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mercoledì 21 maggio 2014

LA PRODIGIOSA IMPRONTA DI EDESSA


Verso l’anno 400 si diffuse un testo che conteneva, ampliandolo, un libro apocrifo sulla vita di Gesù più antico composto dopo l’anno 150. Era stato scritto probabilmente in Siria e si riferiva all’apostolo Taddeo, uno dei 70 discepoli della prima comunità cristiana, narrando come il cristianesimo era stato portato nell’Osroene, una regione della Turchia antica. Secondo questo racconto noto come Dottrina di Addai, il re Abgar di Edessa (attuale Urfa in Turchia), ammalato gravemente, aveva inviato a Gerusalemme un suo messaggero con una lettera per Gesù: gli spiegava che aveva tanto sentito parlare dei suoi eccezionali poteri di guarigione, così lo pregava di recarsi a Edessa per aiutarlo. Sapeva che i suoi nemici lo stavano cercando per farlo morire, quindi gli offriva anche rifugio illimitato presso di lui. Gesù non aveva accettato l’invito perché la sua missione a Gerusalemme era vicina al compimento, però aveva mandato laggiù l’apostolo Taddeo (chiamato nei vangeli Giuda Taddeo) che aveva miracolosamente guarito il re e poi battezzato tutto il popolo. La Dottrina di Addai contiene anche una breve digressione che parla di un’immagine di Gesù che aveva carattere prodigioso, cioè si era prodotta spontaneamente, senza l’intervento dell’uomo. Il racconto fu inserito nella storia di Taddeo, perché entrambe le vicende si svolsero proprio a Edessa. 

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale

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