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venerdì 9 maggio 2014

SUDORE E SANGUE

L’impronta ematica presso il volto dell'uno che si vede sulla sindone sembra legata al singolare fenomeno dell’ematoidrosi o “sudore di sangue”: è un processo raro che si prensenta quando un soggetto subisce un fortissimo stress emotivo, in seguito al quale i vasi sanguigni della cute si dilatano e si provoca una specie di emorragia nelle ghiandole sudoripare. Il fenomeno del sudore di sangue che i vangeli descrivono durante la preghiera di Gesù nel Getsemani. Nella zona del cranio compare l’impronta di 13 ferite inferte da oggetti appuntiti tutti dello stesso tipo, disposti nella parte superiore della testa a formare una specie di elmo o casco: da essi sono usciti diversi rivoli di sangue rappreso. Sono presenti anche nella zona del volto, dove spicca una vistosa colatura nella quale il sangue ha assunto una strana forma a “3” rovesciato: il fiotto è abbondante perché deriva dalla rottura della vena frontale. La sua forma dipende dal fatto che si coagulò su una fronte contratta da rughe dovute a spasmi di tremendo dolore, fissati dalla rigidità cadaverica. Le emorragie dipendono alcune da ferite che l’uomo subì da vivo, altre invece gli vennero inflitte quando era già morto; questi rivoli sono però scivolati soprattutto quando il soggetto si trovava ancora in posizione verticale. L’esame del flusso sanguigno e delle sue caratteristiche indica che l’uomo fu avvolto nel telo in un tempo preciso, non oltre due ore e mezzo dopo la sua morte. Le centinaia di ferite lacero-contuse visibili su quasi tutto il corpo, tranne che sul volto e nella zona presso il cuore, vennero inferte a quest’uomo dopo che era stato denudato.  La maggior parte sono disposte a gruppi di sei, come se provenissero da un oggetto dotato di sei punte con il quale l’uomo fu percosso un gran numero di volte (forse 120). Nella zona delle scapole queste ferite appaiono ulteriormente ingrandite ed abrase, proprio come se un grosso oggetto di materiale rigido fosse stato sfregato con violenza sulla schiena provocando lacerazioni della pelle presso le sporgenze ossee: questo dato fa pensare proprio al trasporto del pesante patibulum, legato dietro la schiena del condannato.

Articolo per gentile concessione della dott.ssa Brabara Frale

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