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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

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sabato 31 maggio 2014

MISURE URGENTI PER LA TUTELA DEL PATRIMONIO CULTURALE DELLA NAZIONE E PER LO SVILUPPO DELLA CULTURA

TITOLO I 
Art. 1 
(ART-BONUS-Credito di imposta per favorire
le erogazioni liberali a sostegno della cultura) 

1. Per le erogazioni liberali in denaro effettuate nei tre periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2013, per interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura di appartenenza pubblica e per la realizzazione di nuove strutture, il restauro e il potenziamento di quelle esistenti delle fondazioni lirico-sinfoniche o di enti o istituzioni pubbliche che, senza scopo di lucro, svolgono esclusivamente attività nello spettacolo, non si applicano le disposizioni di cui agli articoli 15, comma 1, lettere h) e i), e 100, comma 2, lettere f) e g), del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e spetta un credito d’imposta, nella misura del:
a)    65 per cento delle erogazioni liberali effettuate in ciascuno dei due periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2013;
b)    50 per cento delle erogazioni liberali effettuate nel periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2015.
2. Il credito d’imposta spettante ai sensi del comma 1 è riconosciuto alle persone fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15 per cento del reddito imponibile, ai soggetti titolari di reddito d’impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui. Il credito d’imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo. Si applicano le disposizioni di cui all’articolo 40, comma 9, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
3. Ferma restando la ripartizione in tre quote annuali di pari importo, per i soggetti titolari di reddito d’impresa il credito di imposta è utilizzabile tramite compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, e successive modificazioni, e non rileva ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive.
4. Al credito d’imposta di cui al presente articolo non si applicano i limiti di cui all’articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e di cui all’articolo 34 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.
5. I soggetti beneficiari delle erogazioni liberali di cui al comma 1 comunicano mensilmente al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo l’ammontare delle erogazioni liberali ricevute nel mese di riferimento; provvedono altresì a dare pubblica comunicazione di tale ammontare, nonché della destinazione e dell’utilizzo delle erogazioni stesse, anche con un’apposita sezione nei propri siti web istituzionali. Sono fatte salve le disposizioni del Codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
6. L’articolo 12 del decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito con modificazioni dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112 è abrogato. Con il regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, di cui all’articolo 14, comma 3, del presente decreto, si individuano, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel rispetto delle dotazioni organiche definite in attuazione del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, apposite strutture dedicate a favorire le elargizioni liberali tra i privati e la raccolta di fondi tra il pubblico.
7. Ai maggiori oneri derivanti dalla concessione del credito d’imposta di cui al presente articolo si provvede ai sensi dell’articolo 17.....

CASTRUM CAETANI E SAN NICOLA CAPO DI BOVE - DOCUMENTARIO DI SGUARDO SUL MEDIOEVO

Tra il 1302 e il 1303 Francesco Caetani, grazie all’intermediazione di Benedetto Caetani meglio noto come papa Bonifacio VIII (il papa del I giubileo del 1300), acquistò la tenuta di Capo di Bove all’interno della quale fece costruire un villaggio fortificato (castrum) a cavallo della via Appia circondato e difeso da una cinta muraria e costituito da un palazzo signorile, una chiesa parrocchiale dedicata a S. Nicola e alcuni piccoli edifici a carattere abitativo. La tecnica muraria del complesso edilizio, realizzata in blocchetti di peperino legati da malta (c.d. opera saracinesca) risulta omogenea documentando quindi un complesso unitario, progettato e realizzato in un unico momento. 
Le nuove costruzioni si appoggiano al mausoleo di Cecilia Metella il cui tamburo viene sopraelevato con una merlatura per farne il torrione di difesa verso Roma e divenendo con questo un tutt’uno. Il palazzo, ancora ben conservato anche se privo della copertura e dei solai che separavano i diversi piani, ha tutte le caratteristiche della residenza signorile protetta da una cinta muraria con evidenti intenti difensivi; ben conservate sono le murature perimetrali in cui si aprono eleganti bifore, alcune restaurate agli inizi del 1900. Di fronte al palazzo c’è la chiesa di S. Nicola, anch’essa ben mantenutasi nella facciata e nelle mura perimetrali seppur priva di copertura, che è caratterizzata da un’aula unica con abside di fondo e sormontata in facciata da un elegante campanile a vela. L’edificio religioso era probabilmente utilizzato non soltanto dalla famiglia proprietaria ma anche dagli altri abitanti del castrum abitualmente dediti alle attività agricole nel terreno circostante e alla manutenzione del complesso. Le strutture edilizie erano protette da una cinta muraria a pianta rettangolare ma di dimensioni irregolari (lati lunghi circa m. 240, corti m. 98) dotata di 19 torri sporgenti dal perimetro e che inglobava un tratto del tracciato della via Appia antica. La morte di Bonifacio VIII determinò il rapido declino della famiglia Caetani e presto il castrum passò tra le proprietà di altri nobili come i Savelli, i Colonna e gli Orsini divenendo spesso scenario di numerosi avvenimenti storici. Nell’ambito del programma del Grande Giubileo del 2000 sono stati eseguiti numerosi interventi di scavo, restauro, sistemazione del palazzo e riallestimento di opere scultoree in marmo; a seguito di questi lavori è oggi possibile scendere nel piano ipogeo e vedere l’imponente banco di lava, risalente a circa 260.000 anni fa, su cui è stato costruito il complesso.

Fonte: Archeoroma.beniculturali.it

venerdì 30 maggio 2014

IL FASCINO UNICO DI ROCCA CALASCIO - ABRUZZO, L'AQUILA


Rocca Calascio è un castello che si trova nei pressi nel Gran Sasso e all'interno del parco dei Monti della Laga; situato a 1460 metri s.l.m. essa è una delle rocche più alte d'Italia. Il luogo, particolarmente magnetico e suggestivo, è stato preso da Hollywood per importanti produzioni cinematografiche tra cui "Il Nome della Rosa" e "Lady Hawke". La rocca fu fondata nell'anno 1000 anche se il primo documento che ne testimonia la presenza risale al 1380. Originariamente era formato da un torrione quadrangolare con funzione di torre di avvistamento. 
Il castello domina la valle del Tritino a pochi chilometri dalla famosa stazione sciistica di Campo Imperatore e la sua posizione estremamente privilegiata ne faceva un avamposto militare fondamentale unitamente agli altri castelli fino al mare Adriatico.  Composto interamente in pietra bianca, ha un maschio centrale e una cerchia muraria merlata e quattro torri d'angolo circolari. Il ponte levatoio in legno posto sul piano orientale della struttura è l'unico accesso alla rocca. Ai piedi della rocca vi è un suggestivo borgo medievale, Calascio che conta al 31 dicembre 2012 solamente 127 abitanti particolarmente interessante per il museo della Pastorizia, dell'arte della lana, della religiosità popolare, della casa antica e del lavoro dei campi. La suggestione che colpisce il visitatore è di rara intensità, più si sale più la vegetazione è incolta e i sentieri più affascinanti. Molto interessante è la testimonianza di Estella Canziani che visitò l'abruzzo nel 1914 restando affascinata dalle bellezza e dal valore dei gioielli di cui si ornavano le contadine della zona non sapendo che quella zona ad inizio del XX secolo era particolarmente ricca grazie ad intense attività di pastorizia e commerciali. Affascinanti sono anche i moltissimi eremi attorno alla rocca dedicati a santi molto importanti. Gli eremi e la rocca creano un paesaggio unico in cui non è difficile imbattersi in ululati di lupi, gli stessi lupi che nei secoli sono stati legati al demonio per via degli enormi danni che provocavano ai contadini distruggendo grandi quantità di bestiame. 




Foto di proprietà di Ginevra Moon dell'Associazione Studi Paranormale e Fotografa Ufficiale di Sguardo Sul Medioevo. Il suo sito è associazionestudiparanormale.blogspot.it

VENERDI' 30 MAGGIO CONVEGNO SU SINDONE E TEMPLARI


Il culto della sacra Sindone e i cavalieri Templari di ieri e di oggi”: è questo il tema del convegno storico-culturale, incentrato sul percorso della Sacra Sindone da Gerusalemme a Torino e su come i Cavalieri Templari l'hanno custodita nel medioevo, che si terrà oggi, venerdì 30 maggio alle ore 17.30 nella chiesa di San Zulian a Venezia, a pochi passi da San Marco. I relatori saranno Mauro Giorgio Ferretti, Presidente del Centro Studi Storici Templari, e Camilla Camplani, studiosa dì Cristianità ed archeologia Biblica presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il Convegno si snoderà in tre parti: nella prima verrà illustrato il pellegrinaggio della Sacra Sindone da Gerusalemme a Torino; durante questo percorso temporale verrà svelato il poco conosciuto ruolo di custodia della Sindone che i Cavalieri Templari hanno avuto durante il Medioevo. Nella seconda parte verranno esposti gli studi scientifici svolti sulla Sacra Sindone, inclusi gli aggiornamenti più recenti, tra cui il contributo dell'Università di Padova attraverso le ricerche del prof. Giulio Fanti. Nella terza parte verranno portati a conoscenza il ruolo dei Cavalieri Templari nella società d'oggi ed il loro carisma. Una delegazione dell’Associazione Cavalieri Templari Cattolici d’Italia parteciperà alla Santa Messa delle ore 19.30. 

Fonte: http://www.genteveneta.it/

A CAGLIARI, SULLE TRACCE DEI TEMPLARI

La facciata della chiesa della Santissima Annunziata
Sabato 7 giugno, dalle ore 16.45 fino alle prime ombre della notte, alla scoperta delle storie segrete e misteriose dei Cavalieri del Tempio a Cagliari. Le associazioni Aloe Felice, Ambiente Sardegna e Sardegna Sotterranea, in collaborazione con il Mazzabobile Nobility Group, organizzano dalle ore 16.45 fino alle prime ombre della nera notte, un tour guidato nelle viuzze, vicoli, rughe di Stampace e Lapola (Marina) alla ricerca delle tracce lasciate dai Templari a Cagliari. Un team di studiosi, supportati dalla pubblicazione di Gianfranco Pirodda autore di "Templari a Cagliari", racconterà se e quando:" i templari misero piede a Cagliari e soprattutto si sveleranno i segni e le tracce che ci hanno lasciato i Cavalieri del Tempio di Cristo". Il raduno partirà alle 16.45 di fronte alla chiesa dell'Annunziata, probabile sito templare ma anche ingresso de "su brugu" di Sant'Avendrace, poi al rifugio bellico di via Don Bosco. Ci soffermeremo alla Torre degli Alberti, alla chiesa di San Francesco di Stampace, in esterna alla chiesa di Santa Restituta e alla cripta omonima, si rivelerà l'origine templare del culto di sant'Efisio chiudendo il tour alla piazza del santissimo sepolcro. Angelo Pili, Marcello Polastri, Massimo Deidda, racconteranno storie di sangue e di morte, aneddotti, segreti e misteri della Madonna Nera Templare,  di marrani, cristiani e saraceni. Tra le tante il mistero del santo Gral. Saranno presenti vari figuranti vestiti con gli abiti del tempo. Sarà distribuita a chiunque la bevanda miracolosa templare a base di iperico. Fine tour ore 20. Contributo di partecipazione: 7 euro esclusi i bimbi. Gestanti e puerpere gratis.

Per info: 340.360.23.65 o redazioneap@gmail.com

giovedì 29 maggio 2014

SOMIGLIANZA TRA GESU' E MARIA


Com’era fatto questo archetipo? Negli stessi anni, sotto il regno di Giustiniano, furono eseguite a Costantinopoli due splendide icone su legno che formano una presenza molto particolare nel campo dell’arte antica. Una raffigura il Cristo che tiene il vangelo e benedice, l’altra rappresenta san Pietro, ma ha nella parte superiore ha tre scudi tondi (clipei) dentro i quali stanno i volti di Gesù, Maria e Giovanni l’Evangelista. Lo stile delle icone è realistico e naturalistico, e questo le distingue nettamente dall’arte bizantina di quel tempo, dove le immagini anche umane cominciano ad essere piuttosto astratte, secondo un’idea dell’arte che vuole sganciare l’immagine dalla realtà per dire che essa è messaggio eterno, senza legami fissi con lo spazio ed il tempo. Le due icone sono derivate dall’antico ritratto di epoca romana come ne esistono ancor oggi tanti, ad esempio le miniature dei defunti poste sulle mummie nella necropoli del Fayyum. E sono state fatte con la volontà di imitare un modello molto preciso, seguito alla lettera: nell’icona di Pietro i due ritratti di Maria e di Gesù si somigliano moltissimo, proprio come succede fra una madre e suo figlio; e il ritratto di Cristo nel piccolo clipeo è uguale a quello dell’altra icona più grande, ma con una differenza: nel clipeo si raffigura il Cristo della Passione, con la corona di spine e il volto insanguinato, mentre nell’icona grande sta il Cristo Pantocratore (in greco “Signore di tutto”), che lo presenta come Re dei Re. Il pittore che eseguì l’icona di Cristo non era un uomo qualunque ma un genio fuori del comune, che riuscì ad estraniarsi completamente rispetto ai canoni dell’arte del suo tempo, vistosamente diversi, per aderire a un modello molto più antico che cercò di copiare fedelmente. Opere di questo genere non sono certo all’ordine del giorno ma segnano senz’altro un evento molto importante; anche chi le ordinò non doveva essere una persona qualunque.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale. Tutti i diritti riservati. 

GLI ESTENSI


La dinastia estense poteva vantare origini molto antiche. Quasi sicuramente, infatti, le radici della casata principesca dell’Italia padana possono essere ricondotte a un passato longobardo. Il nucleo originario del loro potere, prima che riuscissero a estendere il proprio dominio, risiedeva in un piccolo centro oggi in provincia di Padova e che tuttora porta il nome dei suoi antichi signori, ma nel corso dei secoli la storia degli Estensi sarà sempre e profondamente intrecciata con quella della città di Ferrara. Nel tempo la città emiliana diventerà, infatti, il nuovo fulcro del loro potere e proprio grazie ai suoi signori si eleverà, nel Rinascimento, al rango di capitale europea dell’arte e della cultura. La lunga genealogia della casata vanta numerosi nomi celebri, non solo nell’ambito della storia locale. Partendo da Alberto Azzo II, considerato il capostipite della famiglia e Obizzo II, proclamato signore di Ferrara, vi sono numerosi altri esponenti della casata che potrebbero essere ricordati per il loro contributo in campo politico, economico e culturale. Non si può però negare che la storia della famiglia, e dunque anche della città di Ferrara e dei territori a essa annessi, subirono la vera svolta con tre degli esponenti più illustri che si possono ricordare: Niccolò III, Lionello e Borso.  Tre personaggi diversi che, grazie alle loro spiccate personalità, riuscirono a lasciare un’impronta nitida nelle vicende e nella fisionomia di una città e, ampliando lo sguardo, nella storia della cultura del Rinascimento italiano.

Niccolò, il pater patriae

Niccolò III, che detenne il potere dal 1393 al 1441, riuscì tramite la sua astuta politica estera a inserire Ferrara negli equilibri delicati dell’Italia settentrionale della prima metà del Quattrocento. Dopo un periodo contrassegnato da rischiose iniziative politico-militari decise dai suoi predecessori, Niccolò intraprese un’intensa attività diplomatica del tutto inedita per lo Stato estense, volta al mantenimento della pace nell’area padana. Niccolò comprese sin dai primi anni della sua signoria che una realtà come quella dello Stato estense non avrebbe mai potuto reggere a un urto diretto, esposta com’era tra la potenza di Venezia da un lato e di Milano dall’altro.  Questo nuovo ruolo di “guardiano” della pace fu ripagato con il prestigio crescente che acquisirono nel tempo la casata e la città di Ferrara. La manifestazione più evidente di ciò fu l’onore di poter ospitare il concilio di Firenze-Ferrara nel 1437. Fu in quest’occasione che Ferrara accolse il pontefice, l’imperatore bizantino Giovanni VIII Paleologo, il patriarca di Costantinopoli e altri esponenti di primo rango nella scena politica dell’epoca. Ferrara divenne momentaneamente il centro della politica europea e della Cristianità. Nella città emiliana si cercò, infatti, di ristabilire nuovamente l’unità tra le Chiese cristiane e salvare Costantinopoli dalla minaccia ottomana. In quest’occasione la città poté sfoggiare opere d’arte e d’ingegneria di livello così elevato che un dignitario russo al seguito di Isidoro, metropolita di Kiev, nonostante avesse già visitato le grandi capitali del Nord Europa, come Lubecca e Norimberga, rimase talmente stupefatto di fronte alla magnifica commistione di arte e tecnologia degli edifici del centro di Ferrara, da menzionarli e descriverli nella sua relazione di viaggio.

Signore tra due epoche 

Nonostante il prestigio ottenuto da un punto di vista politico, non è possibile parlare di Niccolò come di un autentico “principe del Rinascimento”. La tradizione ne ha tramandato l’immagine di una figura che si può definire di “transizione”: Niccolò assommava caratteristiche sia medievali sia rinascimentali, ma non fu uomo di gusti intellettuali raffinati come invece saranno i suoi successori, non si dilettava assiduamente nello studio delle lettere. Preferiva ascoltare sermoni di carattere religioso, piuttosto che le opere degli umanisti della sua epoca o i classici latini e medievali. Ebbe, in ogni modo, l’indubbio merito di comprendere l’importanza di impartire un’educazione solida e raffinata nel campo delle lettere e delle arti ai futuri signori di Ferrara. Per tale ragione chiamò alla sua corte alcuni dei più grandi intellettuali dei suoi anni, in modo da poter fornire ai propri figli l’educazione degna di un principe del Rinascimento. Niccolò III apprezzava soprattutto l’uso pratico del sapere, cosa che lo portò a patrocinare vasti progetti edilizi, sia in città sia nel territorio, ordinando la costruzione di strade, argini e numerosi progetti idraulici con lo scopo di sanare un ambiente, molto diverso da come si presenta ora, talvolta addirittura ostile, paludoso e dunque di difficile gestione. Gli anni del suo principato valsero da insegnamento per i suoi successori che proseguirono, e in qualche modo evolsero, le linee principali della sua politica. Compito che fu affidato a due dei numerosi figli naturali di Niccolò: Lionello e Borso, nati dall’unione morganatica con Stella Tolomei, unica tra le sue numerosissime amanti e mogli a ricevere l’amore incondizionato del principe.

Lionello, il pater civilitas

Se Niccolò fu ricordato nei secoli come pater patriae, Lionello per la sua cultura e il suo mecenatismo passò alla storia come pater civilitas. Questo principe dall’animo gentile ma risoluto, non bello nell’aspetto ma piacevolissimo nei modi, nacque a Ferrara nel 1407. Come ogni giovane nobile dell’epoca, egli ricevette prima di tutto un’educazione militare. A quindici anni fu inviato ad apprendere il mestiere delle armi dal celebre condottiero Braccio da Montone. In seguito alla morte di Braccio, Lionello ritornò a Ferrara dove finalmente poté avvicinarsi agli studia humanitatis, che non aveva avuto prima di allora modo di coltivare. Niccolò, come si è già accennato, perché i suoi figli, e i suoi successori in particolare, potessero trattare alla pari con i grandi personaggi della loro epoca, principi, sovrani e papi, si preoccupò di fornire loro la migliore educazione possibile. Per questo motivo chiamò a corte l’ellenista siciliano Giovanni Aurispa perché facesse da tutore a Meliaduse, altro suo figlio naturale, che intraprese in seguito la carriera ecclesiastica. Il tutore di Borso fu Giovanni Toscanella, mentre per Lionello fu chiamato a Ferrara nel 1429 Guarino da Verona, uno dei più grandi pedagoghi e umanisti del Quattrocento.Fu evidente da subito la predisposizione del giovane principe Lionello verso le lettere e le arti. Sotto la guida di Guarino acquisì precetti filosofici, storici, morali nonché le necessarie conoscenze di grammatica e retorica. Diede presto prova della sua fine cultura umanistica tenendo un’orazione in latino di fronte all’imperatore Sigismondo, giunto a Ferrara nel 1433.

Un fecondo periodo di pace 

Quando nel 1441 Lionello fu acclamato signore di Ferrara, Modena e Reggio si presentò quasi da subito una situazione eccezionale nella gestione del potere. Lionello, infatti, anche se in maniera non ufficiale, instaurò una forma di signoria “collegiale”, condividendo così con il fratello minore Borso l’enorme onere che gravava sulle sue spalle. Egli non fu l’unico ad alleggerire dei pesi della politica Lionello, che si avvalse anche dell’opera di illustri collaboratori, già facenti parte del seguito di Niccolò III: Uguccione Contrari, Feltrino Boiardo, Alberto Pio da Carpi e Giovanni Gualengo. Il loro aiuto e consiglio garantirono una continuità nella gestione del potere e in politica estera. Si poté così mantenere la linea diplomatica iniziata da Niccolò, mantenuta da Lionello e proseguita da Borso. La concordia ideale fra i tre grandi signori estensi assicurò ai loro territori una stabilità e una pace durature, grazie alle quali poterono fiorire alcune delle più alte espressioni della storia rinascimentale italiana ed europea. Ciò nondimeno, la politica estera fu il nodo più delicato e difficile degli anni in cui Lionello fu signore dei territori estensi. Sempre sotto il segno della cautela e della prudenza, rinforzò le relazioni con Filippo Maria Visconti, mantenendo contemporaneamente buoni rapporti con la Repubblica di Venezia. La situazione si complicò comunque quando si riaccesero i contrasti tra Papato e Sforza. Vacillando la tregua veneto-milanese, fu messa di conseguenza in pericolo anche la stabilità dei territori estensi. Lionello e Borso tentarono di ovviare le crescenti difficoltà con la creazione di un asse politico Napoli-Ferrara, prospettando a re Alfonso la dominazione dello Stato di Filippo Maria Visconti, privo di eredi. La nuova alleanza fu sancita dal matrimonio tra Lionello e la figlia naturale di Alfonso, Maria d’Aragona. In realtà il re di Napoli approfittò delle difficoltà degli Estensi, dato che si dimostrò più interessato a sfruttare la mediazione di Lionello per stipulare un’alleanza con il Papato e il Visconti in funzione anti-sforzesca, piuttosto che appoggiare direttamente gli Este.

Il governo ispirato da Platone

Nonostante alcune difficoltà in politica estera, il potere di Lionello non si appannò mai. Anche se non innovò in maniera incisiva la politica del suo predecessore, godette già in vita della fama di eccellente reggitore dello Stato e di principe saggio e magnanimo. A crearla concorreva certamente il clima culturale che si era instaurato nella corte ferrarese. In questo circolo, tra i più dotti e raffinati che si potessero trovare in quegli anni nella Penisola italiana, era perseguito e promosso il modello culturale e l’ideale di reggitore dello Stato tratto dalla Repubblica di Platone, dal quale certo il principe-filosofo Lionello traeva ispirazione. Lionello rimase sempre in stretto contatto non solo con gli umanisti che frequentavano assiduamente la sua corte. Oltre ai legami “intellettuali” molto frequenti con Guarino Veronese, Giovanni Aurispa, ma anche Angelo Decembrio e il greco Teodoro Gaza, il principe instaurò infatti rapporti epistolari con i personaggi più illustri della cultura del Quattrocento: Lorenzo Valla, Flavio Biondo, Leon Battista Alberti e Francesco Barbaro. A lui furono dedicate numerose opere letterarie: tra le più importanti De equo animante, Philodoxeos fabula e Teogenio di Leon Battista Alberti. Inoltre, sempre l’Alberti dichiarò di aver redatto il De re aedificatoria, uno dei più celebri trattati di architettura giunti a noi dal Rinascimento, sotto l’influsso e le esortazioni di Lionello. 
L’Estense divenne anche personaggio di una delle opere che vennero create alla sua corte: Angelo Decembrio, umanista che visse tra Milano, Ferrara e la Spagna, nella sua Politia Letteraria, un’opera strutturata in forma di dialogo, presenta Lionello come uno degli interlocutori e spesso anche come guida delle discussioni che hanno luogo tra i personaggi della sua opera. Nella Politia Lionello incarna l’idea stessa di nobiltà, dotato di un carisma e di «un’aura quasi sacrale», non riscontrabile in nessun altro principe della sua epoca. 

L’immagine del potere

La cultura per Lionello, oltre a essere un’esigenza del suo spirito sensibile e raffinato, fu anche mezzo di consolidamento del suo potere e della sua fama. Tramite lo splendore del suo mecenatismo riuscì a creare un sempre crescente consenso politico, sia presso il popolo sia presso le altre corti italiane. L’arte sotto la signoria di Lionello divenne il cemento con cui costruire una nuova immagine del potere, e, insieme all’architettura, costituì il mezzo privilegiato per quest’opera di propaganda politica ante litteram. Certamente l’architettura, tra tutte le espressioni dell’arte del Rinascimento, fu quella più funzionale a tale scopo, e per questo sarà trattata a parte e in maniera più specifica. La pittura e il collezionismo furono certo le manifestazioni artistiche predilette da Lionello. Amante dell’antichità collezionava cammei, medaglie, gioielli antichi e monete, che mostrava e sottoponeva all’attenzione della sua cerchia di intellettuali e confidenti. Si può considerare questa sua passione la manifestazione precoce di un nuovo gusto artistico, che prenderà piede nel corso dei secoli con la creazione di ricchissime collezioni private, volto al possedimento personale dell’oggetto d’arte, in modo da poterne godere la bellezza in forma privata e personale.

Tutti i pittori del principe 

Connessa a questo gusto particolare per i piccoli e raffinati oggetti d’arte è la commissione al Pisanello di numerose medaglie d’ispirazione classica. In esse l’artista immortalò per ben otto volte il profilo del suo mecenate ferrarese. Sempre Pisanello, alla corte di Ferrara fu attivo anche come pittore. Dipinse, infatti, una tavola per il palazzo di Belriguardo, la Visione di Sant’Antonio e di San Giorgio e il ritratto di Ginevra d’Este, sorella di Lionello. Lionello fu nuovamente immortalato in un ritratto perduto eseguito dalla mano di Iacopo Bellini. Del Bellini rimane quell’immagine di Lionello che compare nella Madonna dell’Umiltà, in cui il principe figura nella veste di committente e adorante. La fama della corte di Ferrara e del mecenatismo di Lionello richiamò in città anche Andrea Mantegna che, giunto nel 1449, eseguì un altro ritratto dell’Estense. E nello stesso anno si stabilì a corte Piero della Francesca, che lavorò nel castello e nella chiesa di S. Andrea ad affreschi andati purtroppo distrutti. L’insaziabile appetito artistico di Lionello travalicò i confini italiani, giungendo a intessere rapporti con grandi nomi dell’arte fiamminga come, per citarne almeno uno, Rogier Van der Weyden. Nonostante l’intensa tensione umanistica dell’ambiente ferrarese, lo stile cortese-cavalleresco che sopravviveva nel modello culturale delle aree del Nord Europa esercitava un profondo fascino su Lionello. Egli, oltre a rimanere in contatto con gli artisti più rinomati di quelle aree, commissionò numerosi arazzi decorati con scene di vita cortese che andarono ad abbellire palazzi e castelli. Non si limitò a commissioni a distanza: chiamò a Ferrara maestri fiamminghi, valloni e borgognoni che importarono nei territori estensi non solo le tecniche, ma anche un gusto iconografico che discendeva dai grandi poemi epici cavallereschi. Quando Lionello si spense nel 1450, all’età di quarantatré anni, morì quello che si può senza timore di esagerazione considerare lo spirito più completo e profondo nato dalla casata d’Este. Egli innalzò il prestigio e la cultura della corte ferrarese a livelli mai più eguagliati, garantendo al contempo ai territori sottoposti alla sua autorità pace e prosperità. 

Nel segno della continuità

Fortuna e un’oculata gestione politica vollero che con la morte di Lionello non si interrompesse quella che può considerarsi l’età d’oro dello Stato estense. L’epoca di pace continuò con Borso senza però, nonostante i grandi meriti del nuovo signore di Ferrara, riuscire a eguagliare lo splendore culturale raggiunto sotto la guida del fratello. Nei versi scritti dall’Ariosto nel suo Orlando Furioso possiamo ritrovare la fondamentale continuità nelle due linee di potere: «Vedi Lionello, e vedi primo duce, / fama della sua età l’inclito Borso, / che siede in pace, e più trionfo adduce / di quanti in altrui terre abbino in corso. / Chiuderà Marte ove non veggia luce, / e stringerà al Furor le mani al dorso. / Di questo signor splendido ogni intento / sarà che ’l popul suo viva contento» (Canto III, strofa 45). Personalità differente da quella del fratello maggiore, Borso predilesse nettamente l’attività fisica allo studio paziente delle lettere, a cui si dedicò in maniera meno appassionata rispetto a Lionello. Per inclinazione caratteriale e in parte anche fisica egli era maggiormente predisposto a divenire un condottiero, piuttosto che un fine uomo di lettere.  Nonostante lo studio e la dedizione alle lettere non fossero il primo e più sincero desiderio di Borso, il rigoglioso Umanesimo ferrarese non declinò improvvisamente. Egli, infatti, comprese, continuando l’opera del fratello, che il mecenatismo era oramai diventato una componente necessaria della gestione del potere. Ma il diverso approccio non tardò a manifestarsi: se per Lionello gli artisti erano compagni, amici e maestri accomunati dall’amore profondo per l’arte, per Borso questi erano solamente servitori, necessari per la celebrazione della sua persona e della sua casata. L’arte divenne con Borso un mezzo, nulla più di una propaganda, mentre per Lionello i risvolti politici del suo mecenatismo rappresentavano un fenomeno sì utile, ma comunque secondario rispetto al suo sincero amore e desiderio di conoscenza, appagabile solo attraverso l’espressione artistica. Borso coltivò il mecenatismo con spirito totalmente differente, comprensibile solo riflettendo sul fatto che gli artisti, nell’ambiente delle corti quattrocentesche, erano oramai divenuti un’istituzione necessaria. Artisti, poeti e letterati in generale dovevano essere pronti a celebrare ogni avvenimento avesse luogo nella cerchia del signore: nascite, funerali, matrimoni e successi politici. 

Il microcosmo della corte

Nel Rinascimento la corte che circondava il detentore del potere divenne qualcosa di più complesso dell’insieme dei consiglieri del principe o del sovrano. Essa divenne un vero microcosmo, una realtà a sé stante, composta da una gamma variegata di personaggi che davano vita a una fitta rete di rapporti sociali con regole e comportamenti probabilmente di difficile comprensione, per chi osservasse il fenomeno dall’esterno. La corte di Ferrara, in particolar modo ai tempi di Niccolò III, racchiudeva in sé gli estremi dell’eleganza e della povertà, della cultura e dell’ignoranza. È noto che mentre le principesse acquistavano preziosi strumenti musicali, animali esotici e gioielli sontuosi, parte della servitù, talvolta anche le ancelle e i domestici più vicini al signore, giravano per il palazzo praticamente nudi. Parlando di corte non si deve intendere il solo insieme delle persone che vivevano e operavano a vario titolo vicino al principe. A comporre la corte di un principato come quello estense si trovavano letterati, artisti, eruditi, ma anche astrologi, politici e quant’altro.

Il perfetto cortigiano 

I complessi rapporti che si instauravano tra i protagonisti della vita di corte, a Ferrara come in ogni altra corte rinascimentale italiana, possono essere delineati tramite le parole di Leon Battista Alberti, giunte fino a noi per mezzo dei Libri della Famiglia. Il quinto libro dell’opera tratta del rapporto di amicizia tra sudditi e sovrani. L’amicizia è vista in maniera del tutto funzionale: è utile se è in grado di intrecciare rapporti forieri di un ritorno d’interesse in prestigio, fama e ricchezza. L’immagine che si ricava dalle parole di Alberti assume connotati inquietanti. Il cortigiano deve sempre stare in guardia e perfezionare non solo le sue abilità artistiche o letterarie, ma anche la sua capacità di sopravvivenza in un ambiente, quello del seguito del principe, pieno di invidie e rivalità molto pericolose. Così Alberti ci confida che la vita del cortigiano è come la falconeria: bisogna avere destrezza e abilità per addestrare una creatura bella e superiore, il principe, riuscendo nello stesso tempo a non provocare in lui alcuna irritazione, cosa che rappresenterebbe la fine per qualunque cortigiano. Oltre a evitare in ogni modo l’ira o il fastidio del principe, è necessario vivere sempre all’erta, essere un osservatore scaltro e attento di ogni fatto che abbia luogo a corte, in modo da evitare attriti e contrasti con il seguito del principe. Era inoltre necessario intessere quei rapporti di amicizia “interessata” di cui ci parla l’Alberti non solo con il principe, ma anche con ogni persona superiore in potere e ricchezza in grado di «aprire la borsa dei favori» a proprio vantaggio. Tutto ciò non deve fare pensare esclusivamente a un ambiente di personaggi abbietti e senza scrupoli. La via per ottenere tali favori per molti erano la virtù e i meriti personali. Via perseguita proprio da Leon Battista Alberti, che a Ferrara riuscì a instaurare un rapporto di stima reciproca con Lionello, certamente superiore al mero interesse e tornaconto. La contropartita di una vita così in bilico tra prestigio e rovina è rappresentata dalle ricompense cospicue che il cortigiano poteva godere principalmente alla fine della sua carriera, quando finalmente riceveva il permesso di ritirarsi negli agi di una vita privata, al riparo dei rivolgimenti continui della sorte.

Più garanzie per gli artisti

Per opera di Lionello ebbe luogo un’evoluzione non trascurabile nella vita della corte di Ferrara. Si è già parlato dell’alto livello degli artisti chiamati a corte: i più grandi pittori e letterati dell’epoca furono accolti da Lionello con il massimo dei favori e della benevolenza. Lionello ebbe l’ulteriore merito di comprendere l’importanza di legare a sé gli artisti in maniera stabile, alleviandoli dal peso di una vita all’insegna della precarietà, soprattutto economica. Il mecenatismo, non solo del padre Niccolò ma anche di numerosi altri signori quattrocenteschi, aveva il limite di non garantire una vita sicura agli artisti e letterati che attirava a sé e ingaggiava in maniera saltuaria e in base a voglie e desideri momentanei. Lionello comprese che tutto ciò andava a discapito non solo della qualità della vita di artisti e umanisti bensì anche di quelle opere che avrebbero potuto produrre, beneficiando di una serenità che solo una stabilità economica poteva garantire. Funzionale a questo suo progetto fu la riapertura dello Studio nel 1442. Qui trovarono un’occupazione stabile affermati studiosi, come il suo precettore Guarino da Verona. Egli si impegnò inoltre nell’accrescere il prestigio dello Studio chiamando docenti dalle maggiori università italiane, riuscendo così ad attrarre studenti da tutta Europa nonostante la concorrenza dei vicini e prestigiosi atenei di Padova e Bologna.

Fonte: Medioevo. Articolo di Claudia Bertazzo su "Medioevo"

101 CASTELLI D'ITALIA - "MEDIOEVO" NUMERO DI GIUGNO 2014


I castelli sono una presenza costante nel paesaggio italiano, uno dei tratti distintivi dell’identità territoriale del nostro Paese. Concepiti nell’età di Mezzo per fini di semplice difesa, assunsero in seguito forme aggraziate, acquisendo un fascino perlopiú estetico. Stilare un elenco ristretto di tali bellezze può rivelarsi una semplificazione arbitraria. Certo, i 101 castelli scelti da «Medioevo» per questo nuovo Dossier sono un numero esiguo, se messo a confronto con le migliaia di capolavori che l’architettura militare italiana può vantare. È vero, dunque, che l’inevitabile, ridotto margine di scelta ha comportato esclusioni anche sofferte. Confidiamo, però, nel fatto che una sintesi può risultare piú appagante di un corposo compendio. Questo nostro Dossier, dunque, non deve scontentare nessuno! E, anzi, vuole essere uno stimolo rivolto ai nostri lettori per scoprire quanto non appare in queste pagine e creare, cosí, un personale atlante dei «castelli nascosti»... 

Fonte: Medioevo

VIDEO-DOCUMENTARI ASSOCIATIVI

In questa pagina verranno raccolti tutti i piccoli documentari che farà Sguardo Sul Medioevo. Un modo semplice, diretto e poco impegnativo per evidenziare la bellezza o anche l'abbandono di un luogo medievale della vostra città o di vostra conoscenza. Come sempre, potrete partecipare tutti voi sponsorizzando le vostre rievocazioni o semplicemente proponendo un luogo da affrontare...
Fate iscrivere tutti i vostri amici al canale, mi raccomando! Ogni vostra iscrizione è un piccolo grazie ad un lavoro che è iniziato nel 2011 e che ancora vuole puntare a livelli altissimi!!!

VIDEO-MESSAGGIO DI BENVENUTO DAL CANALE YOUTUBE!

Grazie alla pazienza e maestrìa di Pierluigi Papa amministratore del blog "Brindisi Medievale" e direttore provinciale di "Sguardo Sul Medioevo Brindisi" inauguriamo con questo bellissimo video il Canale Youtube di Sguardo Sul Medioevo. Proporremo anche piccoli documentari sulle bellezze medievali del nostro paese e magari...non solo medievali...!


Contatti:

martedì 27 maggio 2014

4 GIUGNO 2014 - BAGNAIA RITORNA AL MEDIOEVO


Per un giorno intero Bagnaia si tingerà di trame medievali. Grazie alla volontà dei piccoli. Sempre pronti e curiosi, quando si tratta di mettere in pratica nozioni storiche. La scuola secondaria di primo grado e quella dell’infanzia (facenti parte dell’istituto comprensivo Ellera), in collaborazione con la Pro loco, porteranno i curiosi di turno (il prossimo quattro giugno) all'interno di tre progetti didattici sfiziosissimi. "Santa Rosa: un’adolescente nel Medioevo”. "Orto didattico”: ideato e messo in opera con i criteri adottati nello stesso periodo. "Magici castelli”. Il tutto si svolgerà dalle 9 di mattina alle 20. Si parte in mattinata a Villa Lante, dove verrà allestito un mercatino curato dai bambini. Frutto di una serie di laboratori eseguiti in classe. La manifestazione rievocherà l\'arco storico attraverso la figura di Santa Rosa, in particolare analizzando gli scritti, la vita quotidiana, l’abbigliamento, i cibi e i fatti salienti. Vi sarà anche una piccola rappresentazione, che includerà la determinante figura locale della Pucciarella. Nonché canti e musiche, con gli alunni travestiti da giullari. In piazza Castello verranno poi distribuiti i “semini” dell’orto, ci penserà la Pro loco (coadiuvata dall’associazione Aucs). E non poteva mancare l'aperitivo serale a tema. Sotto la torre. 

"Ringraziamo quanti ci hanno dato una mano - dicono le insegnanti all\'unisono - Solo fondendo diverse realtà siamo riusciti a creare un prodotto veramente completo e formativo. Grazie quindi alla Pro loco, al corteo storico, al Sodalizio dei facchini, a Mauro Galeotti, al Comitato per il venerdì santo, ad Aucs, alla Nuova agenzia funebre, al centro polivalente La torre, alla sartoria della parrocchia San Domenico di Molfetta. Li abbiamo voluti nominare uno ad uno, in quanto veramente determinanti". 

Fonte: http://www.occhioviterbese.it/

"MEDIEVALIA" - STORIA DELL'ANTICO CONVENTO DI SAN FRANCESCO AD AOSTA


Da sabato 31 maggio a domenica 15 giugno 2014 sarà possibile approfondire le conoscenze sulla storia dell’antico convento di San Francesco, sulla quotidianità e le articolate attività medievali attraverso gli elaborati che gli allievi dell’Istituzione scolastica San Francesco, la più antica della città di Aosta, hanno prodotto durante l’anno scolastico che sta per chiudersi. Attivi fin dalla loro rentrée gli studenti, dalla scuola dell’infanzia dei plessi di Signayes, di Excenex e della Rodari di Aosta, la scuola primaria e la secondaria di primo grado, hanno partecipato in partenariato con il MAR - Museo Archeologico Regionale al progetto interdisciplinare denominato Patrimoine, la cui finalità di base è stata quella di stimolare la curiosità degli alunni attraverso l'apprendimento attivo. Per dare ai ragazzi la consapevolezza di come la storia della scuola, del quartiere, della città di Aosta e della Valle d’Aosta s’inserisce, di fatto, in una realtà di più ampio respiro, hanno collaborato, sotto il coordinamento del MAR della Struttura Restauro e Valorizzazione, archeologi, restauratori, architetti e storici, oltre allo Studio Vellum di Cividale del Friuli, che insieme hanno contribuito alla formazione degli straordinari e recettivi giovani apprendisti. Oltre alle lezioni frontali, allo studio e alla rielaborazione del Cantico delle Creature, alle esperienze grafiche e musicali, all’educazione dell’interpretazione delle architetture sacre e militari, alla realizzazione di erbari e alle indicazioni sulle principali piante officinali, condotte dagli addetti ai lavori e attivamente coordinate dagli insegnanti, gli studenti si sono messi in gioco “praticamente” durante i laboratori svoltisi ininterrottamente presso le aule didattiche del MAR. Sono stati realizzati, per Medievalia, 5 inediti laboratori:

- Braghe… pillole di moda medievale
- Geometria di Dio
- Lo scriptorium
- La ceramica in architettura
- Sinopia? Il buon fresco

Nelle sale del secondo piano del MAR, nella Saletta d’arte del Comune di Aosta e nelle aule della scuola San Francesco potrete fare un tuffo indietro nel tempo e scoprire i lavori di queste animate squadre di affrescatori, di scribi, di artigiani dediti alla preparazione del buon fresco sui cui dipingere, o delle formelle in terracotta su cui imprimere, eccezionalmente, i propri stemmi araldici. Inoltre scoprirete dei veri e propri stilisti che, con tessuti recuperati, hanno saputo creare, rivisitandoli, interessanti modelli di abiti medievali sulla base di quelli rappresentati nelle lunette del castello di Issogne. Un video di Alessandro Stevanon, le animazioni al computer realizzate nelle classi e gli approfonditi pannelli didattici, completeranno la ricca offerta espositiva che lega l’area di San Francesco all’adiacente ex convento delle suore della Visitazione, ora sede del Museo. Nella mattina dell’inaugurazione, alle ore 9.00 del 31 maggio in Piazza San Francesco 2, vi aspetteranno altre sorprese che animeranno le sedi e il centro storico di Aosta.

ORARI di apertura delle sedi espositive:

- MAR - Museo Archeologico Regionale, piazza Roncas 12

chiuso lunedì 9 giugno; tutti gli altri giorni è aperto dalle 10.00 alle 18.00

- Saletta d’arte in Via Xavier de Maistre 5

dal 4 al 13 giugno tutte le mattine dalle 10 alle 12 (chiuso la domenica)

- Istituzione scolastica San Francesco, piazza San Francesco 2

dal 4 al 13 giugno tutte le mattine dalle 10 alle 12 (chiuso sabato e domenica)

tel. 0165/262221

IL PRIMO FUMETTO E' MEDIEVALE!


Durante la recente mostra organizzata dalla British Library, Comics Unmasked: Art and Anarchy in the UK, il Department of History and Classics ha presentato una selezione di manoscritti medievali, con la tesi che questi possano essere considerati come i primi fumetti mai realizzati dall’uomo. Oltre all’Arazzo di Bayeux dell’undicesimo secolo, definito da Bryan Talbot ed altri come la prima striscia a fumetti britannica, si è discusso anche del manoscritto Holkham Bible Picture Book (1327-1335), dove sono raffigurate alcune sequenze, splendidamente colorate, del vecchio e nuovo testamento, che Julian Harrison, curatore della sezione early modern manuscripts della libreria, ha definito “il primo graphic novel inglese”. Harrison ha argomentato la sua tesi ponendo in risalto l'utilizzo di spazi per i dialoghi affiancati alle immagini, proprio come succede con i ballons nei fumetti moderni. Inoltre, è stato esposto the Silos Apocalypse, con la sua raffigurazione di Daniel the superhero, e the Queen  Psalter (1310-1320), con le sue 223 immagini e didascalie che narrano la storia di Mosè. 

Fonte: http://www.comicus.it/

STORIA DELL'IMPRONTA DI EDESSA - 1


Come e quando venne ritrovata la prodigiosa impronta di Edessa che riportava i tratti del volto di Gesù? Secondo lo storico Procopio di Cesarea, la città di Edessa nell’anno 525 aveva sofferto moltissimo per via di una spaventosa inondazione dovuta a piogge straordinarie. Durante la notte il fiume Daisan era straripato, aveva distrutto molti degli edifici più belli e ucciso un terzo degli abitanti che furono sorpresi nel sonno. Dopo il disastro l’imperatore Giustiniano inviò una squadra di ingegneri che fecero grandi lavori di rifacimento, deviarono il corso del fiume perché non potesse più recare un danno simile e restaurarono la cinta muraria che aveva subito guasti enormi. Stando a una tradizione locale, dentro una nicchia segreta delle mura presso la porta chiamata Kappa si trovava l’immagine prodigiosa accuratamente richiusa e nascosta, che proprio durante i lavori seguiti all’inondazione del 525 ritornò alla luce. Ma i guai della splendida città dove il cristia-nesimo si era sviluppato molto presto non erano finiti. Giustiniano si era impegnato a fondo per strappare ai popolo barbarici le regioni dell'Occidente che erano state parte dell’impero romano. Le lunghe guerre condotte ad esempio in Spagna contro i Visigoti e in Italia contro i Goti lo videro vincitore, però a un prezzo molto alto: concentrare le truppe in Europa voleva dire sguarnire il fronte del Medio Oriente, e adesso i persiani dilagavano devastando l’Armenia, la Siria e altre regioni fino alle coste del Mar Nero. Contro l’impero persiano Giustiniano non poté far altro che negoziare trattati di pace, per garantire i quali doveva pagare un tributo.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale.

IL "LIBRO DE ARTE CULINARIA" DI MASTRO MARTINO

Martino de' Rossi o Martino de Rubeis, detto Maestro Martino (Torre, verso il 1430 – Milano o Roma, fine del XV secolo) è stato un cuoco e gastronomo italiano.Fu il più importante cuoco europeo del secolo XV: a lui si deve la stesura del Libro de Arte Coquinaria, considerato un caposaldo della letteratura gastronomica italiana che testimonia il passaggio dalla cucina medievale a quella rinascimentale. Maestro Martino nacque attorno al 1430 nel Ducato di Milano, nel villaggio di Torre, in Valle di Blenio, odierna Svizzera (Canton Ticino). Il Maestro Martino si sposta ad Udine, poi a Milano, dov'è a servizio di Francesco Sforza, per poi raggiungere Roma. Non si conosce l'esatta data di morte, che è presumibilmente avvenuta nell'ultimo ventennio del secolo. Nelle cucine vaticane si consacra il suo successo e la sua fama di cuoco provetto. 
Il Libro de Arte Coquinaria condensa, in 65 fogli non numerati e scritti in lingua volgare, l'arte di cuoco estroso e modernizzatore di Maestro Martino. La datazione di quest'opera è incerta, anche a causa delle varie stesure e aggiunte (almeno quattro manoscritti, in due dei quali l'autore si autodefinisce "da Como") che Martino fece nel corso degli anni. Le prime tracce iniziano già nel 1456 e, via via, andò sviluppandosi almeno fino al 1467. Nel frontespizio si legge Composto per lo egregio Maestro Martino Coquo olim del Reverendissimo Monsignor Camorlengo et patriarcha de Aquileia. Ben presto diventò il testo di riferimento per tutti i cuochi a lui contemporanei - che già erano suoi ammiratori - ed i successivi, assurgendo al ruolo di libro mastro per tutta la nuova cucina del Rinascimento. Uno dei principali elementi distintivi dei suoi piatti, è il recupero del gusto originale delle materie prime, evitando l'abuso di spezie, com'era d'abitudine nella tradizione medioevale quando le spezie, e la loro abbondanza, simboleggiavano la ricchezza del padrone di casa. Lo stile è preciso, dettagliato ed immediato. Appare evidente l'intenzione dell'autore di volersi far comprendere da tutti (anche per questo scelse la lingua volgare), e le ricette si susseguono, in ordine di portata e di tipologia di ingredienti, in modo snello e moderno; addirittura, Martino arriva a suggerire delle "varianti" a taluni ingredienti, nel caso ne fossimo sprovvisti. Come accennato, Martino unisce, alla tradizione della cucina medioevale, innovazioni che gli pervengono dalla conoscenza della cucina catalana, oltre che della cucina araba e orientale. Il successo e la divulgazione in Italia ed in tutta Europa delle ricette di Martino è, però, merito del suo più convinto sostenitore: l'umanista, suo contemporaneo, Bartolomeo Sacchi, detto il Platina (1421-1480), prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana. Il Platina incorporò le ricette di Martino - trascrivendole in latino ed arricchendole di commenti - nel suo De honesta voluptade et valetudine, opera nella quale si prodiga in elogi nei confronti di colui che definisce «il principe dei cuochi», affermando che Maestro Martino era anche un amabile conversatore, dotato di una cultura così vasta da permettergli di sostenere, con efficacia, discussioni sui più disparati argomenti, non solo di natura gastronomica. È soprattutto grazie al Platina che l'opera di Martino è giunta fino a noi, poiché del suo libro originale non ne sono sopravvissute che poche copie: una è di proprietà di un privato, una è conservata presso la biblioteca Vaticana, una si trova nella Biblioteca del Congresso di Washington (Medieval Manuscript n.153).

INSALATA DI CIPOLLE MEDIEVALE


Non di sola cacciagione si viveva nel Medioevo, infatti, in quella fonte inesauribile di ricette che è il Libro de Arte Coquinaria del maestro Martino troviamo anche un'insalata. Dopo avere cotto 800 g. di cipolle a 250 °C, si devono rassodare 4 uova che poi devono essere pelata e tagliate a spicchi. Una volta che le cipolle sono cotte e raffreddate, si sbucciano, si tagliano, anche loro, a spicchi, e si posano in una terrina con un condimento composto da sale fino, 3 g. di pepe e 2 o 3 g. di spezie miste. Infine, si aggiungono 80 g. di olio extra vergine e 40 g. di aceto di vino rosso. A questo punto, l'insalata, guarnita con gli spicchi di uova, può essere servita in tavola.

Fonte: Medioevo.it

"VII GIORNATA MEDIEVALE" A SAN MARCO D'ALUNZIO IL 2 GIUGNO 2014


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Il 2 giugno 2014 si rinnova l’appuntamento con lo storico corteo medievale che vede San Marco d’Alunzio protagonista di una grande manifestazione che riporta tutti indietro nel tempo, agli antichi usi e costumi della cultura del Medioevo: la “VII Giornata Medievale”. Le più affascinanti delegazioni dei cortei storici della Sicilia sfileranno per i suggestivi vicoli medievali della città, nella splendida cornice del centro storico che, per l’occasione, sarà teatro di tantissimi spettacoli: mercatini, musici, sbandieratori, giocolieri, mangiafuoco, incantatori di serpenti, danzatrici del ventre, falconieri e tante altre sorprese.

STUDENTI TRA MITO E MEDIOEVO - PARCO RUPESTRE LAMA D'ANTICO

L’atmosfera suggestiva che aleggia nel Parco Rupestre di Lama d’Antico di Savelletri si trasformerà, per un giorno, in un vero e proprio salto indietro nel tempo per trecento studenti. Un’esperienza unica, che riporterà i ragazzi provenienti da scuole di tutto il sud Italia direttamente nel Medioevo. Un’idea nata dalla sinergia tra la Fondazione San Domenico, che da luglio scorso gestisce il parco, la Società Cooperativa Sociale Iris – leader nel turismo scolastico -, il Teatro Kismet Opera di Bari, la Cooperativa di giovani archeologi ARS, la Compagnia d’Arme Stratos di Bari, il Comune di Fasano.  Il progetto a lungo termine mira ad una gestione innovativa del parco che, avvalendosi della collaborazione tra operatori turistici di settori diversi, crei una rete che faccia da volano alle bellezze di questo gioiello strappato al degrado.   Ad accogliere le scolaresche, per l’intera mattinata del 30 maggio, un accampamento militare ricostruito secondo i dettami dell’epoca dalla Compagnia d’Arme Stratos, con tanto di  soldati in  armatura medievale fedelmente ricostruita.  La Compagnia – tra i figuranti del Corteo storico di San Nicola - si è specializzata nella ricostruzione delle gesta dei Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, che furono anche feudatari di Fasano fino all’arrivo di Murat, che dispose la soppressione degli ordini religiosi. Subito dopo le scolaresche visiteranno il parco, approfondendo la storia di grotte e chiese. Lama d’Antico, uno dei villaggi rupestri più grandi ed articolati della Puglia, si spinge quasi fino al mare, nella pietra le testimonianze di vita quotidiana, vissuta nelle lame tra l’VIII e l’XI secolo.   Una visita che non si ferma solo all’aspetto teorico: i ragazzi si metteranno materialmente all’opera, divisi in gruppetti che lavoreranno autonomamente, per la creazione di decotti e tisane, profumi e saponi. A guidarli tra i segreti delle erbe officinali gli esperti della Cooperativa Iris.   Per finire in bellezza, l’evento teatrale a cura del Teatro Kismet Opera “Il sogno degli artigiani" della Compagnia Vico Quarto Mazzini. Tratto da “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, lo spettacolo narra le vicende di quattro artigiani alle prese con la messa in scena della tragedia di Piramo e Tisbe, che assume sempre più i connotati di un’opera comica pervasa di nostalgia, desiderio e sogno. Visto l’ottimo riscontro ottenuto dalla prima di queste iniziative, la Fondazione San Domenico punta a ripetere l’appuntamento con cadenza annuale. La Fondazione ha molti progetti in cantiere per i prossimi mesi. Durante l’estate il Parco Rupestre non mancherà di far parlare di sé per i diversi eventi in programmazione, studiati per incontrare i gusti di un pubblico eterogeneo. INFOLINE: 328/3597517 – 080/8910777 - See more at: http://www.osservatoriooggi.it/notizie/cultura/8250-fasano-studenti-lama-d%5C'antico-medioevo#sthash.ffXTxUVv.dpuf

"SENTIRE MUSA IN CASTELLO 2014" TRA L'EMILIA ROMAGNA E LA LOMBARDIA




XII edizione, 25 spettacoli a ingresso libero

in 22 Luoghi d'Arte nelle province emiliane di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, e due eventi speciale in Lombardia a Piadena e a Casalmaggiore, nel cremonese. In carnet nomi del calibro di Ornella Vanoni, Irene Grandi, Tosca, UT New Trolls, Danilo Sacco, Sorelle Marinetti, Pupi Avati, Paolo Rossi, Dario Vergassola, Jerry Calà, Raul Cremona, Giobbe Covatta, Gianni Fantoni, Andrea Mirò, Orchestra Sinfonica Esagramma, Spilmbrass, Alberto Patrucco, Compagnia Balletto90 e i grandi solisti della Classica Zanchini, Succi, Guiducci, Gerboni, Pierobon, Sinagra, Cossi, Fagone e Cabassi. Per la prima volta spettacoli nel Castello di Villa Sforza Fogliani (Alseno, Pc), nel porto fluviale di Mezzani e all'Antica Corte Pallavicina sul Grande Fiume Po (Pr),  a Campagnola Emilia (Re) nel Parco di Villa Cottafavi, in piazza Berzieri a Salsomaggiore Terme (Pr) davanti alle Terme del Liberty, a Pozzolo di Bore (Pr), all'interno di Villa Conti; a Piadena (Cr) nel chiostro del Palazzo comunale e a Casalmaggiore (Cr) in piazza del Duomo.

Comunicato Stampa

E' un "viaggio nell'anima del mondo" attraverso i suoni la nuova dodicesima edizione della rassegna estiva Musica in Castello con Tosca - già vincitrice del Festival di Sanremo in coppia con Ron - che apre il carnet domenica 1 giugno alle 21.30 nel cuore delle Terre Verdiane: a Busseto (Pr) nel cortile della Rocca Municipale si alza, infatti, il sipario su un cartellone culturale di 25 spettacoli a ingresso libero, in 22 Comuni e altrettanti luoghi d'arte dell'Emilia più bella, che si dipana dalla provincia di Piacenza a quella di Parma fino alle terre di Reggio Emilia, senza dimentare il cremonese, in Lombardia, con un paio di eventi. E poi soffiano, come un dono, le note d'estate, in notti di stelle dall'Appennino al Grande Fiume Po per tutti gli spettatori di Musica in Castello 2014.
Straordinari cantautori, grandi artisti, prestigiose orchestre, poeti del senso, funamboli della parola, istrioni dell'ironia e del non-sense e persino un grande regista Pupi Avati che sognava di diventare un clarinettista jazz: per loro si aprono i portoni di castelli, rocche, manieri, sagrati di pievi, corti di antiche barchesse, giardini di ville antiche, piazze e spazi inediti attraverso le Terre Verdiane.
Le canzoni di ieri, oggi e domani. Con l'energia graffiante di Irene Grandi, lo stile e l'intensità di Ornella Vanoni, il rock progressive degli UT New Trolls, la sorpresa swing ed il talento delle Sorelle Marinetti (ritornano in rassegna dopo il successo del 2013), il viaggio nella musica di Guccini con Danilo Sacco, la dichiarazione alla memoria di Lucio Dalla con la vocalità di Annamaria Castelli (con Simone Guiducci alla chitarra e Achille Succi al clarinetto), voci uniche in cartellone per eventi speciali, confezionati appositamente per questa dodicesima edizione di Musica in Castello.

Humour e teatro. La verve brillante che rasserena e l'ironia che fa riflettere con mattatori del palcoscenico quali Dario Vergassola e Giobbe Covatta (che più di una volta hanno detto sì a Musica in Castello) e le new entry Paolo Rossi, Raul Cremona, Gianni Fantoni e Jerry Calà che si susseguono in appuntamenti da non perdere. Sono in carnet anche la cantautrice Andrea Mirò ed il comico Alberto Patrucco, in un abbinamento originale.

La grande classica. Con l'Orchestra Sinfonica Esagramma che suona Grieg, Dvořák, Musorgskij e Stravinskij, l'Elise Hall Saxophone Quartet che festeggia i 200 anni di Mister Sax, la Spilmbrass che omaggia in un film-concerto le comiche di Charlie Chaplin e Stanlio e Olio, il sax contralto Marco Gerboni con il fisarmonicista Simone Zanchini. E ancora l'Orchestra Ventaglio d'Arpe con Serena Basaldella, tromba solista; in duo Marianna Sinagra al violoncello e Lorenzo Cossi al pianoforte; il regista Pupi Avati con i musicisti Babbini al clarinetto, Zanchini a pianoforte e fisarmonica, Merloni al contrabbasso; un trio eccezionale Davide Cabassi al pianoforte, Enrico Fagone al contrabbasso e Marco Pierobon alla tromba.

La danza. Data unica, attesissima, con i perfettissimi Imperfect Dancers Compagnia Balletto90 su coreografie di Valerio Iurato, Ermo Dako e Andrea Bibolotti che regalano da dodici anni un'anteprima nazionale al pubblico di Musica in Castello.

Il Folk. E poi la sorpresa ed il graditissimo ritorno in formazione completa (dopo il successo dello scorso anno) dei folk Mé, Pék e Barba con l'Associazione Bandistica Giuseppe Verdi di Busseto e l'arrivo attesissimo del cantautore irlandese Ray Heffernan con Roberto Broggi al violino.

Genius Loci. Nuove location ospitano quest'anno concerti ed eventi: l'obiettivo di Musica in Castello è da sempre valorizzare la scoperta, anche in senso turistico e culturale, delle bellezze storico-artistiche del territorio trasformandoli in luoghi dell'anima grazie alla musica. La rassegna farà tappa, allora, a Fontanellato (Pr) per la prima volta nel cortile interno Centro Cardinal Ferrari, tra le più importanti realtà specializzate per il recupero dei traumatizzati cranici e motori; a Castelnuovo Fogliani (Alseno, Pc) all'interno di Villa Sforza Fogliani; a Campagnola Emilia (Re), nel Parco di Villa Cottafavi; a Medesano (Pr), nella corte interna Azienda Monastero; a Polesine P.se (Pr), all'Antica Corte Pallavicina regno dello chef stellato Massimo Spigaroli; a Bore (Pr) in frazione Pozzolo, a Villa Conti; a Mezzani (Pr), al porto fluviale; a San Secondo Parmense (Pr) nel parco della piscina Acquablu; a Casalmaggiore (Cr), in Piazza;a  Piadena (Cr), Chiostro del Palazzo Comunale; a Fontevivo (Pr), parco Ex Convento dei Cappuccini.
Non mancano poi gli spettacoli nelle Rocche del Circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza: la Rocca Sanvitale di Fontanellato, il Castello Pallavicino di Varano de' Melegari, l'Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, la Rocca Municipale di Busseto,  piazza Berzieri a Salsomaggiore Terme davanti alle Terme Berzieri, gioiello italiano del Liberty, Castell’Arquato in  piazza del Municipio all'ombra della Rocca Viscontea.
E poi le location da sempre fedeli alla rassegna Musica in Castello: a Roccabianca (Pr), nel Teatro Arena del Sole; a Rivergaro (Pc), nella corte interna Cantine Bonelli; a Zibello (Pr), in piazza  Guareschi; a Fidenza (Pr), nella corte delle feste di Palazzo Orsoline.
Dopo il successo del 2013, confermata la direzione artistica di Marco Gerboni in staff con Piccola Orchestra Italiana. Gerboni firma quindi il cartellone 2014 di Musica in Castello con Enrico Grignaffini, da 12 anni anima della rassegna insieme a Giulia Massari.

Tra i sassofonisti più affermati in Europa, Marco Gerboni ha collaborato con le più importanti orchestre italiane, tra le quali l'Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l'Orchestra della RAI di Torino, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia, l'Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma. Marco Gerboni, si è diplomato a soli 16 anni con il massimo dei voti e la lode in sassofono presso il Conservatorio Rossini di Pesaro. Attualmente è docente di sassofono presso il Conservatorio di musica "G.Frescobaldi" di Ferrara.
Ha effettuato concerti in tutta Europa, Libano, Stati Uniti, Cina e Giappone. Ha tenuto corsi di perfezionamento e Master class a Portogruaro, Fermo, Asolo, Francoforte (Hochschule), Cordoba, Valencia em Granada (Conservatori di musica superiori) e presso l’Università di Denver (Colorado). Ha effettuato registrazioni discografiche per le etichette Emi, Delos, Stradivarius, Primrose Music e Pentaphon. Dal 1991 collabora con l’Italian Saxophone Quartet.
Tutti gli eventi sono a ingresso libero. In caso di maltempo è sempre prevista l'opzione al chiuso.

XII ed. Musica in Castello / Il cartellone

Direzione Artistica: Marco Gerboni & Piccola Orchestra Italiana

Domenica 1 Giugno, ore 21,30 – Busseto (PR), cortile Rocca Municipale
TOSCAG. Famulari, pianoforte – E. Dodaro, contrabbasso – M. De Lorenzi, chitarre
Esperanto viaggio nell’anima del mondo
In caso di maltempo: Teatro G. Verdi

Venerdì 6 Giugno, ore 20,45 – Fontanellato (PR), cortile interno Centro Cardinal Ferrari
ORCHESTRA SINFONICA ESAGRAMMA, Dir. Licia Sbattella
Sinfonico Sentire – Concerto e Workshop con musiche di E. Grieg, A. Dvořák, M. P. Musorgskij e I. Stravinskij
In collaborazione con Università degli Studi di Parma, Centro Cardinal Ferrari e Avis Fontanellato
In caso di maltempo: Teatro Comunale

Sabato 7 Giugno, ore 21,30 – Campagnola Emilia (RE), Parco di Villa Cottafavi
ELISE HALL SAXOPHONE QUARTET
Happy birthday Mr. Sax: 200 anni dalla nascita di Adolphe Sax…– Musiche di G. Gershwin, M. Nyman e N. Rota
In caso di maltempo: Villa Cottafavi

Domenica 8 Giugno, ore 21,30 – Roccabianca (PR), Teatro Arena del Sole
DANILO SACCO e FLACO BIONDINI
Nuvole a vapore… –  Canzoni di F. Guccini, A. Daolio e P. Bertoli
In collaborazione con la manifestazione RIparty

Venerdì 27 Giugno, ore 21,30 – Rivergaro (PC), corte interna Cantine Bonelli

LE SORELLE MARINETTI, FRANCESCA NEROZZI e GABRIO GENTILINIC.Schmitz

pianoforte A. Ferrari, clarinetto F. Giorgi, violino

Ma cos’è questo swing?
In caso di maltempo: Cantine Bonelli

Mercoledì 2 Luglio, ore 21,30 – Casalmaggiore (CR), Piazzale del Duomo di Santo Stefano
GIOBBE COVATTA Ugo Gangheri, chitarra
Basta poco… che ce vo’ – Parole e musica di e con…
In caso di maltempo: Teatro Comunale – In collaborazione con Pro Loco Casalmaggiore

Venerdì 11 Luglio, ore 21,30 – Polesine P.se (PR), Antica Corte Pallavicina
RAUL CREMONA
AbracaRaul – I sentieri di un illusionista
In caso di maltempo: Palestra Comunale di Via Manzoni

Giovedì 17 Luglio ore 21,30 – Soragna (PR), Piazza Garibaldi

JERRY CALA’ e la sua Band

Non sono bello… Piaccio!
In caso di maltempo: Nuovo Teatro

Venerdì 18 Luglio, ore 21,30 – Fontanellato (PR), Piazza Garibaldi
ORNELLA VANONI
Canto per essere felice
In caso di maltempo: Il concerto verrà rimandato a data da destinare
In collaborazione con Avis Fontanellato

Sabato 19 Luglio, ore 21,30 – Trecasali (PR), cortile interno Podere Casello Vecchio
RAY HEFFERNAN – Roberto Broggi, violino
New Dress Woven – Per un irlandese, la notte è musica, la festa danze e la storia canzoni
In caso di maltempo: Sala Civica c/o circolo Arci Stella

Domenica 20 Luglio, ore 21,30 – Zibello (PR), piazza G. Guareschi
UT NEW TROLLS
Live 2014
In collaborazione con la Pro Loco di Zibello – In caso di maltempo: Teatro S. Carlo di Pieveottoville

Venerdì 25 Luglio, ore 21,30 – Medesano (PR), corte interna Azienda Monastero
IRENE GRANDI
Acustica
In caso di maltempo: Il concerto verrà rimandato a data da destinare

Sabato 2 Agosto, ore 21,30 – Salsomaggiore Terme (PR), Piazza Berzieri
ANNAMARIA CASTELLI, voce – ACHILLE SUCCI, clarinetto – SIMONE GUIDUCCI, chitarra
Com’è profondo il mare – Omaggio a Lucio Dalla
In caso di maltempo: Palazzo Congressi – Sala Mainardi

Domencia 3 Agosto, ore 21,30 – Castell’Arquato (PC), Piazza del Municipio
DARIO VERGASSOLA
Sparla con me – Parole e musica di e con…
In caso di maltempo: Palazzetto dello Sport

Venerdì 8 Agosto, ore 21,30 – Fontanellato (PR), cortile Rocca Sanvitale
IMPERFECT DANCERS COMPAGNIA BALLETTO90 – Coreografie di Valerio Iurato, Ermo Dako e Andrea Bibolotti
Trittico
In caso di maltempo: Teatro Comunale

Sabato 9 Agosto, ore 21,30 – Bore (PR), – Fraz. Pozzolo, Villa Conti
ALBERTO PATRUCCO e ANDREA MIRO’– D. Caldarini, pianoforte – S. Centamore, percussioni – F. Gaffuri, contrabbasso
Segni (e) particolari – comicità, musica e riflessione con le parole e melodie di Georges Brassens
In caso di maltempo: Struttura coperta in Bore capoluogo

Domenica 10 Agosto, ore 21,30 – Fontanellato (PR), Fraz. Priorato, chiesa di San Benedetto
ORCHESTRA VENTAGLIO D’ARPE, Dir. Patrizia Tassini – Giorgio Marcossi, flauto solista
Da Verdi a Rota tra film, opere e balletti – Musiche di G. Verdi, N. Piovani, P. Ciajkovsky, G. Rossini, ed E. Morricone

Domenica 17 Agosto, ore 21,30 – Fidenza (PR), corte delle feste di Palazzo Orsoline
SPILIMBRASS
Film concerto – Musicare le comiche di Charlie Chaplin e Stanlio e Olio
In caso di maltempo: Centro giovanile “Ex Macello”

Venerdì 22 Agosto, ore 21,30 – Novellara (RE), cortile Rocca dei Gonzaga
DUO SINAGRA – COSSI –  Marianna Sinagra, violoncello –  Lorenzo Cossi, pianoforte
I grandi compositori fra ‘800 e ‘900 – Musiche di S. Rachmaninov e R. Shumann
In caso di maltempo: Teatro della Rocca “F. Tagliavini”

Sabato 23 Agosto, ore 21,30 – Piadena (CR), Chiostro del Palazzo Comunale
PUPI AVATI – G. Babbini, clarinetto – G. Zanchini, pianoforte e fisarmonica – M. Merloni, contrabbasso
Il mio sogno era diventare un grande clarinettista jazz  – Viaggio nella vita di un grande regista
In caso di maltempo: Palazzo Comunale

Domenica 24 Agosto, ore 21,30 – Fontevivo (PR), parco Ex Convento dei Cappuccini
DAVIDE CABASSI, pianoforte ENRICO FAGONE, contrabbasso MARCO PIEROBON, tromba
Un Trio Strano – Musiche di: A. Piazzolla, I. Stravinskij, G. Mahler e L . Bernstein
In caso di maltempo: ex Chiesa di S. Francesco all'interno dell'Ex Convento dei Cappuccini

Giovedì 28 Agosto, ore 21,30 – San Secondo P.se (PR), Parco Piscina Acquablu
PAOLO ROSSI Emanuele Dell’Aquila, chitarra
L’eccezione come regola  – Parole e musica di e con…
In caso di maltempo: Tensiostruttura Piscina Acquablu

Venerdì 29 Agosto, ore 21,30 – Mezzani (PR), Porto fluviale
GIANNI FANTONI Stefano Peretto, chitarra
Si La Sol Fa Mi Re Do  – Musica leggera, leggerissima, anzi comica
In caso di maltempo: Palestra Josif Isakovic

Sabato 30 Agosto, ore 21,30 – Alseno (PC), Fraz. Castelnuovo Fogliani, Villa Sforza Fogliani
ME PEK E BARBA e ASS.NE BANDISTICA G. VERDI di Busseto (PR)
Mé, Pék e Banda
In caso di maltempo: Villa Sforza Fogliani – In collaborazione con Ass.ne Terre Alsenesi

Domenica 31 Agosto, ore 21,30 – Varano de’ Melegari (PR), Castello Pallavicino
MARCO GERBONI, sassofoni SIMONE ZANCHINI, fisarmonica
Borderline  – Musiche di A. Piazzolla, F. Petretti, J. Ter Veldhuis e S. Zanchini
In caso di maltempo: Salone d’Onore Castello Pallavicino

La rassegna “Musica in Castello” è possibile grazie al contributo e al patrocinio di Regione Emilia Romagna, Unione Terre Verdiane, Provincia di Parma, Provincia di Piacenza, Provincia di Reggio Emilia, Provincia di Cremona, Comune di Fontanellato capofila e promotore del carnet, Comune di Fidenza, Comune di San Secondo Parmense, Comune di Polesine Parmense, Comune di Soragna, Comune di Busseto, Comune di Mezzani, Comune di Fontevivo,  Comune di Salsomaggiore Terme, Comune di Roccabianca, Comune di Sissa-Trecasali, Comune di Varano de’ Melegari, Comune di Bore, Comune di Zibello, Comune di Medesano, Comune di Alseno, Comune di Castell’Arquato, Comune di Rivergaro, Comune di Novellara, Comune di Campagnola Emilia, Comune di Casalmaggiore, e Comune di Piadena. Musica in Castello ringrazia Università degli Studi di Parma e Centro Cardinal Ferrari per il sostegno dello spettacolo del 6 Maggio.
Musica in Castello, inoltre, riserva posti agli ospiti del Centro Cardinal Ferrari e ai diversamente abili che ne faranno richiesta.
Sostengono e contribuiscono alla rassegna
Sponsor: Synthesis, Ascaa, Emiliambiente, Banca Monte Parma, Conad, Pomì, DataConSec, Lady Anna, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Allodi Costruzioni, Centro Cardinal Ferrari, Rastelli Impianti, Flo.
Sponsor Tecnici: Cantine Bonelli, Comeser, Elios e Birrificio Farnese.

La rassegna raccoglie fondi nel 2014 per l’iniziativa “Regala Cultura alla Scuola”: Musica in Castello crede il coinvolgimento culturale dei più piccoli sia un investimento culturale intelligente per il futuro del nostro Paese. Troppo spesso nei periodi di forte crisi economica, a farne le spese sono l’istruzione, lo svago creativo e la cultura. Durante la manifestazione verranno raccolti fondi che consentiranno ai bambini delle scuole d’Italia di effettuare visite gratuitamente a Castelli e Musei. Quali Castelli e quali Musei? Iniziamo dall’Emilia, dal Circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.

Per informazioni sugli spettacoli:
Piccola Orchestra Italiana
+ 39 380.3340574
nfo@piccolaorchestraitaliana.it
www.musicaincastello.it

Per informazioni turistiche
IAT R – Terre di Verdi c/o Fidenza Village – tel. 0524.335556
Per pacchetti turistici
IAT R – Terre di Verdi c/o Fidenza Village – tel. 0524.335556

Ufficio Stampa

Dott.ssa Francesca Maffini
ufficiostampamaffini@libero.it
+ 39 349.8330259 (solo ad uso stampa)

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