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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

I personaggi e i fatti più importanti del ciclo arturiano e della Tavola Rotonda

Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

lunedì 31 dicembre 2012

SUONI D'ARPA TRA MEDIOEVO E CELTICO

Sabato 05 gennaio 2013 – dalle ore 20,00
Hotel Alfieri – Via Mazzini, 38
Sirmione

Associazione CircumnavigArte e Hotel Alfieri

organizzano:
“Suoni d’arpa tra Medioevo e Celtico” 
con l’arpa magica di Carla They

Una serata all’insegna della buona cucina e della buona musica.

Un’unica occasione per trascorrere una serata diversa in compagnia dell’affermata musicista Carla They, splendida interprete musicale che attraverso la magiche melodie della sua arpa accompagnerà i presenti in un viaggio musicale attraverso epoche antiche e suoni da fiaba. Un programma musicale creato dalla ricerca musicale dell’artista che ha riscoperto grandi e sconosciuti musicisti dell’antichità. Una cena concerto aperta a tutto coloro che vorranno partecipare, ma che nello stesso ospiterà anche l’abituale cena di inizio anno per i soci dell’Associazione Culturale CircumnavigArte. Il recital dell’artista avrà inizio alle ore 21,00 circa e sarà preceduto da una cena con un menu appositamente realizzato per l’occasione dallo chef dell’hotel Alfieri di Sirmione. Una serie di piatti golosi e intriganti potranno essere assaporati con per ognuno di loto un abbinamento di un vino del lago di Garda, selezionati da Augusto Zappalà direttore dell’hotel ma anche sommelier di primordine. Per la serata è richiesta la prenotazione obbligatoria, il prezzo per la serata è di € 30,00 (€ 15,00 per i soci CircumnvavigArte) a persona e include sia la cena (inclusi i vini proposti in abbinamento ad ogni portata) e lo spettacolo musicale. 

Per informazioni, contatti e conferme di presenza: 
info@circumnavigarte.it - tel. 333.1629246
info@hotelalfieri.it – tel. 030.9905247

informazioni dettagliate potranno essere consultate al link:
http://www.circumnavigarte.it/sulle_ali_dellarpa_05012013.html

o sul sito: www.hotelalfieri.it

Ufficio Stampa 
Associazione Circumnavigarte

CLIMA: IL MEDIOEVO ERA PIU' CALDO

Un recente studio pubblicato sul ‘Quaternary Research‘ dimostra che le alluvioni e i fenomeni meteo estremi erano molto più frequenti rispetto ad oggi nel periodo della piccola era glaciale, e cioè approssimativamente tra il 1450 e il 1800 d.C., nei secoli scorsi. Lo studio analizza le inondazioni delle Alpi francesi affacciate sul mar Mediterraneo nel corso degli ultimi 1.400 anni, e dall’analisi dei dati storici e delle ricostruzioni effettuate con attente ricerche emerge che i fenomeni violenti sono più frequenti nei periodi freddi e non nei periodi caldi. Gli studiosi che si sono occupati del progetto di ricerca hanno scoperto che “durante il caldo periodo medioevale i fenomeni estremi erano molto meno frequenti rispetto a quanto non lo fossero durante la piccola era glaciale“. Il documento smentisce altre tesi allarmistiche sui cambiamenti climatici e sul global warming: mostra infatti che le temperature estive dell’Europa sud/occidentale erano più elevate durante il medioevo rispetto ai giorni nostri, come di recente ha dimostrato anche questo progetto di eminenti scienziati chimato ‘Medieval Warm Period Project’. Infine questo studio dimostra come l’irraggiamento solare sia molto più elevato nei giorni nostri rispetto a quanto non lo sia stato nei secoli passati, chiarendo una volta per tutte quali siano le cause – prettamente naturali – del global warming degli ultimi decenni.

Fonte: meteoweb.eu

venerdì 28 dicembre 2012

SAN GIMIGNANO, MODERNA CITTA' MEDIEVALE

Torri di San Gimignano
Opera di Matteo De Maria
(www.matteodemaria.it) (CC)D
San Gimignano è uno splendido comune della provincia di Siena. Il centro cittadino, situato a 324 metri sul livello del mare, su un colle della valle dell’Elsa in posizione alta e dominante, è una testimonianza eccezionale della civiltà del Medioevo, poiché raggruppa in una piccola area tutte le strutture tipiche della vita urbana: piazze e strade, case e palazzi, pozzi e fontane. San Gimignano è stato un punto di inoltro della Via Francigena per i pellegrini in viaggio da e per Roma. Il paese, sviluppatosi attorno a un insediamento etrusco, prese il nome dal santo, vescovo di Modena, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Sede di mercato sotto la giurisdizione del vescovo di Volterra alla fine del sec. IX, nel 1199 fu libero comune. Le lotte intestine fra grandi famiglie guelfe e ghibelline indebolirono il potere civile; la crisi economica, le carestie e la peste del 1348 portarono il centro alla definitiva sottomissione a Firenze nel 1354. Sotto il dominio della repubblica prima, dei Medici poi, decadde perdendo ogni rilevanza politica. La città di San Gimignano, ancora cinta dalle mura duecentesche, conserva quasi intatta la struttura urbanistica e architettonica medievale, con 14 delle originarie 72 torri. Il centro monumentale della città è la piazza del Duomo. Circondata da case-torri duecentesche, dai palazzi Salvucci e Chigi, fu completata dalla torre Grossa (sec. XIV) e dal Palazzo del Popolo (del sec. XIII e oggi sede dei musei civici, che conservano notevoli opere di Coppo di Marcovaldo, Filippino Lippi, Pinturicchio e artisti toscani dei sec. XIV e XV). Sulla piazza si affaccia la Collegiata (duomo), della metà del sec. XII e ampliata nel 1460 da Giuliano da Maiano. L'interno a tre navate conserva statue di Iacopo della Quercia, notevoli opere pittoriche e la cappella di Santa Fina, capolavoro rinascimentale di Giuliano e Benedetto da Maiano affrescata dalle storie della santa del Ghirlandaio. Di fronte alla collegiata sorge il Palazzo del Podestà, con loggia affrescata dal Sodoma, sovrastato dalla possente torre detta “la Rognosa”. Alla fine del Duecento risale la Chiesa romanico-gotica di Sant'Agostino, ricca di opere quattrocentesche. Il passaggio dal romanico al gotico si legge anche nei palazzi Tinacci, della Cancelleria e Pesciolini e in altri che fiancheggiano la via principale di San Matteo e i vicoli secondari. Dalla rocca trecentesca di Montestaffoli, smantellata nel 1558 da Cosimo I, si ha una veduta panoramica eccezionale sul paese e sulla campagna circostante. Nei dintorni si segnala la romanica pieve di Cellole (sec. XIII). Nel 1990 il centro storico di San Gimignano è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Secondo il rapporto della Commissione delle Nazioni Unite «il centro storico di San Gimignano contiene una serie di capolavori del XIV e XV secolo dell’arte italiana, nel loro contesto architettonico originario, tra cui: nella Cattedrale, l’affresco del Giudizio Finale (Universale), Paradiso e Inferno di Taddeo di Bartolo (1393), il Martirio di San Sebastiano di Benozzo Gozzoli (1465),  e soprattutto i magnifici affreschi di Domenico Ghirlandaio, Il ciclo di Santa Fina (1475) e l’annunciazione di San Giovanni Battista (1482). Altre opere  della stessa straordinaria bellezza comprendono gli enormi affreschi di Benozzo Gozzoli che raffigurano San Sebastiano (1464) e Sant’Agostino (1465). San Gimignano - inoltre - porta un’eccezionale testimonianza della civiltà medioevale, in quanto raggruppa in una piccola area tutte le strutture tipiche della vita urbana: piazze e strade, case e palazzi, pozzi e fontane. Gli affreschi di Memmo di Filipuccio che il Comune commissionò nel 1303 per decorare le camere del Podestà nel Palazzo del Popolo, sono tra i documenti maggiormente adottati per illustrare la vita quotidiana, con molti dettagli domestici, dell’inizio del XIV secolo». Sempre secondo l’Unesco, «mentre il paesaggio urbano di Firenze, dominato dalle sue torri dei suoi palazzi pubblici (Palazzo del Podestà e Palazzo della Signoria) mostra che le sue istituzioni pubbliche prevalsero sulla sua personale potenza (l’altezza delle torri-abitazioni delle famiglie fu periodicamente ridotta dopo il 1250), a San Gimignano, il cui incastellamento risale al 998, le 14 torri orgogliosamente erette al di sopra dei suoi palazzi conservano l’aspetto di una città feudale toscana controllata da fazioni rivali sempre pronte al conflitto. Questo illustra un momento significativo della storia che non si trova in egual misura in città del calibro di Firenze, Siena o Bologna, nonostante la qualità dei loro monumenti. Il borgo ha conservato il suo aspetto feudale. Le sue mura e case fortificate formano un panorama indimenticabile, nel cuore del paesaggio etrusco. In città risiedono anche il Museo Archeologico e la Galleria d’arte moderna e contemporanea “R. De Grada” ospitati nell’ex Conservatorio di Santa Chiara insieme alla Spezieria di Santa Fina che raccoglie il materiale proveniente dalla Spezieria dello Spedale di Santa Fina, che riproduce l’antica farmacia, in particolare, vasi in ceramica (dalla seconda metà del Quattrocento al Seicento provenienti dalle manifatture di Montelupo Fiorentino) e contenitori in vetro (dal Seicento all'Ottocento) con preparati medicamentosi, oltre a suppellettili e arredi. La cittadina toscana diede i natali al poeta trecentesco Folgore da San Gimignano, pseudonimo del  Cavaliere e uomo di corte, Giacomo di Michele. Franco Zeffirelli vi girò i film “Romeo e Giulietta” (1968) e “Fratello sole, sorella luna” (1972). 

Fonte: ecoseven.it

giovedì 27 dicembre 2012

ALLOGGI PIEMONTE

ALBUGNANO
Alle Tre Colline -
Agriturismo ricettivo
Via Serra, 4 - 14020 Albugnano (AT) 011/9922038 - Fax 011/9922233 
www.alletrecolline.it; info@alletrecolline.com

Pianfiorito
- Agriturismo ristorativo
Località Santo Stefano, 6 - 14022 Albugnano (AT) 011/9920665 - Fax 011/9920665; www.pianfiorito.com; pianfiorito@virgilio.it

ARAMENGO
Agriturismo Arcobaleno
- Agriturismo ricettivo
Borgata Pratorotondo, 65 - 14020 Aramengo (AT) 0141/909183 - Fax 0141/909183
www.agriturismo-arcobaleno.it;info@agriturismo-arcobaleno.it; antonella.chareun@libero.it

ASTI
I Surì
- Agriturismo ricettivo
Frazione San Marzanotto, 77 - 14100 Asti (AT) 0141/597718 - Fax 0141/597718; www.agriturismoisuriasti.it; info@agriturismoisuriasti.it

Il Milin
- Agriturismo ricettivo
Frazione San Marzanotto, 218 - 17100 Asti (AT) 0141/530102 - Fax 0141/598287; www.agriturismoilmilin.it; info@rovero.it

La Cascina del Castello
- Agriturismo ricettivo
Frazione San Marzanotto, 151 - Belangero - 14100 Asti (AT) 0141/599118; cell. 335/294070-347/7196031 
www.lacascinadelcastello.it; info@lacascinadelcastello.it

La Tôpia del Caporale
- Agriturismo ristorativo
Frazione Valle Tanaro, 54 - San Marzanotto - 14100 Asti (AT) 0141/592357-597806
 Fax 0141/597806 ; monica.raviola@hotmail.it

La Valle
- Agriturismo ristorativo
Via Valle Quinto, 121 - Frazione Serravalle - 14020 Asti (AT) 0141/294383 - Fax 0141/294383; www.agrilavalle.it; info@agrilavalle.it

Locanda di Valbella
- Agriturismo ricettivo
Località Rilate, 84 - Valbella - 14100 Asti (AT) 0141/214385 - Fax 0141/214385;
www.locandadivalbella.it; elen@webelen.com


Tre Tigli
- Agriturismo ricettivo
Frazione Montegrosso, 120 - 14010 Asti (AT) 0141/295174 - Fax 0141/295174 
www.tretigli.com; tretigli@alice.it

AZZANO D’ASTI
Il Fiordaliso
- Agriturismo ricettivo
Via De Pianea, 24 - 14030 Azzano d’Asti (AT) 0141/297274 - Fax 0141/297274
www.agriturismoilfiordaliso.it; ilfiordaliso@libero.it


BALDICHIERI D’ASTI
Cascina Lanè
- Agriturismo ricettivo
Via Nazionale, 120 - 14011 Baldichieri d’Asti (AT) 0141/66512 - Fax 0141/66512
www.cascinalane.it; cascina@cascinalane.it

BUBBIO
Cà ‘d Blina
- Agriturismo ricettivo
Regione Infermiera, 229 - 14051 Bubbio (AT) tel. e fax:0144/83362; cell.: 348/6033149
maurizio.venticinque@alice.it

CALOSSO
Tenuta dei Fiori
- Agriturismo ricettivo
Via Valcalosso, 3 - Regione Rodotiglia - 14052 Calosso (AT) 0141/853819 - Fax 0141/853077 
cell. 335/6674169 
www.tenutadeifiori.com; info@tenutadeifiori.com

CANELLI
Cascina Bo
- Agriturismo ricettivo
Regione Castellazzi, 11 - 14053 Canelli (AT) 0141/832280 - Fax 0141/832280 
www.cascinabo.com; lormer@libero.it

La Casa in Collina
- Agriturismo ricettivo
Regione Sant’Antonio, 54 - 14053 Canelli (AT) 0141/822827 - Fax 0141/823543
www.casaincollina.com; casaincollina@casaincollina.com

Rupestr
- Agriturismo ricettivo
Regione Piancanelli, 12 - 14053 Canelli (AT) )0141/824799 - Fax 0141/824799
www.rupestr.it; info@rupestr.it

CAPRIGLIO
Cascina Piola
-Agriturismo ricettivo
Via Fontana, 2 - Frz. Serra - 14014 Capriglio (AT) 0141/997447; Fax 0141/997447 
www.cascinapiola.it; cascinapiola@inwind.it;

CASORZO
Moncucchetto
- Agriturismo ristorativo
Cascina Moncucchetto, 50 - Collinare - 14032 Casorzo (AT) 0141/929139 - Fax 0141/929963
www.moncucchetto.com; info@moncucchetto.com

CASTAGNOLE DELLE LANZE
Cascina Galarin
- Agriturismo ricettivo
Via Carossi, 12 - 14054 Castagnole delle Lanze (AT) 0141/878586 - Fax 0141/878586 
www.galarin.it; cascinagalarin@tin.it

CASTEL BOGLIONE
Cascina La Carlotta - Agriturismo ricettivo
Frazione Gianola, 28 - 14040 Castel Boglione (AT) 0141/762496 - Fax 0141/762496
www.agriturismocascinalacarlotta.com; cascinalacarlotta@interfree.it

CASTEL ROCCHERO
La Maragliana
- Agriturismo ricettivo
Strada Acquiterme, 15 - 14040 Castel Rocchero (AT) )0141/762316 - Fax 0141/762628 www.lamaragliana.it; info@lamaragliana.it

CASTELLERO
La Cascina dei Vecchi Sapori
- Agriturismo ricettivo
Via Valsugana, 6 - 14013 Castellero (AT) 0141/669259 - Fax 0141/669259; www.lacascinadeivecchisapori.it; info@lacascinadeivecchisapori.it

CASTELNUOVO CALCEA
La Mussia
- Agriturismo ricettivo
Via Opessina, 4 - 14040 Castelnuovo Calcea (AT) 0141/957201 -
Fax 0141/957402 ; www.lamussia.it; info@lamussia.it

CELLARENGO
Cascina Papa Mora
- Agriturismo ricettivo
Via Ferrere, 16 - 14010 Cellarengo (AT) )0141/935126 - Fax 0141/935444
www.cascinapapamora.it; papamora@tin.it

CESSOLE
Zabaldano
- Agriturismo ricettivo
Regione Zabaldano, 1 - 14050 Cessole (AT) 0144/80275 - Fax 0144/80275
www.agriturismozabaldano.com; zabaldano@libero.it

COCCONATO
Agriturismo Cascina Rosengana
- Agriturismo ricettivo
Via Liprandi, 50 - 14023 Cocconato (AT) )0141/907857 - Fax 0141/907914
www.cascinarosengana.it; info@cascinarosengana.it

CORTIGLIONE
Premiata Osteria dei Fiori
- Agriturismo ricettivo
Via Bricco Fiore, 3 - 14040 Cortiglione (AT) )0141/765312 -
Fax0141/765312;
www.premiataosteriadeifiori.it; info@premiataosteriadeifiori.it

COSTIGLIOLE D’ASTI
Costa dei Tigli - Agriturismo ricettivo
Strada Asti, 38 - 14055 Costigliole d’Asti (AT) 0141/961187 - Fax 0141/961187 
www.costadeitigli.it; info@costadeitigli.it

FERRERE
Amis d’la Ribota - Agriturismo ristorativo
Collina San Antonio - Strada Canta, 36 - 14012 Ferrere (AT) 0141/934660 - Fax 0141/934660; www.ribota.it; info@ribota.it

INCISA SCAPACCINO
La Ca’ Rusa - Agriturismo ricettivo
Via Sant’Agata, 6 - 14045 Incisa Scapaccino (AT) 0141/74368 - Fax 0141/74368
lacarusa@libero.it

MARETTO
Crotin 1897
- Agriturismo ricettivo
Via Serra Campia, 8 - 14018 Maretto (AT) 0141/938011 - Fax 0141/938011 
www.crotin1897.com; crotin@crotin1897.com

MOMBARUZZO
I Vigneti del Mandorlo
- Agriturismo ricettivo
Via Bella, 7 - 14046 Mombaruzzo (AT) 0141/774541 - Fax 0141/775807
www.ivignetidelmandorlo.it; info@ivignetidelmandorlo.it

Il Girasole
- Agriturismo ricettivo
Via Cordara, 98 - Parancone - 14046 Mombaruzzo (AT) 0141/77361 - Fax 0141/77361 www.agriturismo-ilgirasole.com

Agriturismo San Desiderio
- Agriturismo ristorativo
Regione San Desiderio, 40 - 14058 Monastero Bormida (AT) 0144/88126 - Fax 0144/88126; 
www.san-desiderio.it; aurelio.merlo@virgilio.it

MONCALVO
La Quercia Rossa
- Agriturismo Ricettivo
Strada Grazzano, 22- 14036 Moncalvo (AT) 0141/917535; Fax 0141/916900; 
www.querciarossa.com; info@querciarossa.com

MONCUCCO TORINESE
Cascina Bric
- Agriturismo ricettivo
Località Briano, 9 - 14024 Moncucco Torinese (AT) ) 011/9874653 - Fax 011/9874653; www.cascinabric.it; info@cascinabric.it

MONTABONE
Al Castlè
- Agriturismo ricettivo
Via San Rocco, 5 - 14040 Montabone (AT) 0141/763926 - Fax 0141/762505
www.alcastle.it; info@alcastle.it

MONTAFIA
Az. Agr. "Cascina Vignole"
- Agriturismo ricettivo
Via Vignole, 2 - Vignole - 14014 Montafia (AT) )0141/997732 - Fax 0141/997732 www.cascinavignole.com; info@cascinavignole.com

MONTECHIARO D’ASTI
Cascina San Nazario
- Agriturismo ristorativo
Regione Reale, 2 - 14025 Montechiaro d’Asti (AT) )0141/990024 - Fax 0141/990024; www.agriturismocascinasannazario.com; cascinasnazario@msn.it

MONTEGROSSO D’ASTI
Assiuolo
- Agriturismo ristorativo
Frazione Molisso, 5 - 14048 Montegrosso d’Asti (AT) 0141/953233 - Fax 0141/953233; rino.bellicoso@alice.it

NIZZA MONFERRATO
Monsignorotti
- Agriturismo ricettivo
Via San Nicolao, 87 - 14049 Nizza Monferrato (AT) 0141/721100 - Fax 0141/098051
info@monsignorotti.it

PASSERANO MARMORITO
Le Rondini
- Agriturismo ricettivo
Via della Scuola, 4 - Primeglio - 14020 Passerano Marmorito (AT) 0141/903307
www.agrirondini.it; agrirondini@libero.it

PENANGO

La Locanda dei Bajocchi
- Agriturismo ricettivo
Via Roma, 36 - 14030 Penango (AT) )0141/910152 - Fax 0141/910152
Cell.: 333/9736117
  
ROATTO
Le Chiocciole
- Agriturismo ricettivo
Frazione Pangeri, 20 - 14018 Roatto (AT) 0141/938407
www.le-chiocciole.it; le-chiocciole@libero.it

SAN DAMIANO D’ASTI
Azienda agricola Gran Collina Cotto Giacomo
- Agriturismo ricettivo
Borgata Stizza, 38 - Frz. Lebreto -14015 San Damiano d’Asti (AT) 0141/975457;
Fax 0141/975457 
www.agriturismograncollina.com; g.cotto@agriturismograncollina.com

TIGLIOLE
Agriturismo Del Bricco Gallo
- Agriturismo ricettivo
Strada Tigliole, 31 - Bricco Gallo - 14016 Tigliole (AT) 0141/667378 - Fax 0141/667378; www.briccogallo.com; briccogallo@yahoo.it

VESIME
Pian del Duca
- Agriturismo ricettivo
Località Paroldi, 1 - 14059 Vesime (AT) 0144/89050 - Fax 0144/89325
piandelduca@libero.it

VILLAFRANCA D’ASTI
 Azienda Cascina Borio
- Agriturismo ricettivo
Via San Grato, 28 - 14018 Villafranca d’Asti (AT) 0141/943420; 
www.cascinaborio.it; info@cascinaborio.com

VILLANOVA D’ASTI
 Cascina Rossa
- Agriturismo ristorativo
Strada alla Cascina Rossa, 10 - 14019 Villanova d’Asti (AT) )0141/946923 - Fax 0141/946253/60; www.cascinarossa.it; pierino@cascinarossa.it

La Stella Polare
- Agriturismo ristorativo
Strada del Capello, 29 - 14019 Villanova d’Asti (AT) 0141/946245 - Fax 0141/9468362; 
cell. 3280006490
ronco.eleonora@tiscali.it

VINCHIO
Collina San Michele
- Agriturismo ricettivo
Via San Michele, 14 - 14040 Vinchio (AT) 0141/950420; 
www.agriturismosanmichele.com; info@agriturismosanmichele.com


mercoledì 26 dicembre 2012

A FERENTILLO IL TESORO DEI TEMPLARI?

L’appassionata e accurata indagine è dello storico Giovanni Tomassini che è partito nella sua avventura dalla Chiesa di Santa Maria di Ferentillo, dove ha trovato una serie di simbologie massoniche e templari che vanno ben oltre le semplici coincidenze. Da lì ha via via rintracciato simboli, misteri, segreti e reliquie in tutta la zona della Valnerina, arrivando a formulare una teoria che sta interessando appassionati di tutta Italia. E che ha vergato con una prosa degna di un grande scrittore nel libro «Gli ultimi custodi del tesoro templare» (Atanor editrice), dove la storia oltre ad affascinare sorprende. Nel saggio c’è la nuova e insospettata pista italiana, che conduce al minuscolo villaggio umbro di San Mamiliano che intreccia la Valnerina con Rennes le Chateau e Santiago di Compostela, collega passi della Divina Commedia, Cristoforo Colombo, la storia dei Templari e la famiglia Cybo. Da quest’ultima proveniva Giovambattista Cybo, ovvero Innocenzo VIII, Papa che finanziò Colombo nel suo viaggio oltreoceano. Con un atto rinunciò alle sue rendite derivanti dalla Basilica di San Giovanni per mettere le mani su San Mamiliano. Forse alla ricerca di quel tesoro trasportato nei carri partiti da Parigi nel 1307: «Ferentillo - racconta l’ingegnere e storico Giovanni Tomassini - era una tappa dell’immenso sistema viario templare: era il crocevia del passaggio tra la Flaminia e la Salaria. Ad un giorno di cammino da Spoleto, Terni, Monteleone di Spoleto, Rieti e due da Posta sulla Salaria. Tappa obbligata, relativamente facile, per i pellegrini che dalla Toscana volevano raggiungere la costa Adriatica del Sud. Stazione di confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli. Tuttora la vecchia dogana è ancora visibile , con i suoi stemmi, presso la località del Salto del Cieco». E fondamentale è il ruolo della chiesetta di Santa Maria punto focale del suo libro: «Ex tempio pagano dedicato alla Grande Dea Madre - continua Tomassini - ricostruito dalla famiglia Cybo, parallelamente al tempio Malatestiano di Rimini, rappresentava una chiesa eretico-pagana per il culto cristiano». Poi c’è il «tesoro» che si trova a San Mamiliano e che è custodito dagli stessi abitanti. «Decine di reliquie - dice ancora Tomassini - tra cui la santissima croce, reliquie, un calice d’oro, ostensori d’argento decisamente in contrasto con il luogo e la sua realtà economica. Tali risorse debbono trovare quindi una loro genesi all’esterno della oggettività locale e di cui, nel libro, suggerisco un’ipotesi. I custodi, abitanti di San Mamiliano gente meravigliosa che custodisce nel segreto queste meraviglie e non si fa scrupolo a negarti persino l’evidenza, salvo mostrarti, dopo anni, parte di esse quando meno te lo aspetti».

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martedì 25 dicembre 2012

STORIA DEL PRESEPE

La tradizione, prevalentemente italiana, risale all'epoca di San Francesco d'Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che "sacre rappresentazioni" delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale. Il primo presepe scolpito di cui si ha notizia è quello realizzato da Arnolfo di Cambio fra il 1290 e il 1292. Le statue rimanenti si trovano nel Museo Liberiano della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. L'iconografia del presepio ebbe un impulso nel Quattrocento grazie ad alcuni grandi maestri della pittura: il Botticelli nell'Adorazione dei Magi (Firenze, Galleria degli Uffizi) raffigurò personaggi della famiglia Medici. Nel Quattrocento anche Luca e Andrea Della Robbia si cimentarono con le loro terrecotte in scene della Natività: per tutte valga quella del convento della Verna. Un'altra terracotta robbiana, con sfondo affrescato da Benozzo Gozzoli, si trova nel duomo di Volterra e rappresenta i pastori e il corteo dei Magi. Ben presto questo tipo di simbolismo fu ampiamente recepito a tutti i livelli, soprattutto all'interno delle famiglie, per le quali la rappresentazione della nascita di Gesù, con le statuine ed elementi tratti dall'ambiente naturale, diventò un rito irrinunciabile. Nel XV secolo si diffuse l'usanza di collocare nelle chiese grandi statue permanenti, tradizione che si diffuse anche per tutto il XVI secolo. Uno dei più antichi, tuttora esistenti, è il presepe monumentale della Basilica di Santo Stefano a Bologna, che viene allestito ogni anno per Natale. Dal XVII secolo il presepe iniziò a diffondersi anche nelle case dei nobili sotto forma di "soprammobili" o di vere e proprie cappelle in miniatura anche grazie all'invito del papa durante il Concilio di Trento poiché ammirava la sua capacità di trasmettere la fede in modo semplice e vicino al sentire popolare. Ma il grande sviluppo dei presepi scolpiti si ebbe nel Settecento, quando si formarono le grandi tradizioni presepistiche: quella del presepe napoletano, quella del presepe genovese e quella del presepe bolognese. In questo secolo, da un lato, si diffusero i presepi nelle case. Nel XVIII secolo, addirittura, a Napoli si scatenò una vera e propria competizione fra famiglie su chi possedeva il presepe più bello e sfarzoso: i nobili impegnavano per la loro realizzazione intere camere dei loro appartamenti ricoprendo le statue di capi finissimi di tessuti pregiati e scintillanti gioielli autentici. Nello stesso secolo a Bologna, altra città italiana che vanta un'antica tradizione presepistica, venne istituita la Fiera di Santa Lucia quale mercato annuale delle statuine prodotte dagli artigiani locali, che viene ripetuta ogni anno, ancora oggi, dopo oltre due secoli. Ma, soprattutto, il Settecento è il secolo in cui si diffusero i presepi nelle chiese. Alcuni di essi sono sopravvissuti, nonostante i molti furti subiti, e vengono tuttora esposti nel periodo natalizio. Fra i più famosi scultori di presepi di quest'epoca si segnala il genovese Anton Maria Maragliano. Solo fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento il presepe arriverà anche negli appartamenti dei borghesi e del popolino, ovviamente in maniera meno appariscente, resistendo fino ai giorni nostri.

Fonte: Wikipedia

NOSTRADAMUS - 12° CENTINA

Quartina4
Fuoco, fiamme, carestia, furto, feroce, incendi
Farà fallire, urtando forte, falciando la fede:
Figli di Dei, tutta la Provenza ammorbata,
Cacciato dal regno, adirato senza(sangue) sputerà.
Quartina24
Il grande soccorso venuto dalla Guyenne,
S’arresterà dopo Poiters,
Lione arreso da Mont Luel e Vienna,
E saccheggiata da persone di professione
Quartina36
Assalto feroce a Cipro si prepara,
La lacrima nell’occhio, per la tua prossima rovina,
Flotta Bisanzio, I moreschi così grande rovina (tara),
Due differenti, il grande devasta per la roccia.
Quartina52
Due corpi , una testa, campi divisi in due,
E poi rispondere a quattro consiglieri,
Piccoli per Grandi, chiaro male per loro
Lampi alla torre di Auguè, fuoco per Eussonis.
Quartina55
Tristi consigli, slealtà, caoticità,
Avvisi sbagliati, la legge sarà tradita,
La gente commossa, feroce, discussioni:
Sia i paesi che le città, tutto il paese in tumulto.
Quartina56
Re contro Re e il Duca contro il principe,
Odio tra loro, terribili dissensi,
Rabbia e furore sarà su tutta la provincia:
In Francia una grande guerra e terribile cambiamento.
Quartina59
L’accordo e la pace saranno del tutto rotte,
Le amicizie rovinate dalla discordia,
Odi risvegliati, tutta la fede corrotta,
E la speranza, Marsiglia senza concordia.
Quartina62
Guerre, dibattiti, a Blois guerra e tumulto,
Diversi agguati, fatti inaspettati:
Entrare dentro il castello Trompette, insulto,
Castello di Ha, che dentro saranno colpevoli.
Quartina65
A tener forte per furore insisterà,
Tutto il cuore tremerà, a Langon avvenimento terribile,
Il colpo di piede mille piedi diventerà,
Gironde, Garonne, non saranno più orribili di così.
Quartina69
Eiovas vicino, allontanarsi dal lago Leman:
Grandi preparativi, ritorno, confusione.
Lontano dai nipoti, del grande fuoco Supelmen,
Tutti del loro seguito.
Quartina71
Fiumi, ruscelli saranno ostacolati dal male,
La vecchia fiamma d’ira mai placata
Correre in Francia, questo come d’oracoli:
Case, castelli, palazzi, setta rasata.

DELUCIDAZIONI SUI CATTOLICI ORTODOSSI

Noi ortodossi (arbëreshë) come i nostri padri abbiamo duemila anni di storia (ortodossia vuol dire "retta dottrina" o "giusta fede"). La nostra “Chiesa Ortodossa non è una Chiesa “orientale”, un’espressione orientale della fede cristiana, essa è la Chiesa di Cristo. La sua tradizione fu la tradizione comune di tutti i cristiani durante i primi secoli, ed entrando in comunione con essa noi non facciamo che ritornare a questa sorgente.” (Placide Deseille).

1. L'aggiunta latina del Filioque nel Credo . Secondo gli ortodossi il Filioque rende il Figlio uguale al Padre e subordina lo Spirito ad entrambi. Viceversa, senza il Filioque il Padre resta superiore al Figlio, il quale è diverso dallo Spirito, nel senso che è "generato" dal Padre, mentre caratteristica fondamentale dello Spirito è quella di "procedere" soltanto dal Padre, in quanto la processione è "di origine" (la relazione qui vuole essere causale). E' stata la tradizione teologica franca (al tempo di Carlo Magno) a inserire il Filioque nel Credo, malgrado l'8° Concilio ecumenico dell'879 condannasse quanti toglievano o aggiungevano qualcosa al Credo di Nicea-Costantinopoli, o lo considerassero anche solo come un "insegnamento". D'altra parte già col settimo canone del Concilio di Efeso la chiesa aveva vietato formalmente l'uso di un Credo diverso.

2. Gli ortodossi respingono il celibato del clero , esigendolo invece nei monaci e nei vescovi. (Nella chiesa cattolica è stato sanzionato nel 1123 con il 1° Concilio lateranense).

3. Il battesimo è valido solo per triplice immersione . La formula non dice: "Io ti battezzo", ma: "Tu sei battezzato" (la formula è passiva anche nella confessione, in quanto il sacerdote si deve sentire semplice "strumento di Dio"). La chiesa romana ha praticato il battesimo per immersione solo fino al XIII sec., sostituendolo poi con quello per infusione o aspersione.

4. Battesimo, cresima e comunione devono essere amministrati contemporaneamente . La chiesa romana, dopo il Concilio di Trento (1543-1563), ha posticipato l'amministrazione della Cresima al momento in cui il bambino raggiunge l'età della ragione e può dare una conferma personale della fede che il padrino ha professato per lui al momento del Battesimo.

5. La comunione è valida se viene offerta con pane fermentato e vino rosso. Non può essere celebrata privatamente, e non più di una volta al giorno, ed è vietata in alcuni giorni dell'anno. La chiesa romana introdusse il pane azzimo nell'XI° secolo, ha poi deciso che gli elementi del pane e del vino potevano consacrarsi solo in virtù delle parole del sacerdote: "Prendete e mangiate… Prendete e bevete…"; infine ha tolto ai laici la comunione col calice.

6. La consacrazione del pane e del vino avviene non solo con la recitazione della formula, ma anche con l'epiclesi (invocazione dello Spirito Santo).

7. Ammettono il divorzio , ma i preti vedovi non possono risposarsi. I laici, in genere, possono sposarsi fino a tre volte.

8. Rifiutano le statue e prediligono le icone (nelle quali è generalmente vietato dipingere il Padre).

9. Non riconoscono il primato di Pietro sugli apostoli. Pietro - essi dicono - partecipò al Concilio di Gerusalemme come "eguale fra eguali" (anzi il Concilio era presieduto da Giacomo). E la famosa pericope citata dai cattolici (Mt 16,18) va interpretata nel senso che "pietra" significa "fede" (o confessione di fede) e non "persona fisica" (in riferimento allo stesso Pietro). Capo della chiesa resta Gesù Cristo.

10. Non riconoscono il primato della sede di Roma sulle altre sedi ecclesiastiche (come da Concilio Vaticano I). La chiesa ortodossa universale è una federazione di comunità nazionali autonome che si governano in maniera collegiale, attraverso un sinodo o concilio locale, ed esercitano la propria giurisdizione soltanto sui propri fedeli. Non si concede mai ad un vescovo di una provincia più importante il diritto d'intervenire negli affari di una provincia meno importante, meno che mai può essere riconosciuto a un vescovo un potere politico su tutti gli altri vescovi. Al massimo si può riconoscere un primato d'onore o di anzianità (p.es. in un concilio qualche vescovo o metropolita, ritenuto importante per tradizione, può dirigere i lavori). I Padri della Chiesa, onorando nel vescovo di Roma il vescovo della capitale dell'Impero, gli donarono la prerogativa di presiedere nell'onore e lo considerarono semplicemente come il primo vescovo nella gerarchia ("primus inter pares"). In seguito, col 2° Concilio Ecumenico (terzo canone) si decise che il vescovo di Costantinopoli doveva avere il primato d'onore dopo il vescovo di Roma, essendo Costantinopoli la "Nuova Roma". Poi col 4° Concilio ecumenico di Calcedonia (28° canone) si diede al vescovo di Costantinopoli la prerogativa di "primus inter pares", poiché Costantinopoli era diventata capitale dell'impero. L'istanza suprema della chiesa universale è il concilio ecumenico.

11. Non riconoscono l'infallibilità del papa: "Infallibile" al massimo può essere, per loro, un concilio ecumenico universalmente riconosciuto (a posteriori). In particolare considerano validi e quindi infallibili solo i primi sette concili ecumenici. Il papato, globalmente inteso, non può essere considerato "infallibile", anche perché molti papi sono stati scomunicati o deposti da concili di vescovi. P.es. nel IV sec. papa Liberio aderì all'arianesimo e nel V sec. papa Zosimo approvò una confessione di fede eretica che negava il peccato originale; nel VI sec. papa Virgilio fu condannato dal 5° Concilio per delle opinioni errate; nel VII sec. papa Onorio cadde nell'eresia monotelita e fu condannato dal 6° Concilio ecumenico.

13. Rifiutano i due dogmi dell'immacolata concezione e dell'assunzione (Maria, secondo gli ortodossi, ha ereditato come tutti il peccato originale ed è quindi morta come tutti).

14. Rifiutano la prassi delle indulgenze, l'idea del Purgatorio e l'idea del Limbo.

15. Il segno di croce viene fatto con tre dita e finisce sul cuore.



16. Rifiutano il proselitismo e vanno cauti con l'ecumenismo. Non s'interessano di politica, in quanto accettano la completa separazione di Chiesa e Stato.

In tutto il mondo gli ortodossi sono circa 160 milioni (mancano statistiche precise). La chiesa russa è la più importante di tutte (circa 80-100 milioni di fedeli). In Italia vi sono chiese del patriarcato di Costantinopoli, di Mosca, di Serbia, di Romania e di Polonia.

Per conoscere un po’ di più l’ortodossia: 1) Palamas Gregorio, Che cos'è l'ortodossia. Capitoli, scritti ascetici, lettere, omelie. Testo greco a fronte - Bompiani; 2) 99 differenze tra Ortodossia e Cattolicesimo romano (vedi nel nostro LINK BESA); 3) Cabasilas Nicola, Commento della divina liturgia, EMP; La madre di Dio. Tre omelie mariane, Scritti Monastici e La vita in Cristo, Utet, Torino 1971; 4) AA.VV. La filocalia. Vol. 4; Vol. 3; Vol. 2; Vol. 1, Gribaudi; 5) Deseille Placide, La spiritualità ortodossa e la Filocalia, Borla - La filocalia, amore del bello, Qiqajon - Nicodemo l'Aghiorita e la Filocalia, Qiqajon; Ecco alcuni siti di cultura ortodossa: 1. digilander.iol.it/ortodossia/mainen.htm - 2. www.ortodoxia.it/it.htm e alcuni siti ufficiali di alcune chiese ortodosse nel mondo: 1. www.patriarchate.org/ - 2. jerusalem-patriarchate.org/ - 3. www.russian-orthodox-churc.org.ru/en.htm -4. www.ecclesia.gr/

Fonte: http://arberiaortodossa.blogspot.it/2012/04/dal-sito-italo-albanese.html

CARLO MAGNO DIVENTA IMPERATORE

Nella messa di Natale del 25 dicembre 800 a Roma,nella basilica di san Pietro papa Leone III incoronò Carlo imperatore, titolo mai più usato in Occidente dopo la destituzione di Romolo (detto Augustolo) nel 476, dato che Odoacre, il generale romano, di probabile origine scira, che depose l'ultimo Imperatore d'Occidente, restituì le insegne imperiali, di cui si era impossessato, a Bisanzio, governando l'Italia con il titolo bizantino di "Praefectus Italiae". Esistono alcune fonti che parlano di questa incoronazione. In questo caso ne citiamo due: gli Annales e la Vita Karoli. La prima dice che Carlo venne incoronato imperatore seguendo il rituale degli antichi imperatori romani, gli venne revocato il titolo di patrizio ed acquisì il titolo di Augusto. La seconda dice che se quella sera Carlo avesse saputo delle intenzioni del papa, anche se era una festività importante, non sarebbe entrato in chiesa. Quindi, secondo questo documento, Carlo venne incoronato imperatore contro la sua volontà. La Vita Karoli racconta di come Carlo non intendesse assumere il titolo di Imperatore dei Romani per non entrare in contrasto con l'Impero Romano d'Oriente, il cui sovrano deteneva dall'epoca di Romolo Augusto il legittimo titolo di Imperatore dei Romani: quando Odoacre aveva deposto l'ultimo Imperatore d'Occidente le insegne imperiali erano state rimesse a Bisanzio, sancendo in tal modo la fine dell'Impero d'Occidente. Dunque, per nessun motivo i Bizantini avrebbero riconosciuto ad un sovrano franco il titolo di Imperatore. Carlo avrebbe avuto già abbastanza nemici (Sassoni e Arabi, per esempio) per mettersi in urto con l'Impero Bizantino. Sulla questione autorevoli studiosi, in primis Federico Chabod, hanno ricostruito magistralmente la vicenda, dimostrando come la versione di Eginardo rispondesse a precise esigenze di ordine politico, ben successive all'accaduto, e come essa fosse stata artatamente costruita per le esigenze che s'erano venute affermando. L'opera del biografo di Carlo fu infatti redatta fra l'814 e l'830, notevolmente in ritardo rispetto alle contestate modalità dell'incoronazione. Inizialmente le cronache coeve concordavano sul fatto che Carlo fosse tutt'altro che sorpreso e contrario alla cerimonia. Sia gli Annales regni Francorum (o Annales Laurissenses maiores), sia il Liber Pontificalis riportano la cerimonia, parlando apertamente di festa, massimo consenso popolare ed evidente cordialità fra Carlo e Leone III, con ricchi doni portati dal sovrano franco alla Chiesa romana (tra cui una "mensa d'argento"). Solo più tardi, verso l'811, nel tentativo di attenuare l'irritazione bizantina per il titolo imperiale concesso (che Costantinopoli giudicava usurpazione inaccettabile), i testi franchi (gli Annales Maximiani) introdussero quell'elemento di "rivisitazione del passato" che fece parlare della sorpresa e dell'irritazione di Carlo per una cerimonia d'incoronazione cui egli non aveva dato alcun'autorizzazione preventiva al Papa che a ciò l'aveva indirettamente forzato. Il giorno della sua incoronazione, Carlo Magno si presentò in San Pietro tra due ali di folla, abbigliato alla romana (abbandonando il consueto costume franco che prevedeva di norma braghe di lino, mantello di pelliccia e stivali annodati a stringhe), con tanto di tunica bianca, e i calzari ai piedi. Secondo il suo biografo Eginardo, papa Leone III, dopo aver incoronato Carlo, si sarebbe prostrato a terra - secondo l'uso bizantino della proskynesis - quasi in segno di adorazione (riferita ovviamente alla carica che l'imperatore rappresentava). Per altri testimoni che si proclamarono oculari (ma sui quali sono stati avanzati parecchi logici dubbi), il pontefice, prima di porgli la corona sul capo, lo avrebbe denudato e unto con olio santo dalla testa ai piedi. L'acclamazione popolare (elemento non presente su tutte le fonti e forse spurio) sottolineò comunque l'antico diritto formale del popolo romano di eleggere l'imperatore. La cosa irritò non poco la nobiltà franca, che vide il "popolus Romanum" prevaricare le proprie prerogative, acclamando Carlo come "Carlo Augusto, grande e pacifico Imperatore dei Romani". Occorre tuttavia ricordare come l'incoronazione a imperatore fosse per più d'un verso riconducibile alla volontà franca (già espressa all'epoca di Pipino) di riconoscere reale la falsa donazione di Costantino. In tale ottica, l'incoronazione del re franco a Imperatore sarebbe stato il corrispettivo per la legittimazione del potere temporale della Chiesa. Secondo alcuni storici, in effetti Carlo voleva il titolo imperiale, ma avrebbe preferito auto-incoronarsi, perché l'incoronazione da parte del papa rappresentava simbolicamente la subordinazione del potere imperiale a quello spirituale. In ogni caso Carlo si trovò su un piano moralmente superiore di autorità su tutto l'Occidente, che nessun re germanico aveva mai avuto fino ad allora.

Fonte: Wikipedia

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