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martedì 16 aprile 2019

INCENDIO A NOTRE DAME, CADE L'ULTIMO BALUARDO DEI VECCHI VALORI CRISTIANI

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Parlare stasera di Notre Dame è facile; altrettanto facile sarebbe cadere nel retorico riempiendo i social media e i giornali di frasi fatte adatte ad ogni occasione. Tuttavia è inutile raccontare ciò che è accaduto a Parigi nel tardo pomeriggio del 15 aprile senza spiegare il perché l'incendio di Notre Dame ha creato uno spartiacque tra il passato e il futuro. Non ci si può esimere dal rimanere sconvolti dagli accadimenti, tra l'alto è insito nella natura umana rispondere con una carica emotiva molto forte a un qualcosa che destabilizza un vecchio equilibrio, così fu per le Torri Gemelle in un'epoca in cui non c'erano i social, in cui internet non era così preponderante, in cui le uniche possibilità di farsi un'idea sui fatti era comprare il giornale o vedere un notiziario. 

Siamo pietrificati nel vedere il simbolo della Cristianità occidentale e ultimo baluardo degli antichi valori crollare come fosse una costruzione di cartapesta. Nonostante buona parte della struttura sia stata salvata, non prendiamoci in giro, Notre Dame, Parigi, l'Europa e il mondo non saranno mai più gli stessi. Notre Dame non era sono una Cattedrale, era, ed è, un simbolo di grandi cambiamenti avvenuti in Europa negli ultimi sei secoli, cambiamenti che hanno toccato tutti gli aspetti della società francese e non solo. E pensare che durante la Rivoluzione Francese si era pensato di distruggerla salvo poi trasformarla nella cattedrale della Dea Ragione; proprio qui Napoleone si cinse la testa con la Corona da Imperatore con la celeberrima frase "Dio me l'ha data, guai a chi me la tocca"; qui Enrico IV di Navarra si convertì esclamando "Parigi val bene una messa"; qui riposano la Corona di Spine di Gesù e il mantello di Luigi IX il Santo; qui perì l'ultimo Gran Maestro dei Templari il 18 marzo 1314 dopo un processo farsa per ordine di Filippo il Bello (che di Luigi IX era un diretto discendente). Come è possibile vedere sono stati menzionati solamente alcuni dei grandi avvenimenti storici che, in un senso o nell'altro, hanno letteralmente cambiato il mondo, proprio per questo abbiamo parlato di spartiacque tra passato e futuro.

In questa serata così emotivamente complicata torna in mente il meraviglioso personaggio di Victor Hugo, Quasimodo, che a Notre Dame ci viveva nascosto dagli occhi non sempre benevoli del popolo: chissà se quelle campane che lui suonava con vigore e sincero amore torneranno a scandire la vita dei francesi e del popolo di tutto il mondo, chissà se Notre Dame tornerà ad essere il simbolo dell'unione tra i popoli e le culture. Noi ci auguriamo che questo mirabile esempio di arte gotica possa, in futuro, tornare a splendere e continuare ad essere quel baluardo di valori e di cultura di cui stasera siamo tutti orfani.

Emiliano Amici




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