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domenica 14 luglio 2013

LO SVILUPPO ECONOMICA DI VENEZIA NEL MEDIOEVO

Già nel X secolo lo sviluppo di Venezia era sorprendente, infatti la città lagunare si impegnò con tutti i mezzi nel commercio marittimo. Nel 1100 la città lagunare era riuscita a liberare l’Adriatico dai pirati dalmati e a imporre il monopolio commerciale su tutta la costa orientale, infatti nel 1002 cooperò con la flotta bizantina per la cacciata dei saraceni da Bari. Ogni cittadino veneziano era impegnato nell’attività marittima e ne dipendeva. La servitù, (es i servi della gleba legati alla terra del feudatario), qui non esistevano, solo il patrimonio monetario o di beni stabiliva la differenza sociale tra marinai, artigiani e mercanti. Il progresso economico è testimoniato dall’uso della scrittura, infatti ogni mercantile diretto in terre straniere aveva a bordo un monaco amanuense, tuttavia pare che gli armatori abbiamo imparato presto a tenere i propri conti e la corrispondenza commerciale. Ricordiamo che le prime forme di ragioneria sono di quel periodo. La chiesa per tutto il Medioevo non cessò mai di considerare peccaminoso per l’anima i profitti commerciali, il prestito a interesse, e le trasformazioni sociali che era impossibile impedire. A provarlo ci sono i testamenti di tanti banchieri e speculatori i quali ordinano in punto di morte di rimborsare i poveri che hanno imbrogliato in modo da ottenere l’assoluzione per il Giorno del Giudizio. Ciononostante le flotte italiane di Venezia, Genova e Pisa non mancarono di cooperare con i crociati nei periodi delle guerre contro i mussulmani, e non per motivi religiosi ma per puro lucro. I franchi aiutarono queste città ad ottenere degli scali sulle coste della Palestina, Asia minore e mar Egeo. Acri era all’epoca un porto multietnico dove tutte le nazioni commerciavano liberamente e da dove numerose navi partivano per Costantinopoli. Da questa città infatti i pellegrini ritornavano in Italia attraverso la via Egnatia che conduceva fino a Valona e da qui a Bari, oppure i mercantili trasportavano armi per la guerra. Gli storici sostengono apertamente che senza l’aiuto delle città marittime le crociate non sarebbero durate così a lungo. Dalla Terza Crociata in poi le navi invero si svilupperanno così tanto da poter trasportare per lunghe tratte uomini e armi pesanti (es Riccardo Cuor di Leone e Filippo Agusto (1)). Anche dopo la sconfitta cristiana i Turchi non crearono mai una flotta in concorrenza con l’Europa, troppo interessati a garantirsi il traffico delle spezie dalla Cina e dall’India. 

(1) Lo sapevate che R Cuor di Leone e Filippo Augusto in gioventù sono stati amanti? Furono costretti a maritarsi con nobili donne per motivi politici, le casate dovevano perdurare. Come esclamò Eleonora d’Aquitania a suo figlio Riccardo, quando questi le fece capire che non era interessato al matrimonio “ Quisquilie!”. 

Articolo di Giovanna Barbieri del sito ilmondodigiovanna.wordpress.com. Tutti i diritti riservati.

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