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martedì 9 ottobre 2012

NELL'ULTIMA CENA SONO PRESENTI IL GRAAL E LA SINDONE!


Gli elementi sono nascosti nelle decorazioni del capolavoro di Leonardo: la coppa è nascosta nel montante della finestra compresa tra i primi due arazzi, alle spalle di Bartolomeo che è il primo apostolo a sinistra del dipinto. E proprio sopra al 'calice' tra le macchie nel muro, che sembrano elementi senza senso, spunta un volto molto simile a quello della Sacra Sindone. Un elemento inedito potrebbe essere stato scoperto da Gabriele Montera, medico cosentino, sul celebre dipinto 'L'ultima cena' di Leonardo da Vinci. Osservando da una certa distanza il capolavoro conservato a Santa Maria delle Grazie a Milano emerge il Sacro Graal, la coppa che ha entusiasmato e mosso la fantasia di una miriade di personaggi nel corso della storia. La coppa è nascosta nella decorazione del montante della finestra compresa tra i primi due arazzi, alle spalle di Bartolomeo che e' il primo apostolo a sinistra del dipinto. A prima vista sembra un semplice decoro e invece, prestando attenzione, emerge l'immagine del Graal. Un accostamento non incredibile per un illuminato come Leonardo. Gabriele Montera ha fatto questa scoperta casualmente, osservando una riproduzione del dipinto nel suo studio medico una sera al termine delle visite. Quella stampa era a terra, in attesa ormai da tempo di essere collocata sul muro. Fu un lampo. ''La ragione sonnecchiava e fu allora che la mia anima ascolto' la voce di Leonardo'', afferma Montera all'Adnkronos che ha scritto un libro dal titolo 'Il calice svelato' proprio per raccontare la rivelazione della coppa sul dipinto del Cenacolo. Da lì è iniziato un lungo periodo di approfondimento e studio su Leonardo da Vinci e il suo mondo. ''E' strano che nessuno finora si sia accorto di questa presenza sul dipinto'', si meraviglia lo stesso Gabriele Montera. Ma questa non e' l'unica novita'. Mostrando il dipinto a un amico per verificare che non fosse soltanto un abbaglio, quest'ultimo fece notare a Gabriele Montera un'altra particolarità. Sopra il calice tra le macchie nel muro che sembrano elementi senza senso, spunta un volto che e' molto simile a quello della Sacra Sindone. Il significato e' di notevole simbologia, si vede infatti Gesu' che appoggia le labbra al Sacro Graal, la coppa che in numerose interpretazioni e' stato accostato proprio alla discendenza del Cristo per l'assonanza con le parole ''Sang Real'' cioe' sangue reale. Trasponendo il negativo del volto raffigurato nella Sindone a quelle macchie nel muro, molti tratti coincidono, soprattutto la forma delle labbra. E qui torna un dubbio posto da alcuni studiosi, ovvero che l'autore della Sindone possa essere stato lo stesso Leonardo. Nelle scoperte di Gabriele Montera sull'Ultima Cena ce n'e' un'altra ancora molto significativa. Da studi geometrici che partono dalla lunghezza del tavolo raffigurato, che misura 8,80 metri (cioe' quanto e' largo il refettorio di Santa Maria delle Grazie che lo custodisce), Montera ha ricavato le misure della Sacra Sindone. Secondo il medico cosentino, le figure sul dipinto non rispettano le proporzioni che derivano dall'ampiezza della stanza. ''Non poteva essere un errore, non era da Leonardo - spiega l'autore della scoperta - e allora mi sono accorto che sono il doppio rispetto allo spazio. Dividendo per due la misura del tavolo, il risultato e' di 4,40 metri proprio come la Sindone che e' 4,42 metri''. Analizzando le righe disegnate sul dipinto, che sembra siano state aggiunte successivamente, secondo Montera la tovaglia potrebbe coincidere proprio con il lenzuolo che avvolse il corpo di Gesù dopo la Crocifissione. Leonardo potrebbe essere stato custode di tanti misteri, e forse anche appartenente ai Rosa+Croce. Se l'intuizione di Gabriele Montera fosse confermata, si aprirebbe un nuovo capitolo nel grande mondo delle opere di Leonardo da Vinci. Il medico cosentino sta organizzando nella citta' dei Bruzi una serie di manifestazioni sulla figura dello scienziato toscano. Una collocazione, quella di Cosenza, che gli permette di avvicinarlo alla figura di Telesio, il filosofo dei sensi. ''Il sensus di cui parla - spiega Montera - non credo si fermi al senso materiale dell'esperienza della natura. Ma e' anche intuizione, qualcosa di indefinito che spinge a guardare i fenomeni non soltanto con gli occhi''.

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