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giovedì 25 luglio 2013

IL CAMMINO DI SANTIAGO DE COMPOSTELA

Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini fin dal Medioevo intraprendono, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago di Compostela, presso cui ci sarebbe la tomba di Giacomo il Maggiore. Le strade francesi e spagnole che compongono l'itinerario sono state dichiarate Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Il Cammino di Santiago di Compostela è intimamente legato alla presenza della tomba di Giacomo il Maggiore e al suo ritrovamento, che risale al IX secolo. Anche se Giacomo è morto in Palestina negli Atti degli Apostoli (At12,1-2), e la Spagna è stata visitata solo da Paolo di Tarso Lettera ai Romani, la tradizione racconta che
« San Giacomo il Maggiore dopo l'ascesa di Gesù al cielo iniziò la sua opera di evangelizzazione della Spagna spingendosi fino in Galizia, remota regione di cultura celtica all'estremo ovest della penisola iberica. Terminata la sua opera Giacomo tornò in Palestina dove fu decapitato per ordine di Erode Agrippa nell'anno 44. I suoi discepoli, con una barca, guidata da un angelo, ne trasportarono il corpo nuovamente in Galizia per seppellirlo in un bosco vicino ad Iria Flavia, il porto romano più importante della zona. Nei secoli le persecuzioni e le proibizioni di visitare il luogo fanno sì che della tomba dell'apostolo si perdano memoria e tracce. Nell'anno 813 l'eremita Pelagio (o Pelayò), preavvertito da un angelo, vide delle strane luci simili a stelle sul monte Liberon, dove esistevano antiche fortificazioni probabilmente di un antico villaggio celtico. Il vescovo Teodomiro, interessato dallo strano fenomeno, scoprì in quel luogo una tomba, probabilmente di epoca romana, che conteneva tre corpi, uno dei tre aveva la testa mozzata ed una scritta:"Qui giace Jacobus, figlio di Zebedeo e Salomé". »
Per questo motivo si pensa che la parola Compostela derivi da Campus Stellae (campo della stella) o da Campos Tellum (terreno di sepoltura). Alfonso II il Casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione sul posto di un tempio, i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo (Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi), dapprima dalle Asturie e dalla Galizia, poi da tutta l'Europa. Santiago di Compostela fu distrutta nel 997 dall'esercito musulmano di Almanzor e poi ricostruita da Bermudo II di León. Fu però il vescovo Diego Xelmírez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la costruzione della Cattedrale, iniziata nel 1075, ed arricchendola con numerose reliquie. Nella tradizione popolare e nell'iconografia di san Giacomo – soprattutto ispanica – è potente la figura del Matamoros, alfiere celeste, intercessore e vessillo della ribellione della Spagna al dominio islamico. Profondamente intrecciata alla devozione popolare, infatti, si fece strada la particolare devozione iacobeada, principalmente sostenuta da parte della monachesimo cluniacense e dettagliatamente documentata nel Codex calixtinus, che faceva di Santiago il pilastro divino della riconquista dell'Europa meridionale dal dominio degli invasori musulmani – devozione che i numerosi pellegrini veicolarono in tutto il continente cristiano, facendo di san Giacomo una sorta di protettore dei cristiani dalle scorrerie ed invasioni di popoli islamici. La scena originaria della miracolosa intercessione del Santo Apostolo fu localizzata nella Rioja, attorno al castello di Clavijo, dove Santiago, su un cavallo bianco, avrebbe guidato alla vittoria le armi cristiane di Ramiro I d'Asturias contro i musulmani di Al-Andalus il 23 maggio 844. Della battaglia, che in epoca moderna taluni storici di tendenze ateistiche tendono a censurare proprio per la sua importanza religiosa – come del resto quella di Roncisvalle - nacque la tradizione, spinta dal desiderio popolare (tale era la devozione all'Apostolo) e successivamente asseverata da un decreto apocrifo attribuito al medesimo Ramiro I, di un tributo annuo di primizie di grano e vino, dovuto da tutta la Spagna «para el mantenimiento de los canónicos que residen en la iglesia del bienaventurado Santiago y para los ministros de la misma iglesia» al fine di magnificare e conservare la Cattedrale di Santiago in segno di profonda gratitudine e perenne devozione per la liberazione della Spagna. Storicamente, le vie degli stranieri verso Santiago furono anche marittime, soprattutto in primavera-estate, ed è anzi diffusa l'opinione che per mare fosse arrivata nella Francia carolingia la notizia della tomba dell'apostolo, e che i primi pellegrini arrivassero proprio dal mare: ci sono testimonianze di viaggi compiuti dall'Inghilterra verso La Coruña, nel XIII secolo, che duravano solamente quattro giorni, e certamente il percorso marittimo era il meno rischioso, se fatto nella buona stagione, in tempi di strade assai insicure e accidentate, di abitati scarsi e lontani tra loro. La Ruta de la Costa, cioè la via di Santiago lungo la costa cantabrica, è la principale traccia del cammino più antico, a testimoniare che i pellegrini arrivavano a Santiago da porti atlantici, anche più ad est di La Coruña (praticamente dalla Francia alla Galizia).
Le principali vie di terra che convergevano verso Santiago sono descritte nel Codex calixtinus (il Liber Sancti Jacobi) ed erano – e sono ancora:
  • dall'Italia, la via Francigena (con una variante costiera che si diramava lungo la costa da Pontremoli) e poi la via Tolosana fino ai Pirenei;
  • dalla Francia, le vie erano diverse; a partire dal sud si potevano percorrere:
  • la via Tolosana, la più meridionale, da Arles attraverso Tolosa; questo cammino era utilizzato anche dai pellegrini tedeschi provenienti dalla Oberstrasse, e passava i Pirenei sul Passo del Somport (Huesca);
  • la via Podense, da Lione e Le Puy-en-Velay, che passava i Pirenei a Roncisvalle;
  • la via Lemovicense, da Vézelay, per Roncisvalle;
  • la via Turonense, da Tours e Roncisvalle, che raccoglieva i pellegrini che arrivavano dall'Inghilterra, dai Paesi Bassi e dalla Germania del nord lungo la Niederstrasse.
  • I due passi più frequentati sui Pirenei erano dunque Roncisvalle e Somport. La via che va da Roncisvalle a Estella è ancora detta, in spagnolo, Camino francés, mentre quella che passa i Pirenei a Somport si chiama Camino aragonés.
  • Lungo il Camino aragonés i principali paesi attraversati sono Jaca, Sangüesa, Enériz.
  • Lungo il Camino francés si attraversa Pamplona, Logroño, Burgos e León.
Per qualunque cammino arrivassero i pellegrini comunque, il punto di raccolta era il Puente la Reina.
Le successive, necessarie tappe erano:
Estella;
Nájera;
Burgos;
Frómista;
Sahagún;
León;
Rabanal del Camino;
Villafranca del Bierzo;
Triacastela;
Palas de Rei;
e si era finalmente a Santiago. Dopodiché il pellegrino, se aveva ancora fiato, si spingeva (e arriva tutt'oggi) a guardare l'oceano Atlantico dall'estremo promontorio di Fisterra, oppure termina il suo cammino al santuario di Nosa Señora da Barca, a Muxía, sulla Costa della Morte. La chiesa sorge di fronte ad un celebre luogo di culto megalitico, centrato sulla Pedra d'Abalar ("la pietra oscillante") che i pellegrini fanno oscillare in cerca del suo punto di equilibrio. Anche se il pellegrinaggio è molto frequentato, quasi ogni anno accadono incidenti mortali per una scarsa segnalazione, sulle guide e in loco, dei pericoli del percorso o, più frequentemente, per la sottovalutazione degli stessi da parte dei pellegrini. Nonostante la bassa altitudine, circa 1300 m, vi si verificano rapidi cambiamenti di visibilità per improvvisa comparsa di nebbia che non solo rende difficile l'orientamento ma che spesso toglie anche la visibilità stessa, rendendo molto difficile e pericolosa la prosecuzione del cammino. È indispensabile pertanto mettere in atto tutte le regole di sicurezza proprie della montagna, quali l'attenta e scrupolosa verifica delle condizioni meteorologiche locali, con eventuale annullamento dell'uscita onde salvaguardare la propria incolumità. Arrivati a Finisterre, termine ultimo del pellegrinaggio, un tempo considerato il termine delle terre conosciute, è tradizione, fin dall'antichità, bruciare gli abiti del pellegrinaggio stesso e immergersi nell'oceano per un bagno purificatore. I pellegrini sono condotti, attraverso un comodo, largo, lungo pontile di legno, alla bella e larga  Playa de Mar de Fora, dalla impalpabile sabbia dorata. A questa ridente spiaggia si può accedere dal paese sia attraverso le basse rocce che costeggiano il mare, sia attraverso la spiaggia stessa, senza dover intraprendere un percorso obbligato. Anche questa località si caratterizza per un rapido cambio delle condizioni meteorologiche e delle condizioni del mare. Il pellegrino che si incammina lungo il pontile di legno potrà incontrare cartelli che avvisano del pericolo per la mancanza di sorveglianza; sui cartelli sono anche disegnate delle onde che richiamano l'idea del pericolo in caso di mare mosso in quanto il maggior pericolo presente in tale località è la presenza di insidiose e potenti correnti dell'oceano attive anche a pochi metri dalla riva, correnti che portano al largo, mettendo il bagnante in balia dell'oceano.

Fonte: Wikipedia

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