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sabato 31 maggio 2014

CASTRUM CAETANI E SAN NICOLA CAPO DI BOVE - DOCUMENTARIO DI SGUARDO SUL MEDIOEVO

Tra il 1302 e il 1303 Francesco Caetani, grazie all’intermediazione di Benedetto Caetani meglio noto come papa Bonifacio VIII (il papa del I giubileo del 1300), acquistò la tenuta di Capo di Bove all’interno della quale fece costruire un villaggio fortificato (castrum) a cavallo della via Appia circondato e difeso da una cinta muraria e costituito da un palazzo signorile, una chiesa parrocchiale dedicata a S. Nicola e alcuni piccoli edifici a carattere abitativo. La tecnica muraria del complesso edilizio, realizzata in blocchetti di peperino legati da malta (c.d. opera saracinesca) risulta omogenea documentando quindi un complesso unitario, progettato e realizzato in un unico momento. 
Le nuove costruzioni si appoggiano al mausoleo di Cecilia Metella il cui tamburo viene sopraelevato con una merlatura per farne il torrione di difesa verso Roma e divenendo con questo un tutt’uno. Il palazzo, ancora ben conservato anche se privo della copertura e dei solai che separavano i diversi piani, ha tutte le caratteristiche della residenza signorile protetta da una cinta muraria con evidenti intenti difensivi; ben conservate sono le murature perimetrali in cui si aprono eleganti bifore, alcune restaurate agli inizi del 1900. Di fronte al palazzo c’è la chiesa di S. Nicola, anch’essa ben mantenutasi nella facciata e nelle mura perimetrali seppur priva di copertura, che è caratterizzata da un’aula unica con abside di fondo e sormontata in facciata da un elegante campanile a vela. L’edificio religioso era probabilmente utilizzato non soltanto dalla famiglia proprietaria ma anche dagli altri abitanti del castrum abitualmente dediti alle attività agricole nel terreno circostante e alla manutenzione del complesso. Le strutture edilizie erano protette da una cinta muraria a pianta rettangolare ma di dimensioni irregolari (lati lunghi circa m. 240, corti m. 98) dotata di 19 torri sporgenti dal perimetro e che inglobava un tratto del tracciato della via Appia antica. La morte di Bonifacio VIII determinò il rapido declino della famiglia Caetani e presto il castrum passò tra le proprietà di altri nobili come i Savelli, i Colonna e gli Orsini divenendo spesso scenario di numerosi avvenimenti storici. Nell’ambito del programma del Grande Giubileo del 2000 sono stati eseguiti numerosi interventi di scavo, restauro, sistemazione del palazzo e riallestimento di opere scultoree in marmo; a seguito di questi lavori è oggi possibile scendere nel piano ipogeo e vedere l’imponente banco di lava, risalente a circa 260.000 anni fa, su cui è stato costruito il complesso.

Fonte: Archeoroma.beniculturali.it

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