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venerdì 28 novembre 2014

LETTERA DI STEFANO II A PIPINO IL BREVE (ANNO DOMINI 744)

Durante il regno di Liutprando i longobardi iniziarono un periodo distensivo con Roma sostenendo il papato durante l'iconoclastia. Con Astolfo, di contro, i vari centri di potere longobardi si unirono costituendo una minaccia per Roma e per il pontefice. Stefano II, impaurito, chiese aiuto a Pipino il Breve con un tono sacro come se stesse parlando addirittura San Pietro in persona. Pipino scese a Roma per ben due volte risultando in entrami i casi vincitore.

Dal momento che voi siete divenuti miei figli adottivi, venite e togliete dalle mani degli avversari la città di Roma e il popolo che mi è stato affidato da Dio. Venite e proteggete dal contatto con costoro la dimora in cui il mio corpo riposa. Venite, liberate la chiesa di Dio esposta ai peggiori tormenti e alle peggiori pressioni da parte dell'abominevole popolo longobardo! Voi che tanto prediligo, siate sicure che fra tutti i popoli, quello dei Franchi mi è particolarmente caro. Vi scongiuro pertanto e vi ammonisco, re cristianissimi, Pipino, Carlo e Carlomanno. E voi dell'ordine sacerdotale, vescovi, avanti, preti, monaci e voi conti e duchi e voi, popolo franco, prestate fede alle mie esortazioni come se io fossi ancora presente davanti a voi, perchè se non ci sono in carne ed ossa, sono ben presente in spirito. Con me vi scongiura nostra signora, la madre di Dio, vi ammonisce e vi ordina, come tutta la milizia celeste dei martiri e dei confessori di Cristo, di avere pietà della città di Roma che Dio mi ha affidato e delle pecore del Signore che vi pascolano e della santa chiesa che ho ricevuto dal Signore. Difendeteli senza indugio, liberateli dalle mani dei Longobardi, affinchè il mio popolo non sia più a lungo dilaniato e massacrato dalla gente longobarda, accozzaglia di spergiuri e di trasgressori delle Scritture divine. Eccovi dunque avvertiti. Se obbedite prontamente ne sarete ricompensati con larghezza, non soltanto il mio appoggio vi permetterà di trionfare, in questa vita, di tutti i vostri nemici, ma dopo una lunga esistenza in cui assaporerete i beni di questa terra, esso vi assicurerà nell'altro mondo i benefici della vita eterna. In caso contrario, e non posso crederlo, o se voi indugerete, sappiate che in nome della santa Trinità e per grazia dell'apostolato che mi è stato dato da nostro signore Gesù Cristo, la vostra disobbedienza alle mie esortazioni vi farà allontanare dal regno divino nonchè dalla vita eterna.

Fonte: M.G.H., Epistolae Merowingici et Karolini Aevi, I, Codex Carolinus, 10

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