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Visita il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia!

Scopri la storia dei Templari con il Primo Museo Didattico Templare Permanente in Italia sito a Viterbo!

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La Grande Storia dei Cavalieri Templari

Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio

La Grande Leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda

I personaggi e i fatti più importanti del ciclo arturiano e della Tavola Rotonda

Le Leggende Medioevali

Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

lunedì 23 settembre 2019

CIPANGO: LA MITICA "ISOLA D'ORO" DI MARCO POLO


Se esiste un libro che ha ispirato generazioni di esploratori e viaggiatori nel corso dei secoli quello è senz'altro Il Milione di Marco Polo. L'opera del viaggiatore veneziano fu dettata a Rustichello da Pisa, compagno di cella di Marco Polo ritrovatosi prigioniero dei genovesi dopo la disfatta della Serenissima nella battaglia navale di Curzola in Dalmazia.

Le storie di questi viaggi straordinari compiuti da Marco Polo nel corso di oltre 30 anni di viaggi in Asia con il padre e con lo zio ispirarono persino Cristoforo Colombo nella sua affannosa ricerca di una rotta commerciale privilegiata verso le Indie. Marco Polo non fu del resto solo uno dei più grandi viaggiatori della storia ma le sue esperienze e scoperte influenzarono i suoi stessi contemporanei: si pensi che fu proprio lui a introdurre i giochi di carte a Venezia. A proposito del rapporto tra Marco Polo e Cristoforo Colombo c'è da dire che entrambi sono stati sfiorati da fascinazioni templari sui quali gli storici e gli amanti del mistero hanno ampiamente ricamato. Si è infatti fantasticato sul fatto che il viaggiatore veneziano fosse in realtà un emissario segreto del Papa impegnato a ricercare alleanze nella lotta agli infedeli. Marco Polo fu infatti ospite a Pechino dell'imperatore del Catai Gran Khan Kublai ed effettivamente il Pontefice Gregorio X aveva rifornito i Polo di una serie di doni da presentare al Gran Khan tra cui anche un'ampolla con l'olio del Santo Sepolcro da far recapitare all'imperatore dell'Oriente. Prima di arrivare a Pechino i Polo avevano transitato per San Giovanni d'Acri in Siria, avamposto crociato tenuto dai cavalieri Templari con l'aiuto degli Ospitalieri e dei cavalieri teutonici. Qui i Polo avrebbero incontrato il legato pontificio Tedaldo Visconti da Piacenza (divenuto per l'appunto in seguito Gregorio X) che avrebbe istruito gli emissari sulla loro missione per portare i Mongoli a fianco della lotta dei crociati. Proprio Piacenza, città dalla forte impronta templare e luogo natale di questo Papa fautore della riconquista dei luoghi Santi, è anche la patria di quei Pallestrello (o Pallestrello, Perestrilli) la cui figlia Felipa sarà moglie di Cristoforo Colombo. Tra i luoghi descritti dal celebre esploratore quello più discusso e avvolto nel mistero è senz'altro Cipango, un'isola favolosa popolata da genti di pelle bianca dedite al cannibalismo i cui templi erano ricoperti di tetti d'oro. Un paese fantastico che i Polo non avrebbero mai visitato di cui avrebbero appreso l'esistenza dallo stesso Gran Khan, che per due volte nel 1274 e nel 1281 aveva cercato di conquistare l'arcipelago del Sol Levante non riuscendo nell'impresa a causa di alcune incredibili tempeste che mandarono in rotta la sua flotta (i giapponesi chiamarono quei fortunosi eventi climatici che sventarono l'invasione con il nome di Kamikaze o vento divino).



Alcuni indizi confermerebbero Cipango come l'odierno Giappone in quanto l'origine della parola stessa deriverebbe da Jepenkuo o Zhebenguo parola usata nella Cina degli Yuan per designare l'arcipelago nipponico e probabilmente le popolazioni dalla pelle bianca descritte nel milione potrebbero essere gli Ainu, gli antichi abitanti del nord del Giappone, quasi totalmente sterminate dagli Shogun nel corso dell'unificazione del Giappone. Tuttavia l'oro nel Sol Levante è quasi del tutto assente e non si hanno nemmeno notizie di tradizioni antropofaghe, due fatti che farebbero propendere per una possibile collocazione di Cipango nel continente americano. Sia i Maya che gli Inca come gli Aztechi praticavano i sacrifici umani mentre ad Haiti era in uso l'antropofagia e a differenza del Giappone in questo continente c'è abbondanza d'oro e i templi Inca come quelli Aztechi erano realmente ricchi d'oro (l'ultimo imperatore azteco Montezuma pagò il riscatto per la sua liberazione a Hernan Cortes riempendo d'oro un'enorme sala del suo palazzo). Inoltre nel Milione si parla di un'anno di navigazione dalla Cina per raggiungere Cipango quando in realtà la distanza che separa l'arcipelago dall'Asia è molto più breve anche navigando con le imbarcazioni dell'epoca.
Sulla possibilità di una frequentazione delle Americhe da parte delle navi templari si è già scritto e discusso abbondantemente con il porto francese di La Rochelle sull'atlantico individuato come base per le possibili esplorazioni “americane” dei cavalieri del Tempio, mito di fatto connesso con la scomparsa di parte della flotta templare, forse salpata proprio verso le americhe o più probabilmente verso il Portogallo (il re Dionigi fornì infatti ospitalità e protezione ai reduci templari facendoli confluire nell'ordine dei Cavalieri di Cristo), dopo la congiura di Filippo il Bello e Clemente V che con il Concilio di Vienne del 1312 decretarono la soppressione dei santi cavalieri. Americhe o Giappone resta il fatto che Cipango e Il Milione ispirarono Cristoforo Colombo nella sua ricerca di un “passagium” verso le Indie e che entrambi gli esploratori sulla via dell'ignoto scrissero pagine fondamentali della storia.


venerdì 6 settembre 2019

INAUGURAZIONE DEL PRIMO MUSEO STORICO DIDATTICO DEI CAVALIERI TEMPLARI

A partire da sabato 7 settembre, lo staff di Tesori d’ Etruria è pronto ad accogliere e trasportare i visitatori nel mondo dei Cavalieri Templari attraverso una vasta serie di attività e percorsi emozionali che ammaliano grandi e bambini in occasione dell’apertura, a Viterbo, del Museo Storico Didattico dei Cavalieri Templari. Una nuova spettacolare realtà che va ad arricchire l’offerta di Tesori d’Etruria e la sua Viterbo Sotterranea, diventati ormai un vero e proprio punto di riferimento culturale e di intrattenimento nel capoluogo della Tuscia e nel centro Italia.

Come ben sapete la nascita dell'ordine dei Cavalieri del Tempio si colloca nella Terra Santa, al centro delle guerre tra forze cristiane e islamiche scoppiate dopo la prima crociata del 1096. In quel periodo le strade della Terra Santa erano percorse da pellegrini provenienti da tutta Europa, spesso assaliti e depredati. Intorno al 1118 un piccolo gruppo di cavalieri fondò il nucleo originario dell'ordine templare, con il compito di assicurare l'incolumità dei numerosi pellegrini europei che continuavano a visitare Gerusalemme. L'ordine fu ufficializzato nel 1128, assumendo una regola monastica, con l'appoggio di Bernardo di Chiaravalle.

I Templari e Viterbo, un binomio imprescindibile, con molti punti di contatto fin dall'origine dell'Ordine, una sorta di primogenitura templare di Viterbo in Europa. Tutto ciò soprattutto grazie a papa Eugenio III, in esilio, più di una volta, da Roma a Viterbo. Proprio qui, nel 1145, papa Eugenio III, con la bolla Militia Dei, dà la possibilità all’Ordine Templare di raccogliere decime, tasse di sepoltura ed altri pagamenti.

Nello stesso anno, sempre da Viterbo, Eugenio III, con la bolla Quantum Praedecessores, dà inizio alla seconda Crociata, appena saputo che la città assira di Edessa era caduta in mano al temibile Imad al-Din Zengi che, con la presa di Edessa, voleva rispondere e contrastare l’ammaliante azione predicatoria messa in atto da Bernardo di Chiaravalle.

A Parigi, 2 anni dopo, Eugenio III presiede il capitulum generale di 130 Cavalieri Templari sotto il comando di Evrard des Barrès. Terminato il capitulum generale, Eugenio III ufficializza l’adozione della croce patente quale simbolo dei Templari, che già utilizzano quella patriarcale, consegnata trent’anni prima da Varmondo di Picquigny, patriarca di Gerusalemme, ai primi Templari. La croce patente assume un significato particolare solo tra i Cavalieri Templari che la adottano come emblema.

Queste e tante altre storie sui monaci-guerrieri, che fondono la storia dei Cavalieri Templari con il mito, potranno essere scoperte dai visitatori in un affascinante viaggio nel tempo con la visita al museo storico-didattico dei Cavalieri Templari a Viterbo Sotterranea.

IL PERCORSO DI VITERBO SOTTERRANEA

Viterbo sotterranea è composta da un reticolo di gallerie che si estendono sotto il centro storico e conducono fin oltre la cinta muraria. Il percorso è completamente scavato nel tufo, una roccia vulcanica che caratterizza il paesaggio interno del viterbese.

L'origine dei cunicoli è antichissima. Stando ad alcune accreditate teorie, avanzate da studiosi e archeologi, il primo taglio nel tufo risale a epoche pre-etrusche. E nel periodo etrusco, poi templare, questi luoghi assunsero la conformazione attuale: alzati, allargati ed allungati, i tunnel sotterranei diventarono un autentico labirinto.

I passaggi segreti e rituali, secondo alcuni studiosi, servivano a mettere in comunicazione le strutture sacre nei primordi etruschi della nascente Surna, oggi Viterbo.

Nel periodo templare, invece, alcune gallerie conducevano verso le uscite principali della città e assicuravano le vie di fuga in caso di pericolo o di assedio.

APERTO AL PUBBLICO IL NUOVO AMMALIANTE PERCORSO SOTTERRANEO

Aperto completamente al pubblico il nuovo spettacolare percorso di Viterbo Sotterranea. Ambienti di grande suggestione che ammaliano il visitatore.

Il percorso Sotterraneo emoziona e stupisce i visitatori non solo per la grandezza degli spazi, ma anche per la suggestione che gli stessi evocano grazie alla loro antica storia.

Dai cunicoli pre-etruschi a quelli dei cavalieri templari, dai “butti” medioevali agli antichi passaggi pre-etruschi, fino ad arrivare in un ambiente di grande fascino: il più antico luogo di culto, sotterraneo, del centro storico di Viterbo.

Il circuito ipogeo di Via Chigi fu scavato all’interno della più caratteristica formazione vulcanica dell’apparato di Vico: il Tufo rosso a scorie nere (Ignimbrite c). Il termine ignimbrite deriva dal greco: ignis (fuoco) e imbris (pioggia), e descrive le modalità di deposizione di questa particolare roccia che avviene attraverso imponenti colate piroclastiche, ovvero un flusso incandescente costituito da un insieme turbolento di gas e parti solide (pomici, lava, ceneri, lapilli) anche di dimensioni decimetriche. La famosa eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei ed Ercolano è un esempio di colata piroclastica.

Il deposito ignimbritico di Viterbo Sotterranea ha avuto origine dal collasso del paleo-vulcano di Vico, un edificio imponente che si ergeva dove ora è il Lago omonimo, raggiungendo altezze di gran lunga maggiori dell’attuale Monte Fogliano, e che si estendeva sino a Castel d’Asso, alla periferia Sud di Viterbo. Questo evento esplosivo ebbe luogo tra 200 e 150 mila anni fa. Per questo il circuito ipogeo di Viterbo Sotterranea ci descrive un periodo geologico lungo migliaia di anni.

Tra i cunicoli presenti nella Viterbo Sotterranea, in particolare uno, grande e dalla forma perfettamente ovoidale, è secondo alcuni un’antica via rituale utilizzata per raggiungere aree sacre degli antichi luoghi templari.

Il Museo Storico-Didattico dei Cavalieri Templari e il nuovo complesso monumentale di Viterbo Sotterranea si possono visitare tutti i giorni con una visita guidata dedicata che conduce alla scoperta di questi magici luoghi, etruschi e templari, un viaggio nella storia lungo migliaia di anni.

Per ulteriori informazioni e notizie: Tesori d’Etruria, Piazza della Morte, 1 Viterbo 338.8618856 0761.220851 welcome@tesoridietruria.it

Galleria Fotografica










martedì 16 luglio 2019

ITINERARIO DI SIGERICO

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L'Itinerario di Sigerico rappresenta la più importante e antica "guida" alla Via Francigena, il percorso che portava a Roma e che costituiva una delle più importanti vie di comunicazione. Prende il nome dall'Arcivescovo del Canterbury Sigerico che, di ritorno a Roma, scrisse un vero e proprio diario... L'itinerario acquisì notorietà quando Rotari, Re dei Longobardi, dopo la conquista della fortezza della Cisa e della Marictima (la costa ligure) stabilì una via di comunicazione principale che diverrà nota come la "via Francigena di Monte Bardone". Nel 990, Sigerico tornò da Roma dove ottenne il Pallio dalle mani del Sommo Pontefice e decise di descrivere le settantanove tappe del suo itinerario verso Canterbury in maniera estremamente precisa tanto che ha consentito agli studiosi di tracciare l'originale tracciato della via Francigena.

Il testo originario

«Adventus archiespiscopi nostri Sigeric ad Romam : primitus ad limitem beati Petri apostoli : deinde ad Sanctam Mariam scolarn Anglorum: ad Sanctum Laurentium in craticula : ad Sanctum Valentinum in ponte Molui : ad Sanctam Agnes : ad Sanctum Laurentium foris murum : ad Sanctum Sebastianum : ad Sanctum Anastasium : ad Sanctum Paulum : ad Sanctum Bonefatium : ad Sanctam Savinam : ad Sanctam Mariam scolam Graecam : ad Sanctam Ceciliam : ad Sanctum Crisogonum : ad Sanctam Mariam Transtyberi : ad Sanctum Pancratium. Deinde reversi sunt in domum. Mane ad Sanctam Mariam rotundam : ad sanctos apostolos : ad Sanctus Johannes in Laterane. Inde reficimus cum domini apostolico Johanno : deinde ad Jerusalem : ad Sanctam Mariam majorem : ad Sanctum Petrum ad Vincula : ad Sanctum Laurentium ubi corpus ejus assatus fuit. Iste sunt submansiones de Roma usque ad mare. I Urbs Roma. Il Johannis VIIII. III Bacane. IIII Suteria. V Furcari. VI Sce Valentine. VII Sce Flaviane. VIII Sca Cristina. IX Aquapendente. X Sce Petir in Pail. XI Abricula. XII Sce Quiric. XIII Turreiner. XIV Arbia. XV Seocine. XVI Burgenove. XVII Aelse. XVIII Sce Martin in Fosse. XIX Sce Gemiane. XX Sce Maria Glan. XXI Sce Peter Currant. XXII Sce Dionisii. XXIII Arne Blanca. XXIII Aqua Nigra. XXV Forcri. XXVI Luca. XXVII Campmaior. XXVIII –Luna. XXIX Sce Stephane. XXX Aguilla. XXXI Puntremel. XXXII Sce Benedicte. XXXIII Sce Moderanne. XXXIV Philemangenur. XXXV Metane. XXXVI Sce Domnine. XXXVII Floricum. XXXVIII Placentia. XXXIX Sce Andrea. XL Sce Cristine. XLI Pamphica. XLII Tremel. XLIII Vercel. XLIV Sca Agath. XLV Everi. XLVI Publei. XLVII Agusta. XLVIII Sce Remei. XLIX Petrecastel. L Ursiores. LI Sce Maurici. LII Burbulei. LIII Vivaec. LIV Losanna. LV Urba. LVI Antifern. LVII Punterlin. LVIII Nos. LIX Bysiceon. LX Cuscei. LXI Sefui. LXII Grenant. LXIII Oisma. LXIV Blaecuile. LXV Bar. LXVI Breone. LXVII Domaniant. LXVIII Funtaine. LXIX Chateluns. LXX Rems. LXXI Corbunei. LXXII Mundlothuin. LXXIII Martinwaeth. LXXIV Duin. LXXV Atherats. LXXVI Bruwaei. LXXVII Teranburh. LXXVIII Gisne. LXXX Sumeran.

Delle settantanove località attraversate da Sigerico nell'itinerario originale, trentaquattro sono le città: Canterbury, Calais, Bruay, Arras, Reims, Châlons-sur-Marne, Bar-sur-Aube, Besançon, Pontarlier, Losanna, Gran San Bernardo, Aosta, Ivrea, Santhià, Vercelli, Pavia (deviazione per Bobbio), Piacenza, Fiorenzuola d'Arda, Fidenza, (deviazione per Parma), Fornovo di Taro, Pontremoli, Aulla, Luni, Carrara, Camaiore, Lucca, Porcari, Altopascio, San Genesio, San Gimignano, Colle di Val d'Elsa, Siena, San Quirico d'Orcia, Acquapendente, Montefiascone, Bolsena, Viterbo, Sutri, Roma.

Sigerico impiegò 79 giorni a percorrere, perlopiù a piedi, tutti i 1600 chilometri del tragitto. La percorrenza media di viaggio fu quindi di 20 Km circa al giorno.

Itinerario in Italia

Lazio
I Urbs, Roma, Borgo Leonino,
II Johannis VIIII, oggi La Storta,
III Bacane, oggi Valle di Baccano, nel comune di Campagnano di Roma,
IIII Suteria, oggi Sutri,
V Furcari, oggi Vetralla,
VI Sce Valentine, oggi Bulicame presso Viterbo,
VII Sce Flaviane, oggi Montefiascone,
VIII Sca Cristina, oggi Bolsena,
IX Aquapendente, oggi Acquapendente.

Toscana
X Sce Petir in Pail., oggi Podere Voltole nel comune di Abbadia San Salvatore,
XI Abricula, oggi Le Briccole o anche Bricola nel comune di Castiglione d'Orcia,
XII Sce Quiric., oggi San Quirico d'Orcia,
XIII Turreiner., oggi Torrenieri, nel comune di Montalcino,
XIV Arbia, oggi Ponte d'Arbia, nel comune di Monteroni d'Arbia,
XV Seocine, oggi Siena,
XVI Burgenove, oggi Abbadia a Isola nel comune di Monteriggioni,
XVII Aelse, oggi Pieve d'Elsa, località scomparsa nei pressi di Gracciano d'Elsa, nel comune di Colle di Val d'Elsa,
XVIII Sce Martin in Fosse, oggi Molino d'Aiano, nel comune di Colle di Val d'Elsa,
XIX Sce Gemiane, oggi San Gimignano,
XX Sce Maria Glan., oggi Pieve di Santa Maria Assunta a Chianni, nel comune di Gambassi Terme,
XXI Sce Peter Currant., oggi Pieve dei Santi Pietro e Paolo a Coiano, nel comune di Castelfiorentino,
XXII Sce Dionisii, oggi Borgo San Genesio, sito archeologico nel comune di San Miniato,
Attraversamento dell'Arno.
XXIII Arne Blanca, oggi Fucecchio,
XXIV Aqua Nigra, oggi Ponte a Cappiano nel comune di Fucecchio,
XXV Forcri, oggi Porcari,
XXVI Luca, oggi Lucca,
XXVII Campmaior, oggi Camaiore.

Liguria
XXVIII Luna, oggi Luni, sito archeologico presente nel comune omonimo,
XXIX Sce Stephane, oggi Santo Stefano di Magra.

Toscana
XXX Aguilla, oggi Aulla,
XXXI Puntremel, oggi Pontremoli,
XXXII Sce Benedicte, oggi Montelungo, nel comune di Pontremoli.

Per il Passo della Cisa.
Emilia-Romagna
XXXIII Sce Moderanne, oggi Berceto,
XXXIV Philemangenur, oggi Felegara, nel comune di Medesano (o forse Fornovo di Taro, oppure ancora località I Filagni qualche chilometro a nord di Fornovo),
XXXV Metane, oggi Medesano (o forse Costamezzana nel comune di Noceto),
XXXVI Sce Domnine, oggi Fidenza,
XXXVII Floricum, oggi Fiorenzuola d'Arda,
XXXVIII Placentia, oggi Calendasco (Piacenza).

Attraversamento del Po.
Lombardia
XXXIX Sce Andrea, oggi Corte Sant'Andrea frazione del comune di Senna Lodigiana,
XL Sce Cristine, oggi Santa Cristina,
XLI Pamphica, oggi Pavia,
XLII Tremel, oggi Tromello.

Piemonte
XLIII Vercel, oggi Vercelli,
XLIV Sca Agath., oggi Santhià,
XLV Everi, oggi Ivrea.

Valle d'Aosta
XLVI Publei, oggi Pontey, (o forse Montjovet) ,
XLVII Agusta, oggi Aosta,
XLVIII Sce Remei, oggi Saint-Rhémy-en-Bosses.

Per il passo del Gran San Bernardo.
Itinerario in Svizzera

Canton Vallese
XLIX Petrecastel, oggi Bourg-Saint-Pierre,
L Ursiores, oggi Orsières,
LI Sce Maurici, oggi Saint-Maurice e Abbazia territoriale di San Maurizio d'Agauno.

Canton Vaud
LII Burbulei, oggi Versvey nel comune di Yvorne, presso Aigle,
LIII Vivaec, oggi Vevey,
LIV Losanna, idem Losanna,
LV Urba, oggi Orbe,

In Francia
Franca Contea
LVI Antifern, oggi Jougne, Cappella di Saint-Maurice,
LVII Punterlin, oggi Pontarlier,
LVIII Nos, oggi Nods,
LIX Bysiceon, oggi Besançon,
LX Cuscei, oggi Cussey-sur-l'Ognon,
LXI Sefui, oggi Seveux.

Champagne-Ardenne
LXII Grenant, idem Grenant,
LXIII Oisma, oggi Humes nel municipio di Humes-Jorquenay,
LXIV Blaecuile, oggi Blessonville,
LXV Bar, oggi Bar-sur-Aube,
LXVI Breone, oggi Brienne-la-Vieille,
LXVII Domaniant, oggi Donnement,
LXVIII Funtaine, oggi Fontaine-sur-Coole, nel municipio Faux-Vésigneul,
LXIX Chateluns, oggi Châlons-en-Champagne,
LXX Rems, oggi Reims.

Piccardia
LXXI Corbunei, oggi Corbeny,
LXXII Mundlothuin (in Monte Loduni), oggi Laon,
LXXIII Martinwaeth (Martini Vadum), oggi Seraucourt-le-Grand,
LXXIV Duin, oggi Doingt.

Nord-Passo di Calais
LXXV Atherats, oggi Arras,
LXXVI Bruwaei, oggi Bruay-en-Artois o Bruay-la-Buissière,
LXXVII Teranburh, oggi Thérouanne,
LXXVIII Gisne, oggi Guînes,
LXXIX (?)
LXXX Sumeran, oggi Sombre (in olandese Someren) presso Wissant.

Per il Canale della Manica.
In Inghilterra
Kent
(?), oggi Dover.
(?), oggi Canterbury.

lunedì 15 luglio 2019

IL BULLICAME VISTO DA DANTE ALIGHIERI

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Uno dei più interessanti luoghi citati da Dante Alighieri nell'Inferno della sua "Commedia" sono, senza dubbio, le terme del Bullicame. Dante le cita in riferimento al fiume infernale Flegetonte che parte dalla Selva dei Suicidi e percorre una lunga strada attraverso l'Inferno. Il Flegetonte, per Dante Alighieri, somiglia al Bullicame dato che la sua acqua bolle proprio come quella che, ad oggi, si trova nell'impianto termale a pochi chilometri da Viterbo. La sorgente del Bullicame è documentata fin dai primissimo periodo del Medioevo dato che era un punto di passaggio importante lungo la via Francigena. Nell'Itinerario di Sigerico (Arcivescovo di Canterbury) era la VI tappa presso Sce Valentine (in riferimento ai Santi Valentino e Ilario martirizzati peroprio in questa zona. 

Dante Alighieri, come detto, cita il Bullicame nel suo "Infermo"

«Tacendo divenimmo la 've spiccia
fuor della selva un picciol fiumicello,
lo cui rossore ancor mi raccapriccia.
Quale del Bullicame esce ruscello
che parton poi tra lor le peccatrici,
tal per la rena giù sen giva quello.
Lo fondo suo ed ambo le pendici
fatt'era 'n pietra, e margini dallato»

(Dante, Inferno - canto XIV, vv.76-84)

Secondo la maggioranza dei commentatori della "Commedia" le peccatrici erano le prostitute che usavano le acque termali per purificarsi. In realtà "peccatrici" poteva essere un errore di trascrizione derivante da "pettatrici", braccianti che mettevano nelle acque del Bullicame fasci di canapa. E ciò non è assolutamente un caso: in quel periodo Viterbo era famosa per l'alta qualità della canapa e del lino. Dopo circa un secolo, il Comune vietò alle prostitute di bagnarsi nelle acque del Bullciame sotto pena di "un ducato d'oro e quactro tracte de corda"

sabato 13 luglio 2019

SECONDO GIORNO DI LUDIKA1243 XIX EDIZIONE


La diciannovesima edizione di Ludika 1243 procede in maniera davvero spedita. Ci si avvicina sempre di più al clou della manifestazione (la Rievocazione dell'assedio del 1243) e Viterbo è sempre più immersa nell'atmosfera medievale.

Interessante la risposta di un pubblico appassionato e curioso che, per un attimo, stacca gli occhi dagli smartphone per cimentarsi nelle più disparate sfide... Dai giochi di Piazza San Carluccio all'intamontabile Subbuteo, che non perde mai il suo fascino coinvolgendo persone di tutte le generazioni, passando per il tiro con l'arco organizzato dall'ASD Cerberus Tuscia le attività ludiche riescono a coinvolgere persone di tutte le età. L'aver messo il concetto di gioco al centro della comunità è il tratto distintivo degli amici de La Tana degli Orchi di via Fattungheri.

E tra la recitazione sublime dei versi di Dante Alighieri da parte del nostro amico AliIusuf Dirie e una sfida a colpi di spada a piazza della Morte, Viterbo si appresta ad affrontare la terza serata di una delle principali rievocazioni storiche italiane.

Ieri sera sono stati consegnati gli Attestati di Eccellenza Medievale a:

Ali Iusuf Dirie per le sue interpretazioni dell'inferno di Dante Alighieri

La Tana degli Orchi per l'organizzazione di Ludika1243

Viterbo Sotterranea per la valorizzazione della storia della città e delle eccellenze enogastronomiche della Tuscia

venerdì 12 luglio 2019

GRANDE SUCCESSO PER LA PRIMA GIORNATA DI LUDIKA 1243

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Grande successo per la prima giornata di Ludika 1243: d'altronde non poteva essere altrimenti dato che questa manifestazione è arrivata proprio quest'anno alla diciannovesima edizione. Davvero una grande moltitudine di persone affollato le strade di Viterbo partecipando alle tante iniziative ludico culturali proposte dagli organizzatori. Il cuore della manifestazione è, come sempre, piazza San Carluccio dove è stata allestita una sala giochi con centinaia di giochi di società e, all'aperto, una seconda "sala giochi" in legno che ha attirato l'interesse di grandi e piccini. Non potevano mancare spettacoli teatrali, stand con prodotti artigianali di grande qualità e il nostro amico Ali Iusuf Dirie che ha deliziato i passanti con la recitazione dei versi infernali di Dante Alighieri. Quest'anno Ludika raddoppia... Sarà possibile godere dell'atmosfera medievale di Viterbo fino al 21 luglio, una maniera sana e alternativa per passare insieme questi bizzarri fine settimana di luglio. 

venerdì 14 giugno 2019

XIX EDIZIONE DI LUDIKA: DALL'11 AL 14 LUGLIO E DAL 18 AL 21 LUGLIO 2019 NEL CUORE DI VITERBO!

L'immagine può contenere: una o più persone e testo

Ludika 1243 – Viterbo, 10/14 luglio 2019! Festival organizzato dall’Associazione ‘La Tana degli Orchi’ con la direzione artistica di Vania Castelfranchi ed il grande impegno dei volontari di Ludika e del Teatro Ygramul.

Ludika 1243 nasce nell’estate del 2001 su iniziativa dell’Ass.ne Culturale “La Tana degli Orchi” che da anni offre numerose attività dedicate al tempo libero. L’intento è quello di riscoprire la dimensione storica e culturale del quartiere medievale di San Pellegrino, rimasto architettonicamente inalterato dal XIII secolo, attraverso la rievocazione giocosa di un episodio storico poco noto che interessò la Città di Viterbo nell'anno 1243. L’assedio dell’imperatore Federico II di Svevia. La manifestazione ha uno dei suoi appuntamenti più particolari nella rappresentazione in chiave ludica di questo avvenimento d’arme, con la volontà di unire l’aspetto culturale della rievocazione storica con quello goliardico al quale tutti possono partecipare. Tanti sono gli appuntamenti che durante l’evento vengono proposti affinché ognuno, grande o piccolo, appassionato o neofita trovi il suo modo di vivere e partecipare all'evento stesso.

TUTTI I GIORNI A LUDIKA 1243: 
Taverna Medievale: Perfetta per concedersi un momento di pausa dalle attività della manifestazione sempre rimanendo immersi nel gioco del Medioevo. Potrete infatti degustare un menù composto dalle vere ricette del 1200 rimanendo col naso rivolto alle stelle in una notte di mezza estate. Date sostegno alla manifestazione!

Festival del teatro di strada: Vie e piazze saranno animate dalla poesia degli artisti di strada con spettacoli medievali.
Venite a emozionarvi con giocolieri, trampolieri, mangiafuoco e cantastorie!

La piazza dei giochi : Divertiti con i tuoi amici e parenti e sfidali a vincere provando i veri giochi in legno medievali!

Ludoteca: Vieni a provare il Gioco dell’Anno e altri giochi da tavolo nella ludoteca di Piazza San Carluccio e partecipa ai tornei!

Come d’Arte – Festival Internazionale di Commedia dell’Arte: al Cortile “La Zaffera” in Piazza San Carluccio si svolgerà il Festival Internazionale di Commedia dell’Arte! Divertiti insieme ad Arlecchino, Pulcinella, Pantalone e le altre maschere. Goditi gli spettacoli delle compagnie partecipanti per riassaporare la tradizione teatrale italiana.

Concorso fotografico estemporaneo: le emozioni raccolte in un battito… Se la fotografia è la tua passione “cogli l’attimo” che più ti piace. A fine evento verranno premiati gli scatti più belli.

Mercatino Medievale: Passeggia tra i banchi degli antichi mestieri e vai a curiosare tra i banchetti dell’artigianato!

La cittadella Fantasy e del gioco di ruolo: Un angolo di Ludika 1243 è dedicato al regno della fantasia e dell’immaginazione, a tutto ciò che è fantasy e medioevo fantastico. Immergiti nel mondo del gioco di ruolo dal vivo e scopri come la fantasia che si ispira alla storia si possa vivere e indossare!

E da quest'anno una grande sorpresa....riportiamo da Facebook...

📢Udite...udite...LUDIKA RADDOPPIA!!!📢
Dopo i giorni trepidanti di attesa per la Battagliola dall' 11 al 14 Luglio, seguiranno i giorni di una nuova festa dal 18 al 21, mentre il festival del Gioco da Tavolo Giokeria resterà baluardo per tutto il periodo (11/21 Luglio) insieme ad altri eventi da scoprire nei prossimi giorni.
Un sentito e festoso ringraziamento va al Giovanni Arena Sindaco, all' Assessore Cultura e Turismo Marco De Carolis e all'amministrazione comunale tutta, che crede nel nostro progetto e si impegna con noi affinché possa continuare a crescere e perdurare nel tempo.
Seguite il nostro sogno e partecipate alla grande festa...

domenica 21 aprile 2019

IL VERO SIGNIFICATO DELLA PASQUA


Coniglio, Pasqua, Lepre, Mammifero, Natura


Lungi dall'essere blasfemi in questa giornata di festa, ci piace offrire un punto di vista diverso sulla festività pasquale scevro dalla concezione religiosa. Ebbene, la Passione di Cristo assume, alla luce delle tradizioni precedenti l'avvento del Cristianesimo, un carattere fortemente simbolico, diciamo anche "sostitutivo" delle vecchie concezioni. Tra l'altro è cosa provata come il Cristianesimo si sia appropriato di simboli e luoghi pagani per imporre il proprio credo.

Il termine inglese per indicare la Pasqua è Easter, deriva da Eostre (1) una divinità germanica legata ai molteplici aspetti della vita (vita, fertilità...) e avrebbe come etimologia "Est" (e già questo basterebbe per allungare il nostro discorso con il parallelismo tra Mitra e Gesù nati, guarda caso il 25 dicembre giorno del Sole Nascente, Sol Invictus). In questo contento, già di per sé diverso da come la visione cristiana ha imposto in oltre due mila anni di storia, la Pasqua altro non è che una festa che rende omaggio al Sole segnando l'inizio della Primavera e, quindi, della propria rinascita. Le stesse uova rappresentavano la Vita, o meglio la nascita della vita, solo che in tempi antichi ad essere scambiati erano uova di serpente

Avendo bisogno di un terreno fertile su cui svilupparsi, il Cristianesimo sovrappose a credenze ormai consolidate il "mito" di Gesù Cristo letteralmente creato da Costantino (con il Concilio di Nicea del 325) e Teodosio (che, nel 380 rese il Cristianesimo Religione di Stato...ricordiamo come Costantino si limitò solamente a consentire il culto cristiano, già di per sé una rivoluzione epocale per i tempi senza dimenticare la sua storia cristianizzata figlia proprio della Donazione di Costantino, un falso documento scoperto dal grande umanista Lorenzo Valla su cui la Chiesa ha fondato il suo potere.) consentendo di avere all'impero romano anche un proprio "protettore". 

Sic stantibus rebus, augurare Buona Pasqua seguendo la normale tradizione cristiana, creata, come visto, a tavolino sulla base del potere che voleva sovvertire (e ha sovvertito) conoscenze e credenze precedenti, non ha alcun senso: ben venga l'augurio più simbolico, in cui un rinnovato spirito di conoscenza, una più marcata saggezza e un miglioramento interiore rappresentano davvero le tappe principali della crescita e del consolidamento dello spirito umano.

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(1) Ostara (chiamata anche Eostre, Eastre oppure Eostar) è uno degli otto sabbat pagani; si celebra il giorno dell'equinozio di primavera ed è condivisa relativamente da tutte le religioni pagane moderne.

giovedì 18 aprile 2019

LA STRANA STORIA DI VICEDOMINO, "PAPA PER UN SOLO GIORNO"


Il Cardinale Vicedomini è famoso per essere stato, probabilmente, "papa per un solo giorno". Sembra infatti che sia morte poche ore dopo la sua nomina. Secondo alcuni studiosi che avallano questa bizzarra teoria, il 5 settembre 1276, Vicedomini che già soffriva di una fortissima febbre accettò la sua elezione assumendo come nome pontificale Gregorio XI in onore dello zio. Tuttavia morì il giorno dopo senza che la sua elezione fosse ufficializzata. Secondo una seconda teoria, Vicedomini si sarebbe preso una notte per riflettere ma poi morì senza fare a tempo a sciogliere la riserva. Il racconto appena fatto è solamente una teoria non essendoci documenti della Chiesa che possano testimoniare ufficialmente il fatto. Tuttavia, se ci si vuole fermare in preghiera dinanzi a Vicedomini, basta recarsi nella Basilica di San Francesco alla Rocca a Viterbo in pieno centro storico.

I MISTERI DI PITIGLIANO E IL SUO INTRAMONTABILE FASCINO MEDIEVALE

I misteri di Pitigliano
La storia di Pitigliano è letteralmente costellata da miti e leggende di ogni tipo: già il fatto di essere conosciuta anche come Piccola Gerusalemme deve destare qualche “sospetto”. Sovente si fa riferimento a Gerusalemme in riferimento a luoghi particolarmente carichi di simboli o di energia (si pensi ad esempio alla Chiesa di Santo Stefano Rotondo a Roma chiamata anche “la Gerusalemme Celeste) proprio perché la cultura giudaica si porta con sé una serie di miti che affondano le proprie radici dalla leggenda di Hiram, il costruttore del Tempio di Salomone custode di incredibili tesori (Arca dell’Alleanza, la Menorah, il Graal).
Partiamo proprio dalla presenza ebraica a Pitigliano, una presenza che affonda le radici alla fine del quattrocento quando divenne un vero e proprio rifugio dalle Bolle Papali del 1555 (Cum nimis Absurdum) e 1569 (Hebraeorum gens) oltre che dalle azioni vessatorie del Granducato di Toscana. Furono infatti immuni dalla furia censoria delle istituzioni dell’epoca le zone indipendenti tra Lazio e Toscana. Questa sorta di limbo consentì alla comunità ebraica di svilupparsi anche grazie all’arrivo di altri ebrei da Scansano, Piancastagno, Proceo e Sorano concentrando le proprie comunità in quella di Pitialino.
Durante il secondo conflitto mondiale, Pitigliano divenne luogo di rifugio dalle feroci persecuzioni naziste (sono ancora presenti tracce del pesante bombardamento alleato data la presenza nei nazisti a Palazzo Orsini) grazie ai cunicoli presenti nel sottosuolo per questo di narra che racchiudano i preziosi tesori dei banchieri ebraici più influenti lasciati nel corso dei secoli. Di certo sappiamo che l’avventore che si inoltra nei meandri del borgo può visitare le cantine Kasher e godere del vino ebraico per non parlare del famoso forno di pane azzimo.
Questi vicoli scavati nel tufo sono di origine etrusca, così come le Vie Cave che sono un misto di via di comunicazione e percorsi sacri (non è un caso la presenza massiccia di necropoli). La particolare struttura, anche sotterranea, di Pitigliano non può essere messa in secondo piano da chi è appassionato di mistero; l’Italia è costellata di sotterranei il più delle volte misteriosi (basti pensare a Viterbo Sotterranea in cui ci sono tracce templari oppure Narni Sotterranea con la presenza di una cella ricca di graffiti dai forti connotati alchemico/massonici).
Si pensa che al di sotto della Pitigliano che vediamo ci siano i resti delle antiche abitazioni che hanno costruito il substrato di quelle attuali: per questo, si dice, esiste un sotterraneo privato in cui sono presenti colonne con immagini falliche, probabilmente luogo di adorazione del paganesimo e di riunione di sette religiose che volevano mantenere la propria clandestinità. Esiste poi un’altra cantina in cui è possibile notare simboli dal chiaro riferimento massonico (squadra e compasso) che, probabilmente, fa di questo luogo una vera e propria “loggia”; non è un caso che molti convegni della Massoneria Italiana siano stati organizzati proprio a Pitigliano grazie al patrocinio del Comune.
A questo punto sorge una domanda: come mai non sono mai state fatte ricerche più approfondite? Può essere davvero presente un tesoro? E se sì, cosa può essere? Di certo, la sola presenza di una folta comunità ebraica già può far capire come Pitigliano abbia un qualcosa di esoterico e fortemente simbolico e la presenza di simboli in riferimento alla massoneria e a culti religiosi unita a questa ritrosia a mostrare al mondo le vie sotterranee trasformano quelli che sono dei semplici indizi in qualcosa di più concreto.
Le persone particolarmente ricettive avrebbero, nel corso del tempo, percepito una tale quantità di vibrazioni che addirittura hanno preferito andare a vivere altrove. Sicuramente il turista che si affaccia per la prima volta a Pitigliano non può che restarne affascinato ma anche colpito: ci sono simboli strani cosparsi in tutta la città sta solo a chi li sa “leggere” può comprendere appieno la vera, e misteriosa, storia di Pitigliano.
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martedì 16 aprile 2019

"I CUSTODI DELLA PERGAMENA DEL DIAVOLO" IL NUOVO LIBRO DI FRANCESCA RAMACCIOTTI


Un tesoro scomparso all’ombra di un monastero, un assassino che semina morte tra donne innocenti e un inquietante mistero che attraversa i secoli...  Il thriller storico “I custodi della pergamena del diavolo” di Francesca Ramacciotti (Newton Compton) è ambientato a Pisa nel XII° secolo e ai giorni nostri. Nel 1174 dello Stile Pisano, anno in cui l’architetto Deotisalvi inizia a costruire la Torre di Pisa, viene rubato l’oro che un tempo rivestiva l’antico arco di trionfo della città: la Porta Aurea. Inoltre Pisa è funestata da una serie di strani femminicidi, su cui indaga il giovane perito legale Lanfranco, pupillo di Deotisalvi. Ai giorni nostri, Yasser Martani, uno scrittore di saggi storici, convinto che il ladro sia un notabile di Pisa e che per questo motivo le fonti siano inspiegabilmente carenti di notizie su quell'anno, cerca di scoprirne l’identità e ritrovare l’oro. Con lui collabora Emma, una bella dottoranda in storia medievale, in possesso di una cronaca scritta da una suora, proprio a partire dal 1174. Nel testo la monaca accenna a un malfattore che la minaccia e che ha nascosto in un luogo misterioso il frutto del suo crimine. Sia nelle fonti in possesso dello scrittore che nella cronaca della suora, compare l’espressione Porta del demonio. Dato che l’oro, nel medioevo era detto “frutto del demonio”, i due pensano che l’espressione fosse il nome criptato della Porta Aurea. Yasser ed Emma credono, quindi, che il criminale citato dalla monaca sia l’autore del furto e iniziano una caccia all'oro a ritroso nel tempo, proprio nel periodo in cui Lanfranco tenta di catturare l’assassino delle giovani donne. I delitti e gli intrighi del passato si congiungeranno al quelli del presente, fino all'insospettabile epilogo.


Francesca Ramacciotti, scrittrice livornese, dedicata il suo nuovo romanzo alla città di Pisa.

“Pisa altera Roma: così San Bernardo di Chiaravalle invocava che Pisa diventasse la sede della Chiesa, al posto di una Roma decadente e corrotta. Infatti, nel XII° secolo, Pisa era forse la più ricca e potente città d’Italia, anche se nei libri di storia niente si legge in merito – spiega Francesca Ramacciotti - Per rimediare a questa “ingiustizia” storica, nel mio romanzo “I custodi della pergamena del diavolo”, uscito il 28 marzo per Newton Compton, ho ricreato l’universo, ricco di luci e ombre, della Pisa medievale, grazie anche all’aiuto di due storici pisani, Agostino Agostini e Maurizio Vaglini. Durante le mie ricerche, durate un anno, mi sono posta alcune domande: perché non esistono, di fatto, notizie sull'inizio della costruzione della Torre di Pisa e sul suo architetto? Dov'è finito l’oro che ricopriva la Porta Aurea, antico arco di trionfo della città? Quale mistero nasconde l’enigmatica chiesa di San Sepolcro, che nel 1174 era la sede del Gran Priorato gerosolimitano, antesignano dell’Ordine di Malta? Il mio libro, che non vuole essere un saggio ma un thriller storico, ricostruisce uno scenario letterario inedito e risponde a queste e ad altre domande, intrecciando realtà storica e fantasia, medioevo e giorni nostri, santi e meretrici. ”I custodi della pergamena del diavolo”, uscito per Newton Compton, è il mio secondo romanzo ed è il primo di una trilogia ambientata nel XII secolo, con il perito legale Lanfranco come protagonista”.

Il protagonista del libro è il perito legale Lanfranco, pupillo dell’architetto Deotisalvi e di Santa Ubaldesca. Indaga su una serie di strani omicidi nella Pisa del 1174, mentre viene rubato l’oro della Porta Aurea, che doveva finanziare la costruzione del Campanile. Mentre ai giorni nostri, Yasser Martani, scrittore di saggi storici, è convinto, grazie a un’antica pergamena, che il tesoro rubato sia ancora nascosto in città e cerca di ritrovarlo. Ma un assassino sembra riemergere dal medioevo, uccidendo ancora per impadronirsi della pergamena.

Nei vicoli di Chinzica e nelle vie della Civitas, in luoghi ancora adesso riconoscibili, i lettori si appassioneranno agli intrighi del passato, legati al presente da un segreto inconfessabile. E, al tempo stesso, visiteranno una Pisa inedita, antica ma viva e affascinante. E se lo dice una scrittrice livornese, c’è da crederci.

“Francesca Ramacciotti può essere definita la Signora italiana del thriller storico. La sua Pisa del XII secolo, dove intrighi e delitti si consumano a ritmo serrato durante la costruzione della torre pendente, non si dimentica”. Carlo A. Martigli

Francesca Ramacciotti è nata a Livorno ma ama anche Pisa. Laureata in Giurisprudenza all’Università di Pisa, è stata giudice conciliatore per sei anni e attualmente insegna Diritto ed Economia all’Itis G. Galilei di Livorno. Accanita lettrice, ha sempre praticato la scrittura, sia creativa che in forma di sceneggiatura e testi teatrali. Ha collaborato con registi a Pisa e Livorno, dove sono stati rappresentati i suoi testi teatrali. Con il cortometraggio “Gnam Gnam”, di cui ha realizzato soggetto e sceneggiatura, ha vinto numerosi premi, fra cui il secondo posto al Corto Festival di Chianciano Terme. È stata allieva di Giulio Mozzi, Sebastiano Mondadori e Carlo A. Martigli. Prima classificata al premio letterario internazionale Città di Barletta, patrocinato dall’Unesco, nel 2010 e al premio Giallo di Donna nel 2011, ha scritto molti racconti presenti in antologie e riviste. Nel 2013 è stata fra i vincitori del Torneo letterario IoScrittore, bandito dal gruppo editoriale GeMS, con la conseguente pubblicazione in eBook del romanzo “Un angelo nel pallone”. I custodi della pergamena del diavolo, uscito per Newton Compton, è il suo secondo romanzo ed è il primo di una trilogia ambientata nel XII secolo, con il perito legale Lanfranco come protagonista. Francesca non esce mai di casa senza gli orecchini e un libro.

INCENDIO A NOTRE DAME, CADE L'ULTIMO BALUARDO DEI VECCHI VALORI CRISTIANI

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Parlare stasera di Notre Dame è facile; altrettanto facile sarebbe cadere nel retorico riempiendo i social media e i giornali di frasi fatte adatte ad ogni occasione. Tuttavia è inutile raccontare ciò che è accaduto a Parigi nel tardo pomeriggio del 15 aprile senza spiegare il perché l'incendio di Notre Dame ha creato uno spartiacque tra il passato e il futuro. Non ci si può esimere dal rimanere sconvolti dagli accadimenti, tra l'alto è insito nella natura umana rispondere con una carica emotiva molto forte a un qualcosa che destabilizza un vecchio equilibrio, così fu per le Torri Gemelle in un'epoca in cui non c'erano i social, in cui internet non era così preponderante, in cui le uniche possibilità di farsi un'idea sui fatti era comprare il giornale o vedere un notiziario. 

Siamo pietrificati nel vedere il simbolo della Cristianità occidentale e ultimo baluardo degli antichi valori crollare come fosse una costruzione di cartapesta. Nonostante buona parte della struttura sia stata salvata, non prendiamoci in giro, Notre Dame, Parigi, l'Europa e il mondo non saranno mai più gli stessi. Notre Dame non era sono una Cattedrale, era, ed è, un simbolo di grandi cambiamenti avvenuti in Europa negli ultimi sei secoli, cambiamenti che hanno toccato tutti gli aspetti della società francese e non solo. E pensare che durante la Rivoluzione Francese si era pensato di distruggerla salvo poi trasformarla nella cattedrale della Dea Ragione; proprio qui Napoleone si cinse la testa con la Corona da Imperatore con la celeberrima frase "Dio me l'ha data, guai a chi me la tocca"; qui Enrico IV di Navarra si convertì esclamando "Parigi val bene una messa"; qui riposano la Corona di Spine di Gesù e il mantello di Luigi IX il Santo; qui perì l'ultimo Gran Maestro dei Templari il 18 marzo 1314 dopo un processo farsa per ordine di Filippo il Bello (che di Luigi IX era un diretto discendente). Come è possibile vedere sono stati menzionati solamente alcuni dei grandi avvenimenti storici che, in un senso o nell'altro, hanno letteralmente cambiato il mondo, proprio per questo abbiamo parlato di spartiacque tra passato e futuro.

In questa serata così emotivamente complicata torna in mente il meraviglioso personaggio di Victor Hugo, Quasimodo, che a Notre Dame ci viveva nascosto dagli occhi non sempre benevoli del popolo: chissà se quelle campane che lui suonava con vigore e sincero amore torneranno a scandire la vita dei francesi e del popolo di tutto il mondo, chissà se Notre Dame tornerà ad essere il simbolo dell'unione tra i popoli e le culture. Noi ci auguriamo che questo mirabile esempio di arte gotica possa, in futuro, tornare a splendere e continuare ad essere quel baluardo di valori e di cultura di cui stasera siamo tutti orfani.

Emiliano Amici




venerdì 5 aprile 2019

STORIE DI FANTASMI A ROMA

Data la sua nascita così leggendaria e avvolta per un certo verso nel mistero, Roma è un vero e proprio contenitore di storie che travalicano i tempi arrivando ai tempi nostri. D'altronde, cosa ci si può aspettare da una città nata da un omicidio e abitata dopo un rapimento di massa (ratto delle Sabine) se non un po' di mistero? Questo articolo vuole farvi incontrare i...Fantasmi a Roma! Tranquilli non tutti sono cattivi; ci sono alcuni che sarebbe bene incontrare!

Storie di fantasmi a Roma: Beatrice Cenci

Iniziamo il nostro viaggio nei meandri dei misteri di Roma con la figura bella ma allo stesso tempo drammatica di Beatrice Cenci forse il fantasma più famoso. La giovane Beatrice, nata nel 1577, era figlia di Francesco, un Conte dal grande potere ma molto cattivo e prevaricatore che a causa di uno stile di vita estremamente dissoluto sperperò tutte le sue ricchezze. Indebitatosi fino a non poter più saldare debiti, Francesco fu messo in carcere. Una volta uscito, anche grazie alle sue particolarmente influenti amicizie, fece rinchiudere sua figlia Beatrice in un castello a Petrella Salto per evitare di pagarle la dota qualora la ragazza si fosse sposata. Dal 1597 Francesco iniziò a soffrire di gotta ed era letteralmente perseguitato dai debiti: per sfogare le sue frustrazioni usava abusare di Beatrice e della matrigna anche con la stessa ragazza costretta ad assistere allo stupro. Passarono anni e la situazione sembrava peggiorare di giorno in giorno. A questo punto, Beatrice decise di uccidere il padre grazie all'appoggio della matrigna e dei suoi fratelli. Una notte furono presi chiodi, martello e un mattarello e furono usati contro il volto di Francesco che non riuscì ad abbozzare alcuna reazione. 

Nonostante aver defenestrato il corpo per simulare un incidente, le autorità scoprirono quasi subito l'omicidio e arrestarono i coinvolti nell'assassinio. Tutti confessarono, anche Beatrice la quale, durante il processo, tentò di giustificare il suo gesto come risposta ai continui stupri che subiva. Nonostante questo fu accusata e condannata alla pena di morte che avvenne l'11 settembre 1599 a Castel Sant'Angelo dopo aver assistito alla morte della matrigna e dei fratelli. Sembra che ogni 11 settembre nei pressi del luogo della sua morte, Beatrice appaia con in mano la sua testa. La giovane donna riposa a San Pietro in Montorio e il suo teschio fu usato, durante l'occupazione francese, per giocare a calcio

Storie di fantasmi a Roma: Costanza De Cupis


Risultati immagini per Costanza De CupisPiazza Navona è un luogo magico, ricco di arte, di storia e di cultura. In passato era considerato come il salotto di Roma, luogo di riunione di personalità politiche, di nobili e più recentemente di attori di calibro internazionale. Ebbene, in questo contesto così suggestivo, è ancora visibile il Palazzo De Cupis dove nei primissimi anni del 1600 dimorava Costanza, una ragazza bellissima con delle mani che destavano invidia di tutta la città. 

Anche dopo anni dal matrimonio con il nipote del cardinale De Cupis, la bellezza di Costanza restava assolutamente intatta tanto che un certo Bastiano, un artista particolarmente famoso a Roma le chiese di poterle fare un calco da poter esporre nella sua bottega. Si narra che un giorno un prete di San Pietro in Vincoli, vista la bellezza della statua e la folla che ammirava la mano come fosse una reliquia, disse: “Se quella mano è umana, merita d’essere tagliata!”

Costanza però non voleva tutta quella, come dire, "pubblicità", per questo ordinò la distruzione del calco e si ritirò in casa pregando e cucendo. Poco tempo dopo, mentre stava cucendo, Costanza si punse un dito: la ferita non esitò ad infettarsi diffondendosi in tutto il braccio. La mano fu amputata, vista la cancrena ormai irreversibile, ma questo non bastò...l'infezione era andata in circolo e fu impossibile arrestarla. Si dice che quando la luna illumina le finestre del suo palazzo è possibile vedere la mano che fu della bellissima e sfortunata Costanza. 

Fantasmi a Roma: Giulio Cesare

Gaius Iulius Caesar (Vatican Museum).jpgLa nostra gita tra i fantasmi a Roma non può non parlare anche di chi Roma ha contribuito a farla grande: Caio Giulio Cesare "il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti". Dopo la morte di Cesare le sue ceneri furono raccolte in una ampolla e poste sulla sommità di un obelisco nel Circo di Caligola. Narra la leggenda che il fantasma del grande imperatore romano sarebbe rimasto nell'ampolla per circa 1500 anni fino a quando Papa Sisto V fece spostare l'obelisco in piazza San Pietro. Ordinò, poi, di aprire l'ampolla, le ceneri caddero a terra e lo spirito si liberò. Alcuni romani giurano di averlo visto ancora girare nella zona dei Fori Imperiali.




Fantasmi a Roma: Donna Olimpia

Donna olimpia maidalchini.jpgQuella di Donna Olimpia è una vicenda molto particolare. Nonostante la sua famiglia l'avesse destinata al convento, Olimpia mostrò un carattere molto ribelle e anche mondano, tanto da accusare il direttore del convento di seduzione provocandogli una sospensione a divinis. Nonostante non fosse di certo una donna avvenente, tutt'altro, Olimpia si sposò dapprima un ricco borghese che la lasciò vedova dopo tre anni e poi Pamphilio Pamphili, fratello di quel Giovanni Battista che poco dopo divenne Papa Innocenzo X. 

Olimpia riuscì a mettere le mani anche nelle sacre stanze: per poter conferire con Sua Santità si doleva passare da lei con molti regali e venerazioni. La sua avidità raggiunse l'apice quando alla morte di Innocenzo X (avvenuta il 7 gennaio 1655) non gli pagò il funerale. Il successore di Innocenzo allontanò dalla corte pontificia Olimpia che, prima di fuggire, portò via due casse colme di oro poste proprio sotto il letto del papa. Due anni più tardi, la peste non risparmiò neanche lei. Si dice che ogni 7 gennaio il suo fantasma si aggiri a piazza Navona a bordo di una carrozza nera per poi sprofondare nel Tevere con il due forzieri subito dopo aver passato...Ponte Sisto.

Fantasmi a Roma: Nerone

Quando si parla di Nerone tutti si ricordano della sua follia e delle sue manie: si dice addirittura che decise di ingoiare un rospo per capire l'effetto che fa essere incinta (si narra che la rana uscì dal corpo dell'imperatore nell'attuale zona di San Giovanni: accortosi della fuga della rana urlò Latae Rana - Latae Rana, da qui, sembrerebbe, avere origine il termine Laterano). La leggenda medievale narra che la sua sepoltura sia avvenuta al centro di piazza del Popolo dove fu piantato un enorme albero di noce. I resti dell'imperatore attirerebbero i diavoli particolarmente dispettosi che amano infastidire i malcapitati passanti. Si dice che ancora oggi si affacci dalla Torre delle Milizie con gli occhi infuocati e suonando l'arpa, così come fece quando incendiò Roma.

Fantasmi a Roma: Targhini e Montanari

Targhini e Montanari erano due carbonari: il primo, che veniva dal Granducato di Modena, decise di sposare la causa della rivoluzionaria scendendo a Roma per cospirare contro il papa (si consiglia la visione del capolavoro di Luigi Magni "Nell'Anno del Signore"). Grazie ad una soffiata di un altro congiurato, poi pentito, e grazie alle testimonianze degli altri "fratelli" Targhini e Montanari con un processo che dire farsa è dire poco furono condannati a morte mediante decapitazione. Fu Mastro Titta, er boia de Roma (il cui fantasmi si aggira ancora a Roma con una manciata di tabacco per i passanti), a sancire la fine del fervore rivoluzionario a Roma. L'estremo sacrificio è immortalato in una targa visibile ancora oggi a pizza del popolo proprio al di sopra dell'ingresso del commissariato dei carabinieri. Si narra che sia possibile incontrarli nei pressi del Muro Torto con la propria testa sotto braccio per offrire numeri a lotto ai "fortunati" passanti.



Fantasmi a Roma: Messalina

Toulouse-Lautrec, Henri - Messalina.jpgMessalina era figlia del console Valerio Messalla Barbato e Domizia Lepida. Già alla tenera età di 12 anni era particolarmente ammirata per la sua bellezza. Era una donna perennemente insoddisfatta ed irrequieta e amava partecipava a festini a base di sesso in vari postriboli della città. Durante uno di questi festini fu uccisa da un tribuno che avrebbe esclamato: "se la tua morte sarà pianta da tutti i tuoi amanti, piangerà mezza Roma!" e la cosa sarebbe stata anche possibile dato che, nonostante fosse morta a 23 anni era perennemente alla ricerca di una nuova avventura. Ricerca che ancora farebbe sul colle oppio tanto che alcune persone di diversa estrazione sociale giurano di aver visto una donna bellissima vagare da sola in quella zona alla ricerca di una nuova, notte folle!

Fantasmi a Roma: le sorelle di via del Plebiscito

Risultati immagini per via plebiscito roma
A pochi passi da piazza Venezia c'è via del Plebiscito che collega la piazza a corso Vittorio Emanuele. La storia risale ai primi anni del 1900 e i figli del protagonista sono ancora vivi quindi cercheremo di raccontare questa incredibile vicenda con l'accortezza che la situazione merita. Un ragazzo di neanche trenta anni stava passeggiando lungo via del Plebiscito quando vide una donna anziana che rischiava di essere investita da una carrozza; sprezzante del pericolo si gettò in mezzo alla strada e salvò la deliziosa vecchina che, per ringraziarlo, lo invitò a casa a prendere un caffè. Dopo essere stato qualche minuto e dopo aver conosciuto la sua sorella gemella, il ragazzo andò via. Il giorno dopo tornò di nuovo su via del Plebiscito e notò le finestre della casa sprangate, così anche i giorni seguenti. Stupito chiese al portiere dello stabile dove fossero le due adorabili signore che abitavano nella casa con le finestre sprangate. La risposta del portiere fece rabbrividire il giovane ragazzo "Sono morte due anni fa, caro signore". Grazie alla sua insistenza, il giovane ragazzo riuscì a farsi accompagnare in casa dal riluttante portiere trovando un luogo decisamente abbandonato, vi era muffa, sporco, insomma...un evidente stato di abbandono tranne per un aspetto particolare...c'erano ancora le tre tazzine di caffè vuote! Il ragazzo fece alcune ricerche e venne a scoprire che le due sorelle morirono nello stesso momento, una investita da una carrozza l'altra di crepacuore quando, affacciatasi dalla finestra, notò il corpo di sua sorella senza vita a terra.

mercoledì 3 aprile 2019

LO SAPEVATE CHE A PITIGLIANO CI SONO...LE STREGHE?

Nel meraviglioso borgo medievale di Pitigliano è possibile incontrare anche…le streghe! Eh già! Una storia antica racconta di come Pitigliano sia stata dimora di alcune donne molto particolari: le streghe si incontravano ogni martedì proprio intorno alla Fontana di piazza della Repubblica.

Noi si và in Maremma a ballare, dicevano le streghe”.

Le streghe di Pitigliano non aspettavano altro che mostrarsi nei loro festini del martedì e del venerdì spargendo i loro corpi con creme profumatissime cantando intorno al fuoco il proprio rituale magico “Mi ungo e mi riungo e in un’ora ora vado e torno, sotto acqua e sopra vento vado alle noce di Buonconvento..oh“. Al termine del festino, le streghe risalivano in sella ai cavalli o asini che evidentemente avevano rubato ai pastori del posto per volare verso mete ignote. Tornate a Pitigliano, manco fosse una comitiva scolastica, stanche ma ancora molto eccitate rapivano i bambini non per fare loro del male ma solamente per coccolarli fino a quando la preoccupazione della madre non si fosse manifestata.

Una volta ottenuto il loro scopo le streghe di Pitigliano riportavano i bambini alle loro madri di nascosto. All'epoca dei fatti, si dice che il popolo era terrorizzato da queste streghe, pertanto non era impossibile vedere ramoscelli di ginepro fuori le porte. Questa come tante altre storie rende Pitigliano davvero magica e misteriosa, un luogo molto particolare e unico dove passare un rilassante fine settimana!

Vuoi passare un rilassante fine settimana a Pitigliano magari alla ricerca di…qualche strega? Compila il campo a destra o chiama Stefania al numero 3921507601.

VISITA PITIGLIANO
Appartamento Uso Turistico di Stefania ed Elisa
via Luigi Pavolini 10, Pitigliano
Tel.3921507601
stefania.gvn@gmail.com

martedì 19 marzo 2019

NARNIADVENTURES, UN PERCORSO DI AVVENTURA INDOOR UNICO AL MONDO!

L'immagine può contenere: una o più persone, spazio all'aperto e testo

Segnate in agenda sabato 13 aprile…un altro sogno, che era fermo nel cassetto, si sta per avverare... Inaugureremo un percorso avventura ludico-didattico indoor unico al mondo: NarniAdventures! In un grande e suggestivo locale del 1200, il LACUS, sotto piazza Garibaldi, potrai avventurarti in un percorso con PONTI TIBETANI, andare su una TELEFERICA in assoluta sicurezza e provare l’ebbrezza di ARRAMPICARTI su una PARETE IN ARTIFICIALE. Ma non saranno solo emozioni, al tempo stesso conoscerai l’IMPORTANZA DELL’ACQUA per la vita sulla Terra.

Il percorso sarà inaugurato Sabato 13 aprile 2019. Alle ore 10 ci sarà il consueto taglio del nastro con le autorità. Dopo di che, alle 11 si darà il via alle emozioni!

ORARI DI APERTURA:
Sabato - dalle 11 alle 18
Domenica e festivi - dalle 10 alle 18.
Partenze ogni 30 minuti.
In giorni feriali su prenotazione per gruppi o gite Cell. 3391041645

TARIFFE:
1 percorso 4 euro
3 volte il percorso 10 euro (effettuati dalla stessa persona) - per i possessori del biglietto di Narni Sotterranea scontato a 8 euro.
Adatto anche per bambini con altezza di almeno 130 cm.
Sconti per nuclei famigliari.

1979-2019: 40 anni dalla scoperta!

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