaminata con cura per scongiurare il rischio che gli arabi cercassero di rifilare al generale e al Referendario una copia invece dell’originale. Il telo fu estratto dalla sua teca; e qui successe un fatto che lasciò di stucco i due dignitari. 

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

UN'ARMA CONTRO L'ERESIA




Nell’anno 943, per celebrare la festa che aveva sancito il trionfo delle immagini sacre, l’imperatore Romano I Lecapeno decise di portare a Costantinopoli la più famosa e venerata delle immagini di Cristo, quella custodita a Edessa. Venne organizzata un’imponente operazione di recupero all’interno di più vaste azioni militari, perché la città di Edessa era ancora in mano agli arabi; del resto l’imperatore non voleva nella sua capitale quella famosissima reliquia per scopi puramente religiosi. Romano I aveva dovuto lottare a lungo contro i pauliciani ed altri gruppi eretici che ogni tanto emergevano nel territorio dell’impero e creavano problemi di dissidenza perché l’ideale religioso era associato a quello del conflitto politico. I pauliciani, come altri, derivavano il loro credo dall’antico alveo dello gnosticismo dei secoli I-III, e ritenevano il Cristo un puro essere spirituale privo di corpo umano. Uno spirito superiore e divino che non si era mai incarnato, non aveva mai sofferto la Passione, non era mai morto e dunque non era nemmeno risorto. Poiché non era possibile combattere una guerra religiosa con la sola forza delle armi, Romano I comprese che il famoso ritratto del quale parlava la tradizione, l’autentica impronta del volto di Cristo, poteva essere utile a smentire gli eretici i quali asserivano che un volto umano il Cristo non ce l’aveva mai avuto. Insomma, la prodigiosa reliquia di Edessa era una potente arma contro la diffusione dell’eresia.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

LINO IMPRESSO DA UN "UMORE LIQUIDO"


In tutta la tradizione dell’arte bizantina il ritratto fedele di Gesù lega il cristiano a un contatto emotivo, e questo contatto è fonte di aiuto e consolazione nelle difficoltà della vita. Secondo Giovanni di Damasco, i teologi non potevano prendersi la libertà di privare i fedeli di questo caloroso, emozionale contatto con la figura di Cristo, perché nel pregare davanti alle immagini sacre si instaurava un dialogo, un rapporto personale più intenso. Il cristianesimo era nato con il parto di una donna, un evento assolutamente umano e fisico; ed era stato suggellato da una morte molto dolorosa, altro fatto umano nel senso più drammatico del termine. Il Cristo solo spirituale di cui parlavano i teologi nemici delle icone nei vangeli proprio non c’era: persino dopo la Resurrezione, Gesù aveva un corpo concreto che si poteva vedere e toccare. Giovanni Damasceno dice che Gesù è una “icona fisica” del Padre (eikon physikè), un’immagine vivente e ripiena di Spirito Santo capace di avvicinare l’uomo a Dio purificandone l’anima e i pensieri. La vera immagine di Cristo conservata in Edessa fu al centro della sua lotta in difesa delle immagini sacre: se Cristo stesso aveva voluto lasciare agli uomini l’impronta del suo fisico, gli uomini non avevano alcun diritto di giudicare tale scelta. Vivendo non lontano da Edessa, e mosso da un amore ardente come quello che le sue opere riflettono, forse Giovanni visitò personalmente la preziosa reliquia di cui aveva lodato la virtù: e la descrive come un telo di grosse dimensioni, rimasto impresso come di un umore liquido. In una delle sue opere Giovanni ritiene che Gesù per crearla avesse usato il proprio mantello (imàtion), il quale era abbastanza ampio da avvolgere tutta la persona dalla testa ai piedi.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

LA DIFESA DELLE IMMAGINI DI CRISTO


Proprio durante il periodo dell’iconoclasmo visse il più appassionato difensore del culto delle immagini, il monaco e teologo Giovanni di Damasco (650 circa-749 d.C.). Viveva nella Siria dominata dagli Arabi, quindi poteva combattere la sua lotta contro i distruttori delle icone molto più liberamente che se fosse stato a Costantinopoli o in un altro posto dell’impero bizantino. Gli arabi infatti imponevano ai cristiani loro sudditi di pagare una tassa speciale in quanto infedeli e seguaci di un’altra religione, ma a parte erano liberi di praticare il loro culto senza che il potere politico si immischiasse nelle dispute teologiche. Giovanni di Damasco scrisse un trattato che ebbe grande successo sia per la finezza delle sue discussioni, sia per il linguaggio caldo e poetico che ancor oggi, sebbene appartenga a un mondo tanto lontano da noi, non lascia indifferenti. Il Trattato sulle immagini descriveva la devozione alle immagini sacre come un impulso d’amore, la manifestazione di una fede sincera, profonda e autentica che non poteva e non doveva venir repressa.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

ANNO DOMINI 1307 - QUANDO BOLOGNA ASSALTO' I CONTI DI PANICO

Nel 1307, tra le due battaglie più note del medioevo bolognese che sono quella di Fossalta (1249) e di Zappolino (1325), vi fu uno scontro importante ma spesso dimenticato a causa delle scarse fonti storiche che nella loro pochezza, non ci offrono un quadro preciso (alcune riportano come data il 1306, altre il 1307). Ma cosa accadde? Il comune di Bologna, galvanizzato dalla cattura di Re Enzo durante la battaglia di Fossalta, posò le sue mire espansionistiche sui piccoli paesi delle colline e montagne adiacenti alla città. All'epoca, essendo nel bel mezzo degli scontri più feroci tra i Guelfi sostenitori del Papa e i Ghibellini sostenitori del Sacro Romano Impero (per conoscere come avvenne la  nascita della diatriba leggi il precedente post relativo alla battaglia di Fossalta e la cattura di Re Enzo),  l'obiettivo ideale per il comune di Bologna, Guelfo quasi all'unanimità, non poteva che essere i possedimenti dei ghibellini Conti di Panico, i vassalli dell'Imperatore più temuti della zona...I Panico infatti, che oltre il loro castello sito nella località omonima, possedevano Casola, Caprara. Castelvecchio, Casigno, Cervignano e la rocca di Badolete, erano noti per per le loro frequenti razzie nei territori circostanti che si spinsero fino a contendere alcuni territori del Comune di Bologna. Questa situazione perdurò per anni, fino al giorno in cui i Panico si trovarono assediati dalle milizie bolognesi che probabilmente per ordine dei loro comandanti, non ebbero pietà quando vinsero la battaglia.... Il castello dei Panico fu raso al suolo, il capostipite della casata, il Conte Maghinardo, fu accecato, imprigionato e lasciato morire tra le sue sofferenze. Suo figlio invece, Mostarda, fu decapitato a Bologna (si presume in piazza davanti agli occhi dei bolognesi). Così facendo, Bologna estinse o quasi la casata acerrima nemica... Quasi perché i rimanenti membri della famiglia Panico, quasi vent'anni dopo, si schierarono al fianco dei modenesi nella battaglia di Zappolino mettendosi in mostra con un contributo importante per la causa Ghibellina...

Articolo di Matteo Freddi del sito www.matteofreddi.it

"ANDARE PER LA ROMA DEI TEMPLARI", NUOVO LIBRO DI BARBARA FRALE



Questa mattina è stato presentato presso lo stadio di Domiziano a Roma, l'ultimo libro di Barbara Frale, storica e Ufficiale dell'Archivio Segreto Vaticano dal titolo "Andare per la Roma dei Templari, opera che inaugura la nuova collana "Ritrovare l'Italia" del Mulino. A guidare il lettore ci saranno Hugue de Pays, il fondatore dell'Ordine, Jacques de Molay (Ultimo Gran maestro) e Bernardo di Chiaravalle vero e proprio ispiratore della Regola del Tempio. La Roma al tempo dei templari era circa settanta volte più piccola, ricca di ruderi e scarsamente popolata (circa quarantamila persone). Il viaggio comincia nel 1120 quando de Pays arrivò a Roma per illustrare l'idea di una milizia cattolica, progetto che fu subito ben accolto dal pontefice. L'itinerario prosegue sull'Aventino nei pressi di piazza dei Cavalieri di Malta oggi sede del Gran Priorato: il complesso donato da Alberico II altro no nera che un monastero benedettino. Di lì passo Bernardo che donò la sua tunica come segno di elezione. la terza fase coincide, ovviamente, con la soppressione dell'Ordine. Siamo alla fine del 1200 quando Bonifacio VIII legato a Jacques de Molay entrò in conflitto con Filippo IV il quale chiese un prestito ai templari ritrovandosi insolvente; a quel punto decise di inventare un processo-farsa che iniziò nel 1307 e che ebbe l'acme con il rogo dell'ultimo dei Gran Maestri templari a Parigi.

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"LA STRATEGA, ANNO DOMINI 1164" - LIBRO DI GIOVANNA BARBIERI


“La stratega, anno domini 1164”, seconda versione di “1164, l’assedio di Rivoli”. Romanzo storico-fantastico. Dopo un forte temporale Alice, una giovane donna del XXI secolo, si ritrova nel 1163, in un bosco della bellissima Valpolicella. Cos’è accaduto? Chi l’ha inviata nel 1163 durante la lotta degli anti-imperiali contro l’imperatore Federico il Barbarossa e perché? É stata una casualità o un disegno divino? Ferita e confusa, Alice viene soccorsa da una famiglia di contadini semi-liberi, che la conduce all’abbazia del Sacro Cuore di Arbizzano, dove viene curata dalle gentili monache e apprende l’uso delle erbe medicinali. Una volta guarita e portata nel castello di Fumane, dovrà decidere come agire: lottare per ritornare nella sua epoca oppure, per fuggire alle ingiuste accuse di stregoneria, partecipare all’assedio di Rivoli del 1165 a fianco del cavalier Lorenzo Aligari del quale s'innamora perdutamente.

CATEGORIA:  SURREALE, STORICO-FANTASTICO
EDITORE: YOUCANPRINT
PREZZO DI COPERTINA: 1.99 EURO (EBOOK); 14.90 (CARTACEO)

 EAN:978889114493 (digitale)
 ISBN: 978-88-91144-56-0 (CARTACEO)

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martedì 17 giugno 2014

APERITIVI E CULTURA TRA L'ANTICA ROMA E IL RINASCIMENTO


Cos'è l'Ancient Aperitif? Partiamo dalla traduzione "Un antico aperitivo" o meglio un aperitivo archeologico! 
Quindi Ancient Aperitif è l'unico aperitivo antico in un sito archeologico originale: l'unico a Roma, in Italia e probabilmente nel mondo. Ma Ancient Aperitif è molto di più che un semplice aperitivo…è un viaggio attraverso le stanze di un'antica dimora patrizia del III secolo d.C. (vedi il sito). Dimenticate le vecchie visite guidate! Per l'occasione questa dimora riprenderà vita in una emozionante percorso tra affreschi, antiche stanze, mosaici, ninfei. Una passeggiata sulla linea del tempo che vi porterà gradualmente indietro nella storia di Roma, assorti in antiche leggende e miti, fino a dimenticare del tutto di essere nel XXI secolo. A questo punto il proprietario dell'antica Domus avrà già imbandito le tavole e sarete pronti a partecipare a quello che i Romani chiamavano comissatio, cioè un aperitivo a base di ricette romane risalenti a 2000 anni fa (ma ancora molto buone!). Le stanze millenarie risuoneranno di musica antica, nell'aria l'odore del cumino, del papavero, delle spezie venute dall'oriente…scoprirete cos'è il garum o il savillum, li assaggerete…scioglierete i vostri animi nel miele del vino mulsum, ognuno dei vostri sensi verrà catapultato indietro nel tempo…e a questo punto il VIAGGIO NEL TEMPO sarà completato e porterete con voi quella che è stata un'esperienza multisensoriale di cambio di epoca…o forse semplicemente un bel sogno da raccontare. QUESTO E' L' ANCIENT APERITIF NELL'ANTICA ROMA…MA C'E' UNA NOVITA': L'APERITIVO ARCHEOLOGICO RINASCIMENTALE, CAMBIA EPOCA E APERITIVO

"LA VITA SEGRETA DEL MEDIOEVO" DI ELENA PERCIVALDI - PRESENTAZIONE DEL LIBRO IL 27 GIUGNO 2014 PRESSO "L'ENOTECA LETTERARIA" DI VIA DELLE QUATTRO FONTANE 130, A ROMA



Venerdì 27 giugno 2014

alle ore 20

presso Enoteca Letteraria, Roma

Via delle Quattro Fontane 130


Serata-evento

MEDIOEVO DI GUSTO.

SAPORI E COLORI DEI "SECOLI BUI"


ELENA PERCIVALDI

presenterà il suo ultimo libro

LA VITA SEGRETA DEL MEDIOEVO

(Newton Compton)


L'autrice dialogherà con un ospite d'eccezione:

ANDREA FREDIANI

storico, scrittore e direttore della collana
"I volti della Storia" di Newton Compton


Interverrà

Emiliano Amici

presidente di Sguardo Sul Medioevo

Cultura, Musica e Cucina medievale

Consumazione obbligatoria

€ 18,00

Prenotazione obbligatoria

tel. 3738682166
tel. 0645435015

lunedì 16 giugno 2014

AQUISGRANA: CARLO MAGNO - PER IL 1200 ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI CARLO MAGNO


Carlo Magno è morto ad Aquisgrana 1200 anni fa, il 28 gennaio dell’814, dopo aver trascorso gli ultimi anni di vita e di regno nella sua residenza imperiale più importante. Tenendo conto dell’enorme influenza da lui esercitata sull’intera storia europea, nel 2014 Aquisgrana ospita tre grandi mostre dedicate alla cultura, all’azione e alla vita di corte di Carlo Magno. Oltre ai pezzi delle collezioni locali, saranno esposti numerosi prestiti pregiati provenienti da musei internazionali e da raccolte private. Le mostre sono organizzate con il patrocinio del presidente tedesco Joachim Gauck, del presidente francese François Hollande e del presidente italiano Giorgio Napolitano. 
Nella spettacolare architettura della “sala dell’incoronazione” – il cuore di quello che un tempo fu il complesso palaziale di Carlo Magno – la mostra sviluppa un percorso narrativo che va dai centri di potere dell’Europa medievale ai “luoghi di potere” virtuali della nostra epoca. Essa presenta l’impressionante evoluzione delle strutture europee, dalla corte itinerante dei Franchi alle vestigia di pietra del potere carolingio, e getta uno sguardo su una società che deve il proprio successo anche alla diversa provenienza degli individui che la compongono. 
La mostra pone l’accento sull’arte dell’epoca carolingia, in particolare sulla produzione artistica attribuita alla Scuola Palatina di Carlo Magno. Per la prima volta saranno di nuovo riuniti tutti insieme una trentina di manoscritti preziosi, intagli in avorio e lavori di arte orafa realizzati nelle officine di Aquisgrana.Tra i nomi illustri di chi ha contribuito alla mostra dando in prestito i propri capolavori c’è anche il Vaticano. La presentazione degli oggetti mira a mettere in risalto ogni singolo pezzo, combinandolo però con una selezione di opere affini di epoche precedenti e con altre contemporanee ma di stile diverso. Il tesoro della cattedrale di Aquisgrana è strettamente legato all’epoca di Carlo Magno, in particolare esso include l’antico Sarcofago di Proserpina, in cui l’imperatore fu probabilmente seppellito il 28 gennaio dell’814. Per il periodo della mostra, la camera del tesoro riporta ad Aquisgrana opere d’arte sacra che un tempo facevano parte del suo patrimonio. La scelta degli oggetti si estende fino al tardo Medioevo, ma il fulcro si colloca in epoca carolingia con pezzi che appartenevano già allora al tesoro della cattedrale di Carlo Magno. 

Visitare Aquisgrana

Cattedrale di Aquisgrana, patrimonio mondiale UNESCO 
Si tratta del primo monumento tedesco che, nel 1978, fu inserito dall’Unesco nella lista dei beni dichiarati patrimonio dell’umanità. Essa è anche uno degli edifici di epoca carolingia meglio conservati. Non c’è un’altra costruzione che possa essere tanto legata alla persona di Carlo Magno. È qui che il 28 gennaio dell’814 il re franco fu seppellito. 

Visite guidate del centro storico aperte al pubblico 
lu – sa alle 14.00 e sa + do alle 11.00 
Punto d’incontro: Tourist Info Elisenbrunnen 
Durata: 1,5 h 
per altre visite guidate della città consultare il sito www.aachen-tourist.de 

Visite per gruppi

Le principali informazioni e offerte per le visite di gruppi si trovano qui: 
In alternativa è possibile richiedere il nostro prospetto gratuito per gruppi e operatori turistici 
Prenotazioni: aachen tourist service e.v. 
Tel. +49 241 18029-60 oppure -61, tour@aachen-tourist.de.

ORARIO DI APTERTURA 

lunedi – domenica 10.00 – 18.00 | giovedì – sabato fino alle 21.00 

Contatti turistici 

aachen tourist service e.v. 
Tourist Info Elisenbrunnen 
Friedrich-Wilhelm-Platz 
52062 Aachen 
Germania 
Tel. +49 241 18029-60 a -61 
Fax +49 241 18029-69 
info@aachen-tourist.de 
www.aachen-tourist.de 
  
Contatto per i giornalisti 

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Dr. Jutta Göricke 
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