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Visita il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia!

Scopri la storia dei Templari con il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia sito a Viterbo!

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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

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Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

lunedì 23 settembre 2019

CIPANGO: LA MITICA "ISOLA D'ORO" DI MARCO POLO


Se esiste un libro che ha ispirato generazioni di esploratori e viaggiatori nel corso dei secoli quello è senz'altro Il Milione di Marco Polo. L'opera del viaggiatore veneziano fu dettata a Rustichello da Pisa, compagno di cella di Marco Polo ritrovatosi prigioniero dei genovesi dopo la disfatta della Serenissima nella battaglia navale di Curzola in Dalmazia.

Le storie di questi viaggi straordinari compiuti da Marco Polo nel corso di oltre 30 anni di viaggi in Asia con il padre e con lo zio ispirarono persino Cristoforo Colombo nella sua affannosa ricerca di una rotta commerciale privilegiata verso le Indie. Marco Polo non fu del resto solo uno dei più grandi viaggiatori della storia ma le sue esperienze e scoperte influenzarono i suoi stessi contemporanei: si pensi che fu proprio lui a introdurre i giochi di carte a Venezia. A proposito del rapporto tra Marco Polo e Cristoforo Colombo c'è da dire che entrambi sono stati sfiorati da fascinazioni templari sui quali gli storici e gli amanti del mistero hanno ampiamente ricamato. Si è infatti fantasticato sul fatto che il viaggiatore veneziano fosse in realtà un emissario segreto del Papa impegnato a ricercare alleanze nella lotta agli infedeli. Marco Polo fu infatti ospite a Pechino dell'imperatore del Catai Gran Khan Kublai ed effettivamente il Pontefice Gregorio X aveva rifornito i Polo di una serie di doni da presentare al Gran Khan tra cui anche un'ampolla con l'olio del Santo Sepolcro da far recapitare all'imperatore dell'Oriente. Prima di arrivare a Pechino i Polo avevano transitato per San Giovanni d'Acri in Siria, avamposto crociato tenuto dai cavalieri Templari con l'aiuto degli Ospitalieri e dei cavalieri teutonici. Qui i Polo avrebbero incontrato il legato pontificio Tedaldo Visconti da Piacenza (divenuto per l'appunto in seguito Gregorio X) che avrebbe istruito gli emissari sulla loro missione per portare i Mongoli a fianco della lotta dei crociati. Proprio Piacenza, città dalla forte impronta templare e luogo natale di questo Papa fautore della riconquista dei luoghi Santi, è anche la patria di quei Pallestrello (o Pallestrello, Perestrilli) la cui figlia Felipa sarà moglie di Cristoforo Colombo. Tra i luoghi descritti dal celebre esploratore quello più discusso e avvolto nel mistero è senz'altro Cipango, un'isola favolosa popolata da genti di pelle bianca dedite al cannibalismo i cui templi erano ricoperti di tetti d'oro. Un paese fantastico che i Polo non avrebbero mai visitato di cui avrebbero appreso l'esistenza dallo stesso Gran Khan, che per due volte nel 1274 e nel 1281 aveva cercato di conquistare l'arcipelago del Sol Levante non riuscendo nell'impresa a causa di alcune incredibili tempeste che mandarono in rotta la sua flotta (i giapponesi chiamarono quei fortunosi eventi climatici che sventarono l'invasione con il nome di Kamikaze o vento divino).



Alcuni indizi confermerebbero Cipango come l'odierno Giappone in quanto l'origine della parola stessa deriverebbe da Jepenkuo o Zhebenguo parola usata nella Cina degli Yuan per designare l'arcipelago nipponico e probabilmente le popolazioni dalla pelle bianca descritte nel milione potrebbero essere gli Ainu, gli antichi abitanti del nord del Giappone, quasi totalmente sterminate dagli Shogun nel corso dell'unificazione del Giappone. Tuttavia l'oro nel Sol Levante è quasi del tutto assente e non si hanno nemmeno notizie di tradizioni antropofaghe, due fatti che farebbero propendere per una possibile collocazione di Cipango nel continente americano. Sia i Maya che gli Inca come gli Aztechi praticavano i sacrifici umani mentre ad Haiti era in uso l'antropofagia e a differenza del Giappone in questo continente c'è abbondanza d'oro e i templi Inca come quelli Aztechi erano realmente ricchi d'oro (l'ultimo imperatore azteco Montezuma pagò il riscatto per la sua liberazione a Hernan Cortes riempendo d'oro un'enorme sala del suo palazzo). Inoltre nel Milione si parla di un'anno di navigazione dalla Cina per raggiungere Cipango quando in realtà la distanza che separa l'arcipelago dall'Asia è molto più breve anche navigando con le imbarcazioni dell'epoca.
Sulla possibilità di una frequentazione delle Americhe da parte delle navi templari si è già scritto e discusso abbondantemente con il porto francese di La Rochelle sull'atlantico individuato come base per le possibili esplorazioni “americane” dei cavalieri del Tempio, mito di fatto connesso con la scomparsa di parte della flotta templare, forse salpata proprio verso le americhe o più probabilmente verso il Portogallo (il re Dionigi fornì infatti ospitalità e protezione ai reduci templari facendoli confluire nell'ordine dei Cavalieri di Cristo), dopo la congiura di Filippo il Bello e Clemente V che con il Concilio di Vienne del 1312 decretarono la soppressione dei santi cavalieri. Americhe o Giappone resta il fatto che Cipango e Il Milione ispirarono Cristoforo Colombo nella sua ricerca di un “passagium” verso le Indie e che entrambi gli esploratori sulla via dell'ignoto scrissero pagine fondamentali della storia.


venerdì 6 settembre 2019

INAUGURAZIONE DEL PRIMO MUSEO STORICO DIDATTICO DEI CAVALIERI TEMPLARI

A partire da sabato 7 settembre, lo staff di Tesori d’ Etruria è pronto ad accogliere e trasportare i visitatori nel mondo dei Cavalieri Templari attraverso una vasta serie di attività e percorsi emozionali che ammaliano grandi e bambini in occasione dell’apertura, a Viterbo, del Museo Storico Didattico dei Cavalieri Templari. Una nuova spettacolare realtà che va ad arricchire l’offerta di Tesori d’Etruria e la sua Viterbo Sotterranea, diventati ormai un vero e proprio punto di riferimento culturale e di intrattenimento nel capoluogo della Tuscia e nel centro Italia.

Come ben sapete la nascita dell'ordine dei Cavalieri del Tempio si colloca nella Terra Santa, al centro delle guerre tra forze cristiane e islamiche scoppiate dopo la prima crociata del 1096. In quel periodo le strade della Terra Santa erano percorse da pellegrini provenienti da tutta Europa, spesso assaliti e depredati. Intorno al 1118 un piccolo gruppo di cavalieri fondò il nucleo originario dell'ordine templare, con il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che continuavano a visitare Gerusalemme. L'ordine fu ufficializzato nel 1128, assumendo una regola monastica, con l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle.

I Templari e Viterbo, un binomio imprescindibile, con molti punti di contatto fin dall'origine dell'Ordine, una sorta di primogenitura templare di Viterbo in Europa. Tutto ciò soprattutto grazie a papa Eugenio III, in esilio, più di una volta, da Roma a Viterbo. Proprio qui, nel 1145, papa Eugenio III, con la bolla Militia Dei, dà la possibilità all’Ordine Templare di raccogliere decime, tasse di sepoltura ed altri pagamenti.

Nello stesso anno, sempre da Viterbo, Eugenio III, con la bolla Quantum Praedecessores, dà inizio alla seconda Crociata, appena saputo che la città assira di Edessa era caduta in mano al temibile Imad al-Din Zengi che, con la presa di Edessa, voleva rispondere e contrastare l’ammaliante azione predicatoria messa in atto da Bernardo di Chiaravalle.

A Parigi, 2 anni dopo, Eugenio III presiede il capitulum generale di 130 Cavalieri Templari sotto il comando di Evrard des Barrès. Terminato il capitulum generale, Eugenio III ufficializza l’adozione della croce patente quale simbolo dei Templari, che già utilizzano quella patriarcale, consegnata trent’anni prima da Varmondo di Picquigny, patriarca di Gerusalemme, ai primi Templari. La croce patente assume un significato particolare solo tra i Cavalieri Templari che la adottano come emblema.

Queste e tante altre storie sui monaci-guerrieri, che fondono la storia dei Cavalieri Templari con il mito, potranno essere scoperte dai visitatori in un affascinante viaggio nel tempo con la visita al museo storico-didattico dei Cavalieri Templari a Viterbo Sotterranea.

IL PERCORSO DI VITERBO SOTTERRANEA

Viterbo sotterranea è composta da un reticolo di gallerie che si estendono sotto il centro storico e conducono fin oltre la cinta muraria. Il percorso è completamente scavato nel tufo, una roccia vulcanica che caratterizza il paesaggio interno del viterbese.

L'origine dei cunicoli è antichissima. Stando ad alcune accreditate teorie, avanzate da studiosi e archeologi, il primo taglio nel tufo risale a epoche pre-etrusche. E nel periodo etrusco, poi templare, questi luoghi assunsero la conformazione attuale: alzati, allargati ed allungati, i tunnel sotterranei diventarono un autentico labirinto.

I passaggi segreti e rituali, secondo alcuni studiosi, servivano a mettere in comunicazione le strutture sacre nei primordi etruschi della nascente Surna, oggi Viterbo.

Nel periodo templare, invece, alcune gallerie conducevano verso le uscite principali della città e assicuravano le vie di fuga in caso di pericolo o di assedio.

APERTO AL PUBBLICO IL NUOVO AMMALIANTE PERCORSO SOTTERRANEO

Aperto completamente al pubblico il nuovo spettacolare percorso di Viterbo Sotterranea. Ambienti di grande suggestione che ammaliano il visitatore.

Il percorso Sotterraneo emoziona e stupisce i visitatori non solo per la grandezza degli spazi, ma anche per la suggestione che gli stessi evocano grazie alla loro antica storia.

Dai cunicoli pre-etruschi a quelli dei cavalieri templari, dai “butti” medioevali agli antichi passaggi pre-etruschi, fino ad arrivare in un ambiente di grande fascino: il più antico luogo di culto, sotterraneo, del centro storico di Viterbo.

Il circuito ipogeo di Via Chigi fu scavato all’interno della più caratteristica formazione vulcanica dell’apparato di Vico: il Tufo rosso a scorie nere (Ignimbrite c). Il termine ignimbrite deriva dal greco: ignis (fuoco) e imbris (pioggia), e descrive le modalità di deposizione di questa particolare roccia che avviene attraverso imponenti colate piroclastiche, ovvero un flusso incandescente costituito da un insieme turbolento di gas e parti solide (pomici, lava, ceneri, lapilli) anche di dimensioni decimetriche. La famosa eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei ed Ercolano è un esempio di colata piroclastica.

Il deposito ignimbritico di Viterbo Sotterranea ha avuto origine dal collasso del paleo-vulcano di Vico, un edificio imponente che si ergeva dove ora è il Lago omonimo, raggiungendo altezze di gran lunga maggiori dell’attuale Monte Fogliano, e che si estendeva sino a Castel d’Asso, alla periferia Sud di Viterbo. Questo evento esplosivo ebbe luogo tra 200 e 150 mila anni fa. Per questo il circuito ipogeo di Viterbo Sotterranea ci descrive un periodo geologico lungo migliaia di anni.

Tra i cunicoli presenti nella Viterbo Sotterranea, in particolare uno, grande e dalla forma perfettamente ovoidale, è secondo alcuni un’antica via rituale utilizzata per raggiungere aree sacre degli antichi luoghi templari.

Il Museo Storico-Didattico dei Cavalieri Templari e il nuovo complesso monumentale di Viterbo Sotterranea si possono visitare tutti i giorni con una visita guidata dedicata che conduce alla scoperta di questi magici luoghi, etruschi e templari, un viaggio nella storia lungo migliaia di anni.

Per ulteriori informazioni e notizie: Tesori d’Etruria, Piazza della Morte, 1 Viterbo 338.8618856 0761.220851 welcome@tesoridietruria.it

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