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venerdì 3 agosto 2012

CAVALIERI TEMPLARI A LUCERA

La presenza dei Cavalieri Templari a Lucera nel corso del XIII secolo fu particolarmente rilevante a tal punto da suscitare invidie e gelosie da parte di altri ordini religiosi. Infatti il 16 giugno del 1226 il papa Onorio III intervenne in una controversia tra i Cavalieri Templari di Barletta e i cistercensi di Casanova (Penne) per alcuni possedimenti compresi tra Lucera e Serra. Nei dintorni di tali località i Cavalieri Templari possedevano diverse masserie ricordate in un documento del 17 febbraio 1303, quando Carlo II d’Angiò scriveva a Santoro da Bitonto, a Giacomo da Peschici e al giudice Tommaso da Guglionisi affinché procedessero alla trattazione della causa tra i Cavalieri Templari e gli ufficiali della Curia per il possesso delle masserie di Casanova, S. Lucia di Rivamorto e Macchia Pentaricia, situate nel territorio di Lucera. La causa era stata commessa ai predetti da lungo tempo e sempre dilazionata. Qualche anno dopo i Cavalieri Templari vennero molestati nei loro beni e nelle loro persone e il papa Benedetto XI intervenne in loro difesa comandando in una lettera del 20 giugno 1304 al vescovo di Santa Maria (Lucera) di far cessare le molestie nei loro confronti. Nella primavera del 1307 i beni dei Cavalieri Templari di Lucera furono sequestrati e affidate alle cure di Bartolomeo de Carbonaro di Salpi e al notaio Giacomo di Santa Maria, amministratori per conto della Chiesa. A costoro il 27 marzo 1309 Roberto d’Angiò ordinò di mettere a disposizione quaranta buoi e tutti bufali appartenuti ai Cavalieri Templari delle maestranze impegnate nel cantiere per la costruzione della chiesa di Santa Maria di Lucera.

Fonte: www.templaricavalieri.it

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