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LE SOCIETA' SEGRETE



Tutti gli articoli sono di Aldo Ciaralli, nostro valido collaboratore!

Quest’anno compio sessantaquattro anni. Credo siano sufficienti a legittimare la mia pretesa di pensarla “a modo mio” ossia, in altri termini, penso che con l’età mi sono conquistato, o mi sarei conquistato, l’autonomia di giudizio necessaria a farmi distinguere, con il dovuto distacco, le cose assolutamente inammissibili al senso comune da quelle invece ammissibili. Il senso comune è una dimensione sociale e civile nella quale ha peso la storia di un popolo, la sua etica, le sue leggi e il suo livello di autodeterminazione. Quando parlo di popolo, ovviamente, non mi riferisco ad una razza, termine fascista, bensì ad un contesto omogeneo di individui che hanno deciso di condividere pacificamente uno spazio culturale e un territorio. Fatta questa premessa posso immediatamente dire che il termine società segreta è inammissibile. Secondo il mio modo di vedere una società è espressione collettiva, ossia uno dei modi in cui si esprime la collettività, e quindi proprio per aderire al suo significato intrinseco di “società” deve possedere le caratteristiche di trasparenza e libertà di accesso. Questa caratteristica è indispensabile a manifestare il rispetto di ogni individuo nei confronti del prossimo. Senza questo rispetto un popolo è incivile o, se preferite, immaturo. Conservate in memoria il concetto di immaturità dei popoli perché, come vedremo questo è uno dei fini ultimi delle Società Segrete. Se una società è segreta vuol dire che non è trasparente e non è aperta. Se ci fate caso spesso nei dibattiti televisivi ci sono opinionisti o giornalisti che pronunciano la seguente frase: “Io non credo alla teoria del complotto” e spesso lo fanno addirittura fuori contesto allo scopo di stroncare qualsiasi tentativo di indagare in ambiti che si posizionano “dietro” i protagonisti palesi e i fatti da loro compiuti. “Dietro” non è indice di “dietrologia” come è consuetudine bollare chi indaga ma è il sintomo della presenza in gioco di “cose sconosciute” ovvero attività che non vengono portate all’attenzione dei cittadini. Per dare testimonianza concreta a ciò che penso, basta citare il noto fatto che, nel Codice Civile del nostro paese, fino al 1942 erano presenti le “Società anonime” ossia Società di capitali di cui era impossibile conoscere gli azionisti. Questo significa che “dietro” una facciata esplicita agivano persone sconosciute. Dopo il 1942, In Italia, queste figure del Codice vengono trasformate in Società per azioni ma l’ambiguità rimane, cambia solo la denominazione. Questo disturbo del cambio di nome altre nazioni, molte altre nazioni, non se lo sono mai preso. E infatti attualmente nei codici internazionali la distinzione tra la società anonima e la società per azioni è dovuta solamente alla lingua: ad esempio in Svizzera la società anonima è così chiamata in italiano e in francese (société anonyme), mentre in tedesco, altra lingua svizzera, è detta Aktiengesellschaft (AG), che significa letteralmente società per azioni. Questa, secondo il mio giudizio è una contraddizione perché una società o è anonima o non lo è. Quando ho detto che mi sarei conquistato la mia legittima autonomia di giudizio ho espresso una perplessità legata ad una costatazione ineccepibile: infatti se i miei simili la smettessero di ignorare l’esistenza di attività segrete palesi, uno come me potrebbe dialogare con qualcuno, magari anche qualche membro delle istituzioni (vedi La Magistratura) affinché cominci a fare il mestiere per il quale percepisce uno stipendio e quindi applichi le leggi che condannano le attività occulte. Poiché parlo di esperienze che ho vissuto, mi riferisco esplicitamente alle attività della Loggia Massonica Propaganda 2, una Società Segreta del mio tempo le cui trame sono state parzialmente svelate da una commissione parlamentare presieduta dalla ex partigiana Tina Anselmi. A complotto svelato ho scoperto che alcuni miei colleghi di banca erano membri della P2 e quindi ne parlerò diffusamente. Con chi ne parlerò non lo so ancora, ma spero che qualcuno si decida a smettere di farsi prendere per i fondelli e cominci a cercare di capire cosa sta succedendo in Italia e nel resto del mondo sotto la spinta delle varie Società Segrete. L’opinionista che a questo punto direbbe “io non credo alla teoria dei complotti” è lo stolto al soldo di un editore malandrino o di un corrotto coinvolto in attività occulte di una qualsiasi espressione di Società Segreta. Concludo dicendo che potrò dire di essermi conquistato una autonomia di giudizio nel momento in cui il mio prossimo vorrà dare senso ad una democrazia matura e quindi indagare, magari anche con l’apporto di molteplici testimonianze finora ignorate, il fenomeno insopportabile del complotto quale espressione delle società Segrete. Naturalmente soffro come tanti di alcune patologie comportamentali come l’essere allergico ai termini nascosto, misterioso, sconosciuto, segreto perché li ritengo sinonimi della parola menzogna. Anche quando un sacerdote, dal suo pulpito, sottomette le sue omelie ad un presunto mistero della fede, io dico che sta mentendo perché non posso sopportare l’invenzione di un dio che si nasconde dietro l’inconoscibile. L’aggettivo segreto evoca immagini e situazioni inquietanti: culti e riti clandestini, giuramenti contrari al retto agire, dissimulazione di azioni criminali, insabbiamenti, manovre occulte di governi o potentati economici, spionaggio, servizi segreti deviati, centri di potere che hanno come fine ultimo il dominio del mondo, complotti, terrorismo, stragismo, sfruttamento dei poveri, depauperamento dei paesi in via di sviluppo, controllo delle fonti energetiche, truffa, raggiro, finanza corrotta, politica come fonte di corruzione. L’umanità intera al cospetto di questo scenario è sempre affetta da pigrizia e apatia, perché? E’ molto semplice: perché le attività occulte devono sempre essersi prima assicurate il controllo dell’informazione. La mancanza di informazioni sulla attività criminale delle Società Segrete porta al disinteresse e spesso all’accettazione supina di ogni abuso. Chi cerca di agire nell’ombra evita di attirare l’attenzione e vuole che il grande pubblico ignori le sue azioni. A volte questa regola sembra faccia qualche eccezione. Oggi, nel 2012, possiamo andare a vedere una pellicola che svela i segreti dell’FBI americana durante lo strapotere di J. Edgar Hoover. Oggi siamo autorizzati a sapere i favori che il Capo dell’FBI accordava in segreto e le informazioni per le quali era pagato al fine di evitarne la divulgazione. Perché questo velo che si alza sul marcio? La risposta è semplice: si tratta di nuova dissimulazione posta in atto da un regista e un produttore conservatori che hanno il fine di scoprire qualcosa per meglio coprirne un’altra. E quest’altra cosa è il coinvolgimento dell’FBI nell’assassinio di J.F.Kennedy, cosa nota e metabolizzata, commissionato da chi volle punire un Presidente degli USA per non aver permesso l’installazione dei missili sovietici a Cuba. Potete anche rileggere la frase: ho scritto per “non aver permesso” in quanto il disegno era creare un alibi forte per scatenare le varie “Gladio” del mondo occidentale e destabilizzare le democrazie a favore di regimi totalitari. Meglio controllare le dittature che le democrazie, non perché la democrazia sia una difesa contro le Società Segrete ma solo perché con le democrazie il processo di conquista del potere globale è più lento e complesso. Naturalmente i miei sospetti sono basati su indizi che i documenti del KGB russo potrebbero ben svelare se, guarda caso, l’attuale regime russo non avesse alcun interesse ad entrare in conflitto, diciamo d’opinione, con gli Stati Uniti d’America. Aggiungo a margine che J.F. Kennedy pose le basi politiche e militari per il conflitto in Vietnam aderendo agli impegni che il padre, l’ambasciatore Kennedy, aveva preso con la lobby degli armamenti, ma non attuo un altro impegno che aveva preso con la lobby massonica del suo governo. E quindi lo fecero uccidere e rimpiazzare con il più malleabile vice Presidente. Circa la massoneria americana e la pigrizia mentale delle persone normali devo riferire un episodio illuminante: una persona a me molto cara, che aveva ricoperto alte cariche dirigenziali nella Pan American, cadde letteralmente dalle nuvole quando gli misi in mano una banconota americana da un dollaro e gli indicai i simboli massonici in essa raffigurati. Spero che mi smentisca se ciò che dico non è vero ma lui, anche se italiano, aveva più dimestichezza con le faccende americane che non con quelle di casa nostra, eppure… In chiusura di premessa mi preme dire che fare un quadro comprensibile delle Società Segrete vuol dire cominciare da quelle fondate nel Medio Evo anche se è ben noto che alcune molto importanti sono nate in epoca pre-cristiana. Quelle di carattere mistico-religioso nacquero a ridosso delle Crociate e sono legate, quasi sempre, a questioni di denaro e di potere. Purtroppo in nessuno dei casi che ho indagato è possibile distinguere manovre politiche da manovre religiose. Le loro finalità sono sempre un ibrido perché gli obiettivi sono sempre comuni. Vorrei precisare il significato di quasi sempre. Le Società Segrete di fede gnostica, evidentemente eretiche, hanno la caratteristica di apparire sempre come risposta ad un bisogno di elevazione spirituale. Quindi parlando dei Catari e dei Rosa-Croce, oppure degli Alchimisti, sotto qualsiasi aspetto si siano materializzate queste formazioni, ho avuto sempre un istinto a comprenderne finalità morali anziché trovarne di criminali e coercitive come negli altri casi. Fin da ora voglio precisare che citerò sempre la fonte delle mie informazioni, se ci sarà una fonte. In assenza di informazioni concrete, indicherò quali sono le mie conclusioni in base a ragionamenti logici. Ragionare è una prerogativa degli uomini che hanno lottato sempre per conquistare il diritto ad esprimere il proprio parere. E’ pur vero che Pier Paolo Pasolini disse nel 1974 durante una intervista a Biagi che “non avrebbe potuto dire tutto in televisione” perché pur esprimendo una opinione ci sono cose per le quali si viene facilmente accusati di vilipendio. Essendo io presente in Rete con questo testo, mi sento più tranquillo e spero di affrontare al massimo qualche contestazione e non affrontare querele giudiziarie che farebbero pubblicità a questo sito ma non a me che non ne cerco e anzi le evito accuratamente. Non al punto però di rinunciare a dire la mia, perché non accetto che parlare di queste cose, nel terzo millennio, venga ancora considerata una sfida al potere.

Articolo di Aldo Ciaralli

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