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Visita il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia!

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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

I personaggi e i fatti più importanti del ciclo arturiano e della Tavola Rotonda

Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

lunedì 24 aprile 2017

LO SCANDALO DELLE CHIESE A PAGAMENTO


Metti una domenica a Orvieto, nel cuore della Tuscia. Tutto bello, città ben tenuta, pulita, ordinata, suggestiva e colorata. Metti, che alle 2 del pomeriggio ti venga voglia di entrare nel Duomo, ti avvicini all'ingresso e alla cassa trovi un omino pelato che ti chiede un obolo di 4 euro per visitare la Chiesa. Indignato vado via con l'amaro in bocca per tuffarmi nei meandri di Orvieto Sotterranea, molto interessante la visita, meno simpatiche le signore che facevano i biglietti che non hanno accettato il mio pagamento con il bancomat, ok...

Riflettendo sull'esperienza, decido di dedicare un post allo scandalo delle chiese a pagamento e vengo a scoprire che in Italia 59 chiese sarebbero accessibili previo pagamento tranne per i pellegrini e chi si reca in preghiera, come se ci fosse differenza tra pellegrino, cittadino o cattolico praticante. Proprio la Conferenza Episcopale Italiana, nel 2012, affermò che
«L'accesso alle chiese aperte al culto non può essere condizionato al pagamento di un biglietto di ingresso. Questa regola - spiega la Cei - vale sia per le chiese di proprietà di enti ecclesiastici che per quelle dello Stato, di altri enti pubblici e di soggetti privati. Si applica anche alle chiese di grande rilevanza storico-artistica, interessate da flussi notevoli di visitatori: è fondamentale, infatti, che il turista percepisca di essere accolto nel luogo sacro e, di conseguenza, si comporti in maniera adeguata e rispettosa»
D'altronde è Cristo stesso che dice che la Chiesa deve essere aperta a tutti e che il pellegrino non può pagare per pagare. Ovviamente cripte, musei particolari, e luoghi anche interni alla chiesa non legate alla preghiera è giusto che siano visitabli pagando un ticket di ingresso ma inginocchiarsi davanti un altare, raccogliersi in preghiera non può e non deve avere un costo (un'offerta libera può anche starci) ma una vera e propria tassa è qualcosa di aberrante

Ora, con tutto il rispetto per il meraviglioso Duomo di Orvieto, un'opera dell'uomo di rara bellezza, se pago 4 euro per entrare, quanto dovrei pagare per San Pietro, San Giovanni o Santa Maria Maggiore ossia le tre chiese più importanti del mondo cristiano e non solo? Come posso avvicinare gente e famiglie alla cultura se anche il semplice ingresso in una chiesa costituisce una spesa?

La contingentazione dei turisti, in caso di "assalti" al bene culturale è naturale, giusto e sacrosanto anche da un piunto di vista della sicurezza  sia delle persone sia del bene ma il senso intrinseco nell'opera non deve essere dimenticato, mai.

A supporto di quanto detto, riportiamo un link di approfondimento interessante.

A questo punto non resta che trovare la direttiva CEI e presentarla al primo botteghino di una delle 59 chiese e vedere come il "dipendente" reagisce: al limite, con la scusa della preghiera, riuscirete a varcare la soglia del Minosse di turno e potrete godere di spettacoli inenarrabili.

Fonte Foto Wikipedia, Autore: Luca Aless (CC BY-SA 4.0)

6 MAGGIO 2017, SBARCO DEI TEMPLARI A SALERNO

L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto

Si terrà Sabato 6 Maggio lo sbarco dei Cavalieri a Salerno della Confederazione Internazionale Templare di San Bernardo di Chiaravalle la più potente e numerosa federazione mondiale Templare, prima tappa alle ore 12.00 presso l'avamposto del Castello di Arechi dove continua la Festa della Croce Templare con il raduno dei Cavalieri e la benedizione della Croce Templare, alle ore 13.30 Conviviale Templare....Ore 17.00 Processione e Santa messa. per info e dettagli: 334.5383209 oppure invia una email a: cavaliericristiani@libero.it.

Ore 11.30  Raduno Cavalieri e Dame  Castello di Arechi 
Ore 12.00  Benedizione della Croce Templare e Vestizione (Castello di Arechi)
Ore 13.30  Conviviale Templare e Consegna attestati (Castello di Arechi)
Ore 17.00  Processione Traslazione Reliquie di San Matteo (piazza portanova-Duomo)  e Santa messa


LA CONFRATERNITA INTERNAZIONALE DI VOLONTARIATO DELL'ORDINE DEI CAVALIERI CRISTIANI JACQUES DE MOLAY

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

La Confraternita Internazionale di Volontariato dell’Ordine dei Cavalieri Templari Cristiani, Jacques De Molay, d'ispirazione cristiana nasce da un'idea di persona che è "immagine e somiglianza di Dio ", di un Dio che entra nella storia con libertà, gratuità ed umiltà, e che insegna la carità, l'amore come principio della relazione tra Dio e gli uomini e degli uomini tra loro. Affascinati dalla storia delle Crociate, ed in particolare dei valorosi Cavalieri Templari, si sono apprestati alla costituzione di questa Confraternita di Volontariato in memoria del Ordine dei Valorosi Cavalieri Templari e di tutti e 23 Gran Maestri Della Milizia Del Tempio in particolare di Jacques De Molay, tentando di portare avanti il loro pensiero altamente cristiano e umano.

La Confraternita Internazionale di Volontariato dell’Ordine dei Cavalieri Templari Cristiani, Jacques De Molay, si occupa anche della diffusione della cultura medievale e templare con eventi a tema, rievocazioni, processioni e opera nel campo sociale con una serie di attività caritatevoli in supporto ai più bisognosi.

Sito web: http://cavaliericristiani.blogspot.it/

martedì 18 aprile 2017

LA RELIQUA DI SAN GIOVANNI PAOLO II A MESAGNE


La reliquia di San Giovanni Paolo II è a Mesagne, accolta anche da miglia di fedeli a Mesagne-Brindisi accompagnate da una  delegazione dell'Ordine Cavalieri Templari Cristiani Internazionale "Jacques de Molay" Poveri Cavalieri di Cristo.

L'Ordine Cavalieri Templari Cristiani Internazionale "Jacques de Molay" Poveri Cavalieri di Cristo, il Gran Priore Internazionale fr. Massimo Maria Civale di San Bernardo con una delegazione di Cavalieri Pier Massimo Caiazzo, Claudio Russo, Giuseppe Lofrano, Alessandro Carannante, Pierpaolo Sinigaglia, Nicolantonio Logoluso, il Cav. Ciro Barba, la Gran Dama Felicetta Silvestri, la Dama Costantina Vurchio,l'Ambasciatore Cav. Giuseppe De Pasquale, il commendatore Pina Catino, Don Francesco Balzano, il Postulatore accreditato presso la  Santa Sede avv. Nicola Giampaolo hanno ricevuto in consegna a Roma la Reliquia contenente il sangue del Pontefice Giovanni Paolo II e l'hanno scortato da Roma a Mesagne alla chiesa di Sant’Antonio da Padova accolta dal parroco don Massimo Alemanno.

A Mesagne ha presenziato alla Santa Messa anche una delegazione dei Cavalieri Templari Cristiani – Poveri Cavalieri di Cristo la Commenda di Bisceglie responsabile della Provincia BAT. La Comunità parrocchiale di Sant'Antonio da Padova in Mesagne, in preparazione all'inaugurazione del nuovo complesso parrocchiale “S. Giovanni Paolo II” si è predisposta ad accogliere la reliquia di “San Giovanni Paolo II”.
Il reliquiario, in bronzo argentato e dorato opera dello scultore Carlo Balljana, contenente il sangue del Santo è giunto a Mesagne da Roma martedì 4 aprile alle 18,00 sul piazzale della Chiesa di Sant'Antonio in Via Torre S.S. ad attenderlo circa 1000 fedeli.

La reliquia è stata esposta nella Chiesa di Sant'Antonio a Mesagne sino a mercoledì 5 aprile mentre il Giovedì e stata esposta nella nuova Chiesa dedicata al grande santo Papa Giovanni Paolo II.
L’hanno scortata da Roma a Mesagne, dove ha  sostata in occasione dell’inaugurazione del nuovo complesso parrocchiale “San Giovanni Paolo II” della comunità di Sant'Antonio da Padova.
La più preziosa reliquia di San Giovanni Paolo II è stata in ottime mani. Grande, il consenso per il servizio d’ordine prestato dai Cavalieri Templari Cristiani “Jacques de Molay”, prestigioso ordine che vanta la presenza di diversi Pugliesi, in occasione della traslazione dell’ampolla contenente il sangue di san Giovanni Paolo II, che tanti fedeli attendevano di venerare. Quanto al citato reliquiario-libro, si tratta di un’opera realizzata in bronzo argentato: su una pagina è riprodotto il pastorale sotto il quale è inserita l’ampolla con il sangue del pontefice e nella pagina accanto appare lo stemma pontificio con la scritta ‘Noli timere’ (Non abbiate paura) una celebre frase del papa polacco, morto nel 2005 e beatificato il 1º maggio 2011.

Giovedì 6 aprile hanno anche ricevuto il mandato di prendere in consegna il dono che papa Francesco ha fatto alla neonata chiesa: un medaglione contenente i suoi capelli accompagnato da una lettera firmata dal Papa. Un servizio d’ordine , che si e reso necessario dopo che nel 2014 dalla chiesetta di San Pietro della Ienca, vicino L'Aquila, sotto il Gran Sasso, fu trafugata l'ampolla con il sangue di Giovanni Paolo II. Quel luogo era caro al Papa polacco, che lo scelse per raccogliersi in preghiera. 
Un furto sacrilego, probabilmente su commissione,  che  creò molta impressione nella  comunità locale da sempre devota a papa Wojtyla, che con la gente d'Abruzzo amava intrattenersi durante le sue numerose escursioni sul Gran Sasso. La Curia aquilana  informo del furto la Santa Sede, La polizia fermo tre giovani che confessarono e fecero ritrovare la teca con l’ampolla, giustificandosi che  pensavano si trattasse di un oggetto senza alcun valore

La Comunità parrochiale di Sant’Antonio da Padova in Mesagne, ha ringraziato  ufficialmente con una pergamena la Confraternita di Volontariato dei Cavalieri Templari Cristiani Jacques de Molay per la stretta e importante collaborazione per aver traslate con una delegazione di 9 Cavalieri  da Roma e Mesagne le reliquie di Giovanni Paolo II che hanno provveduto a riportarle a Roma presso la Santa Sede dove sono custodite.

I TEMPLARI IN MOSTRA A MILANO - PROROGATA FINO AL 5/11/2017

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I Cavalieri Templari tornano protagonisti nella mostra "Templari: storia e leggenda dei cavalieri del Tempio" ideata dalla Fondazione DNArt e curata da Don Cosimo Damiano Fonseca. La mostra, creata presso lo Spazio Cobianchi Duomo a Milano, ha il patrocinio della Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e di altri enti privati. La mostra è stata inaugurata il 13 aprile e dal 14 è aperta al pubblico attraverso l'entrata della Galleria Vittorio Emanuele lato via Tommaso Grossi ed è totalmente gratuita per i possessori dell'Abbonamento Musei.

***Mostra prorogata fino al 5 Novembre 2017***

Fra gli articoli esposti troviamo: il Codice in pergamena con la Regola dei Cavalieri del Tempio che proviene dalla Biblioteca Nazionale Licei di Roma, i documenti del Processo direttamente dagli Archivi Segreti, La Grande Tavola a foglia oro di San Nicola pellegrino della Cattedrale di Trani, la Croce stradale del cammino verso la Terra Santa del XII secolo del Museo Medievale di Arezzo e la Corona di Ruggero II del Museo Nicola Iano di Bari. Grazie all'esposizione dei documenti, sarà possibile ripercorrere le varie tappe della vita dell'ordine dei Templari conoscendo anche tutti quei personaggi che ne hanno fatto la storia: proprio per questo la mostra vanta un percorso didattico di qualità particolarmente adatto anche agli studenti e ragazzi in età scolare.

LA ROCCA DEL CAMPIDOGLIO

Prima di essere sede dell’attuale amministrazione Capitolina, dei musei capitolini, del palazzo rinascimentale michelangiolesco e del palazzo Senatorio medievale, il palazzo del Campidoglio è stato una rocca a protezione di un punto strategico dai primi villaggi dell’età del bronzo e l'alto medioevo.

Tuffiamoci nel passato tra mito e storia, cavalcando per quasi quattromila anni.

La leggenda vuole la fondazione di Roma sul colle Palatino ad opera di Romolo, tuttavia l’archeologia attesta nuclei abitativi, fin dal 1500 a.C., su tutti i colli romani e in particolar modo sul monte Capitolino (Campidoglio) da cui si dominava il guado del Tevere, l’isola Tiberina. Il Tevere costituiva sin dal antichità il confine tra le popolazioni etrusche e latine, ed il controllo dell’isola Tiberina era strategico sul passaggio di merci e persone.

Tornando alla leggenda Romolo tracciò un solco quadrato delimitando le mura della città, più realisticamente, il primo re di Roma, riunì i villaggi, fortificandoli in una unica città, per meglio difendersi dagli attacchi di Etruschi e Sabini, ne è testimonianza il racconto mitologico del Ratto delle Sabine come espressione della continua guerra con questi ultimi.

La presenza di una struttura fortificata sul Campidoglio è accennata da Tito Livio in Ab Urbe Condita a riguardo del sacco di Roma del 390 a.C. da parte di Brenno e dei suoi Galli Senoni, che posero d’assedio il Campidoglio, dove si rifugiarono i senatori dopo la sconfitta dell’esercito romano sulla
Salaria.

La destinazione militare del Campidoglio s’interruppe nel 78 a.C., quando su di esso fu edificato il Tabularium, nome derivato dai documenti che custodiva incisi su tabulae bronzee, l’archivio di Stato della repubblica.

A seguito della caduta dell’impero e alle continue scorrerie di barbari nell'agro romano, fu abbandonato alla rovina, fino a quando la sua posizione strategica, indusse nuovamente la fortificazione del colle. Le prime testimonianze certe si hanno nel 1144, quando sui resti del Tabularium la famiglia dei Corsi innalzò una rocca, ancora ben visibile sulla facciata posteriore del palazzo del Campidoglio. La rocca aveva pianta regolare con quattro torri angolari quadrate e una quinta centrale con la funzione di Mastio. L’ingresso principale era raggiungibile da una scala quindi sopraelevata e ben difendibile. Merli e caditoie resero la struttura inespugnabile e ben presto venne requisita da papa Innocenzo VI come sede dei Senatori nel nuovo statuto del comune romano del 1358.

Lo spiazzo sterrato antistante era stato destinato alle adunanze di popolo ed affiancato da edifici destinati alla sede dei Banderesi, cioè dei capitani della milizia cittadina.

Nel 1453, papa Niccolò V fece costruire il Palazzo dei Conservatori, ristrutturando pesantemente le Case dei Banderesi per realizzare la sede della nuova magistratura. I lavori di rifacimento coinvolsero anche il Palazzo Senatorio, ma furono interrotti dalla morte del pontefice. Il progetto di sistemazione della piazza del Campidoglio fu ripreso da papa Paolo III e affidato a Michelangelo: furono quindi costruiti il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo Nuovo, attuali sedi dei Musei Capitolini.

La transizione da struttura militare a palazzo rinascimentale è totale sulla facciata nord: l’ampia scalinata di rappresentanza, affiancata dalle statue del Tevere, del Nilo e della dea Roma, l’apertura di luminose finestre, la trasformazione del Mastio in garitta con campane (e successivamente orologio). Al contrario la facciata sud è una fotografia del antico palazzo dei Corsi, che consente ancora oggi di vedere la stratificazione dalla Roma Classica a quella medievale. Nella piazza realizzata, secondo il progetto di Michelangelo e ultimata dopo la sua morte, fu collocata la celebre statua equestre di Marco Aurelio e una nuova scala di accesso, la Cordonata, che permetteva la salita anche a cavallo, grazie ai gradini bassi e in pendio.

Sui resti del tempio di Giunone Moneta era sorta la basilica di Santa Maria in Aracoeli a cui si accedeva con una ripida scalinata, e il suo convento, poi distrutto per ottenere lo spazio necessario alla costruzione del Vittoriano portando alla definitiva situazione attuale del colle del Campidoglio.

Da www.banderentium.it, Articolo di Giuseppe Benevento

lunedì 10 aprile 2017

DISSOLUTO, CAVALIERE, SANTO: GALGANO GUIDOTTI




In ogni mito c’è un fondo di verità e in ogni storia c’è uno spunto per una leggenda. Le notizie sul cavaliere Galgano Guidotti sono frammentarie e inquinate dal mito che ne seguì alla sua morte. Compiamo un balzo indietro, sino alla metà del 1100, nella Tuscia, terra disputata da tre grandi potenze dell’epoca: Siena, Pisa, Firenze. Comuni e Signorie che nel pieno della lotta tra Chiesa e Impero tentano di ritagliarsi la propria indipendenza. Sono gli anni sanguinosi delle faide tra Guelfi e Ghibellini, dove lo stesso Dante Alighieri ne farà le spese con un esilio forzato. Anni di violenze, soprusi e stupri vissuti come manifestazione della propria forza. In questi anni, tra bande di cavalieri di ventura e castelli in assedio, nacque Galgano, presumibilmente, nel 1148 a Chiusdino, nel senese, da Guidotto e Dionigia, da una famiglia della nobiltà locale. Dell’infanzia non se ne sa nulla e della gioventù gran parte lo si volle coprire con un velo, perché Galgano non era da meno dei suoi coetanei, orientato alla lussuria e agli eccessi, violento, beone spesso coinvolto in risse, poche e significative sono le incisioni nel Codice Laurenziano «Qui adolescentie sue tempore lascivie argumentis aliquantulum animum relaxavit.» («Nella sua gioventù egli abbandonò non poco il suo corpo alle tentazioni della dissolutezza.»).

Tuttavia nell'aria ferveva un sentimento di pentimento, di redenzione: erano gli anni dei pellegrinaggi in Terra Santa, dove centinaia di migliaia di uomini e donne mettevano a rischio la loro vita per espiare le proprie colpe. Guidotti, al colmo della sregolatezza, si mise in cammino, anche lui, ma in cerca di se stesso e della Fede. Ebbe due visioni che lo trasformarono: nella prima vide il suo destino da cavaliere di Dio sotto la protezione dell’Arcangelo Michele in difesa dei deboli e al fianco dei Giusti. Anni dopo la seconda visone, seguendo l’Arcangelo giunse a Monte Siepi dove incontrò i dodici apostoli. Qui abbandonò i suoi abiti di cavalieri, cucì il mantello in saio. Non avendo legno per una croce, infisse la spada in una roccia e su di essa costruì un romitorio con giunchi e frasche. La sua nuova vita di eremita non passò inosservata, già negli ultimi anni terreni, un flusso di credenti affollava i piedi della collina dove si era ritirato. Morì il 30 novembre del 1181 (qualcuno sostiene il 3 dicembre del 1180).

Nel giro di pochi anni il flusso di pellegrini divenne un fenomeno di massa. Venne edificata una rotonda attorno alla spada e l’abbazia cistercense, ai piedi della collina, attiva fino alla metà del 1700. Non ci sono prove dirette di quanto Galgano condizionò la vita di molti contemporanei ma ci sono evidenze che non possono essere delle coincidenze. Primo fra tutti San Francesco che si spogliò di ogni avere come i suoi Frati Minori predicando l’abbandono di ogni forma di ricchezza e corruzione per corteggiare la Semplicità.

La storia di Galgano non rimase confinata nella terra italica, cavalcò in tutta Europa, viaggiando nei testi e nelle musiche dei trovatori e dei menestrelli di corte in corte di regno in regno, fino ad influenzare il mito più suggestivo di tutti: Re Artù. Di Artù esisteva già la leggenda (è citato in vari poemi gallesi, tra cui Y Gododdin del 594 d.C.) come un dux bellorum che sulle ceneri della Britannia romana, unifica i popoli e combatte le tribù dei sassoni e degli angli. Sono brandelli di testo che pochi ricordano, tuttavia in quegli anni rifiorisce la favola arturiana, in seguito all’annuncio, da parte dei monaci di Glastonbury, di aver trovato le tombe di Artù e Ginevra nelle fondamenta della cattedrale, siamo alla fine del XII secolo. 

È proprio al volgere del secolo, che nasce la leggenda come la conosciamo tutti, ed è dovuta a tre romanzi. Il Historia Regum Britanniae di Goffredo di Monmouth  (1138), il Merlin di Robert de Boron (1191) e il "Lancillotto o il cavaliere della carretta", scritto all'incirca nel 1170 da Chretien de Troyes. Da questi tre nasce la figura completa di re Artù: un uomo giusto e leale, che si oppone alla corruzione e alla violenza (prima fase di vita di Galgano), consacrato al potere dal volere di Dio con l’estrazione della spada dalla roccia (è come un passaggio di testimone, Galgano, per seguire il Signore, lascia la spada, simbolo di vita terrena, a chi riprenderà dalle sue orme), combatte contro le dispute dei singoli regni e li riunifica sotto la sua guida (la Francia e l’Inghilterra sono regni unificati e le immagini si legano maggiormente all'Italia). Quello che emerge dai tre romanzi è in realtà una ricerca della verità, della giustizia, della redenzione dei propri peccati come il Percival alla ricerca del suo Santo Graal, sui passi già percorsi dal dissoluto e santo Galgano Guidotti l’eremita toscano, l’Artù italiano.

Da www.banderentium.it, Articolo di Giuseppe Benevento

lunedì 3 aprile 2017

IL GONFALONE

Risultati immagini per rievocazione storicoIl Gonfalone, è un vessillo generalmente di forma rettangolare appeso per il lato minore ad un'asta orizzontale che consente al suo portatore (gonfaloniere) di portarlo in tutta comodità. I gonfaloni, oggi, vengono usati da tutti i comuni per rappresentare il proprio simbolo araldico: allo stesso modo durante il Medioevo, il gonfalone assunse un ruolo di immagine di grande importanza. L'Arcinconfraternita del Gonfalone, fondata nel 1274, fu la prima a utilizzare il vessillo anche grazie all'opera di San Bonaventura. La confraternita, che fu chiamata prima dei Raccomandati, utilizzava il proprio gonfalone in occasione della processione del giovedì. Oggi sono utilizzati nelle rievocazioni storiche e come supporto per il simbolo del comune.

Colui che portava il gonfalone era in gonfaloniere o vessillifero (dal latino vexilium che signifa vessillo). Durante il periodo medievale, il gonfaloniere era colui che aveva l'onore di proteggere e custodire il gonfalone del Comune. Il termine, successivamente, indicò determinati tipi di magistrature, come ad esempio a Firenze con il Gonfalone di Giustizia fondato nel 1293 che rappresentava la più alta carica della magistratura, presidiava il Collegio dei Priori della Repubblica Fiorentina. la carica fu abolita dai Medici nel 1530 insieme alla costituzione repubblicana. Nel 1400, infatti, la carica fu affidata sia ai membri della potente famiglia medicea sia ai propri alleati, dando luogo ad una signoria molto variegata in grado di esautorare le magistrature cittadine. Dopo la cacciata di Piero de' Medici nel 1494 e il seguente governo di Savonarola, le famiglie fiorentine nominarono Gonfaloniere a vita Pier Soderini nel 1502 (incarico che durò fino al 1512) tentando di riorganizzare il governo fiorentino secondo le vecchie magistrature comunali. 

Di seguito si elencano le famiglie che diedero più di cinque Gonfalonieri alla Repubblica di Firenze:

Acciaiuoli, Alberti, Albizzi, Aldobrandini, Antelli, Ardinghelli, Baroncelli, Bartoli, Bastari, Beccanugi, Biliotti, Bonciani, Bordoni, Bucelli, Canigiani, Capponi, Carducci, Carnesecchi, Castellani, Cocchi, Corbinelli, Corsi, Corsini, Covoni, Da Filicaia, Davanzati, Del Benino, Dietisalvi Neroni, Federighi, Gherardi, Gianfigliazzi, Giugni, Guadagni, Guasconi, Guicciardini, Machiavelli, Magalotti, Malegonnelle, Marignolli, Martelli, Medici, Minerbetti, Moregli, Nasi, Niccolini, Nobili, Pandolfini, Pecori, Peruzzi, Pitti, Pucci, Quaratesi, Ricci, Ridolfi, Rondinelli, Rucellai, Sacchetti, Salviati, Serragli, Serristori, Soderini, Spini, Strozzi, Stufi, Tornaquinci, Valori, Vettori.

Oggi, il mondo della Rievocazione Storica, e lo studio filologico dei simboli antichi medievali ha obbligato enti, associazioni e pro loco comunali a dotarsi degli antichi strumenti per creare una Rievocazione storica in linea con la propria tradizione. Per questo Sguardo Sul Medioevo vuole evidenziare l'attività di AP Bandiere, premiato con l'Attestato di Eccellenza Medievale, leader nel settore della creazione di bandiere per stati, per rievocazioni e per enti culturali. AP Bandiere produce labari e nastri per qualsiasi impiego, da quelli per gli enti amministrativi, a quelli delle associazioni.

Ap Bandiere è il partner ideale per rendere unica la tua rievocazione storica.

Franco Cardini, Firenze, la città delle torri, Milano, Fenice, 1995-2000.
I. Caliari, I protagonisti della civiltà, Edizioni Futuro, 1981.
Marcello Vannucci, Storia di Firenze, Roma, Newton & Compton, 1992.

APBandiere

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