Dopo che l'impronta di Edessa fu trasferita a Costantinopoli, la fama dell’immagine si sparse anche in Occidente: qui però, dove il monofisismo aveva inciso molto meno nella cultura dei cristiani, il famoso ritratto di Gesù non ebbe bisogno di venire “filtrato” nascondendolo dietro l’idea di un ritratto comune come era successo a Edessa per i primi secoli. In Europa si viene a sapere subito che si trattava di un lenzuolo contenente l’impronta del corpo intero di Cristo. Il monaco Orderico Vitali nella sua Storia Ecclesiastica (1130 e il 1141) avrebbe scritto:
Abgar regnò come toparca di Edessa. A lui il Signore Gesù inviò…il più prezioso lino, con il quale asciugò il sudore dal proprio volto, e sul quale appaiono le fattezze del Salvatore miracolosamente riprodotte. Esso mostra a coloro che lo guardano l’immagine e le proporzioni del corpo del Signore;
mentre un altro autore successivo, Gervaso di Tilbury, nei suoi Otia imperialia (composti verso il 1218) racconterà questo:
E’ appurato grazie alla storia narrata in antichi documenti che il Signore si prostrò in tutta l’interezza del suo corpo sul più bianco dei lini, e così per mezzo del potere divino rimase impressa sul lino la più bella immagine non solo del volto ma anche del corpo intero del Signore.
Articolo per gentile concessione della dott.ssa Barbara Frale
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