Con il termine iuramentum Sutrinum (noto anche come patto di Sutri, o concordato di Sutri) ci si riferisce all'accordo stipulato fra Enrico V e papa Pasquale II il 9 febbraio 1111. Durante la lunga lotta dei papi contro gli imperatori sulla questione delle investiture, quando Enrico V avanzò con un'armata in Italia allo scopo di essere incoronato, Papa Pasquale II acconsentì ad un accordo passato alla storia come Iuramentum Sutrinum in base ai termini del quale la Chiesa doveva cedere tutti i possedimenti e i diritti che aveva ricevuto dall'impero e del regno d'Italia sin dai tempi di Carlo Magno, mentre Enrico da parte sua avrebbe rinunciato all'investitura laica. I preparativi per l'incoronazione vennero fatti per il 12 febbraio 1111, ma i romani sorsero in rivolta contro l'accordo, ed Enrico si ritirò portando con sé il Papa e la curia. Dopo sessantuno giorni di dura prigionia nel castello di Tribuco a Ponte Sfondato di Montopoli di Sabina, Pasquale si arrese e garantì l'investitura all'imperatore. Enrico venne quindi incoronato in San Pietro il 13 aprile, e dopo aver preteso la promessa che nessuna vendetta sarebbe stata tentata per quello che era accaduto, si ritirò al di là delle Alpi. Il partito ildebrandino venne comunque incitato ad agire; un concilio in Laterano del marzo 1112 dichiarò nulle le concessioni estorte con la violenza; un concilio tenuto a Vienna in ottobre scomunicò l'imperatore e Pasquale ne sancì le decisioni.
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