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Creati per difendere la Terrasanta a seguito della Prima Crociata i Cavalieri Templari destano ancora molto interesse: scopriamo insieme chi erano e come vivevano i Cavalieri del Tempio
I personaggi e i fatti più importanti del ciclo arturiano e della Tavola Rotonda
Personaggi, luoghi e fatti che hanno contribuito a conferire al Medioevo un alone di mistero che lo rende ancora più affascinante ed amato. Dal Ponte del Diavolo ai Cavalieri della Tavola Rotonda passando per Durlindana, la leggendaria spada di Orlando e i misteriosi draghi...

Filippo il Bello era nipote di due santi (Luigi IX di Francia, padre di suo padre, ed Elisabetta d'Ungheria, sorella di sua nonna materna), e secondo le fonti viveva quasi come un monaco, mangiando pochissimo e praticando lunghi periodi di digiuno e astinenza. Il suo confessore ogni venerdì lo fustigava con una disciplina, cioè una frusta fatta da catene di ferro, la stessa che prima di lui aveva usato Luigi IX il santo. Durante la sua cerimonia d'incoronazione, era stato consacrato con l'Olio Santo ben sette volte, proprio come un arcivescovo; come altri sovrani di Francia della sua stirpe, si riteneva che avesse il potere di guarire i malati di scrofola con il tocco delle mani, purché si mantenesse pur da gravi peccati. Sappiamo che era molto attento a questo suo ruolo sacro, e che molti malati arrivavano da paesi anche lontani per incontrarlo ed essere toccati da lui. I suoi apologeti lo celebravano come un nuovo Davide, l'Unto del Signore. Ascetico e scevro da peccati, era indicato dai pubblicisti come un esempio di moralità e di devozione cristiana, perfetto emulo di suo nonno Luigi il Santo. La propaganda francese ribadiva il fatto che un uomo del genere era degno di guidare la Chiesa nei territori che Dio aveva affidato al suo dominio; lo storico Julien Théry sostiene che egli si sentiva "come un papa all'interno del suo regno". Esistono però anche voci avverse. Il vescovo di Pamiers Bernardo Saisset sosteneva che Filippo IV era stupido per quanto bello, incapace di reggere il governo; diceva che non era un uomo né una bestia, ma piuttosto una statua di marmo. Anche il poeta satirico Geoffroy di Parigi lo descrive come un uomo dal carattere inconsistente, debole, inadatto al difficile ruolo di governare la Francia; e proprio per sfuggire a questo opprimente fardello troppo pesante per lui, il sovrano avrebbe abbandonato il potere nelle mani dei suoi ministri e di alcuni familiari fidatissimi, limitandosi a svolgere mere funzioni di rappresentanza.




La stratega. Anno Domini 1164 è un romanzo storico-fantasy di Giovanna Barbieri. La storia narra di una ragazza del XXI secolo, Alice, che si trova catapultata in un epoca diversa dalla sua: anni oscuri, nel cuore del Medioevo. Dopo un forte temporale si ritrova nel 1163 nei pressi di Valpolicella. Qui ferita viene soccorsa da una famiglia di contadini semi-liberi che la conducono all’abbazia del Sacro Cuore, dove viene curata dalle monache e apprende l’uso delle erbe medicinali. Una volta guarita viene portata nel castello di Fumane, poiché aiutando un soldato, questi la crede una spia per conto del re Federico I il Barbarossa e decide di imprigionarla. Spinta dalla disperazione o forse dalla paura decide di rivelare le sue origini. A questa notizia, apparentemente strana, decide di credere il cavaliere Lorenzo Aligari. In cambio Alice gli insegna a leggere e scrivere, ma compie altri gesti che attirano l'attenzione del clero; azioni che nel XXI secolo sono alla base della quotidianità, mentre in quell’epoca risultano prodigiosi tanto da procurarle un’accusa di stregoneria. Per salvarsi decide di partire in guerra con il cavaliere Lorenzo, fingendosi uno scudiero... Le tematiche affrontante non hanno quasi nulla di "sovrannaturale" ad eccezione del viaggio nel tempo di Alice. La particolarità invece risiede nel fatto che la scrittrice riesce perfettamente ad inserire una protagonista del XXI secolo in un contesto storico lontano, descritto con rigore e accuratezza. Rappresenta più che altro un incontro di culture, un ponte tra presente e passato in cui l’autrice fa di Alice i suoi occhi e le sue braccia in un’epoca che affascina un po’ tutti noi. Lo stile è fluido e scorrevole e non pesante come di solito ci si aspetta da un genere così. Giovanna Barbieri si è cimentata in un’ardua impresa, ma a mio modesto parere è riuscita perfettamente nell’intento. Per questo consiglio il romanzo agli appassionati del genere e, in generale, a tutte le persone che vogliono imparare qualcosa in più sulla storia del loro Paese senza annoiarsi; un viaggio mentale per apprendere usi e costumi dell’epoca.







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A partire da sabato 7 settembre, lo staff di Tesori d’ Etruria è pronto ad accogliere e trasportare i visitatori nel mondo dei Cavalieri...