Il Libro del cuoco è stato scritto in veneziano e edito da Ludovico Frati a Livorno nel 1899 con il titolo Libro di cucina del secolo XIV e ristampato a Bologna nel 1970 (Testi Antichi di Gastronomia 7). Il manoscritto conservato a Roma risalirebbe al 15° secolo e comprende 135 ricette. Ma un frammento di manoscritto, che comprende 57 ricette, conservato a Firenze, risalirebbe al 1338-1339 (Modo di cucinare et fare buone vivande). Le ricette sono alquanto dettagliate, previste per 12 persone, il che sarebbe una testimonianza della brigata spendereccia de Siena. La brigata spendereccia è un gruppo di 12 ghiotti, giovani e ricchi, che avrebbero dilapidato la loro fortuna in banchetti. Il cuoco di Nicolò Dei Salimbeni (uno dei dodici ghiotti) avrebbe scritto, prima del 1287, un libro di cucina scomparso, che avrebbe riprodotto le ricette usate in questi banchetti. Dante pone i 12 ghiotti nell’Inferno e Boccaccio ne parla. Ad uno di essi, Nicolò Dei Salimbeni, si attribuisce erroneamente l'introduzione del chiodo di garofano in Italia.
I. Amidono d' amido.
Se tu vuo' fare amiduni per XII persone,
tuoi do libre de mandole e una libra de
amido, e meza de zucharo, e toi 1/2 de
pignoli mondi e mezo quarta de garofali, e
toi le mandole bene monde e bene maxenate,
e distempera con aqua chiara bene bolita e
toy tre parte de lacte e mitilo a bolire; di
quello che te romane crudo meti a molo
l' amidon. Quando lo lacte à bolito asay,
distempera l' amido e mitil dentro e meschola
spesso e trailo in suso per menestrare, e
mitigo zucharo asay, e poni per sopra le
scutelle zucharo e garofalli e pignoli mondi.
E se tu vuo' fare per piú persone o per men,
toy le chosse a questa medesima raxone e
ene perfecta vivanda.
II. Ambroyno.
Se tu voy fare ambroyno, toy polastri e
smenbrali, toy cipole bene trita e frigeli in
lardo colato, e mitili specie dolce e forte, e
zenzevro, e cenamo, e garofali, e melegette,
e taglia menuti con coltello, e mitili a frizere
ogni cossa in sembre. E toy mandole
non monde, e maxenate, e toy agresta, e
zafarano, insema. Quando sono cocti meti sopra
li polastri. A tri polastri vole libre ij de
mandole.
III. Agliata.
Agliata a ogni carne, toy l'aglio e coxilo
sotto la braxa, poi pestalo bene e mitili aglio
crudo, e una molena de pan, e specie dolçe,
e brodo; e maxena ogni cossa insema e fala
un pocho bolire e dala chalda.
IV. Ambrosino bono e perfecto et cetera.
Se tu voi fare ambrosino per XII persone,
toy VI caponi magretti e ij libre de mandole,
e una libra de uva passa, e 1 datali, e una
libra de brognole, e 1 1/2 de genzevro fino,
e una 1/2 entra noce moschate e garof. e
zafarano intrego, e meza libra de specie dolçe
fine, e toy li caponi e smenbrali e fane septe
peze de l' uno, e mitili a sofrizer in lardo
desfato e colado in una cita. E quando sono
ben sofriti, la prima cossa che tu gli mitti
sia lo zenzevro roto e le noce moschate taiate
ben trite, e canella rota in bone peçe,
e garofalli intrigi, e mandole intriege monde,
e datali intrigi ben lavati, e meti dentro
specie dolçe [in] gran quantità, e fay coxere un
pocho; e quando è coto trai indrieto; quando
è coto meti le prime mandole con le gusse
non monde, e macenali e destempera con
aceto pocho, e quando è cota la vivanda,
cola li mandole e mettili sugo con specie e
zafarano asay. Questa vivanda vuole essere
agra e dolza e vermiglia e stretta, traila
indietro e dala per scudelle e polveriza
specie di sopra le scudelle.
V. Bramagere.
Se tu voy fare bramagere per XII persone,
toy iiij libre de mandole, e una libra
de rixo, e iiij galine, dui libre d' onto frescho,
e una libra e mezza de zucharo, e mezo
quarto de garofalli, e toy le mandole, e
mondale, e servane quantità de entriegi, e le
altre fa maxenare, e maxena e destempera
cum aqua chiara pocha, e colale bene per
stamegna, e toy lo rixo ben mondo e ben
lavato ad aqua chalda e ben raschado, zoè
suto con toaglia, e falo pestare lo spiciale,
over sedazare, e staciare, e toy li petti de
le galine e fali lesare pocho, e filali sottile
e frigelli in lo onto con pocho focho in una
pignata persi, e meti a fogo lo lacte de le
mandole, e servane doe scudelle. Quando
lo lacte, bolle destempera la farina de lo rixo
con quello late crudo, e metile a bolire, e
trailo in dreto suso la braxa, e meti incontinente
le polpe e sfilato e l' onto de struto
dentro questa vivanda, e mescola spesso, e
metigli del zucharo. Quando è coto e tu
manestra, mitige de l'aqua rosata per sopra le
scutelle, e poy zucharo, e poy mandole sofrite
bianche, e poy garofalli. Questa vivanda
vole essere biancha como neve, e streta, e
potente de specie.
VI. Brodo de polastri.
Se tu voy fare brodo de polastro, toli
polastri e fali alisare, toy mandole monde e
maxenale e destenprele con il brodo de li
polastri, e aqua rosata, e agresta, e destempera
ogni cossa insema. E poy toy canella
e zenzevro, e garofali mezi maxenati, e mezi
tagliati menuti, e meti entro questo brodo,
e fa bolire ogni cossa in sembre. E poy che
i vano a tavola, meti li polastri dentro lo brodo,
e fa che siano ben caldi. Quando tu manestri,
metelli del zucharo per suso le scutelle
e serà bona vivanda.
VII. Bon savore da polastri.
A fare bon savore a polastri, toy pome
granate e fane vino a mane, e meti in quello
vino ben specie dolze, e se ti parese tropo
forte, mitige anexo pesto, altrimente aqua
rosa. Altri usa a fare vino de pome granate
agre e vino de bona uva dolze, e meti questi
doy vini in sembre e spesie dolze assai.
Se tu non avesti uva meti un pocho de melle,
e fai bolire: li specie vole esser crude: non
vole star fatto che se guasta.
VIII. Brodeto de starne bon.
Brodeto de starne; toy late e mandole, e
rosi d' ova, e zafarano, e gresta, e specie
dolze, e fa bolire tanto che sia coto, e serà
bono.
IX. Brodeto camelino a caponi.
Se tu voy fare brodeto camelino per XII
persone a caponi, toy VI caponi grassi, e
toy tre libre de mandole, e toy doe onze de
specie fine, e pevere longo, e noce moschade
ben peste insembre, e toy li caponi e lesali,
e quando sono alessi traili fura, e lasali
refredare e toy le mandole con la gussa e
lavale bene e mazenali. Destemperale con el
brodo de y caponi magro, e metilo a bolire,
e uno pocho de vino agro e agresto, e tolle
specie peste assai quando sono ben boliti queste
cosse trai indrieto per menestrare e non
mettere li caponi dentro dal brodeto per
scudelle, e meti suso de le specie piú fine che
tu poy avere.
X. Butiro de chaxi freschi, etc.
Se tu voy fare butiro de casi freschi per
fare alchuna cossa, toy VI casi freschi
apestati al piú che tu poy, e quando eno ben
pestati e destemperati con aqua freda chiara,
el grasso tornarà disopra; toilo e ponilo sul
tagliero, e poylo dare con quela vivanda che
tu vole, e in torta che tu vole e starà bene.
XI. Butiro de grasso de mandole.
Se tu voy fare butiro de grasso de mandole
per fare vivande de venerdí o de quaresima,
tolgli tre libre de mandole per fare
torta a quale vivanda che tu voy per XII
persone, e de questo butiro se po condier
tartare e altre torte. In dí che non se magna
carne toy le mandole ben monde e ben lavate
e ben masenate e stemperali con aqua
chiara, e fai che sia ben stretto e colalli e
meti questo late de le ditte mandole a bolire,
e quando è ben bolito gettalo sopra una
tovaia biancha. Quando è ben colada l' aqua
di sotto, togli uno bello cortello e levallo da
la tovaglia, e ponilo suso lo taiero, e metilo
in quella vivanda che tu voy.
XII. Brodeto de ovi schieto, bon e perfetto.
Se tu voy fare brodo [s]chieto, toy ove e
batille e mettili [mille_c.] di vergiuso, e aqua freda, e
sale tanto che basta. Tolli de quello brodo
che tu coce, o carne o pesse che sia, e mettilo
in una pentola tanto che te para che
baste, e mettilo suxo la braxa da longe, e
meti su questi ovi e mescholla spesso che
non s' aprenda, e poi manestra e polveriza
suso de bone specie.
XIII. Brodeto de pessi.
Toy lo pesse e lesallo, poy toy petrosilo
e noce e una molena de pan e pasta insiema,
e toy specie dolze e forte e fai bolire insiema
e meti sopra lo pesse ed è bono perfetto, etc.
XIV. Ciuiro overo sauore negro a cengiaro.
Se tu [voy] fare savore negro a porcho
salvazo, toy la carne soa ben cocta e ben
batuta e ben pesta in mortaro, e toy medola
de pan ben arsa che sia ben negra e
ben mogliata in aceto e ben macinata per
si e ben colata e mescolata con la carne
macinata, e metige pevere longo, e melegette,
e zenzevro, e ben pesto queste tre cosse a
lo speciale, e mectile suso il savore con aceto
e con brodo magro de la carne, e meti a
bolire questo savore per si in uno vaso.
Questo savore de' essere negro e possente de
specie e agro da aceto.
XV. Ciuiro over sauore a ceruo, etc.
Se tu voy fare carne de ceruo alessa, fai
fare lo savore de la carne soa similmente
come quella dauante ed è bono.
XVI. Ciuiro a carne de cavriolo o de livore
alesso o rosto per lo megliore che tu voy, etc.
Fai similmente como è dito de sovra del
porcho salvazo, e se tu dà questa saluaxine
calde, uole metir in lo savore; e se sono frede
metigele.
XVII. Caponi ouer polastri impliti.
Se tu voy fare doy caponi per XII persone,
toy doy casi freschi e XII ovi, e toy
doy onze de specie dolze fine, toy meza libra
de lardo fresco e toy li caponi ben lavati
e mondi e fali alessare. Quando sono ben
cocti, spoiali tutti e trane fura le ossa e servali,
e bati le polpe con alquante foglie de
presemolo, e menta, e persa, e de le ditte
specie, e de caxo che tu a' ben pesto, e de
le oui che tu a' tanto che bastano e de queste
cosse fa uno bono batuto fino, e morbido,
e ben zallo, e ben possiente de specie;
e togli trite queste osse e revestelli zascheuno
per si segondo che li choga in parte de questo
batuto, e fai zaschuno per si in raisella
de porche e frize in lardo. E quando sono
sofriti, polveriza de le specie ditte, e toy torli
overo bianchi de oui e specie, e zafarano
destemperato, e sugo de uva ranze o de agresta
o del brodo de li caponi, e di queste
cosse fane uno bono brodeto, e mitilo a bolire.
Quando vole metige queste osse repiene
in questo brodeto a bolire; quando è fatto
dallo per scutelle e li caponi per tayeri. Questa
vivanda vole essere ben zalla e agra de
agresta; se tu voy fare per piú persone o
per meno, toy le cosse a questa mesura
medesma.
XVIII. Ciuiro de lepore, over de altra carne.
Se tu voy bon ciuiro, toy lo lepore o altra
carne che síano lavate e fane pezole e metile
alessare, e toy pane e ardelo sí che sia
negro, e metile a moglio in lo axeto, poy
toy la cepola e gratala ben como el caxo;
po' toy la carne e la cepola e frigila ben in
lardo colato; toy lo suo figato e maxena ben
lo pane e colalo e distemperalo con axeo e
con mielle, o vero con un cocto, e meti le
specie, e fa bollire ogni cosse insiema. Quando
ha ben bolito mitilo a refredare e serà
bono e perfetto.
XIX. Coradella d' agnello, etc.
Se tu voy fare coraella d' agnello, toy la
coraella e falla alesare intrega; e poy fa le
fete sotille, e fa che una non se parta dall'
altra, e poy toy herbe bone e rossi de ova
batute insieme, e frigi in bon lardo collato.
E poy ch' è frito, miti le specie dolze e forte,
e polveriza la chola dentro, poy meti quelle
herbe dentro in una fetta e l' altra, e poy
l' avolzi intro la rete overo raisella, e mitila
intro una rocha di cana fessa, e fala cosere,
e serà bona da manzare.
XX. Coradella di chapreto, etc.
E se tu voy fare coraella de cavreto integra,
toy la choraella e falla alesare, poy
la bati con lo mazo, e poy toy herbe bone
e lo rosso batuto e frito in lo lardo e mitillo
entro la coradella, e pesta ogni cossa
insiema, e metili mezzo formazo fresche, e
metili specie fine, e metili tre ovi, e mena
ogni cossa insiema. Poy l' avolzi entro la sua
rete medexima, po la chosi in la padella, e
sarà bona.
XXI. Composta bona e perfetta.
Se tu voy fare bona composta, toy sumac
o uva fassa e anixi, e fenochio, e coriandoly,
e trizee e un pocho de senavra, e aceto,
e maxena ogni cossa insiema, e mitige
zafarano assay; poy toy rave o pere et herbe
e pastenaye gentile, e fale bolire un pocho,
po' getali quel savore de sovra.
XXII. Cime de vitte.
Se tu vo' fare cime de vite, toli le cime
ritorte e fale lessare un pocho; quando sono
un pocho bolite, traile fuora e strucha ben
fuora l' aqua, e poy frizelli molto e grasso,
e poy toy verzus, //petreselo\\ et aqua, e specie, e
sale; distempera insiema, e meti sopra, e lassa
ben bolire. Poy toy un pocho de ozaiorana, [?=ma-]
e destemperalo con aqua, e meti sopra e serà
bono.
XXIII. Cisame de pesse quale tu voy.
Toy lo pesse e frigello, toy zevolle e lessale
un pocho e taiale menude, po' frizelle
ben, poy toli aceto et aqua e mandole monde
intriegi, et uva passa, e specie forte, e un
pocho de miele, e fa bolíre ogni cossa
insema e meti sopra lo pesse.
XXIV. Formentra bona e utille perfetta.
Se tu voy fare formentra, toy lo formento,
e pestelo ben fin sí che lieva la scorza; poy
lavalo ben, poy lo meti a bolire non tropo,
poy getta via l' aqua, poy lo meti entro quello
grasso de la carne che tu cosi, e volo essere
spesso non tropo, e mitili spesie dolze e forte,
e zaferano, e se tu non avesse formento, toy
rixo; sarà bono.
XXV. Fongi.
Se tu voy fare fongi, toli li fongi sechi
e metelli a molle in aqua calda e lavaly ben,
poy li lesse e poy fali boni como tu voy e
conzali; poy toy cepole et herbe e conza
cum specie dolze e forte; e poy meti li funzi
entro e frizi ogni cossa insieme, e toy mandole
non monde e maxenale, e poy mettelli
suso i fongi; altri li meti agresta e vole essere
caldi.
XXVI. Fritelle da Imperadore magnifici.
Se tu voy fare fritelle da Imperadore, toi
la chiara de l' ova e fete de formazo frescho,
e battile cum la chiara de l' ova, e mitige
un pocho de farina e pignoli mondi. Toy la
padella cum assay onto, falo bolire e fay le
fritelle. Quando sono cocte, polverizali ben
zucharo e tienli caldi, etc.
XXVII. Fritelle de fiore de sambugho, etc.
Toy fiore de sambugo e mitele a mole in
late e laselle ben moiare, po' trala fuora e
pestala bene e mitige un pocho de farina e
destempera cum ove e cum esso lo late che
sta in meglio lo fiore. Po' habii la padella
con assa' onto e frizele. Quando son cocte,
copri de tresía e bona.
XXVIII. Fritelle bianche.
A ffare fritelle bianche, toy late de mandole
e formento, e sfarinato destempera insiema
e lassali levare, po' fa le fritelle. Quando
sono cocte, polverizali del zucharo e sono bone.
XXIX. Fritelle de pome per quaressima.
Toy le pome e mondalle, po' taia a modo
de hostie e fa un sugolo de farina con sufran,
e mitige uva passa, e miti queste pome
in questo sugolo; po' le frige con olio zascuna
per si, polverizali zucharo quando eno
cocto, etc.
XXX. Gelatina de polastri,
overo de pesse. chiamase peverada e bona.
Se tu voy fare polastri o pesse a gellatina,
toy li polastri e fali alessare per mitade
e frizeli, e toy crosta de pane e metila a
moglio in aceto, e toy uva passa e mandole
monde e tutto pesta insembre e destempera
con vino maduro e con axeo, e mitigi tutte
le megliore specie che tu poy avere polverizate,
e fay bolire insieme intro la grassa
che tu ay friti li polastri, e poy che à bolito,
miti sopra li polastri che siano ben fridi.
XXXI. Gelatina de zaschuna carne.
Se tu voy fare bona gellatina d' ognia carne:
de carne de porcho salvazo, toy arechie e
piede et ogni cossa, e caponi, e starne, e
turdi, e lepore, e cavrioli, e fasani; tole
queste cosse e miti queste a fogo in parte
d' aqua e parte de aceto; e quando bolle et
è bene spumate, metigi specie e pevere e
cenamo, e zenzevero, e zaverano non pestà
insiema, che se chosa tanto quanto con la
carne. E quale carne ch' è imprima cocta,
traila fuora, se gli romagnisse o arecchie, o
pedi, mentre ch' è pocha sustancia. [...] Quando
è trate tutte le chosse fuora, polveriza tutta
la carne di specie, e toy la gelatina da focho
e lassala repossare, e toy lo zafarano e
distemperalo con el zello, e conza la carne entro
lo vaso la che tu voy che la staga con foglie
de lauro, e miti suso questo zillo, e colla
lo gillo et zafarano con stamengna. Quando
è collato sopra la carne, toy specie dolze e
stempera con questo medessimo zello, e
gettalo sopra, e vole essere colorito e ben
vermeglia; e mitige ananze a bolire del sale
quelo che se convene, e serà bona e bella
gelatina.
XXXII. Gelatina per un altro modo.
Se tu voy fare gelatina, toy pesse e cenamo,
e una onza de zenzevro, e una onza
de peverlongo, e mezo quarto de gardanino,
e uno quarto di garofali, e mezo quarto de
uva passa, e mezo quarto de noxe moschiate,
e queste cosse fa pestare insieme, e con
zafarano; po' toy pane e leva la crosta, toy
noselli de noze grande e brostolali in la
cenere vive, e queste cosse fiano masenate
insiembre, e distempera con axeo biancho fino,
e meti quel savore a bolire insembre. Questo
è bono a trute e a lamprede, e ad ogni
pesse marino, e se era de carne, ell' è bono
a caponi e polastri, etc.
XXXIII. Gellatina communa e bona de pesse.
A fare gellatina de pesse per XII persone,
toy tre tenghe grosse, toy do onze
de specie forte e dolze insembremente, e
mezo quarto de zafarano per si; e toy lo
pesse ben lavato e stato el sole un pocho,
toy e lessalo in parte de aqua e de aceto
fino, e mitilo a bolire. E quando è bene
bollito, la prima cossa che tu ge mitti, miti
de le ditte specie e zafarano, e ogni cossa,
e faili bolire piano, e molto chosere. Quando
è cocto, traila fuora e mitilo a refredare;
habii arquante foglie de laurano ben lavate
e polve[ri]zate con le ditte specie, e poy toy
lo pesse e conzalo in lo vasello, e lassa
reposare lo zillo. Altri fa bollire lo zafarano,
altri no. Quando è refredato un pocho el çelo,
yettalo suso el pesse, e metili assay specie
ed è fata, etc.
XXXIV. Herbe battute perfecte e bone, etc.
Se tu voy fare herbe batute perfecte, toy
mandole monde e macenali e colali, e toy
do onze de rixo che sia farinato; e po toy
lo petto de li caponi e sfiliali a filo, e po'
meti lo late de le mandole a bolire distemperato
con la farina del rixo, e miti quelli
caponi e 'l sfilato dentro, e fay ben bolire; e
poy che tu menestri, zettali zucharo per sopra
le scutelle polverizato cum altri specie
assay. E se non avisse rixo, metili mandole
assay tante che sia bene spesso et cetera.
XXXV. Herbetella, etc.
Se tu voy fare herbetella cocta in padella,
toy menta e salvia, e petrosemolo e maiorana
e ogni bona erba che tu poy havere, pesta ogni
cossa insema in un mortaro, e lardo e
destempera con ova, e cosi in la padella con
del grasso.
XXXVI. Herbetella de quaressima.
Se tu voy fare herbette de quaressima cum
olio, toy li herbe, zoè spinace, e blide,
petrosemolo, e mente, e maiorana poca ben
monde e ben lavate, e fale alessare. Quando
sono apres che cocte, cola fuora l' aqua e strucha
ben fuora a mano, po' le batte con coltello,
po' le bati cum lo mazo, po' le miti in
la pignata e sofrigeli con l' olio e con el sale
tanto che basta; poy li miti quella lessadura
sopra, e fay chosere si che siano strette e
poy tray in suso e lasalle ripossare. Quando
vanno a tavola, menestra e polveriza sopra
specie.
XXXVII. Lenolata over Enolata.
Enolata; toy enola e mondala tayala, e poy
pestala con panza de porcho cruda, e mitige
formaio fresco, e distempera con ova e fay
una crosta, e mitila in la padella, e mitige
onto colato, e fala chosere.
XXXVIII. Lasagne.
Se tu voy fare lansagne de quaressima,
toy le lasagne e mitile a coxere, e toli noxe
monde e ben pesta e maxenate, e miti entro
le lasagne, e guardale dal fumo; e quando
vano a tavola, menestra e polverizage de le
specie, del zucharo.
XXXIX. Manzare de pomo bono e perfetto.
Toy le pome, e mondale e taili in quarto
e fale lesare; quando eno apresso cocte, yeta
via l' aqua, poy le mete in lo grasso de la
carne che tu cossi, e fale a quello modo che
tu fay le zuche; e mitige bone specie dolze
e ove sbatute como pare a tí.
XL. Migliaciti bianchi e vantagiati, etc.
Se tu voy fare migliaciti bianchi per lo
megliore modo che fare se poy per XII persone,
toy tanto levato che sia un pan e mezo,
toy aqua ben calda pocha e menalo molto
questo levato tanto che faza file; e toy quatro
chaxi freschi che sia ben grassi; e toy X ova,
e toy do libre d' onto frescho ben destruto
con poco fogo ben colato. E quando el
levato è ben menato, metige suso farina in
quantitade de una scudella pizola, e mitige
anche acqua pocha, e mitige tri casi triti, e
mitige le ove che tu ay, e fay che questo
batuto sia longo e molle, e metilo in el testo
caldo e non tropo e ben onto, e tritali suso
li doi casi che tu ay ben triti, e l' altra
mitade del lardo che tu ay molto caldo, e falo
cosere. E se voy fare per piú persone o per
men, toy le çosse per quello modo.
XLI. Mandolata cocta e perfetta.
Se tu voy fare mandolata cocta per XII
persone, toy tre libre de mandole, e toy meza
libra de zucharo, toy le mandole ben monde
e ben lavate e ben maxenate e distemperali
cum aqua chiara pocha e ben colata e mitile
a bolire in un vasello che bogla tanto che
torni spessa, e mitigi per scutelle zucharo.
E se voy fare per piú persone o per men,
toy le cosse e questa medesma mesura.
XLII. Mostarda e mostarda bona.
Se tu voy fare mostarda, toy lo grasso
che chade chaldo del rosto di caponi od
altra carne, toy sanavro e maxenala ben, e
quando è maxenata mitila a moglo in aqua
ben bolita, e poy toy del vin cocto e masena
ogni cossa in sembre e faila un pocho
bolire, etc.
Per uno altro modo poy fare mostarda
delicata; toy la senaura trita e lava bene e
lavala ben con aqua bogiente e distemperala
con uno cocto e mitige zucharo [e] polveriza
de garofalli, etc.
XLIII. Manzare de rape.
Toy la rapa con le foye picole, e mitile
a bolire; quando te appareno presso de cocte,
yeta via l' aqua e mitige assay formaio gratato,
e fa ben bolire inseme; quando sono
cocte che tu manestra, mitige suso asay de
quel formaio per suso le scutelle.
XLIV. Malmoma, etc.
Se tu voy fare malmoma per XII persone,
tolli le cosse a quel modo che sono tolte per
lo branmager, salvo che' l vole essere molto
zallo e agrò de naranza o de limia, e con
tutte quelle cosse che ene in lo branmager
e per cotante persone similmente.
XLV. Mortarolo per XII persone.
Se tu voy fare mortarolo di batuto per
XII persone, toy VI polastri e iiij casi freschi
e passi, e toli xviij ova e meza libra de
mandole, e 1 datali, e mezza onza de zenzevro
intriego, e mezo quarto de garofali e
tre onze di pignoli mondi, e fa fare meza
libra de specie dolze fine e toy la panza del
porcho e fala lesare e ben cosere e toy lo
caso che tu ay e una parte de le specie e
quantità de petrosemolo, e menta, e salvia,
e de queste cosse fay un bon batuto; quando
el batuto è fatto, fay de la mità tortelli e
rafioli e frizeli in lardo frescho e destruto e
quando sono sofrite polveriza de le specie
e toy li polastri e smembrali e sofrizili in
la padella e mitige delle ditte specie asay,
e quando sono sufriti uno bono pezo, toy le
mandole monde e intriege e mitilli suso a
frizere e miti suso uno mizolo de aqua tanto
che se coxano ben a conpimento e toy y datali
e trane fuora y nocelli, overo li ossi dentro,
e lavali ben e festugali ben de zenzevro
talgliato e cenamo e garofali sí che li datali
siano fini. Toy lo batuto e li polastri che tu
ay e ravioli e li tortelli e datari e pignoli
mondi e uva passa ben lavate et habii uno
testo, e miti una crosta bona sotto e un' altra
in mezo, e tutte queste che sono ditte
miti dentro a solo in el mortarolo e poni
crosta de sopra e onzelo e revestilo de bono
lardo struto e pocho e ben colato e fay coxere
con pocho focho e de sovra con testo
caldo che sia pocho affogato. Questa vivanda
volle essere zalla e potente de specie; a fare
per piú persone o per men toy le cosse a
questa medessima rasone, etc.
XLVI. Mortadelle bone e perfette, etc.
Se tu voy fare mortadelle toy lo figato del
porcho e la suo reta over raixella, toy lo figato
e falo alessare e quando è cocto trailo fora
e toy herbe bone e pever e ove e caxo e
sale tanto che basta, e toy lo figato e queste
cosse e bati ben insieme in mortaro e
fay pastume e distempera cum ova e con un
pocho de la lesaúra del figato, e poy toy la
reta e fay le mortadelle, e quando sono fatte,
frizili in bono onto colato; quando sono fricte
dali caldi a tavola.
XLVII. Ove plene.
Se tu voy fare ove implite, toy le ove e
mitili a bolire e fay che siano ben duri e
quando sono cocti traili fuora e mitili in aqua
freda e schovrali e tagliali per mezo e trane
fuora lo rosso e toy caxo magro al piú che
tu poy che sia ben dolze e herbe bone che
tu ay ben monde e ben lavate e pestali in lo
mortaro. Quando sono bene menate, toy lo
rosso de l' ova, el chasso e le specie e mecti
in el mortaro con le herbe bone insieme e
pesta bene e fay pastume, e distempera con
ove crude e fay che non sea bono, e miti in la
padella sopra el focho, e toy li elapi del ova
che tu ay e impleli de questo pastume e fay
choxere. Quando sono cocti trali fuora e
polveriza di sopra del zucharo e dali caldi a
tavola. E se tu voy fare savore, toli, etc.
XLVIII. Pastero de quaye boni e vantagiati.
Toy le quaye e partile per mitade e fay
la crosta e mitili dentro e pignoli e noce
moschiate polverizate e fete de lardo e poy la
copri; poy quando è cocto, mitigo vino
moschatello e faylo bolire.
XLIX. Pastero de polastri.
Pastero de polastri: toy li polastri e smenbrali,
e fay le croste del pastero e meti entro
li menbri de li polastri e mitige specie et
uva passa e fete de lardo e poy che cocto
si abii agresta et ovi desbatuti insema e miti
dentro lo pastero e lasalo bolire un pocho.
L. Pastero de pipioni.
Toi li pipioni e fali alessare e smenbrali
o voy intriegi; poi face le croste de pastero
e meti dentro li pipioni con specie dolze e
pignoli e fete de lardo e vino agro. Se l' è
tempo, falo choxere, e poy ch' è cocto metili
agresta dentro ed è bono perfecto.
LI. Pastero de carne de porcho optimo.
Toy la carne e taila ben menuda e fay le
croste e mitige quella carne entro, e metige
cepola ben trita e polveriza del zenzevro; poy
che cocto, habii aceto e zucharo e un pocho
d' aqua, meti dentro a bolire, etc.
LII. Pastero de capreto bono.
A fare pastero de carne de capreto toy
la carne e taiala menuda e fali la crosta, e
meti dentro la carne con polvere de cinamo
e fete de lardo; poy ch' è cocto mitige del
brodo e aqua rosa e lassa bolire insema.
LIII. Polastri a sumacho boni e perfecti, etc.
Se tu voy fare polastri a sumacho per XII
persone, toy XII polastri e doe libre de mandole
e toy una onza enfra çenamo e zenzevro
e sosine e mezo quarto de garofali e meza
libra de sosine e una libra de sumacho, e toy
li polastri e mitili a sofrizere intriege in lardo
destruto, e quando sono ben sofriti mitige
specie dolze e zenzevro intriego e cenamo
intriego e garofali intrigi e fay ben sofrigere.
Ancora ge meti un pocho d' aqua e toy
lo sumaco ben neto e mitilo a moglo in aceto
fino, e toli le mandole lavate cum la gussa
e macenali bene e distempera con aqua, e
toy lo sumaco e distemperalo con quello aceto
che l' è stato a molle. Quando li polastri sono
cocti con le altre cosse, meti entro susine
bene lavate, toy lo summaco e colalo e le
mandole zaschuno da per si e getta via la
sustanzia, e l' altro meti entro li polastri e fay
bolire con asay specie dolze e quantitade d' aqua
e sale. Questa vivanda vole essere de
sumaco e de specie e de zaferano e agra da
aceto e de sumaco, e quando è ben bolito
insieme trai indrieto per menestrare e miti li
polastri suso li taieri e menestra, e non meti
per sopra le scutelle niente; e se tu voy fare
li polastri smembrati, fay quella medessima
raxone.
LIV. Polastri in brodo bianco.
Se tu voy fare polastri a brodo bianco per
XII persone, toy li polastri che te parano
per fino a VIII; toy do libre e meza de mandole
e una onza e meza de zenzevro bianco
pesto e meza libra di zucharo e una libra
e meza de sugnacio frescho, e toy li polastri e
lessali, e quando sono lessi, toy quantitade de
lardo fresco e sofrizilo; e quando sono sofriti,
polverizage del zenzevro pesto e del zucharo
e canella e garofali e un pocho de agresta
e aqua rossata tanta chen sapia, e fay bolire
pocho e poy tray indrieto per menestrare e
meti li polastri in lo brodo, e quando vanne
a tavola, menestra li polastri per taiero, e la
vivanda vole essere agra e dolce.
LV. Panicata con agresta.
Se tu voy fare panichata con agresta, toy
lo panico pesto e ben lavata la schorza e
ben monda, e toy do libre de mandole
ben monde e ben macenate e distemperate
con aqua chiara, e toy tre oche e
mitile a rosto, e miti a fogo lo late de le
mandole, le do parte e 'l panizo ben mondo,
e fay coxere, e quando è ben cocto, toy
lo grasso de l' ocha e mitillo entro lo panizo
ed altro grasso frescho de struto che sia
de porcho e una quantitade de zucharo e sale
tanto che basta. Questa vivanda vuole essere
biancha al piú che tu poi, e volse dare
per scudelle e zucharo de sopra e le oche
per taiere con uno altro savore, e vuole
essere fatto como disse. Chi tolle lo figato de
l' ocha e rossi d' ova lessali insieme e quando
sono cocti, pestali in mortaro con bone specie
fine [e] distempera cum l' alessaúra e con
un pocho d' aceto e d' agresta e falo coxere a
questo savore vole essere camelino.
LVI. Paniera cum carne bono e perfetto.
Se tu voy fare paniera con carne per XX
persone, toy viij libre de sonza de porco che
sia bona e mitila a lessare; quando è cocto
batilla bene e mitilla in una pignata, e toy
XXXVI rossi d' ova e quatro chasi freschi
e alquanto sugo de petrosemolo e specie dolze
e forte a far zafarano, e queste cosse desbate
insieme e miti in la pignata con esso el panico
e la sonza pesta a coxere insiema. Questa
vivanda vol essere zala e dalla per scudelle
e meti specie de sopra, e se voy fare
per meno o per piú, toy le cosse a questa
mexura.
LVII. Polastri pini e boni.
Se tu voy fare polastri pieni per XII persone,
toy li polastri infilali e poy li pella ben
mondi, e poy trazi fuora quello dentro; poy
toy una libre de mandole ben monde e ben
maxenate e colate; toy in fina viij caxe passi
ben dolze e toy XII ova; toy petrosemolo e
mente e altre herbe bone e lavale ben e pestale
ben con lo chaxo, e toy tre onze de specie
non zafaranate, e toy le herbe el caso e
l' ova insiema e fa pastume e distempera con
lo late de la mandola e fa ch' el sea el
pastume a modo de quello delle fritelle; e poy
toy li polastri ben lavati e ben mondi e implili
in fra pelle e carne e dentro, e po' li
chossi bene fino che il pastume non esca e
serà bono.
LVIII. Pane de noxe maravigliosso e bone.
Se tu voy fare pan de noce, toy le noce
e mondalle e pestale, e toy de herbe bone
e un poco de cevola gratà e specie dolze e
forte e uno pocho de zucharo, e miti in lo
mortaro con le noxe e fa pastume. Poy toy
fior de farina e fane un folglio a modo de
lasagne grande e largo e sotile, e miti questo
batuto suso, e muolzilo tuto insembre e
falo a modo de uno pane, e poy lo caricha
ch' el vengna sotille a modo de una fugaza;
metilo a choxere in lo forno, e quando l' è
cocto, trailo fuora e laselo afredare.
LIX. Peverada scleda zoè schutelini.
E se voy fare peverata scleda per ogni
carne o per pesse, toy farina biancha e mele
aceto e distempera tanto che sia sottille e
del brodo de carne over de pesse che sia
magro e miti a bolire con specie tante che
basti e se 'l voy zallo mitige del zafarano e
se 'l voy biancho non zel mettre.
LX. Quinquinelli zoè rafioli boni molti.
Se tu voy fare quinquinelli toy mandole
e mondale e pestale ben e mitile zucharo
e se l' è tempo de carne, metili e masenala
ben con le mandole e poi fa a modo de rafioli
e poy frizeli in bono grasso; quando sono
friti tenli caldi.
LXI. Rixo in bona manera.
Se tu voy fare rixo in la meiora manera
che fare se poy per XII persone, toy do libre
de riso e do de mandole, toy meza libra de
zucharo; to lo rixo ben mondo e ben lavato
e toy le mandole ben monde e ben lavate
e maxenate e distempera con l' aqua chiara
e ben colate in stamegna. Toy lo rixo e mitilo
a fogo in aqua chiara; quando è levato
lo primo bolire e ben spumato scolavi fuora
l' aqua in contenente e metili el lato de le
mandole e fa choxere su la braxa da lonze
e mescola spesse intorno che non se rompe;
quando boglio streto rezonze suxo del late
de le mandole e quando è apres che coto,
mitige quantità de zucharo. Questa vivanda
vuol esser biancha e molto spessa e quando
l' è cocto polveriza in le manestre del
zucharo per suso.
LXII. Rafioli friti, etc.
Se tu voy fare rafioli friti per XII persone,
toy iii libre de lonza de porcho e doy
de cassi freschi passi e toy VIII ova e XII
e tre onze de uva passa e alquante çime de
petrosemolo e do libre de sumacro fresco e
quatro onze de zucharo e toy la lonza de
porco ben lesso e ben batuta, el caso che tu
ay ben lavato e ben menuzato trito e le uve
passe ben lavate e le ditte specie e de tutte
queste cosse: fay un batuto e fane rafioli
pizoli e sotille e mitili a sofrizere in lo onto;
quando sono sofriti polverizage del zucharo
e dali drieto le altre inbandixon.
LXIII. Rafioli commun de herbe vantazati.
Se tu voy fare rafioli de herbe o de altre
manere, toy herbe e mondale ben e lavale;
po' le alessa un pocho e trali fuora e spremali
ben fora l' aqua e batelli con el cortello
e poy in mortaro e toy del caxo frescho e
passo, ova e specie dolze e forte e mena ben
inseme e fay pastume e poy fay la pasta
sotille a modo de lasagne e toy uno mizolo
largo e fay i rafioli. Quando sono fati mitili
a choxere e quando è ben cocti polverizage
suso specie asay con bon caso assay e son
boni assay.
LXIV. Rafioli per altro modo
e chiamasse licaproprii. (?)
Toy formaio frescho ben dolze e trane fora
l' aqua ben e poy la pista ben e distempera
con el biancho del ova e mitige un poco de
fiore de farina. Habii grasso di struto collato
e fa li licaproprii con le mane infarinate ben
e falli grossi e rotondi como meli, zoè pome,
e fali coxere adasio; quando sono cocti, trali
fuora del grasso e polverizale bene del
zucharo e dali caldi a tavola.
LXV. Rapa armata.
A ffare una rapa armata, fa coxere la rapa
in lo fogo; po' ch' è cocta, mondala e poy fay
le fette sotille e de caxo dolce fa le fete
sotille e tra zaschaduna fetta de rapa miti
una de caxo e lassa cossí ben confettare
insieme. Se tu voy tu ge po mettere un testo
caldo suso e serà fato; poi polverizage del
zucharo, etc.
LXVI. Rosto in cisame bono e perfetto optimo.
Se tu voy fare rosto in cisame, toy una
lonza de porco e arostisila e toy ovi crudi e
cocti e fay pestare in sieme e toy bon vino
biancho e aceto e miti a bolire in padella
e fay peze del rosto e metili a bolire con
esso e metige datali taiati e pignoli e uva
sarasinesca ben lavata e specie; e quando è
cocto levalo del foco e serà bono.
LXVII. Savore rinforzato perfetto.
Se tu voy fare savore reforzato, toy garofali
e cinamo e zenzevro e un pocho de gardanino
e noxelle pellate suso la cenera calda
e un pocho de molena de pan e zucharo; pesta
queste chosse insieme un pocho e maxena
con aceto; e questo si è bono savore con
zaschuno rosto.
LXVIII. Savore a caponi.
Se tu voy fare savore a caponi, toy carne
schieta e magra e fala coxere e toy figatelli
de polli e falli coxere e falli pestare e pesta
di garofalli con essi; toi noce moscate e
zenzevro e poi si vole stemperare con aceto
e con vino biancho e con aqua e sí se volo
tore questo grasso ch' è caldo del rosto e
meterlo a coxere con questo savore e mitige
arquanto zucharo ed è fato.
LXIX. Savor de zenzevro biancho
a caponi.
Se tu voy fare savore bianco de zenzevro,
toy zenzevro biancho e tolo ben mondo e toy
alquante spinaze e salvia ben monda e queste
cosse pista insieme e mitige arquanto
zucharo e distempera questo savore con agresta
e cum axeto biancho. Questo savore se
vole dare crudo con caponi arostiti e con
polastri.
LXX. Savore aranzato.
Savore aranzato per durare tuto l'anno e
per dare con ogni arosto e per fare ogni
savore che tu voy; toy una tuma de naranze
e toy queste naranze ben lavate con bon vino
e con certa quantità de sale e quando sono
ben lavati fane quatro parte de zaschuna e
toy lo megliore vino che se po avere uno
barilo grosso e meti entro queste naranze e
cusí in quarti e meti entro quantità de sale
e tienlo sempre curato sí che no essa lo fiado;
et è perfetto bono optimo.
LXXI. Sambugado zoè lacte
con fior de sambuco.
Se tu voy fare sambugato, toy lacte de
pecora che sia chiara, toy fiore de sambugo
e metilo a moglio in quello late e lasalo a
moglo azay, poi lo cola. Per una quarta de
late vole XII ove e batille insieme, poi
mitillo a bolire e vardalo dal fumo.
LXXII. Sambugado per dare in schudelli
perfettissimo e vantazato.
Se tu voy fare sambugado per dare in scudelle
per XII persone, toy una pentola de
lacte vivo de pecora o di cavra e toy una
libra riso e toy una libra e meza de lardo
e toy iij onze del sugaro e toy lo fiore del
sambugo ben maturo e toy lo lacte che tu
ay ben colato e metilo a bolire, e quando ha
bolito la prima cossa che tu meti dentro sia
lo rixo pesto e la seconda lo fiore de sambugo
e la tercia lo lardo struto e la quarta quantità
de zucharo, e meti zafarano destemperato.
Questa vivanda vole essere calda e
spessa e dolze e saporosa del fiore.
LXXIII. Specie fine a tute cosse.
Toi una onza de pevere e una de cinamo
e una de zenzevro e mezo quarto de garofali
e uno quarto de zaferanno.
LXXIV. Specie dolce per assay cosse
bone e fine.
Le meior specie dolze fine che tu fay se
vuoi per lampreda in crosta e per altri boni
pessi d'aque dolze che se faga in crosto e
per fare bono brodetto e bon savore. Toi
uno quarto de garofali e una onza de bon
zenzevro e toy una onza de cinamo leto e
toy arquanto folio e tute queste specie fay
pestare insiema caxa como te piaxe, e se ne
vo' fare piú, toy le cosse a questa medessima
raxone et è meravigliosamente bona.
LXXV. Specie negre e forte per assay savore.
Specie negre e forte per fare savore; toy
mezo quarto de garofali e do onze de pevere
e toy arquanto pevere longo e do noce
moscate e fa de tute specie.
LXXVI. Stuffà molto breve perfettissima.
Se tu voy fare stuffa molto breve, toy VI
polastri e fay sofrigere in lardo, poy sema
del lardo s'el ge n'è tropo; habij late de mandole
destemperato cum agresta, habii zenzevro
e taialo menuto, habii datali e taiali in
quarto e dà colore a questa vivanda de
zafarano e vole esser ben salà.
LXXVII. Spalle de castron implite.
Se tu voy fare spalle de castron plene do
o quatro, toy le spalle del castron levate con
tuti li gamboni e si toy do spalle per XX
persone e iij per quaranta persone; s'el ge
facesse per piú persone o per men, toy le
cosse a questa medesma raxone. Toi quatro
rete de castron e iiij milçe de castron e toy VI
libre de lonze de porcho e uno grande
figato de porcho e la soa reta e toy xx casi
freschi li meiore che tu poy avere e toy xxxvj
ova e toy .l. datali e una libra de uva passa
e toy meza libra de zucharo e meza onza de
cinamo e meza de zenzevro integro e mezo
quarto de garofali e fa fare meza libra de
specie dolce fine ben calde e fa fare mezza
libra de specie forte. Toy le spalle e mitige a
lessare intriege e falle ben coxere ma non
tanto che le osse se desparta; traile fuora e
levane tuta la carne quanto piú pottete e batilla
ben e metige arquanto petrosemolo e salvia e
menta e persa, se ne poy avere e con questo
batuto meti sale a batere e specie e uno caxo
e lardo insalato o fresco ben batuto e ova
tanto che bastano. Queste vole essere uno
batuto per si. Tolli la lonza de porcho ben
batuta e mitige con essa vi caxi freschi tuto
grosso e mitige specie .d. [=dolce] e forte e
zafarano assay ben stemperato e ova tanto che
bastene. Questo è uno altro batuto per si. Tolli
lo figato del porcho lesso, ben batuto e
mitilo in lo mortaro e pestalo e mitige con
esso una cepolla grossa a pestare e quantità
de cumino e ova e caxo e dali specie assay.
Questo batuto vole essere soldo e fane
rafioli; toy le rete del porcho e voleno esser
friti in lardo fresco e polverizage del zucharo.
Questo è uno altro batuto per si. Toi smilze
ben lavate e ben rasse; l'una de queste milze
impli d'ova e de caxo e de bone herbe si
che sia verde, l'altre impli de caxo e d'ova
e de lato e de tute le bone cosse che poy
avere si che sia bianchi; lo terzo impli de
caso, d'ova e de specie zafaranata sí che sia
zalla e la quarta impli del batuto del castron
che tu ay. Quando sono piene, tu te mitige
a lessare sí che siano cocte. Quando sono
cocte tagliane doy amorselli grossi de doa
dete l'uno e li altri doy taglia a morselli
de spana l'uno; questi voleno essere sofriti.
Toy xl datali e una libra d'uva passa e toy
meza libra de zucharo e meza in zenzevro
intriego e mezo quarto de garofali, e fa fare
meza libra de specie dolze fine e ben zalle
e meza de specie forte. Quando sono polverizà
in melu e fane a questa maniera tu voy.
LXXVIII. Salamura de anguille optima.
Toy le anguille e metelle a rostire de
soto una padella con aqua in la quale chaza
tuto el grasso quando le se rostono; quando
sono cocte toy specie forte e sale e si le miti
in questa aqua e grasso e smenbra le anguille
e miti entro questi salamora e si tu
voy meterge un pocho de vin cocto daràli
sapore bono.
LXXIX. Savore a çiascuna carne.
A ffare savore ditto gratonato a ogni carne
o senza carne, toy ove batute e late de mandole,
poco agresta: altri li mete pane e aqua
rosa e brodo e distempera ogni cossa
insema e specie dolze e fay bolire ogni cossa
insieme e mitili un poco de zafarano o di
rassa di bote e serà spesso.
LXXX. Savore de pesse.
Se tu voy fare pesse a savore che se chiama
a sabeto, frizelli in bono olio, toy uva
passa e maxenala con l' agresta e con aceto
e toy cepola e lessala e batila con cotello
poy frigilla con quello savore e mitige specie
che non habia zafarano e mitigi galanga asai
e fai che seano acetoxi non tropo.
LXXXI. Salza verde a capreto
e ad altre carne alesse.
Toy petrosemolo e zenzevro e garofali e
fiore de canella e un poco de sale e pista
ogni cossa inseme e distempera con bono
aceto; fay che sia temperato e non vole stare
che se guasta.
LXXXII. Salsa bona a carne de castron
o de capreto.
La meiore salsa che fare se pò a questa
carne alesse o rosto. Toy de la carne magra
ben cocta e ben batuta e pesta in lo mortaro
cum arquante cime de petrosemolo e
menta e salvia e rosmarino e altre bone
herbe che tu poi avere e maxenale con questa
carne e mitige cenamo e garofali e pever
e distempera questa salsa con el piú fino
aceto che tu ay.
LXXXIII. Savore de ruga overo Rochetta.
Toy la semenza de la ruchetta e mandole
e ove cocti e zucharo e zenzevro e noce
moschate e cenamo e masena ogni cossa insema
e distempera con bono aceto ed è bono a
ogni carne optimo.
LXXXIV. Savore tartaresco perfettissimo.
Toy l' aglo mondo e choxi in aqua, toy mandole
e cenamo e zenzebro e garofali e zucharo
e rossi d' ovi cocti e masena ogni cossa
inseme e distempera con aceto. Questo è bon
savore a porchetta rosta ad altra carne.
LXXXV. Savore a carne alessa overo arosto.
Se tu voy fare salomono toy la semenza
del aneso e mandole monde e zenzevro e noce
moschate e zucharo e masena ogni cossa
insieme e distempera con aceto e questo è
bono savore a carne de castrado alessa overo
arosto.
LXXXVI. Savore confetto, etc.
A ffare savore confetto toy pan e rostillo
e mitilo a moglo in aceto; toy garofali e
melegete, zenzevro, cenamo, noce moschate e
gardanino e zucharo e masena ogni cossa
inseme e distempera con axèo e bona agresta
ed è fato.
LXXXVII. Savore de gambari.
Çadelo, zoè el savore de gamberi. Toy li
gambari e lessali e trane fuora le code monde
poy pestalli tuto l' altro e mitige un poco
d' aqua, poy lo colla. Toy un pocho de herbe
bone e toy rossi de ovi e mandole overo
molena de pane e pista ben in mortaro e
distempera con agresta; mitige uno pocho
d' aqua sí che non sia acetoso e mitige specie
dolze e forte e olio, fiçili code e mitili in
quello savore che ty ay fato e fa bolire
quando te pare.
LXXXVIII. Salsa sarasinesca.
Se tu voy fare salza sarasinescha toy mandolle,
uva passa, zenzevro, cenamo e garofalli
e melegette, gardamono, galanga e noce moscate;
masena ogni cossa inseme e distempera
con agresta; questo è bon savore.
LXXXIX. Savore a tute carne grossa.
Se tu voy fare bono grassato, toy la carne
e fala lessare, poy toy lo petrosemolo e
frigillo in onto de porcho, po' toy la carne in
pezolle pisenine e frigella ben con quello
petrosemolo, po' toy late de mandole e rossi de
ovi e zafarano e agresta e specie dolci e
bati insieme e meti sovra quella carne e
questo è bono a ogni altra carne.
XC. Salsa a ziaschaduna carne.
Toy lo fiore del fenochio non serato, po'
toy un rosso d' ovo duro bene e toy rosmarino
e masenali con quello fiore e distempera
ogni cossa inseme e sarà bono.
XCI. Savore camelino optimo.
A ffare savore camelino optimo, toy mandole
monde e masenale e colali, toy uva passa
e canella e garof. e un pocho de molena de
pan e masena ogni cossa in seme e
distempera con agresta ed è fato.
XCII. Sartramone overo savore d' ogni carne.
A fare bon sartramone in carne overo in
pesse, toy la cepola e lessala, poy le frizi in
onto de porcho, po' toy ove ben sbatute e
mitige specie dolze e forte e zafarano e
garof. e fay che sia spesso; questo è bon
savore d' ogni carne.
XCIII. Salviata.
Toy la salvia e pistala in mortaro e trane
fuora el sugo; habi ove e sbatille ben con
quello sugo e se tu voy meteli formazo, po'
habij un lavezo o pignata cum assay onto
colato e ponlo su la braxa e po' getta lo
batuto dentro e mescola ben spesso infina che
se choxe ed è perfettissima bona.
XCIV. Torta de pesse.
Toy tre tenche grosse o una anguilla grossa
e tri onze de datali fini e meza libra d' uva
passa e ij onze de pignoli mondi e ij onze
de specie dolze e forte avantazate; torà la
thenca ben lavate e schaiate e fese per schena
e torè zuxo le polpe tute e torè queste polpe
crude e pestale, e pesta alquante foglie de
petrosemolo e de mazorana e olio fino e de
le specie ben morbide e de questo pieno
farane salsizie longi como rafioli e friti in olio
e assai bolito e toray le tenche che sono rimaze
e metile a lessare con alquanto petrosemolo
e quando serano ben cocte pestarale
tute salvo la testa e mitige specie e olio e
pestale siego e [de] questo pieno fane rafioli
picholi con pasta sotile fali frizere in l' olio
e polverizali de specie; questa torta se vole
chuoxere in una fersora.
XCV. Torta de herbe.
Se tu voy fare torta de herbe per xii persone,
toi vi cassi grandi e toy granda quantità
de herbe zoè blede, petrosemolo, spinaze,
menta, e do libre de lardo salato e octo ova;
toy queste herbe ben necte e ben batute e
ben spremute del sugo, toy il caxo e trialo
con herbe bene grosso taglato e toy lo lardo
che tu ay ben batuto al piú che tu poy e
toy l' ova che tu ay e mescola queste cosse
insema e miti dentro do croste in el testo
e fay zalla la crosta de sovra questa torta
molto vole essere grasso e assay caxo e molte
herbe e voy essere voa e se voy per men
persone, toy le cosse a questa mesura.
XCVI. Torteleti de enula, etc.
Se tu voy fare torteleti de enula con brodo,
toy caponi o tuo' de la carne del bo per xii
persone, toy iij libre de lonza de porcho e
toy tri cassi passi fini e toy tri onze de specie
fine e dolze e forte mesedate e ben zalle
e toy do derate d' enulla e toy xx ova e toy
la lonxa del porcho e mitila a lessare con
essa la enola ben monda, e quando è ben
cocta bati la lonza la enulla insieme e no
metere tuta la enola. Toy lo caxo che tu ay
e pestalo con la lonza e mitige le specie e
l' ova dentro tanto che baste e fa che non
sapia tropo de enola e mena insieme ogni
cossa e fay batuto e po fay i tortelli pizenini
in fogli de pasta zalla. Questi tortelli
volle essere ben zali e potenti de specie.
XCVII. Torta de gambari vantagiata.
Toy li gambari alessi e trane le polpe
delle code e toy arquante herbe bone e bati
ben e miti con questo batuto brodo de mandole
e specie fine e uva passa e de questo
batuto fay torta sutille entro do croste e de
sopra vuole essere potente de specie dolze
e de uva passa e dentro vole essere ben
zalla.
XCVIII. Torta de fongi bona e perfettissima.
Se tu voy fare torta de fongi colà, toy
li fongi intriegi mondi ben lavati, fane morseli
grande e premi ben fuora l' acqua e toy
lardo insalato distruto e ben colato e mitili
al sofrigere con esso li fongi e alquanta
aqua che non se ardesseno e quando sono
apresso cocti, trali fuora in uno catino e
mitigi con essi quantità di caxo e de ova e
meti questo batuto in uno testo con una
crosta molto sutille la qualle forte molto
vole essere sotille e zalla e ponderosa de
specie e assay fongi e puocho e ova e falla
coxere bene.
XCIX. Torta sambugata, etc.
Torta sambugata per xij persone. Toy una
grande pignata de late apresso e toy do libre
de lonza frescha e toy xij ova e tre onze
de zucharo e toy lo fiore del sambugo
maturo e toy lo late ben scolato de l' aqua e
toy l' ova che tu ay el zucharo e toy lo songiazo
overo onto struto e toy fiore de sambugo
e meseda queste cosse insieme e meti
in la crosta e questa torta vole essere grassa
e dolza ed è bona.
C. Torta in balconata per dodeze persone.
Toy farina piú biancha che tu poy avere
in quantità de tre libre o toy do onze de
zucharo e toy una libra de mandole e xxxvj
noce bone e meza libra de uva passa e xxv
datali e mezo quarto de garofali e toy bona
quantità de late de mandole, toy la farina
che tu ay destruta con aqua sì che sia ben
spesso e toy la padella e onzella ben de olio
e de questa farina fassi crosta ad una
polverizata de zucaro e delle dite specie, e toy
le noce possa li datali minuzati e l' uva passa
ben lavata e garofali russi e tute queste croste
su chaschauna la suva parte e poni crosta
sopra tute queste cose e sì che sia torta.
CI. Torta de faro, etc.
A ffare torta de faro per xij persone, toy
do libre de faro e do libre de lardo e una
quarta de late de piegora o de capra, e toy
sey cassi freschi e toy x ova e toy el faro
ben menuto e ben lavato e metilo a bolire
in aqua; quando è ben bolito, scolane forte
l' aqua sí che si scrovi e rompa; quando è
ben roto, toy el lardo ben batuto al piú che
tu poy; toy lo casso ben pesto e lo late che tu
ay e le dite ove e meseda queste cosse in
piena e meti in fra doe croste in uno testo
caldo. Questa torta vole essere ben grassa
ed è bona.
CII. Torta de schalogne o de cepolle, etc.
Se tu voy fare torta de queste do cosse,
toy quale tu voy e fay ben allessare. Pone
prima l' aqua fuora ben con stamegna e po'
le bati finalmente e toy lardo fino e batillo
bene; toy l' ova e caxo frescho e zafarano e
bati insiema e fay la torta.
CIII. Torta de caxo e ova senza lardo.
Toy lo caso e taialo menudo como dadi
e mitilo in uno catino con l' ova e asai botiro
de chasi o freschi o grassi senza lardo
e miti specie e fa le croste sotille e fay la
torta.
CIV. Torta communa e bona, etc.
Toy la panza del porcho fala alessare e
pestala po' ben, po' la meti in uno chatino
e po' formazo fresco e menal ben inseme e
metili specie dolze e forte e pignoli mondi
e uva passa e zafarano e distempera con ova.
Per iij libre de carne vole cinque de caxo.
CV. Torta d' agli, etc.
Toy li agli e mondali e lessali; quando sono
cocti metili a moglio in aqua freda e poy
pistali e metili zafarano e formazo assay che
sia fresco e lardo batuto e specie dolze e
forte e distempera con ova e mitili ova passa
e poy fay la torta.
CVI. Torta de late.
Toy lo formazo e gratillo e toy ove e specie
e herbe bone e disbati cum le ove e
distempera con lo late e fay la crosta como
è ditto de sopra.
CVII. Torta de zuche seche.
Toy le zuche e fale alessare, poy le pesta
ben lardo, po' miti in uno catino; poy toy tre
cotanto formazo e pever e zafarano e fa
pastume e distempera con ova e fa la torta.
CVIII. Torta de faxolli freschi.
Toli li faxoli e fali coxere con la panza
del porcho, poy pesta li faxoli in mortaro e
la panza con cortello, poy mitige le meiore
specie che poy avere e mitige tanto formazo
che sia la mità o almen el terzo del altro
batuto, e mitige lardo vechio e fay la torta
ed è perfettissima.
CIX. Torta de fave fresche optima bona.
Torta di Re Manfredo da fava frescha. Toy
la fava e mondala, poy la coxe in bono lacte,
poy la colla, poy toy panza de porcho cocta
e batilla con cortello, e poy miti la fava e
la carne insieme, toy le specie dolze e forte
e zafarano e meti in catino e mitili de bon
formazo fresco e fa el pastume, e poy fay
la torta e mitige a quella lessadura entro
el pastume, e poy miti per mezo e di sopra
fette de formazo dolce e grasso, etc.
CX. Torta francescha bona e optima.
Toy la carne del porcho de la cossa che
sia magra e grassa e pestala ben con cortello
e mitige specie dolce e forte e distempera
con ova e fa la torta, e mitige de zafarano
de sopra e fala ben coxere.
CXI. Torta manfreda bona e vantagiata.
Toy ventre e figatelii de polli e toy panza
de porcho e pesta insiema con coltello, poy
mitige pever; habii uno lavezo e fali frizer,
poy tray fuora, faili arefredare, poy mitige
ova e fay la crosta, poy mitila in la padella
e faila coxere adassio.
CXII. Torta parmesana bona.
Torta parmesana per xxv persone. Toy octo
libre lonza de porcho e toy xij casi freschi
e toy vi caxi passi e xxvj e meza libra de
specie dolze e vi polastri e quatro caponi,
e toy la lonza del porco, alessala bene e quando
l' è cocta batilla e battila con essa quantità
de menta e de petrosemolo; e toy vj caxi
freschi e xxiiij ova de quelle che tu ay e
lardo insalato tanto che basta e ben batuto,
e specie e zafarano assai e de queste cosse
fa un bon batuto e ben zallo. E tolli do caxi
freschi e biancho d' ova e pestalo e fane
rafioli bianche infina a viiij con croste de
pasta, e toy do caxi freschi e uno passo e menta
e petrosemolo e pesta insieme e fane xij
rafioli verdi. Toy iiij caxi e fane belle fette per
traverso e toy li polli e smenbrali e fay de
uno menbro doy e mitilli a friger in lardo
insalato e ben distruto e ben collato e specie
dentro a sofriger e anchora .l. datalli
bene festugati de cinamo e de zenzevro e
garofalli e miti questi rafioli a lessare in
aqua; quando sono trati fuora polverizialli de
specie dolze, o miti dentro a solo e poni crosta
di sopra. Questa torta vole essere zalla
e ben grassa de lardo e ponderossa de specie,
e posse fare per piú o per meno persone e
se tu la fa in testo de ramo, la vole pocho
foco; in testo de terra ge volo assai foco.
CXIII. Torta ungaresca per xii persone.
Toy uno capone ben grasso e toy uno lombolo
de porco grande e do cepole grosse e
meza libra de specie dolze e fine e toy tre
libre d' onto fresco che non sia salato e toy
tanta farina che sia tre pani, la megliore,
che tu poy avere; e toy lo caponi e 'l lombolo
del porco [e] fane morselletti e de le do cepole
fane morselletti e meti queste cosse a sofriger
in lo songiazo fresco [in] quantità; e de
le dite dolze e zafarano assay e un poco de
sala; e quando è ben sofrito mitige un bichiero
d' aqua ch' el se cocha senza compimento,
e toli la farina e destruta con aqua
fresca insalata con un pocho de salina e
menala molto forte, e quando è ben menato, toy
uno testo de ramo ben stagnato e onzilo ben
de questo lardo fresco che tu ay. Toy la
pasta e menala e sotiliala con una mescola
e fala sotille, e siate due a traer sotille a
foglio con lardo e fane infina a xviij fogli,
et postea toy questo batuto de capon e de
altre cosse fane uno solo suso questa metà,
e poni altre tante fogle sopra questo solo
ben inaffiato ziaschuno pe si di lardo e fa
una crosta de sopra per vardia. Questa torta
vole poco foco de sotto e bon foco di sopra, e
poy fare per piú, o per men, toiando le cosse
a questa mesura.
CXIV. Torta de Romania.
A ffare torta de Romania per xij persone,
togli vi polastri e 4 caxi freschi o passi e
xij ova e xxx datali e una libra de uva passa
e una de sosina e meza onza de cinamo intriego
e meza onza de zenzevro e mezo quarto di
garofalli e mezo de zafarano e do onze de pignoli
mondi e quatro onze de specie dolze ben zalle;
toy questi polastri ben lavati e smenbrati e
mitili a sofrigere in lardo distruto e colato
e la prima volta che tu li meti con li polastri
sea specie dolze, e toy lo caxo fresco
che tu ay e fa rafioli quanti ne pol ensier
e lessali in aqua. Quando sono cocti polverizage
de spesie fine e quando li polastri
sono sofriti assay mitige uno meiole d' aqua,
e quando sono apresso cocti, metige uno
caxo strito e colato e viij rossi d' ova e
cinamo e zenzevro rosso; toy garofalli e
pignoli mondi e uva passa bene lavate e di
specie e zafarano assay e guarda queste cosse
del tropo foco tanto che siano ben cocte e
mitige de la crosta sutille in lo testo, e meti
questo cosse dentro e rafioli e ogni cossa
dentro a solo; e poni una crosta de sopra sotille
e ben zalo. Questa torta vuol poco foco
e sono a coxere may le croste a incorporare
lo batuto, etc.
CXV. Tortelli a modo de fritelle bianche
per quaressema bone.
A ffare tortelli bianchi per xij persone, toy
una libra de mandole e una quarta de nociuole
e de noxe, e togli meza libra de zucharo
e toy le mandole ben monde e le nociuole
ben monde e pestala insema e mitige
arquanto zucharo a pestare, e de questo
batuto fai le fritelle e falle picole. Togli farina
e zafarano e tridalla con aqua e fay che sia
molle e zalla e involzi entro li tortelli e frizili
in bono olio e polverizage del zucharo
e dali dreto le altre vivande.
CXVI. Tortelli a modo de fritelle bianche
per quaressema bone e perfettissime.
Toy quantità de bone zuche ben lesse, toy
mandole ben monde e peste e in quantità
de bone herbe ben peste e in quantità de
bono olio e de specie e de queste cosse fa
batuto e fa tortelli pizolli e frizelli in olio
e polverizage de zucharo ed è fato.
CXVII. Tredura.
A ffare tredura, toy lo biancho delli porri
e mitilo a lessare intriego e poy li batte con
coltello ben trito; poy lo frizi con lo grasso
della carne che tu coxi; toy pan e gratillo
e mitilo a moglo in acqua calda; toy una
peza de carne e bati lo pan e la carne con
coltello, poy to ove batute e zafarano assay
el bati in sema e miti su quelli porri friti
cum specie assay e serà bon.
CXVIII. Vivanda da fare bon stomacho.
Toy pome codogne e lessale e mondale e
pestalle, e toy late de mandole e distempera
queste codogne e miti a coxere; quando è
cocto mitige specie dolze poche e zucharo
assay.
CXIX. Vivanda ditta limonia.
A ffare questa vivanda per xii persone, toy
vj polastri grassi, sey caponzelli e tre onze
de specie fine e tre de mandole e tre de
zucharo fino e xxv datali e toy xij ananze
che siano ben sugossi e meza libra de prugnolli
e toy li pulli che tu ay e miti a lessare;
quando sono cocti toy una libra de lardo
destructo ben colato e miti a sofrizer li pulli
e quando sono sofriti questa cossa polveriza
delle ditte specie e del zucharo e le mandole
che tu ay bene lavate e macenate e
ben distemperate con lo brodo de li caponi
che sia magro bene colata e miti questo late
a bolire in una pignata per si. Innanzi che
bolla mitige de le ditte specie quantitade
e poy mitige le prugnole ben lavate e poy
miti datali ben lavati, o fay do parte de l' uno,
e poy meti zafarano distemperato. Quando è
bolita questa vivanda, meti entro li caponi
e le naranze, e spessa ponderossa de specie
e dolze de zucharo; dà gli caponi per taiero
e lo savor per scutelle.
CXX. Vino cocto.
A ffare vino cocto, toy vino vermeglo el
piú fino che tu poy avere e bono miele;
mitilo a bolire insieme e alquanto fiore de
canella, e bolia tanto ch' el torne el terzo e
per iiij bichier de vino volo essere uno pien
de melle.
CXXI. Zuche.
A ffare bone zuche, toy le monete seche
e fale lessare ben in olio non tropo; toy
mandole monde e masenale e metelli entro le
zuche e fay le bianche, o volo zalle e meti
uva passa dentro.
CXXII. Polastri afenochiati vantazati.
Polastri afenochiati per xij persone. Toy
xij polastri e vj caponzelli a modo de polastri
intrigi, toli polastri e sofrizelli in lardo
ben destruto e bene colato e toli barbe zoè
radice de fenochio e de petrosemolo ben
lavate e fa sofrizer con li polastri e tre onze
de specie fine e miti de le ditte specie a
sofrizere con li polastri e quando sono ben
sofriti trane fuora de lardo in quantità; s' el
ge n' è tropo e metige aqua et aceto tanto
che istagan soto. Quando sono cocti, toy torla
d' ova xviij e togli li figatelli loro ben pisti
e specie de zafarano, quantitade de agresta
e de aceto e tray fuora li barbe cocti; tuoy
li pulli e getalli via e meti suso questa a
bolire. Questa vivanda vole essere zalla e
potente de specie e vole avere savore de
fenochio e meti li polli per taiero, el savore
per scutelle.
CXXIII. Polastri afenochiati
per uno altro modo.
Toy li polastri e smenbrali e fali bolire
e non tropo e frizelli in lardo; toy mandole,
fiore de fenochio e masena ogni cossa in sema
e distempera con la lessadura de li polastri
e poy dali per scutelle e metili specie dol[ze].
CXXIV. Pollastri assabecho molto buoni.
Toy li polastri e fali lessare e partili per
mezo e frizi in lardo, toy uva passa e
masenala con l' agresta e aceto e del brodo de
li polastrij toy cepola e lessala e batilla, poy
frizella con quello sapore e mitili specie che
non habia zafarano e mitili galanga assay
e fay che sia acetosa non tropo.
CXXV. A ffare cervellade bressane.
Toy libre xxv de carne de porcho in la
qual non ge sia collo né lombo in gambelli,
ma sia de le polpe delle cosse, overo
de le spalle, overo altre libre xx e libre v
del grasso ch' è a pè de le cosse piú o meno,
secondo tu le voy servare, e batilla ben trida
col coltello, poy abi onze xv de formazo di
candia e onze xv de sale de sardegna overo
libre do de sale da chioza e onze vj de pever
roso e fa ch' el sale e formaio sian ben
trito e incorporato questo batuto insieme.
Tuò budelli e lassali stare dì 2 di saxone
e quanto piú è fredo e tempo chiaro tanto
è meglo, poy meti al fumo, altri meti nel
batuto del zafarano e specie, ma quanto piú
tanto melglo con suoa raxone.
CXXVI. Torta lavagnexe per xii persone.
Tuò sie polastri e vj formazi freschi o passi
e xviij ove e ij libre de lardo e uno pocho
de zafarano e una bona quantità de petrosemolo
e un pocho de menta e un pocho de
salvia e torà i polastri e mitili a lessare tanto
che sia ben cocti e smenbrali, e torà el
formazo ben lavato e pesto grosso, e tora el
lardo che tu ay ben pesso quanto tu poy, e
torà le ove e metili in questo pieno tanto
ch' el non sia né tropo duro, né tropo molo
e torà el safarano e distemperalo e mitilo
in lo pieno e può miti ogni chossa in fra
do paste e mitili a coxere in la fersora e
fa la torta, e faza la crosta verde delle ditte
herbe molto grassa senza specie ed è bona
optimo e perfettissima, etc.
CXXVII. A chonfetare mandole fresche e
persiche fresche e noce fresche vogleno
essere zovenette, né dure, né tenere, etc.
Toy le ditte e mondale e forale, le noce vol
sie buxi e le persiche sie, le mandole quatro.
Vol essere messe in l' aqua e ogni dì muta
l' aqua parechie fiade tanto sia dolze, poy
bolila in aqua; le noce vol bolire mez' ora el
persicho e la mandola quando chomenza a
intenerire bolirà mezo quarto d' ora, poi li meti
a ssugare a l' onbra e al vento en uno canestro
o suso uno gradizo per tre iorni: le
persiche e le mandole per dui dí poi l' impi
per i buxi de garofalli, de canella, de zenzevro;
poy fa bolire in mele per ispasio de
6 patrenostre, poy le chava de quello mele
e bolile in un altro mele tanto ch' el mele
sia coto; poy sopra el mele miti spesie, fine
e miti in uno albarello al sole per ispassio de
quindeçe iorni ben chiusse. Le persiche vole
essere fatte al ditto modo salvo che le vole
bolire in lo primo melle tanto ch' el siano
cocto; non bisognia che sia scambiato. Abi
amente che le mandole non vol passare mezo
aprile in lochi chaldi, però che la suoa schorsia
doventa tropo dura.
CXXVIII. A ffare bozolati da monege.
Toy ove sbatute molto bene e un pocho
de sale, tuo' tante ova quanto tu voy e con
questa fior de farina che tu voy fane i diti,
o impasta chon queste ove batute senza altra
aqua. Se tu voy del mele, per ogni dexe ove
vol un bon chosselier de mele, se tu ne vole
col zucharo per ogni diexe ove vole un' onza
da zucharo. Voleno essere molto domati e fati
subitamente e abi a mente che i voleno esser
cocti subito, perché non pigliesse vento,
né sole, che subito se guastano. Vole essere
cocto chon el testo che non foge i bozoladi;
cossí com' tu i va coxendo chosí e chossí i
va fazendo e guarda la terra non fosse onta;
fala ben netta, se la fosse onta.
CXXIX. A chonfettare zuche per dui modi.
Toy la zucha duretta e suoi e mondali
e fai dui pezi e bolile in aqua tanto che
sia teneri. Abbia .9. vasi vedriati e trala
tuta nel primo vaso e va la tramutando subito
nel secondo, po' nel terzo, po' nel quarto,
fina a li 9 vasi tanta che la zucha romagna
ben freda per quel aqua, poy la suga al vento
e al aiere senza sole per 3 iorni. Tola poy fala
bolire un poco in mele, trala de quelle mele
e mitila in l' altro mele sia chocto. Se tu le
volesse fare piú diligate, meti del zucharo a
bolire con el mele, abi a mente quando serà
fate le ditte zuche, zoè cocte, mitili in uno
catino vedriato e lassela a l' aiere fina ch' è
aretrato tuto quello mele e si po' la riponi
dove ti piace, starà forza iorni quindize a tira'
el mele; guardale del sole. Item se voy fare
la per questo altro modo, miteli in vaso e
ogni iorni li getta aqua bolente adosso e ogni
dí li schambia l' aqua octo iorni; po' la fa
bolire tanto che la cominza a tenerire e fala
al modo de l' altre, azetto no la metere in
l' aqua freda con chi nove catinelli.
CXXX. A ffare ranciata bona e delicata.
Toy la schorza del ranzo e fane quelli pezi
che tu vole e curali ben dentro, miti a mole
per 15 zorni poy le lessa in aqua tanto che
sia tenere, lasale sugare per tri zorni, poy lo
miti in lo mele che tu la voi bolire per tri
zorni, poi la fa bolire un pocho e chambia,
poy quello mele e miti l' altro chon le spezie;
ma prima le specie siano messe dentro
sia spumato lo mele, bolla tanto che 'l mele
sia ben cocto, poy la lassa alquanti zorni a
l' aiere senza sole.
CXXXI. A ffare la ranziata batuta
per altro modo.
Fa chomo tu fa quella di sopra, azetto che
non se muta el mele e vole essere molto ben
batuto con uno coltello, poy coto in el mele
e abi a mente che la vole essere cocta tanta
che lo mele sia quasio duro e vole pocho
focho e temperato e sia cocto insieme con
lo mele ed è fata.
CXXXII. Confetti de melle apio o de pome
paradiso se le voy fare subito chomo è
gratate le poy fare come ti pare.
Toy la mella e mondala, poy la grata; varda
che non vada le granelle dentro la gratitura
e lassala sugare per dui iorni. El sucho che
fa la mella lassalo pur con la mella; passa
le pome gratate e per ogni tri libre de pome
meti libre tri de mele e lassale stare dui zorni
le pome chomo el mele; poy fale bolire sempre
menandole con speçie tanto che le mele
sia cocte, abi a mente le spezie voleno
essere messe quando l' è quasi cocto el
confetto, cossí quelle de chodogni. Poy la
distendi suso una tavola o suso una pietra
bagnata e fay a modo di foio grosso men de
mezzo dido; poy lassala refredare e fane a
modo de schachieri in pezetti picholi e reponile
in una schatolla con foie de laurano
de sotto e poy de sopra dall' altra mano va
metando foie de suolo in suolo; e se voi mettere
spezie tra foio e foio serà molto bono.
Agi a mente ch' el vol per lo men bolire
una hora grossa e forsi dui sempre menandole
bene e guardale dal fumo.
CXXXIII. A ffare codogniato bono
vantagiato.
Toy le codogne e mondale e lessale in aqua
tanto chote che se desfazeno; piglia uno
bacino forado o la gratachasa, e gratali tanto
fina che tu tragi tuto el buono, e guarda ch' el
non ge vada le granelle dentro el gratato.
Salva per 3 iorni al aiere questo gratato
inanzi che tu li meti in lo mele, poi per ogni
libra de codogni gratati vol essere libre 3
de mele. Fa bolire tanto inseme quanto ch' el
mele sia cocto e spezie fine e se tu la vole
per li amaladi, metili a bolire un pocho de
zucharo, per libre 3 de chodognato vol essere
onze vj de zucharo in cambio de specie.
Quando sia choto distendilo suso una tavola
bagnata chon l' aqua frescha, e fala a modo
de foie de pasta grosi mancho de mezo dido,
e fane a modo de schachi e mitili in uno
albarello con spezie e con aloro: zoè quella
che non è per i malati vole bolire duo hore
presso fino ch' è cocto sempre menando. Questo
chodogniato vole coxendolo senpre esser
ben menato con uno baston spachato, etc.
Expliciunt.
CXXXIV. A ffare una sana e bona vivanda
de iola.
Toy tanta iola quanto un ovo de grandezza
e doa tanto panza de porcho e fa ben
coxere la panza e pestala ben con lo coltello
e poy in el mortaro. Altresí el similo
fa de la iola chosí cocta e pestà. Tuo' de bon
formaio e ove 6 o 7 e fa un pastume e meti
a desfrizere in la padella con de l' onto e
farà una bona sana vivanda, e se tu ge
metisti un chavo de late seria vivanda da
imperatore, se tu non podise avere panza de
porcho frescha, tuo' zervelle de vedello, o de
boi, che sono bone e abi a mente che la
vivanda vole essere [de] speçie fine; el zucharo
non la guasta, etc.
CXXXV. Vivanda bona.
Toi farina, ove, formaço e gratalo: toi spesie
e pista in mortaro: poi fa con le mano a
modo de graffi longi un dito: poi li chusi
lesi: e sopra le scutelle polvereça de spetie e
de caso: e dale chalde: E se le voi fare ...
[manca la fine]
TGl, 22.12.2000
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