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martedì 21 agosto 2012

MEDIOEVO A BARI

NON si può certo dire che il Medioevo in città rappresenti una novità rivoluzionaria. Ancora di più nella stessa Bari dove, oltre le tracce architettoniche, è pure capitato appena pochi anni fa che, durante il Maggio nicolaiano, nella città vecchia siano stati allestiti degli accampamenti e mercatini di stampo medievale. È lo spettacolo della storia, una consuetudine - più o meno filologicamente corretta è un altro discorso - ormai radicata a Bari, attraverso il corteo storico che rievoca la traslazione delle reliquie nicolaiane avvenuta nel 1087, come pure nel resto della Puglia (valga per tutti il caso del Torneo dei rioni di Oria).  Nuova e assolutamente inedita, invece, l'intuizione di abitare il fossato del castello normanno svevo di Bari, inaccessibile alla fruizione pubblica e consegnato, piuttosto, al ruolo di discarica a cielo aperto. Ma tant'è. Si deve all'associazione Historia, insieme con quella del Centro studi normanno svevi, la buona idea di Medievalia, un progetto sperimentale per far rivivere, e ricondurlo al suo tempo, il castello normanno svevo. Dall'altro giorno, infatti, e fino al 4 settembre ogni domenica, lunedì e martedì - nella prospettiva di continuare fino al termine di ottobre - un'ala del fossato accoglie un villaggio medievale in scala ridotta ma fedele nella ricostruzione storica. Ad abitarlo circa una trentina di figuranti impegnati nel dar vita a uno spettacolo interattivo, immaginato per essere fruito sia dai cittadini che dai turisti e croceristi altrimenti costretti a vagare in un'inanimata Bari agostana (da qui la scelta delle giornate, individuate in coincidenza con gli attracchi delle navi da crociera nel porto). Interattivo perché non ci sarà soltanto da assistere alle talentose performance dei giocolieri e artisti di strada o, ancora, ai tornei fra cavalieri nella piazza d'arme allestita nel cuore del campo e fedeli nella riproposizione di corazze, armature e spade. I visitatori, per esempio, potranno cimentarsi col tiro dell'arco medievale seguendo le istruzioni per l'uso offerte dall'arciere Beppe Dalfino, nella vita di tutti i giorni bibliotecario al Politecnico ma, alle spalle una laurea in Lettere con una tesi in Archeologia medievale, innamorato del passato al punto di tuffarvisi dentro. "Con quest'arco non si prende la mira - ci spiega - ma ci si appropria dell'obiettivo focalizzandolo nella propria mente per poi essere guidati dall'istinto all'atto di scoccare la freccia". Non sono saltimbanchi gli abitanti di Medievalia ma gente che, insomma, prima di "giocare" al Medioevo l'ha studiato e fra i banchi dell'università. Così ogni dettaglio nella forgia di una spada, di un abito o di una tenda è il frutto, prima di attente ricerche storiche, e, in un secondo momento, di una passione spinta a tal punto da sfociare nella realizzazione in proprio degli oggetti in questione. Medioevo fai da te, dunque, ma ben lontano dall'improvvisazione. Anche nelle visite guidate che le ragazze e i ragazzi di Historia, guidati dal fondatore e presidente Stefano Latorre, propongono ai turisti che intendono varcare il ponte del castello normanno svevo. Troppo presto per azzardare un bilancio di Medievalia, il suo valore intrinseco è in primo luogo l'aver riacceso i riflettori sul fossato del castello, uno spazio che ragionevolmente dovrebbe essere restituito in chiave socioculturale alla fruizione pubblica. Si conta, in tal senso, un solo precedente: correva l'inverno del 2010 quando, finalmente, questo enorme spazio negato si trasformò in galleria en plein air per la grande mostra d'arte contemporanea Da sopra, giù nel fossato, curata da Achille Bonito Oliva. Peccato che quell'avventura sia durata appena lo spazio di pochi mesi e che, volate via le sculture e le installazioni in esposizione, la città si sia dimenticata non solo del fossato ma dello stesso castello. 
 

Fonte: Repubblica.it

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