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Visita il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia!

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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

I personaggi e i fatti più importanti del ciclo arturiano e della Tavola Rotonda

Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

venerdì 31 agosto 2012

UN TUFFO NEL MEDIOEVO A DIANO CASTELLO

Giocolieri, lanciatori di coltelli, equilibristi, mangiafuoco e musicanti di cornamusa e tamburo. E poi gli Aleramici (gruppo medievale savonese), il giocoliere e funambolo Gir Fabulos, la compagnia d’armi Orbo Bella Tores che darà vita a combattimenti con spade e bastoni e il corpo di ballo «Ilaria del Carretto» che si esibirà in balletti e danze. Domani, dalle 18,30 a Diano Castello si terrà la festa medievale che vedrà esibirsi nel centro storico una folla di personaggi che riporteranno l’atmosfera ai secoli lontani, quando il dominus disponeva del villico, quando messere corteggiava madonna. Alle 19,30 inizieranno gli spettacoli con la cena in piazza («cena in ciassa») con piatti tipici e buon vino, con il seguente menù: minestrone, ravioli, costine e fagioli, coniglio alla ligure, dolce tipico, il tutto condito con olio extravergine di oliva dop e innaffiato dal Vermentino della zona. Alle 21 inizieranno altri spettacoli sempre nelle strade e nei carrugi del centro.

1403 LA BATTAGLIA DIMENTICATA DI PIZZIGHETTONE

Sabato 1 settembre, Pizzighettone (Cremona), ore 21:30.
Contributo: 3 euro (ragazzi fino a 10 anni gratis).
La visita si svolge in parte entro ambienti coperti e ha luogo anche in caso di maltempo.
Informazioni: cellulare 349 2203693; e-mail davide@tansini.it; Web www.tansini.it(www.tansini.it/it/racconti.html).
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Ci sarà il lato oscuro e cruento della politica e della società medievale al centro di questo spettacolo, condotto dallo storico Davide Tansini e organizzato nelle antiche mura di Pizzighettone (Cremona) la sera di sabato 1 settembre 2012 dall’associazione «Gruppo Volontari Mura».
Pizzighettone, inizio settembre 1403: davanti alle mura della roccaforte, sulla riva del fiume Adda, si consumano in uno scontro sanguinoso settimane di tumulti, rivolte e sommosse seguiti alla morte del primo Duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, avvenuta l’anno precedente. Scontri che coinvolgono l’intero Cremonese e di cui cercano di avvantaggiarsi alcune famiglie ostili ai Visconti, prima fra tutte quella dei guelfi Cavalcabò capeggiata da Ugolino. 

SBANDIERATORI CANAVESI

L'Ente educativo / culturale autonomo Sbandieratori Cavensi - Città di Cava de' Tirreni nasce nel 1974 con l’intento di divulgare le tradizioni storiche della città della Cava in campo nazionale ed internazionale.
La figura del Corteo Storico e degli Sbandieratori Cavensi è basata su riferimenti legati alle vicende cittadine dei secoli XV e XVI. Il Corteo Storico ha una propria dignità ed identità fondata sullo studio dello storico cavese Salvatore Milano che ha effettuato una scrupolosa ricerca del territorio e delle insegne gentilizie delle famiglie di Cava all'epoca aragonese e spagnola; tale lavoro si è poi trasferito sui costumi e sulle bandiere secondo le fogge rinascimentali, riproducendo gli stemmi dei casali e i colori che il Milano ha avuto l'opportunità di riscoprire da antichi manoscritti e dai monumenti conservati nelle antiche chiese cittadine. Lo spettacolo del Gruppo Sbandieratori Cavensi si articola in più coreografie che, accompagnate dal suono di tamburi e trombe, immergono lo spettatore in un’atmosfera d’altri tempi. Gli esercizi, eseguiti da gruppi di numerosi alfieri nonché di evoluzioni a coppia o a solo, si basano sull’armonica unione dei movimenti del corpo con una o più bandiere che, eseguiti su musiche di ispirazione medievale, rendono tali esercizi molto simili ad una danza. 

GIOSTRA D'ITALIA - PALIO DI VALFABBRICA

Ultimo weekend per la manifestazione La Giostra d'Italia - Palio di Valfabbrica, un torneo cavalleresco di notevole difficoltà che vedrà quest'anno l'assegnazione del Palio al miglior cavaliere domenica prossima 2 settembre. I cavalieri devono cimentarsi in 3 diverse prove: la Corsa degli Anelli, la Corsa del Saracino e lo Scontro Diretto. Per la prima prova, la Corsa degli Anelli, il cavaliere deve infilare uno o addirittura due anelli (il secondo posto dietro una curva) con una lancia di ferro. Per la seconda prova, la Corsa del Saracino, il cavaliere deve sferrare un colpo con una lancia di legno sull'esterno del bersaglio, correndo quindi il rischio di fallire l'obiettivo. 

OTTAVA MEDIEVALE DI SANT'EGIDIO - 41° EDIZIONE

Prende il via stasera con la tradizionale processione nel Centro Storico in onore di Sant’Egidio Abate e la consueta Benedizione dei Gonfaloni delle Sette Contrade la quarantunesima edizione dell’Ottava Medievale de Sant’Egidio organizzata come ogni anno dall’Ente Ottava Medievale. La rievocazione medievale mette la città di Orte a festa con i colori delle bandiere delle Sette Contrade, le vie con i mercatini storici, le musiche medievali e tante iniziative culturali ed artistiche che fino al 9 settembre riempiono il cartellone dell’Ottava. Il primo settembre, giorno del santo patrono, in Piazza della Libertà concerto musicale di Fausto Leali. Poi da domenica 2 le taverne delle Sette Contrade saranno aperte per accogliere cittadini e turisti con le ! prelibatezze gastronomiche del territorio. Le giornate conclusive dell’Ottava saranno come ogni anno dedicate allo spettacolo medievale di sabato 8 “Il Monaco” della Compagnia teatrale ATMO e domenica 9 con la Giornata del Palio aperta dal Corteo Storico, a cui seguirà il tanto atteso Palio degli Arcieri e in serata i Giochi di Bandiera degli Sbandieratori delle Sette Contrade della Città di Orte. Mostre, musei aperti e visite guidate del centro storico e di Orte Sotterranea arricchiranno il programma della festa. La manifestazione è patrocinata e finanziata dal Comune di Orte, la Provincia di Viterbo e la Regione Lazio.


I RACCONTI DI CANTERBURY

The Canterbury Tales, in italiano I Racconti di Canterbury, è una raccolta di racconti scritti da Geoffrey Chaucer nel XIV secolo (due di questi in prosa, i rimanenti in versi). Le storie, alcune delle quali sono contenute all'interno di una cornice narrativa, narrata da un gruppo di pellegrini durante un pellegrinaggio dal Southwark a Canterbury, per visitare il santuario di San Tommaso Becket presso la Cattedrale di Canterbury. Chaucer iniziò a scrivere l'opera intorno al 1387, con l'intenzione di far raccontare ad ogni pellegrino quattro storie differenti: due sulla via per Canterbury e le rimanenti altre due sulla via del ritorno. I Racconti di Canterbury sono scritti in inglese medievale. La tradizione vuole che l'opera sia stata scritta nel cosiddetto periodo inglese dell'autore, intorno alla fine degli anni 1380: ciò di cui si è concordi è la datazione di gran parte delle novelle dopo il 1388; Chaucer termina poi la scrittura dell'opera nell'ultimo decennio del XIV secolo, lasciando l'opera incompiuta, a causa della morte che lo colpì nel 1400.

I Racconti però non furono terminati solamente per questioni di tempo: l'autore infatti sembra che abbia visionato e rimaneggiato più volte l'opera, aggiungendo anche nuovi racconti in diverse occasioni. Dal prologo si può ricavare il numero esatto, centoventi, delle storie che i pellegrini dovevano raccontare: è annunciato dall'oste Harry Bailly, spiegando che ognuno avrebbe dovuto raccontare quattro storie, due sulla via per Canterbury e le rimanenti due lungo la via del ritorno. Questa però non è necessariamente l'opinione di Chaucer stesso, il quale appare come l'unico personaggio a raccontare più di una storia: si può dedurre il numero delle novelle data la non conclusione dell'opera. I personaggi, introdotti dal Prologo Generale del libro, raccontano storie molto importanti sul piano culturale. I temi delle storie sono vari e includono topoi letterari come l'amore cortese, avarizia e tradimento. I generi inoltre variano anch'essi e includono il genere del romanzo, il lai bretone, il sermone e la favola. Nonostante ci siano più cornici sovrapposte, non ci sono singole strutture poetiche nell'opera; Chaucer utilizza una varietà di schemi metrici, soprattutto per l'esiguo numero di racconti in prosa (solamente due). I racconti sono uniti da una cornice narrativa.

Molti dei pellegrini raccontano storie d'amore, il cui argomento è prevalentemente la cortesia dei cavalieri e dei Lord verso le donne aristocratiche. Il racconto della Donna di Bath, romanzo appartenente al filone del ciclo arturiano, racconta appunto una storia d'amor cortese, così come Il racconto dell'Allodiere, che narra la storia di un cavaliere che parte per la guerra e lascia sua moglie, corteggiata da un altro giovane uomo, oppure Il racconto dello Scudiero. Il personaggio che però racchiude maggiormente i caratteri cortesi e cavallereschi, raccontando una storia sul conflitto tra due cavalieri votati ad un'unica fanciulla, è il Cavaliere. Molti dei personaggi di Chaucer terminano la loro storia con un augurio per il resto della compaignye (compagnia):

Il concetto di compagnia assume letteralmente il significato di gruppo, ma Chaucer deliberatamente sceglie questa parola, tra tutte le altre, non per indicare solo il gruppo, ma con un chiaro intento generalizzante: la compaignye infatti non sono i pellegrini, ma la massa del popolo, in accordo con i pellegrini stessi, rappresentanti della società del tempo.
Lo stesso termine è di origine latina, lingua ben nota a Chaucer, il cui significato etimologico deriva appunto dalla costruzione latina cum panis, assumendo quindi un significa diverso dalla parola gruppo: le società medievali funzionanti e ben condotte dipendevano infatti dalle corporazioni, conosciute informalmente con il termine di compagnie, e in queste corporazioni il mangiare insieme assumeva una connotazione di fraternità. I gruppi corporativi che si andavano a creare in seguito alle rivolte contro i feudatari però, non erano gruppi come i pellegrini sulla via di Canterbury: appartenevano infatti ad una stessa classe sociale, che aspirava a detenere un determinato potere e un ruolo all'interno della società. I pellegrini invece provenivano da tutte le diverse stratificazioni sociali della comunità medioevale: chierici, cortigiani, fattori e ad altri gruppi sociali. L'unione e la volontà dei pellegrini di porsi delle norme si traduce quindi in una compagnia informale, unione data dal loro lavoro come raccontastorie e dagli approvvigionamenti dell'Oste.

Per quanto riguarda invece la distinzione delle classi, i protagonisti danno forma ad una compagnia nel senso che nessuno di loro appartiene alla nobiltà, e la maggior parte possiede un lavoro, sia che riguardi il cucire e lo sposarsi (la Donna di Bath), sia che riguardi l'intrattenimento dei visitatori (l'Allodiere) o l'arare la terra. Verso la fine del XIV secolo, la Chiesa cattolica divenne sempre più debole. La costruzione delle cattedrali, che crescevano intorno ai sacrari con le reliquie dei santi, era costosa: suppellettili e ornamenti venivano a costare molto per una Chiesa che predicava la carità e la povertà. Il periodo infatti è quello delle grandi pesti, delle carestie e della disoccupazione: la magnificenza delle chiese dunque, con il suo oro e i suoi ornamenti, rappresentava agli occhi di alcune persone una sorta di ipocrisia morale. Chaucer rappresenta in quest'opera sia la critica alla Chiesa, sia la difesa, associando ad ogni pellegrino ciò che ci si aspetterebbe tradizionalmente da questo: generalmente infatti esprime quegli stereotipi comuni nel Medioevo; è difficile però fare un'affermazione certa riguardo alle posizioni di Chaucer, in quanto il narratore è così espressamente prevenuto nei confronti di alcuni personaggi, come il Monaco, e allo stesso modo con altri, come Indulgenziere. Inoltre, i caratteri non sono semplicemente delle caricature o delle satire, sono del tutto individualistici e non possono essere semplicemente presi come modelli delle loro professioni. Il Monaco, la Priora e il Frate sono tutti membri delle gerarchie ecclesiastiche: il Monaco e la Priora vivono infatti, rispettivamente, in un monastero e in un convento. Entrambi sono caratterizzati come delle figure che sembrano preferire la vita aristocratico-borghese, rispetto alla vita ascetica o di devozione. Il rosario della Priora infatti, tutto incastonato di gioielli, sembra più un ornamento che qualcosa che esprima devozione: la raffinatezza e l'attenzione riprende più quei concetti espressi da Guillaume de Lorris nel romanzo francese Roman de la Rose. Il Monaco poi era attratto dalla caccia, passatempo solito dei nobili, disegnando allo stesso tempo gli studi e il confinamento in monastero. Allo stesso tempo però, il Frate era membro di un ordine di mendicanti: non aveva né ornamenti, né passioni da nobili; trascorreva la vita viaggiando e chiedendo elemosina, vivendo appunto di carità. Gli ordini mendicanti erano nati circa due secoli prima di Chaucer, ma solo in quel periodo erano stati valorizzati: spesso però venivano descritti come una minaccia all'integrità e avevano la reputazione di libertini, come li descrive la Donna di Bath nella parte iniziale della sua storia. Il narratore però sembra serbare molta più ostilità verso gli ecclesiastici come l'Evocatore e l'Indulgenziere, rispetto al Frate. Esempio infatti è il Monaco e l'Indulgenziere che posseggono molti tratti in comune, che il narratore presenta in diverse maniere: la splendente calvizie della testa del monaco suggerisce che abbia cavalcato tutto il tempo senza cappuccio, ma il narratore questo fatto lo analizza, nell'Indulgenziere, come simbolo di superficialità del personaggio. Il Monaco e l'Indulgenziere esprimono l'opinione di loro stessi al narratore che, conferma le parole del Monaco ripetendole e dando una propria opinione di lui, ma schernisce l'Indulgenziere per l'opinione che lui stesso ha di sé. Allo stesso modo il narratore approva le parole di un altro ecclesiastico, il Parroco, che nel Prologo viene descritto come religioso e caritatevole verso i più poveri e le persone in difficoltà. L'idea di scrivere un poema formato da novelle nasce da una "copiatura" di Chaucer del Decameron, il capolavoro italiano del 1300 scritto da Giovanni Boccaccio. Tuttavia, "I racconti di Canterbury" mostrano una più ampia visione del secolo in quanto ci sono molte classi sociali raffigurate nei racconti. Inoltre, i personaggi sono meglio descritti sia fisicamente sia psicologicamente, al contrario del Decameron, dove Boccaccio dava un'idea essenziale del carattere del protagonista attraverso i fatti. L'autore dei racconti, inoltre, ha una straordinaria abilità nello scrivere una narrazione molto ampia e articolata, soprattutto in confronto all'opera di Boccaccio. Infine, la grande ricchezza lessicale del libro dimostra la sua superiorità, anche se minima, in confronto al Decameron.

Fonte: Wikipedia

MARISA UBERTI - DUE PASSI NEL MISTERO

Due passi nel mistero diventa libro! Per festeggiare i dieci anni del proverbiale sito internet, fondato dall'autrice nel 2002, un volume dedicato alle Antiche Civiltà: Sardegna misteriosa, i segreti di Abu-Simbel e dell'Acropoli di Atene, l'oracolo di Delfi, le statue-stele della Lunigiana, il Guerriero di Capestrano (AQ), i forni etruschi di Gino Brambilla all'Elba, la piramide di Bomarzo, il dio Penn della Val Ponci (SV), il Globo di Matelica (MC), i Camuni, le Tavolette Enigmatiche di Cavriana (MN), Otzi e i suoi misteri sepolti tra i ghiacci, la Grotta di Vela Spila, la stele di Krkavce e la mitologia slovena. Tutto documentato dall'autrice in prima persona, corredato con foto.






MARISA UBERTI - CENSIMENTO MONDIALE DELLA TRIPLICE CINTA

Contare tutte le pietre sulle quali, in almeno un paio di millenni, l'umanità ha inciso uno dei piu' popolari giochi di pedine può sembrare impossibile, ma basta cominciare e tutto diventa fattibile. Quest'opera presenta piu' di 2.500 esemplari distribuiti in 20 nazioni extraeuropee e 23 in Europa, dove l'Italia detiene il primato assoluto. Questo inventario in continua evoluzione ha attraversto duemila anni di storia, ha vagliato migliaia di contesti, ha catalogato 100 modelli, ha sviluppato 11 grafici statistici fornendo all'appassionato e allo specialista del settore un indispensabile database. Ma è proprio dal grande lavoro di catalogazione che è emersa sempre piu' chiaramente la duplice valenza del soggetto, che si propone in taluni contesti con caratteristiche dall'inequivocabile significato simbolico, ma quale? La questione è meritevole di approfondimento per cercare di dare risposta alle molte domande che sono emerse. Cosa ha a che fare la Triplice Cinta con la morte di Gesu'?Perchè un cavaliere giovannita ne fece dipingere ottanta sulla volta e sulle pareti del proprio sepolcro, tra l'altro intercalate da un misterioso motto? Come mai il ciambellano del re di Francia Philippe-du-Moulin la fece murare, verticalmente e di enormi dimensioni, insieme ad un tris, sul proprio castello? Perchè è incisa sul trono di Carlomagno? Come mai in Sri-Lanka è chiamata 'il gioco perfetto di Dio'? Cosa c'è veramente nel castello di Chinon? E quale ruolo riveste, oggi, la Triplice Cinta? Questo e altro attende di essere scoperto e chiarito tra le pagine di questo libro.

COMPAGNIA ARCIERI CIVITANOVA

La Compagnia Arcieri di Civitanova Marche nasce nel lontano 1983 con l'idea di promuovere e far conoscere lo sport del tiro con l'arco. Sociatà affiliata alla FITARCO


SEDE: La nostra palestra di tiro si trova sotto la Piscina di Civitanova Marche. 



ORARIO DI APERTURA:
- tutti i giorni dalle 14:30 alle 16:00 circa
- martedì-giovedì dalle 21:00 alle 22:30. 
- domenica dalle 10:00 alle 12:00 ... gare permettendo!



SI ORGANIZZANO CORSI DI TIRO CON L'ARCO con istruttori federali qualificati. 



INFO E CONTATTI:
Marcello Caponi (Presidente) 328-6225515
Valerio Candido (Vice Presidente) 331-3695081

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GLI ARCIERI DEL DRAGO NERO

“Arcieri del Drago Nero” è specializzato nel tiro con l’arco medievale e si ispira come periodo storico all’anno intorno al 1159. In quell’anno, l’imperatore Svevo Federico I detto il Barbarossa, fù ricevuto in Como con tutti gli onori, dopo il vittorioso assedio di Milano del 1158. Vittoria conseguita con il determinante apporto delle truppe comasche. Como in quel periodo era alleata del Barbarossa contro la città di Milano. Il sito vuole essere una vetrina per le attività, le realizzazioni, le esperienze, le foto, etc. a riguardo di tutto quanto può riguardare l'arcieria storica, in particolare riferita al periodo medievale.


LE DANZE MEDIEVALI

Le danze medievali hanno lasciato moltissime tracce scritte e, se qualche chronicon dell'epoca ne parla, nessuno le descrive. A questa difficoltà vi si aggiunge il problema del deciframento musicale: la notazione musicale si faceva in quest'epoca tramite un pentagrama di quattro linee (e non di 5 come oggi), il che rende l'interpretazione delle frasi melodiche abbastanza aleatorie. Le fonti per una comprensione della danza in Europa durante il medioevo sono perciò limitate e frammentarie, composte perlopiù da qualche raffigurazione in dipinti e miniature; alcuni esempi possono essere le danze e le allusioni sparse nei testi letterari. In Italia, le primi descrizioni dettagliate della danza risalgono appena al 1450, dopo l'inizio del Rinascimento.

LA CROCIATA DEGLI SCOMUNICATI



NUNDINAE - CENTRO STUDI E RICERCHE SUGLI USI COSTUMI E TRADIZIONI MEDIEVALI

Nell’anno 2002 nasce il Centro Studi Nundinae i cui soci fondatori, accomunati dalla passione per la storia medievale si sono posti la finalità di divulgare gli eventi storici del nostro territorio attraverso rievocazioni, convegni, dibattiti e pubblicazioni, con l’obiettivo di rendere la storia “fruibile” al gran pubblico, coniugando la veridicità storica a suggestive ambientazioni sceniche.

DOMENICA A CANOSSA RIVIVE IL MEDIOEVO

Domenica, alle 16, torna l’atteso appuntamento con la XXII Rievocazione storica canossana. La manifestazione, che ricorda il momento storico più importante del comune di Canossa, sarà arricchita da oltre 400 comparse in costume storico, e vedrà protagonista quest'anno Stefania Bondavalli, la giornalista reggiana nota al pubblico per la conduzione del notiziario e della trasmissione “Buongiorno Reggio” dell'emittente televisiva TeleReggio. Nei panni della Grancontessa Matilde, farà rivivere lo storico incontro tra l’Imperatore Enrico IV e Papa Gregorio VII, secondo la cronaca che ne fece il monaco Donizone nel suo “Vita Mathildis”, mentre nobili, popolani, cavalieri in costume medievale le renderanno omaggio con cortei, giostre, giochi di destrezza per la gioia di tutti i presenti.

A TREGNAGO SI RITORNA AL MEDIOEVO CON I SUONI DI SCOZIA ED IRLANDA

Compie 10 anni Medievalia, l'evento che si apre oggi al castello di Tregnago ed è promosso dall'associazione ludico-culturale The Inklings con il patrocinio del Comune e il sostegno della Pro loco. Pensata quasi per scherzo e realizzata in una singola serata a lume di candela nella prima edizione, oggi Medievalia occupa un intero fine settimana, accogliendo e rivisitando l'antico Palio di Sant'Egidio che era stato abbandonato da anni. The Inklings guida la cordata di associazioni e gruppi che si adoperano per organizzare l'evento, dando vita al cortile del castello con musiche, canti, danze storiche, giullari e giocolieri, armigeri, interessando diverse fasce, dagli adulti ai bambini chiamati ad affrontare anche prove di coraggio e destrezza accanto a veri cavalieri medioevali.

LA CONQUISTA DI GERUSALEMME



RITROVATO IN SPAGNA IL CODICE CALLISTINO

(Ad un anno dal furto dalla Cattedrale di Santiago di Compostela è stato ritrovato il prezioso Codice Callistino. Il manoscritto del XII secolo dal valore inestimabile era nascosto in un garage di Milladoiro, nel nord della Spagna.) 
Nella prima metà del XII secolo Santiago de Compostela è una città in grande fermento: l’arcivescovo Gelmírez dirige la vita ecclesiastica, civile e culturale, e segue con viva attenzione la costruzione della nuova cattedrale per accogliere i pellegrini che, sempre più numerosi, giungono da tutto il mondo cristiano al sepolcro dell’apostolo Giacomo il Maggiore. Forte di questi consensi, Gelmírez non nasconde le sue ambizioni egemoniche nei riguardi del mondo ispanico e, addirittura, dell’intera cristianità, alla stessa stregua del vescovo Peláez che, nel secolo precedente, aveva preteso di porre la sede episcopale di Santiago in concorrenza con la sede papale. Al centro dell’intera vicenda si colloca il Liber Sancti Jacobi - Codex Calixtinus, un codice latino – compilato nell’ambito di un programma di glorificazione ed esaltazione della sede episcopale compostellana – che si è rivelato di assoluto rilievo per il consolidamento e la promozione del pellegrinaggio a Santiago.

I LONGOBARDI - DALLE ORIGINI MITICHE ALLA CADUTA DEL REGNO D'ITALIA



La storiografia ufficiale italiana, specie quella risorgimentale, ha spesso sottovalutato l’importanza della storia dei Longobardi. Eppure questo popolo dimostrò una spiccata duttilità nell'integrarsi nel complesso scacchiere italico tanto da regnarvi per quasi duecento anni. Secondo molti storici, il regno longobardo fu foriero di importanti cambiamenti, perché furono proprio le Völkerwanderungen a portare la penisola nel Medioevo. Con l’arrivo dei Longobardi si spense ogni velleità bizantina riguardo al mantenimento della provincia italica e, allo stesso tempo, con l’istituzione dell’esarcato si tentò di contenere l’espansione barbarica. La lotta tra Longobardi e Bizantini fu aspra, specialmente all’inizio della migrazione, e portò a violenti scontri, spesso a favore dei primi, ma quando il regno longobardo riuscì a radicarsi, istituì una solida realtà istituzionale e un saldo organismo territoriale attraverso un lungo ma costante percorso di riunificazione di tutte le tribù che avevano partecipato alla conquista della penisola. 


Nicola Bergamo, nato a Venezia nel 1977, si è laureato in storia con il massimo dei voti all’Università Ca’ Foscari, ha ottenuto un Master of Arts in Byzantine Studies alla Queen’s University of Belfast con encomio e ha vinto una borsa di studio per meriti scolastici alla Notre Dame University (Indiana, Stati Uniti). Nel 2006 ha fondato l’Associazione culturale Bisanzio di cui è presidente e nel 2007 ha pubblicato Costantino V Imperatore di Bisanzio (Il Cerchio). È attualmente dottorando all’EHESS di Parigi. 

Fonte: http://www.leg.it/editrice/leggeri/i-longobardi.htm

I LONGOBARDI
Dalle origini mitiche alla caduta del regno in Italia

di Nicola Bergamo

Collana: "i LEGgeri", n° 40
In 8°, brossura, pagine 230
Prima edizione collana "i LEGgeri" luglio 2012
ISBN: 978-88-6102-134-1
Prezzo: Euro 22,00 i.i.
Per acquistare il libro clicca qui: http://www.leg.it/ordini.htm

mercoledì 29 agosto 2012

PRESENTAZIONE "L'APOCALISSE DEI TEMPLARI" A MILANO

L'Associazione Culturale Italia Medievale è lieta di invitarvi sabato 22 settembre 2012 presso lo Spazio Eventi della Libreria Feltrinelli di Via Manzoni, 12 a Milano con inzio alle ore 17,00, per la presentazione del libro "L'Apocalisse dei Templari" di Simonetta Cerrini (Mondadori, 2012). Interviene l'autore. Ingresso libero. Nel XIII secolo i templari consegnarono a un affresco di grande forza simbolica, dipinto sulla controfacciata della chiesa perugina di San Bevignate, il compito di delineare i tratti
 salienti e più enigmatici del loro ordine religioso. Dipingendo un itinerario immaginario dalla terra al cielo, i frati del Tempio rappresentarono, in quattro scene sovrapposte, ciascuna contrassegnata da un animale – il cavallo, il leone, il pesce, l’aquila che tiene fra gli artigli l’ultimo libro della Bibbia –, il cuore della loro missione e visione del mondo: la battaglia contro gli avversari del Santo Sepolcro, la sfida al nemico interiore dello spirito, il legame con la Chiesa di Cristo e la prospettiva apocalittica. 
Simonetta Cerrini, autorevole studiosa dei templari, assume l’affresco di San Bevignate come bussola narrativa per addentrarsi nei territori inesplorati della loro storia. Affidandosi a molteplici strumenti d’indagine – dall’arte figurativa all’analisi documentale – e con uno stile che fonde l’attendibilità storica e il gusto per la curiosità e l’aneddoto, l’autrice ricostruisce le imprese della prima congregazione di religiosi laici in armi della cristianità, che mosse i suoi passi in un’età permeata dall’ansia della Fine dei tempi.

martedì 28 agosto 2012

A SANT'AGATA DEI GOTI, II EDIZIONE DI RITORNO AL MEDIOEVO

Dieci secoli sono quelli che comprendono una delle grandi epoche della storia dell’Europa, ossia il Medioevo, definito erroneamente l’età buia. In realtà si tratta di 10 secoli ricchi di attività sul piano architettonico, artistico, culturale e religioso. Un esempio è S. Agata de’ Goti che, nel periodo medioevale, ha vissuto uno dei suoi momenti di massimo splendore. E’ sulla scia di questa rievocazione storica che il 1° e 2 settembre il paese caudino farà un salto nel tempo con la manifestazione ‘Ritorno al Medioevo’. L’evento nasce dalla volontà dei ristoratori e dei gestori delle attività ricettive del centro storico di S. Agata di rendere per due giorni il paese un museo all’aperto in cui il turista possa gustare menù tipici dell’epoca a prezzi contenuti, ma allo stesso tempo rivivere il clima del passato attraverso spettacoli teatrali, musiche e danze in stile medioevale.

RIVIVI IL MEDIOEVO A CASTELL'ARQUATO (PC)

Si tratta di una due giorni in cui sono ricreati diversi aspetti della vita medievale e che trova ideale collocazione nella cornice medievale di Castell’Arquato. La volontà della Pro-Loco, infatti, è quella non di riproporre una semplice rievocazione storica, ma, di far rivivere a chi partecipa alcuni momenti tipici di quel periodo come le battaglie in armatura, la vita in un campo, l’atmosfera dei mercati, le danze e i giochi.  
“Accampamento nel Lungo Arda con TORNEO INTERNAZIONALE IN ARMATURA PESANTE, esibizioni e torneo di arcieria, giullarate, giochi per bambini, spettacoli a tema, musiche, danze, mercanti e antichi mestieri......questo e tanto altro che ci riporta nel Medioevo nella splendida Castell'Arquato.”
 

lunedì 27 agosto 2012

VIRGILIO, L'IMMORTALE

1.    Il poeta Virgilio tra le muse Clio e Melpomene (fonte: centrostudilaruna.it).
L’immaginario leggendario italiano, sovente, si nutre di memorie care ai tempi illustri che furono, ricamando attorno ad esse - ed all’alone di gloria vetusta che da loro ancora promana - le trame di alcune delle più strabilianti favole destinate a passare di mano in mano e di bocca in bocca nel corso dei secoli. Il Medioevo non fa certo eccezione, attingendo a piene mani dai fasti d’epoca classica ed ancor più dagli eroi di quell’età gloriosa. Ora, Virgilio non è certo un eroe in senso stretto.



Più che alla spada, infatti, la sua solida nomea si deve alla penna. Eppure, in quel terreno incerto e fecondo che la leggenda rappresenta, al poeta tocca in sorte di vedere rimodellata questa fama salvifica, sottraendosi per una volta sola alla sua stessa identità di cantore della travagliata vicenda del principe d’Ilio e fondatore della gens Julia, Enea, per divenire mago e taumaturgo, astrologo e santo profano di una città, Napoli, sul suolo della quale soggiornò a lungo in vita, e dove ancora riposano le sue ossa. Così, memore del suo prolifico passaggio, dal 1100 Napoli ricorda Virgilio celebrandone per sempre il supposto, prezioso contributo alla sistemazione del territorio urbano ed extra-urbano.

2.    Il porto di Napoli nel Medioevo (fonte: xoom.it).
Virgilio, il mago capace d’ogni astuzia per il popolo. Virgilio, il negromante aduso a patteggiare con le forze oscure pur di avvantaggiare la sua gente. Virgilio, l’immortale deceduto in un’epoca, quella classica, e tornato miracolosamente in vita nell’evo successivo, quello medievale, per sistemare gli – infiniti - guai della città. Leggenda vuole che, in gioventù, al poeta fosse inaspettatamente riuscita l’impresa delle imprese. Quella di penetrare l’imprendibile Monte Barbaro, in compagnia del fedele servo/discepolo Filomeno, per far luce sull’esistenza della misteriosa città che il monte celava, terra di stupore e di prodigi a motivo di un’altra, salvifica presenza, quella del filosofo Chironte. Raggiunto il sepolcro di quest’ultimo, Virgilio vi ritrova un magico tomo, forse il sospirato Libro del Comando che tanta fama riscuoteva in epoca medievale per le doti terribili e decisamente trascendenti che era in grado di trasmettere al suo possessore. Prelevando il volume adagiato sotto la nuca del cadavere di Chironte, Virgilio non ruba soltanto il segreto della negromanzia e delle arti magicamente oscure che tanto contribuiranno a farne un sommo mago nella leggenda partenopea. Piuttosto, si impadronisce di un lascito autentico, di un’eredità che da allora in poi lo accomunerà al miracoloso filosofo nella comune difesa di un popolo contro le avversità della natura e del fato. Sottraendo il libro di Chironte, insomma, Virgilio diventa un po’ Chironte. Solo che, invece di supportare il popolo fatato del Monte Barbaro, a lui toccherà risollevare le sorti di Napoli. Il poeta raggiungerà il suolo partenopeo da fuggiasco, dopo essere rocambolescamente evaso dalle carceri di Roma, dove era stato gettato a seguito del prometeico furto con il quale aveva privato l’Urbe del fuoco per vendicarsi d’una beffa subita. Virgilio riuscirà a disfarsi della prigionia tracciando nel cortile delle carceri la sagoma di una nave ed intimando ad alcuni suoi compagni di pena di simulare una vogata intensa, che avrà l’effetto di far sollevare l’imbarcazione fatata dal suolo e farla fluttuare in aria proprio alla volta di Napoli. Approdati in questo luogo, tutti i fuggiaschi si erano dileguati, lasciando il poeta intento a godersi la ritrovata libertà e l’amenità del luogo. Un bel posto in cui restare per qualche tempo a godersi la vita e, perché no, trarre ispirazione per la propria fervida penna. Ma la bellezza del luogo è minata dagli acquitrini che martoriano le porte dell’abitato, e che fanno affluire nelle case e nelle piazze sciami di mosche infestanti. Così, il mago costruisce una mosca d’oro puro grande quanto una rana, alla vista della quale tutti gli insetti di palude si danno alla fuga liberando l’aria della città. L’artificio è accolto con tanto entusiasmo che, una volta liberata la città dal flagello, la popolazione trasla la mosca d’oro presso il castello di Cicale, dove tuttavia il simulacro d’insetto smette di funzionare. Disfattosi delle mosche, al poeta mago tocca occuparsi delle sanguisughe, che liquida ricorrendo al medesimo stratagemma: fabbricando cioè un grosso verme dorato che poi getta nel primo pozzo disponibile, sanando così le acque. Non contento, Virgilio dà sfogo alla sua vena d’artigiano cesellando nel metallo una grossa statua equestre al cospetto della quale tutti i cavalli infermi della città riacquistano prodigiosamente la salute perduta. Eppure, la misura riesce comunque a scontentare qualcuno, visto che i maniscalchi si ritrovano senza lavoro e decidono di adottare la draconiana misura del sabotaggio. A notte fonda, si radunano al cospetto della statua e le procurano un vistoso foro nel ventre, che finisce per privarla delle sue doti taumaturgiche tanto che, nel 1322, il cavallo metallico viene fuso, utilizzandone la materia per farne le campane della Chiesa Maggiore. Non a caso, Piazza Capuana reca proprio l’emblema di un equino dorato privo di briglie.

3.    Lo stemma del Sedile di Capuana a Napoli (fonte: nobili-napoletani.it).
Nottetempo, Virgilio viene tuttavia svegliato dal canto insistente delle troppe cicale che infestano la campagna. Decide così di salvare il proprio sonno – e quello dei napoletani – progettando una cicala di rame che appende ad un tronco d’albero a mezzo di una sottile catena. Il buio torna ad essere pacifico. Ma sulla città incombe un altro influsso negativo, quello dell’Austro che, soffiando aria rovente, accelerava la decomposizione delle merci esposte nei mercati, carne in primis. Così, il mago fa appendere ai bastioni dell’arco di ingresso della piazza del Mercato Vecchio alcuni quarti di manzo. Improvvisamente, la carne fresca inizia a resistere fino a sette settimane, mentre quella salata raggiunge addirittura i tre anni. Ma neutralizzato l’Austro si fa avanti il Favonio, che fa a pezzi la vegetazione in aprile spirando dal Vesuvio folate di fumo nerissimo misto a cenere ardente che divorano alberi e coltivazioni nella Terra di Lavoro. Per battere il Favonio ed il respiro ardente della bocca dell’Inferno, il mago deve adoperarsi con tutta la sua arte. Studia gli allineamenti celesti e le congiunzioni del pianeti, ed in un preciso momento forgia una statua di rame che reca alle labbra una tromba. Investita dal Favonio, la statua filtra l’aria attraverso il suo metallico strumento dando origine ad un vento opposto che lo rende innocuo. Salvate le colture, Virgilio volge la sua attenzione alle piante medicinali. Il suolo della Terra di Lavoro è fertile, questo è vero, ma non sempre si trovano con facilità erbe e radici per farne decotti e medicamenti. Così il mago fa edificare un grande giardino ai piedi di Montevergine, nella zona compresa tra Mercogliano ed Avellino. Un giardino botanico in piena regola, magicamente accessibile soltanto a coloro che ne abbisognassero realmente, e perfettamente invisibile a tutti gli altri. A Napoli il mare è cosa seria. Ma i fondali sono troppo bassi per essere pescosi, dunque i pescatori sono in guai seri. Virgilio fa lavorare una pietra sulla quale installa un pesciolino, Pietra di Pesce la chiama, ed i banchi accorrono senza sosta. Sulla Porta Nolana fa scolpire due busti, il primo d’uomo ridente, l’altro di donna in lacrime. Chiunque varchi la porta dal primo accesso vedrà realizzarsi tutti i suoi sogni, al contrario di chi farà il suo ingresso dal secondo varco. Per esercitare gli uomini nell’uso delle armi, indice i giochi di Carbonara, simulazione lancio delle pietre e tiro con la fionda cui si abbina la lotta con mazze lignee. Si fa portare anche quattro teste di morti da lunga data, che interroga a piacimento per apprendere cosa accada nei quattro angoli del globo a beneficio del duca di Napoli. Ancora, sulla Porta Nolana appone un sigillo che libera all’istante la città da serpenti e vermi di ogni sorta. A Baia, nei pressi di Cuma, nota le acque sulfuree con virtù terapeutiche e decide subito di far costruire in questo luogo alcuni bagni pubblici – Tritula in primo luogo – decorati con iscrizioni riguardanti le virtù delle acque per migliorare la salute del popolo. Così accade, finché un gruppo di medici di Salerno non decide di sabotare la struttura e ne fa scempio. Ma la sventurata combriccola viene annientata da una tempesta marina che li coglie sulla via del ritorno. Eppure, una volta ripristinati i bagni il loro accesso da parte dei napoletani resta comunque arduo a motivo della presenza di un ripidissimo rilievo che sbarra il passo ai viandanti costringendoli ad una più che faticosa ascesa. Il mago lo fa traforare contribuendo alla nascita di Fuorigrotta. Resta ancora un’impresa, forse la più ardua e simbolica. Da anni si tenta di edificare un maniero su di uno scoglio. Castello Marino, dovrebbe chiamarsi, ma l’opera viene costantemente vanificata da crolli e mancanze di equilibrio che annullano gli sforzi dei manovali. Interviene proprio Virgilio, che con gioia si diletta a misurare il suo ingegno con quel miracolo di equilibrio che la sua arte ricollega al semplice esempio di un uovo. Il mago prende infatti un uovo, il primo deposto, lo pone in una caraffa ancora più stretta dell’uovo stesso per poi racchiudere quest’ultimo ed il suo angusto contenitore all’interno di una gabbia ferrea finemente lavorata. Poi la gabbia viene appesa con lamine anch’esse ferree ad una trave saldata per traverso alle mura di una cameretta costruita appositamente allo scopo, che riceve luce unicamente da due feritoie e da una pesante porta di metallo ermeticamente chiusa. Quella camera ed ancor più il suo contenuto vanno preservate ad ogni costo, ordina lo stregone. Perché da esse dipende la sorte del castello. Il Castello dell’Ovo. E’ l’ultima sfida di Virgilio, che in occasione di una visita a Brindisi trova la morte, la seconda ed ultima. Le sue spoglie vengono riportate in fretta a Napoli, che resiste alle infinite richieste di chi ha assistito ai prodigi del mago e vorrebbe giovarsi dei suoi poteri. Piuttosto, le ossa del poeta stregone vengono raccolte e deposte in un sacco di cuoio, presto murato proprio nel maschio partenopeo. L’unica cosa di Virgilio che lascia Napoli è, guarda caso, un grosso tomo che, all’interno del primo sepolcro del mago, gli faceva da cuscino, e che un medico inglese appartenente alla corte di Ruggiero, il normanno che regge la Sicilia, insiste per portare seco a Palermo. Il lascito continua, forse.

Articolo di Simone Petrelli. Tutti i diritti riservati                  
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A STIO (SA) RITORNA LA FESTA MEDIEVALE

Prende il via giovedì 30 agosto a Stio, in provincia di Salerno, l’edizione 2012 della Fiera della Croce. Un evento tradizionale le cui origini risalgono al Medioevo, e sono probabilmente da ricercarsi nella presenza in zona di monaci italo-greci, cui si deve la fondazione della piccola cappella della Croce, nei pressi della quale l’appuntamento si tiene da sempre. Col passare dei secoli, grazie anche alle importanti produzioni di bachi da seta che caratterizzavano l’area intorno a Stio, la Fiera divenne un piazza di particolare richiamo per la compravendita di quel particolare e pregiato tipo di tessuto. Già nel XIV secolo, infatti, la Fiera risultava essere ben nota anche al di fuori dei confini del Regno di Napoli, potendo contare sulla presenza costante di mercanti fiorentini, genovesi, senesi e anche francesi. Oltre alla seta e alle stoffe, a Stio si compravano e vendevano anche animali, generi alimentari, pellame. Col tempo, intorno alla Fiera sorsero i servizi necessari ad accogliere e assistere i mercanti ospiti: come i banchi di cambiavalute e le “logge” in muratura che venivano date in fitto a chi avesse mercanzie da custodire o esporre. L’amministrazione era affidata a un Mastro di Fiera, che aveva il compito di vigilare sui commerci e di amministrare la giustizia. A fermare la Fiera della Croce fu solo la grande epidemia di peste del 1656, che ridusse drasticamente la popolazione locale. Ma già dagli anni ’80 di quel secolo, la tradizione tornò a rinnovarsi annualmente, rimanendo viva sino ai giorni nostri. Così ricca di storia, la Fiera della Croce non è quindi un semplice appuntamento dedicato al commercio, ma una vera e propria componente dell’identità locale. Per questa ragione, grazie ai fondi della Misura 313 del PSR Campania, l’Amministrazione comunale di Stio ha avviato un programma di valorizzazione a fini turistici della manifestazione, che si concretizzerà con un programma di eventi che accompagneranno, dal 30 agosto al primo settembre prossimi, l’edizione 2012 della Fiera. A fianco dei tradizionali banchi del commercio, è stato infatti predisposto un percorso gastronomico, che resterà aperto nei tre giorni della manifestazione, a partire dalle ore 19. Visitandolo, gli ospiti potranno, tra l’altro, decidere di gustare la capra bollita, piatto tradizionale della Fiera. Né mancheranno gli appuntamenti con la musica tradizionale. Il primo spettacolo è in programma per le ore 21 di giovedì 30 agosto con “LI CUNTI CANTANNO”, canti e chitarre battenti dei fratelli Campitiello. Sabato 1 settembre, alle ore 12, sarà invece la volta dell’esibizione itinerante di musica cilentana de “I CORTAZZO”, mentre, alle ore 21 dello stesso giorno, ad esibirsi nell’area spettacoli della Fiera della Croce saranno i CORÈPOLIS, con il loro repertorio di suoni etnici e popolari. Ma l’appuntamento di maggior richiamo proposto dal programma musicale è senz’altro quello con ENZO AVITABILE, il talentuoso artista napoletano che, da qualche anno a questa parte, ha intrapreso un percorso, particolarmente originale e creativo, di riproposizione delle sonorità della tradizione. Avitabile salirà sul palco di Stio alle ore 21 di venerdì 31 agosto, accompagnato dalla Black Tarantella Band. Il programma dell’edizione 2012 della Fiera della Croce sarà completato dalla tavola rotonda dal titolo “Il ruolo delle fiere nello sviluppo del commercio in provincia di Salerno dal Medioevo a oggi”, che è in programma per le ore 18 di venerdì 31 agosto, all’interno dell’antica cappella di Santa Maria della Croce. Nei tre giorni di svolgimento della Fiera della Croce 2012 sarà inoltre visitabile il percorso turistico STIO TIPICA, che si snoda attraverso 5 siti culturali e 7 punti di interesse localizzati nel centro storico del paese.

Programma

Ore 19.00
Apertura percorso gastronomico
Ore 21.00 – Largo Fiera della Croce
“LI CUNTI CANTANNO”
Canti e chitarre battenti dei fratelli Campitiello
VENERdì 31 agosto
Ore 18.00 – Cappella di Santa Maria della Croce
Convegno
“IL RUOLO DELLE FIERE NELLO SVILUPPO DEL COMMERCIO
IN PROVINCIA DI SALERNO DAL MEDIOEVO A OGGI”
Ore 19.00
Apertura percorso gastronomico
Ore 21.00 – Largo Fiera della Croce
ENZO AVITABILE
in concerto
Sabato 1 settembre
Ore 12.00 – Largo Fiera della Croce
Musica cilentana itinerante con “I CORTAZZO”
Ore 19.00
Apertura percorso gastronomico
Ore 21.00
CORÈPOLIS – Musica etnica e popolare del Sud

domenica 26 agosto 2012

MEDIOEVO A BORGO VECCHIO DI TERMOLI


Fonte: ACORS

FESTA MEDIEVALE A CAVA DE' TIRRENI

Festa medioevale Cava de' Tirreni 1-2 settembre 2012 Eventi a Salerno
Sabato 1 e domenica 2 settembre rivive il passato a Cava de' Tirreni nella Festa Medioevale 2012. L'evento, realizzato con il contributo della Regione Campania, vedrà il borgo del Corpo di Cava tornare indietro ai tempi del Medioevo: danze, musiche, giochi e gastronomia infatti saranno tutti dedicati al Medioevo che rivivrà non solo attraverso la vera e propria festa medioevale, ma anche attraverso la rievocazione storica in costumi d'epoca della visita di Papa Urbano II alla Badia benedettina di Cava, successivamente accolto dalla comunità monastica e dal corpo di magistrati, giudici e notai. Domenica 2 invece momento clou sarà il concerto di musica sacra del Coro Musicanova di Roma diretto dal Maestro Fabrizio Barchi. Ad animare le serate spettacoli, giochi, danze e degustazioni e tanti figuranti che riempiranno il borgo e allieteranno i visitatori con le loro scenette.




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sabato 25 agosto 2012

GRONGARD VIKING FEST


21 settembre alle ore 9.00 fino 
a 23 settembre alle ore 18.30 

Grongard Viking Fest ti propone tre giorni davvero speciali nel mondo dei leggendari uomini del Nord. Un mondo che potrai vivere in prima persona maneggiando la spada, andando a cavallo, apprendendo le arti ed i mestieri di un tempo o, più comodamente, sorseggiando del buon idromele durante l’ascolto di un racconto epico.

Programma delle attività
Stage

Gli stage del GRONGARD Viking Fest sono gratuiti e si svolgono all'aperto.

Scherma storica
Equitazione
Tiro con l'arco
Ascia da lancio
Laboratori

I laboratori, anch'essi gratuiti, sono attività tecniche e creative.
Artigianato 1 (realizzazione di una maglia metallica)
Artigianato 2 (lavorazione e decorazione pelli)
Paleografia (dalla scrittura epigrafica romana alla insulare britannica)
Pittura

Guarda il programma su:

www.facebook.com/grongardvf

oppure

www.grongard.com

Alcune immagini...




1/2 SETTEMBRE 2012 FESTA MEDIEVALE "SALAMARZANA" A FUCECCHIO

Sabato 1 e Domenica 2 settembre, si svolgerà a Fucecchio (Fi), nel centro storico, la terza edizione della festa medievale, SALAMARZANA. La “Festa” nata per valorizzare il centro storico di Fucecchio e come occasione di rilancio turistico del territorio, si colloca tra le iniziative di rivisitazione storica rivolte ai luoghi che anticamente si trovavano sul cammino della via Francigena. Salamarzana, che deve il suo appellativo al nome dell’antico castello medievale edificato sul “Poggio Salamartano”, in questa terza edizione raddoppia: si passa infatti da uno a due giorni di svolgimento. Vie, piazze, corti, giardini, vicoli saranno lo scenario ideale per un suggestivo salto nel Medio Evo. Saranno visitabili, con l’ausilio di guide in costume Palazzo Della Volta, Chiese di San Giovanni Battista e di San Salvatore, Monastero di San Salvatore, Torre Campanaria (possibile l’ascesa fino alla sommità tramite i volontari del Club Alpino Italiano), Palazzo Pretorio (piazza Vittorio Veneto), Museo Civico, Parco Corsini con le antiche torri. L’aspetto enogastronomico sarà particolarmente curato, prevedendo postazioni tematiche di piatti tipici medievali. Rievocazioni di antichi mestieri, accampamenti militari, musici, figuranti animeranno il centro storico di Fucecchio, attraverso un percorso fantastico e travolgente. Grandi spettacoli di forte impatto scenico realizzati da Compagnie di rinomata fama, trascineranno il visitatore nel fantastico mondo medievale.


ORARIO: sabato 1 settembre dalle ore 18.00 alle ore 24.00, domenica 2 settembre dalle ore 16.00 alle ore 20.00.

BIGLIETTO DI INGRESSO: € 3,00, ragazzi fino a 12 anni gratuito.

PROGRAMMA COMPLETO su www.salamarzana.it


Salamarzana è promossa dal comune di Fucecchio, con il patrocinio e della Provincia di Firenze e in collaborazione con l’Ass. Amici del Centro Storico di Fucecchio,
L’organizzazione è di Exponent srl.

Info: www.salamarzana.it
Comune di Fucecchio Ufficio Cultura 0571.268403 www.comune.fucecchio.fi.it Exponent 0571.76303 www.exponent.it info@exponent.it

MEDIEVALIA TORNA A CASERTAVERCCHIA

Dopo la pausa di quasi due mesi (la manifestazione è stata assente da Casertavecchia per visitare le splendide abbazie di San Vincenzo al Volturno (IS) e del Goleto (AV) e il castello di Sant'Angelo dei Lombardi), Medievalia torna a far rivivere il Medioevo nel borgo di Casertavecchia. Infatti, in Casertavecchia (chiesa dell'Annunziata e Cattedrale) da sabato 25 agosto ore 16 a domenica 26 agosto ore 21, sarà possibile conoscere, in modo gioioso e diretto ma filologico, molteplici aspetti della cultura, soprattutto materiale, del Medioevo, grazie a conferenze, laboratori, dimostrazioni, visite guidate, concerti tenuti da esperti del settore. Ingresso libero. I contenuti dettagliati del programma della due giorni medievale sono disponibili sul sito www.vicusmedievalis.altervista.org. Nel seguito la sintesi. 

venerdì 24 agosto 2012

GRUPPO MEDIEVALE COLLE SANT'ANGELO DI ANAGNI

La Contrada di Colle Sant’Angelo,compresa ancora oggi nel cuore della città, prende il nome dall’antica chiesa parrocchiale romanica di S.Angelo, ricostruita nel ‘700. Essa conserva gli antichi confini: ad est con il quartiere Trivio, a nord con Piscina, ad ovest con il quartiere di Valle e a sud con quello detto di Portario. Nel Medioevo erano molte le chiese nel quartiere, oggi rimangono quelle di S.Angelo, S.Antonio e Sant’Agostino. Fa parte della Contrada anche la zona esterna che fa capo al Borgo di San Francesco ed alla chiesetta rurale della Madonna delle Grazie.Troviamo antichi riferimenti a Colle Sant’Angelo intorno all’anno 1000. Ma è a partire dal 1200 con l’insediamento nel quartiere della famiglia del Cardinale Ugolino Conti, che la Contrada diventa centro di interessi e di potere, testimoniato ancora oggi dalla presenza del nobile palazzo Conti e di possenti cippi gentilizi con catene, simbolo di potere ed immunità del casato. Il potere si estese direttamente fino a Faito e a Tòfano, con i controlli dei grandi prati, del fiume Rio e di un mulino. Nel tardo medioevo Colle Sant’Angelo assorbì la giurisdizione di altri territori limitrofi, accrescendo un ruolo di riferimento nell’amministrazione della città.

giovedì 23 agosto 2012

FESTA MEDIEVALE A CASSINE

Nella magica atmosfera di un antico borgo, La Festa Medioevale di Cassine, è pronta a far rivivere il passato al proprio pubblico, tra armati, cavalieri, mercanti e maghi, gustando i piatti della tradizione piemontese con la musica festosa delle cornamuse. L'evento prosegue il percorso oramai consolidato della 'rievocazione a tema': quest'anno tutti gli spettacoli saranno concentrati in un solo giorno, sabato 1 settembre. Per la domenica invece è prevista solo l'apertura del borgo di Cassine, con il mercatino Aleramico.  “Un percorso che si è distinto per serietà e correttezza – sottolinea il presidente dell'associazione organizzatrice Arca Grup, Gianfranco Cuttica di Revigliasco - La Festa Medioevale ha saputo miscelare in modo mirabile la scientificità della narrazione storica con la spettacolarità, l’emozione, ed è in grado di equilibrare la correttezza rievocativa con le più moderne tecnologie, al fine di ottenere il massimo coinvolgimento del pubblico”.  

IL MEDIOEVO RIVIVE A MIGNANO PONTE LUNGO

La città di Mignano Monte Lungo può vantare una fervida storia medievale, di cui porta le tracce nella sua stessa conformazione architettonica e paesaggistica. Testimonianza ne è, infatti, quel castello del XII secolo, passato alla storia come "Castello Fieramosca", dal nome del nobile cavaliere che ne fu proprietario fino al 1515, Ettore Fieramosca, eroico difensore dell'Italia Meridionale contro l'occupazione francese al fianco degli Aragonesi. Un grande bene architettonico,  che si erge ancora, imponente, lungo l'attuale Corso Umberto con la sua austera Torre rotonda, che portava lo stemma dei Fieramosca. In un'ottica di recupero di questo grande patrimonio storico-culturale che caratterizza Mignano Monte Lungo, la nuova amministrazione comunale ha deciso quest'anno di migliorare sotto tutti gli aspetti  la tipica sfilata medievale, giunta alla sua dodicesima edizione

MEDIOEVO ALLA ROCCA A ROCCA SAN FELICE

Torna l’incantesimo di Rocca San Felice. Il bogo altirpino, per quattro giorni, rivive i fasti del Medioevo. E lo fa in gande stile. A partire da questa sera si alza il sipario sulla XVII edizione di “Medioevo a la Rocca”. La manifestazione - organizzata dalla Pro-Loco “De Mephiti” (presieduta dall’architetto Alfonso Forgione) con il contributo dell’amministrazione comunale - riscuote ogni anno sempre più successo, tanto da essere diventata un evento conosciuto a livello a nazionale. E tante sono le persone che ogni anno nel terzo week end di agosto prendono d’assalto le strutture ricettive per partecipare all’evento, unico nel suo genere e che ha portato Rocca San Felice ai fasti nazionali, tanto che il borgo oggi viene scelto come location per celebrare matrimoni. Ma quello che ci si appresta a vivere in questi quattro giorni a Rocca San Felice è tutt’altra storia, sarebbe il caso di dire. Un tuffo nel passato tra gli stretti vicoli del borgo medioevale, dove dai davanzali scolpiti s’affacciano fiori d’ogni tipo. 

TRE GIORNI A PONTREMOLI PER RISCOPRIRE IL MEDIOEVO

Il giudizio fortemente negativo che accompagna la parola 'medioevo' deriva da fonti storiografiche settecentesche, infatti gli illuministi, alla luce della rivalutazione del raziocinio, considerarono il medioevo un'epoca di oscurantismo e di barbarie. In effetti questo periodo, come tutte le altre età presenta luci ed ombre, mescola ignoranza e devozione, fede e superstizione in un caleidoscopio di emozioni che appartengono all'uomo a tutto tondo per conoscere in modo approfondito il periodo dopo l'anno mille, Medievalis, l'evento che ormai si svolge ogni anno a Pontremoli, offre la possibilità di partecipare a numerose conferenze tenute da esperti di storia locale e non solo. Si parte venerdì 25 agosto dall'appuntamento con “l'ospitalità e l'assistenza frutti del medioevo”, a cura di Don Pietro Pratolongo.

VIAGGIO NEL MEDIOEVO A FINALBORGO: 4 SERATE!

E’ pronta a scattare la ventesima edizione di “Viaggio nel Medioevo”, l’appuntamento di Finalborgo che lo scorso anno ha visto la presenza di oltre 50 mila visitatori accorsi per rivivere gli antichi fasti e splendori del 1400. Da domani, giovedì 23, fino a domenica 26, per quattro serate il centro del borgo sarà animato da spettacoli e figuranti. La manifestazione prevede la ricostruzione di botteghe e locande popolate di avventori in costume, con strade e piazze animate da dame e cavalieri, concerti di musica celtica-medievale, spettacoli di giullari, giocolieri, mangiafuoco, esibizioni di rapaci, tornei a cavallo, giochi, torture e storia dal vivo in modo da riprodurre il XV secolo, epoca nel quale il marchesato del Finale, governato dai Del Carretto, visse il suo periodo di maggior fulgore. 

mercoledì 22 agosto 2012

ROCCHETTA TORNA NEL MEDIOEVO

Ai nastri di partenza l´edizione 2012 della Cena Medievale e Palio di Rocchetta Sant´Antonio. Domani, 23 agosto, l´Associazione Culturale LiberaMente e Il Comune di Rocchetta Sant´Antonio proporranno una giornata tutta dedicata al medioevo. Pietanze tipiche e spettacoli faranno da corona al mastodontico castello D´Aquino che sarà protagonista di un suggestivo spettacolo pirico rinominato 'incendio al castello'. Già dalle ore 18 la cittadina sarà impegnata nei giochi del palio che decreteranno un vincitore tra le quattro contrade del paese. Oltre al tiro alla fune e ai combattimenti di spade il palio è caratterizzato dalla gara degli asinelli e delle galline. In serata invece, giullari e mangia-fuoco gireranno tra le botteghe degli antichi mestieri dove saranno servite ricette medievali a base di prodotti tipici del preappennino dauno e non solo.

ARMI MEDIEVALI


ARBALESTRA

L'arbalesta è una tarda variante della balestra medievale europea. Più grande di una normale balestra, l'arbalesta aveva un corpo d'acciaio. Le maggiori dimensioni e il maggiore carico di rottura dell'acciaio le consentivano una forza maggiore. Le arbaleste più potenti erano attrezzate con una piccola carrucola per il caricamento, e potevano sprigionare fino a 22 kN (circa 2243 kgf), ed erano precise fino a 900 metri di distanza. Un bravo balestriere potrebbe tirare un quadrello due volte ogni minuto. Le arbaleste erano a volte considerate disumane o scorrette, dato che un arbalestriere senza esperienza avrebbe potuto uccidere un cavaliere di livello superiore. Il termine "arbalesta" viene spesso usato come sinonimo di balestra.

Fonte: Wikipedia

ANGONE

L'angone (dal greco bizantino ἄγγων, aggon) era un tipo di giavellotto usato nell'Alto Medioevo dai Franchi e da altre popolazioni germaniche, tra cui gli Anglosassoni. Era simile al pilum usato dai Romani, probabilmente in quanto derivato da questo, ed era formato da una testa con barbigli e un gambo in ferro montato su di una mazza di legno. I modelli utilizzati dagli Anglosassoni e ritrovati nelle tombe hanno una lunghezza da 1,6 a 2,8 metri, mentre quelli ritrovati a Nydam Mose in Danimarca vanno dai 2,3 ai 3,0 metri. Sebbene lance più corte e leggere e con punte più piccole fossero generalmente preferite in funzione di giavellotti, l'angone faceva eccezione: uno di questi, ritrovato ad Abingdon, aveva una punta di 52,5 centrimetri.

ALABARDA

L'alabarda è l'arma inastata per antonomasia, a punta, tagliente da entrambi i lati. Si compone di una lama di scure sormontata da una cuspide o da una lama di picca e sviluppante, posteriormente, in un uncino o in una seconda cuspide. Per forma ed utilizzo ricorda molto la voulge, della quale si costituisce come una sorta di evoluzione più raffinata. Diffusa massicciamente in Europa dai successi militari dei mercenari svizzeri a partire dal XIV secolo, restò in uso alle forze di fanteria sino alle prime decadi del XVII secolo. Nel XVIII secolo era ormai divenuta arma di rappresentanza per le guardie di palazzo ed a tal fine è ancora in uso alle Guardia Svizzera Pontificia ed alla Guardia Real di Spagna. In Cina l'uso di un'arma molto simile all'alabarda occidentale, il Ji (戟) è testimoniato sin dal VIII secolo a.C.

ROVERETO E LE SUE CHIESE RIVALI, PROTAGONISTI DEL MEDIOEVO

Due chiese, Sant'Andrea e San Pietro di Rovereto, con i loro borghi millenari immersi tra gli ulivi, nell'incantevole scenario del golfo del Tigullio, tra Zoagli e Chiavari: sono i tesori poco conosciuti alla cui scoperta ci conduce questo libro-guida preciso e documentato di Ferruccio Burlando (classe 1981, laurea in Conservazione dei Beni Culturali e master in Tecnologie Integrate per i Beni Culturali), che ha collaborato con i Musei di Strada Nuova per l'informatizzazione dei dati cartacei nell'ambito della revisione degli inventari della pinacoteca di Palazzo Rosso e Palazzo Bianco.Emerge l'importante ruolo svolto nel medioevo dal territorio di Rovereto quale località di sosta per i pellegrini che percorrevano a piedi l'antica strada romana diretti a Santiago di Compostela e necessitavano di strutture e servizi di accoglienza, come gli «ospitali» appositamente costruiti a questo scopo, che a loro volta favorirono il sorgere di centri abitati e di luoghi di culto.Alla bellezza del paesaggio fa riscontro lo splendore delle due chiese con il sagrato, il campanile, gli arredi liturgici e i dipinti, questi ultimi descritti in schede dettagliate.

martedì 21 agosto 2012

MEDIOEVO A BARI

NON si può certo dire che il Medioevo in città rappresenti una novità rivoluzionaria. Ancora di più nella stessa Bari dove, oltre le tracce architettoniche, è pure capitato appena pochi anni fa che, durante il Maggio nicolaiano, nella città vecchia siano stati allestiti degli accampamenti e mercatini di stampo medievale. È lo spettacolo della storia, una consuetudine - più o meno filologicamente corretta è un altro discorso - ormai radicata a Bari, attraverso il corteo storico che rievoca la traslazione delle reliquie nicolaiane avvenuta nel 1087, come pure nel resto della Puglia (valga per tutti il caso del Torneo dei rioni di Oria).  Nuova e assolutamente inedita, invece, l'intuizione di abitare il fossato del castello normanno svevo di Bari, inaccessibile alla fruizione pubblica e consegnato, piuttosto, al ruolo di discarica a cielo aperto. Ma tant'è. Si deve all'associazione Historia, insieme con quella del Centro studi normanno svevi, la buona idea di Medievalia, un progetto sperimentale per far rivivere, e ricondurlo al suo tempo, il castello normanno svevo.

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