Il Palazzo Nazionale di Mafra, pochi chilometri a nord di Lisbona, con le sue oltre 800 stanze e 300 celle è una delle più sontuose costruzioni del Portogallo nonché dell'intera Europa. Edificato sotto il regno di D. João V, il palazzo ha la caratteristica di essere stato concepito non solo come residenza secondaria per la famiglia reale, ma di possedere anche un convento nella sua parte retrostante. La creazione del convento è la ragione prima della messa in opera nel 1711 di tale costruzione, dovuta infatti ad un voto fatto dal re in tal senso se fosse stato benedetto dall'avere una discendenza. Il Palazzo Reale occupa l'intero piano nobile dell'edificio di Mafra. I due torrioni, quello nord destinato al re e quello sud alla regina, sono collegati da una lunga galleria di 232 metri che costituisce il più lungo corridoio di palazzo esistente in Europa. Essa veniva utilizzata come zona interna di passeggio per la corte e costituiva quindi il luogo ideale per esibire gioielli e abiti sfarzosi. Sempre in questo luogo si facevano attendere anche gli ambasciatori e coloro che chiedevano un'udienza reale. Il torrione del re e quello della regina funzionavano separatamente: ciascuno possedeva proprie cucine, dispense e depositi, tutti situati ai piani terra. Le camere per le cameriere e le dame di compagnia si trovavano invece al primo piano mentre gli appartamenti reali veri e propri occupavano il piano nobile, lasciando alla servitù l'uso dei mezzanini (soffitte). Ai principi era stato destinato un palazzetto all'estremità nordest dell'edificio come alle principesse ne era stato destinato un altro situato a sudest, ogni uno sempre in gestione separata dagli altri. Nel 1711, quando D. João V diede l'ordine di inizio lavori a Mafra, il progetto iniziale prevedeva la costruzione di un convento per 13 frati. Questo fu successivamente esteso per ospitarne 40, poi 80 e infine 300. Il progetto si completò alla fine con l'aggiunta di una basilica e di un palazzo per i reali. La Basilica di Nostra Signora e di Sant'Antonio venne consacrata il 22 ottobre 1730, ma il Palazzo Reale fu completato solo nel 1735. L'iniziale vita di corte fu però relativamente scarsa in quanto nel 1742 il re D. João V si ammalò gravemente e morì nel 1750. Suo figlio D. José I mantenne l'abitudine di recarsi a Mafra, soprattutto per andare a caccia nella riserva. In seguito al grande terremoto del 1755 egli non volle più abitare in edifici di pietra, per cui ad ogni visita faceva installare tutta la famiglia reale in un edificio di legno costruito accanto al Palazzo. La regina D. Maria I non amò invece frequentare Mafra se non durante la celebrazione di feste religiose o per andare a cavallo nella riserva di caccia, abitudine che mantenne fino al 1792 quando si ammalò. Tutta la corte reale si stabilì qui tra il 1806 e il 1807, nel difficile periodo che precedette le invasioni francesi. Gli spazi furono resi più confortevoli dividendo le sale in zone più piccole mediante pareti in legno dipinte. La partenza della famiglia reale verso il Brasile il 27 novembre 1807, alcuni giorni prima dell'arrivo delle truppe francesi a Lisbona, determinò l'impoverimento di gran parte del contenuto del palazzo (che alla sua creazione conteneva arazzi fiamminghi, tappeti orientali e mobili fatti costruire appositamente per arredarlo), trasportato alla colonia brasiliana per il servizio della Casa Reale e poi abbandonato sul luogo quando la Corte fece ritorno in Portogallo nel mese di giugno del 1821. Nel dicembre del 1807 le truppe francesi presero possesso del Palazzo ma pochi mesi dopo vennero sostituite da un piccolo contingente dell'esercito inglese che qui vi rimase fino a marzo del 1828. Dopo il periodo delle Guerre Peninsulari re D. Fernando e la regina D. Maria II tornarono a frequentare questi luoghi assieme alla corte. Fecero inoltre realizzare nel Palazzo Reale numerose opere di restauro. Anche D. Pedro V assieme alla moglie, la regina D. Estefânia di Hoenzollern-Sigmaringen, vi trascorse qualche stagione. Egli inoltre fondò una scuola per l'istruzione pubblica, pagata di sua tasca, a cui diede il nome. Alla sua morte, nel 1861, il fratello D. Luís I mantenne la regia protezione alla scuola, venendo spesso anche ad assistere agli esami, molte volte accompagnato dalla regina Maria Pia di Savoia. Il padre di lei, il re d'Italia Umberto di Savoia, volle fare un soggiorno a Mafra e ordinò di far installare, tra il piano terra e il piano nobile dell'edificio, un ascensore azionato da quattro uomini (chiamato “navetta” o “caranguejola”) che fu uno dei primi ascensori creati in Portogallo. Anche D. Carlos e D. Amélia, grandi appassionati di caccia, soggiornarono più volte in questi luoghi, percorrendo la riserva all'inseguimento di cervi e cinghiali, o trascorrendo il tempo a dipingere, passione alla quale entrambi si dedicavano. Il Palazzo di Mafra rimane associato anche alla fine della monarchia in Portogallo in quanto accolse il re D. Manuel II nella sua ultima notte di regno, dal 4 al 5 Ottobre 1910, prima di partire per l'esilio.
LA BASILICA
La Basilica di Nostra Signora e di Sant'Antonio occupa la parte centrale dell'edificio, fiancheggiata dalle due torri campanarie simmetriche e recante 18 statue in marmo di ornamento nella facciata. Fu realizzata secondo il progetto di Johann Friedrich Ludwig orafo e architetto di origine tedesca che, dopo il suo lungo soggiorno in Italia , la concepì in stile barocco italiano. Successivamente egli acquisì la cittadinanza portoghese e prese il nome di João Frederico Ludovice. La Basilica ha la forma di croce latina e l'interno, tutto rivestito con marmi di diversi colori, è a tre navate. Misura 58,5 metri di lunghezza, mentre i bracci del transetto hanno una lunghezza massima di 43 metri ed è stata realizzata con materiali estratti dalle zone di Sintra, Pêro Pinheiro e Mafra. La crociera del transetto è sormontata da una grossa cupola alta 65 metri e di 13 metri di diametro, che ha il primato di essere stata la prima eretta in Portogallo. Nel coro si trova un dipinto di Francesco Trevisani raffigurante la Vergine col Bambino e Sant'Antonio da Padova, cui la Basilica è dedicata. Al di sopra della pala si trova un bassorilievo in marmo rappresentante Cristo crocifisso, la Gloria e due angeli adoranti, opera dello scultore genovese Francesco Maria Schiaffino. Le pale negli altari delle due cappelle della crociera, la Sacra Famiglia nel lato sud e il Santissimo Sacramento nel lato nord, così come la cappella nel lato sud, Nostra Signora della Concezione, e le sei cappelle laterali, sono di Alessandro Giusti della Scuola di Scultura di Mafra e dei suoi discepoli. egne di nota sono le 58 statue marmoree di santi, commissionate appositamente dal re e scolpite a Roma da artisti di quel periodo, che costituiscono la maggiore collezione di scultura barocca esistente fuori d'Italia e il gruppo, unico nel suo genere, di sei organi storici commissionati dal re D. João VI agli organisti Machado Cerveira e Peres Fontanes, in sostituzione ai preesistenti che si erano deteriorati nel tempo.
IL CONVENTO
Dietro la la Basilica di Nostra Signora e di Sant'Antonio sorge il convento costituito da un corpo rettangolare che comprende varie sale in uso dei frati, refettorio, biblioteca nonché il chiostro con giardino interno. Fu preoccupazione di D. João V garantire il sostentamento del convento, pagando le spese di sua tasca. Due volte l'anno, a Natale e a San Giovanni, veniva consegnato a ciascun frate un pacco contenente tabacco, carta per scrivere, biancheria e panno di lana per confezionare o rattoppare gli abiti, dal momento che ogni fratello ne aveva diritto a due (uno da indossare e uno di ricambio). Nel convento annualmente venivano consumati, per esempio, 120 barili di vino, 70 barili di olio, 13 “moios” di riso (un moio corrispondeva a 828 litri) e 600 mucche. Attaccato al convento si trovavano il giardino recintato, gli orti, i frutteti, e diversi serbatoi d'acqua. Erano stati creati anche sette campi da gioco, di cui quattro per il gioco della palla, uno per quello del cerchio e due per quello della “laranjinha” (una sorta di gioco delle bocce). Il convento in origine ospitava i francescani dell'Ordine di Arrábida ma successivamente, nel 1770, il marchese di Pombal li espulse a favore dei canonici regolari di Sant'Agostino. Questi vi rimasero per venti anni, prima del loro rientro a Lisbona, periodo nel quale fecero molte opere di abbellimento sia nel convento che nella basilica, dotando anche la famosa biblioteca di meravigliose librerie in legno scolpito. Nel 1791 fecero ritorno i francescani ma dovettero nuovamente lasciare il convento nel 1807, al tempo delle Guerre Peninsulari, congiuntamente alla famiglia reale. Occupato dalle truppe francesi e poi inglesi, il convento ospitò ancora per un breve periodo poche decine di frati e fu infine inglobato nel Tesoro Nazionale in seguito all'estinzione degli ordini religiosi in Portogallo, il 30 maggio 1834. Dal 1841 fu occupato da diversi reggimenti militari e, dal 1890, è la sede della Scuola Pratica di Fanteria.
BIBLIOTECA
Il Palazzo Nazionale di Mafra possiede una delle più importanti biblioteche portoghesi (“Casa da Livraria”), con una preziosa collezione di circa 36.000 volumi. Vi si possono trovare opere rare come una raccolta di incunaboli (opere stampate fino al 1500) o le famose “Cronache di Norimberga”, così come diverse Bibbie e la prima Enciclopedia (conosciuta come quella di Diderot e D'Alembert) o libri di preghiera del XV secolo e ancora un importante nucleo di spartiti musicali di autori portoghesi e stranieri scritti appositamente per il gruppo di sei organi storici della Basilica (Marcos Portugal, João de Souza Carvalho, João José Baldi per citarne alcuni). A dimostrazione dell'importanza di questa collezione vi è una bolla emessa da papa Benedetto XIV nel 1754 che, oltre a vietare sotto pena di scomunica la vendita o il prestito di opere stampate o manoscritte senza il consenso del re, concedeva il permesso di includere nella biblioteca anche i libri vietati dall'Indice. La “Casa da Livraria” si trova al quarto piano dell'ala est del palazzo e occupa la più nobile e vasta di tutte le stanze dell'edificio. È a forma di croce con una lunghezza di 85 metri e 9,5 metri di larghezza. Pavimentata in pietra di vari colori, possiede al centro una cupola poggiante su quattro archi, chiusa su un marmo dove si vede scolpito un volto umano che rappresenta il sole. Per la costituzione dei questo patrimonio biblico, il re inviò all'estero emissari speciali affinché venissero in possesso di tutto ciò che era considerato il migliore e più recente sapere dato alle stampe. I volumi custoditi dalla Biblioteca sono datati tra il XV e il XIX secolo e trattano diversi temi come la Teologia, il Diritto Canonico e Civile, la Storia, Geografia e Viaggi, Matematica, Arte, Musica, Medicina, e altri ancora. La Biblioteca, la cui attuale archiviazione è iniziata nel 1809, fu organizzata dal frate João de Santa Anna secondo quella che chiamò “La Regola dei Quattro Ordini”. È interessante notare come dopo il lavoro completo e metodico del frate, da cui risultò un catalogo manoscritto in otto volumi, le norme utilizzate per l'organizzazione della biblioteca rimangano molto attuali (schedatura principale fatta per nome, schedatura opere anonime fatta per titolo e uso di riferimenti incrociati). Caratteristica, forse unica, di questa Biblioteca è quella di ospitare, fin dai tempi della sua costituzione, una colonia di pipistrelli. Questi piccoli animaletti dal colore chiaro furono impiegati dai frati come ausilio nella salvaguardia dei tomi in quanto si nutrono degli insetti che divorano la carta. Fa piacere che ancora oggi il loro contributo non venga disdegnato dalla sovrintendenza che, nonostante le tecniche moderne, li considera un valido aiuto "naturale".
Articolo di Isabel Giustianiani del sito www.isabelgiustiniani.com. Tutti i diritti riservati
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