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martedì 9 ottobre 2012

IL CONCILIO DI COSTANZA


Il concilio di Costanza, (1414-1418) è il XVI Concilio riconosciuto ecumenico dalla Chiesa cattolica, convocato a Costanza su richiesta dell'imperatore Sigismondo, imperatore del sacro romano impero dal 1433 al 1419 anno della sua morte, per porre fine allo scisma d'Occidente. Ottenne le dimissioni dell'antipapa Giovanni XXIII e depose gli altri due contendenti. Fra i suoi primi atti vi fu la condanna per eresia e quindi l'esecuzione di Jan Hus.



Lo svolgimento del concilio

Nel 1414 erano tre i papi regnanti: Gregorio XII a Roma, Benedetto XIII ad Avignone, e Giovanni XXIII a Pisa. Solo l’intervento dell’imperatore poté mettere fine a questo stato di cose. Questi costrinse Giovanni XXIII a convocare un nuovo concilio in territorio tedesco, a Costanza, nel novembre 1414. Ben presto si decise che la votazione sarebbe avvenuta per nazioni, non per individui, con grave danno degli italiani, che persero la loro superiorità numerica. Questo fatto, ed altri contrasti con l’imperatore e l’assemblea, spinsero Giovanni XXIII, che pure aveva promesso di abdicare se anche gli altri due papi l’avessero fatto, a fuggire da Costanza. Anche questo concilio sembrava avviarsi verso il fallimento; solo l’energia e la volontà dell’imperatore Sigismondo fecero superare la crisi.Così il concilio decise ugualmente di proseguire le sue sessioni, ed il 6 aprile 1415 approvò un testo di cinque articoli, redatti dal Card. Zabarella, che affermavano la superiorità del concilio sul papa. E’ il famoso decreto HAEC SANCTA, che tanto farà discutere storici e teologi:
“Questo santo sinodo di Costanza, legittimamente riunito nello Spirito santo, essendo concilio generale ed espressione della chiesa cattolica militante, riceve il proprio potere direttamente dal Cristo e che chiunque di qualunque condizione e dignità, compresa quella papale, è tenuto ad obbedirgli in ciò che riguarda la fede e l'estirpazione dello scisma”
Giovanni XXIII venne ricondotto con la forza a Costanza, e il 29 maggio 1415 venne pronunziata la sentenza
della sua deposizione per simonia, scandalo e scisma. A questo punto il papa romano Gregorio XII acconsentì ad abdicare, a condizione che prima fosse letta in seduta pubblica la bolla con la quale egli stesso convocava il concilio; i padri conciliari approvarono la lettura della bolla ed accolsero l’abdicazione di Gregorio XII. Restava il papa avignonese, Benedetto XIII, irremovibile nelle sue posizioni, ma oramai abbandonato da tutti, e deposto dal concilio nel luglio 1417 con le solite accuse di eresia, scisma e spergiuro. Prima di procedere all’elezione del nuovo pontefice, il concilio voleva decidere la riforma della chiesa, intesa non solo come lotta contro la mondanità della curia e l’indisciplina del clero, ma soprattutto come un cambiamento della costituzione della chiesa, con la soppressione di buona parte della centralizzazione che si era sviluppata nei secoli XII-XIV e l’affermazione di un largo potere della base. Ma i contrasti erano forti e si raggiunse un accordo solo su pochi punti. Il 9 ottobre 1417 fu approvato il decreto FREQUENS che ribadiva la superiorità del concilio, stabiliva la sua convocazione periodica non oltre ogni dieci anni, e sopprimeva alcuni diritti del papato. Così, l’11 novembre 1417, il Card. Oddo Colonna fu eletto papa, e scelse il nome del santo del giorno della sua elezione, Martino V. Da qui alla fine (il 22 aprile 1418), il concilio sarà sotto la direzione del papa conciliare.


Le principali disposizioni conciliari

Abbiamo già ricordato i due decreti Haec sancta e Frequens. Nella sessione inaugurale, il concilio si era posto il seguente obiettivo: la pace, l’esaltazione e la riforma della chiesa, e la tranquillità del popolo cristiano.


Causa unionis

Circa la causa unionis già si è visto come si sia passati dall’abdicazione o deposizione dei tre papi all’elezione
del nuovo papa Martino V.

Causa fidei

Circa la causa fidei il concilio di Costanza dovette affrontare soprattutto il problema dei teologi e riformatori John Wyclif e Jan Hus. Per quanto riguarda John Wyclif (morto nel 1384) il concilio aveva risolto la controversia pronunciando il suo giudizio in due sessioni, il 4 maggio e il 6 luglio 1415. In esse il concilio condanna due serie di affermazioni o articoli attribuiti a Wyclif condanna tutte le sue opere con l’obbligo di bruciarle pubblicamente, e dichiara il suo autore eretico e perciò ne ordina la riesumazione e la condanna al rogo.

Jan Hus durante il Concilio di Costanza

Nella stessa sessione del 6 luglio 1415 venne condannato anche Jan Hus, presente al concilio, con un decreto, dal quale si evince che il riformatore venne condannato come simpatizzante di Wyclif. Del boemo furono condannate 30 tesi o affermazioni tratte dalle sue opere, fu dichiarato eretico, e, poiché non ritrattò, fu condannato al rogo. Questa sentenza fu applicata all’istante, il giorno stesso della sua condanna, il 6 luglio. Un’ultima condanna pronunciata dal concilio nella causa fidei fu quella di Girolamo da Praga, che inizialmente aveva ritrattato, ma che poi ritrattò la propria ritrattazione e fu condannato al rogo il 30 maggio 1416. I padri conciliari non si preoccuparono più di tanto delle possibili conseguenze dei roghi di Costanza nell’evolversi della crisi boema e dei successivi sviluppi bellici.

Causa reformationis

Il concilio affrontò in diverse sessioni la questione della riforma della chiesa. In particolare, nella sessione del 30 ottobre 1417, aveva steso un elenco di 18 questioni di riforma da affrontare e risolvere: le proposte andavano dalla composizione del collegio dei cardinali fino alle questioni della destituzione del papa e ai problemi della simonia e delle finanze. Ma, a causa dei forti contrasti interni, non tutto il pacchetto di riforme fu preso in considerazione. Nella sessione del 19 aprile 1418, Martino V convocò il successivo concilio a Pavia. Nell’ultima seduta del 22 aprile il Papa approvò tutti i decreti del concilio, anche quelli decisi prima della sua elezione. Più tardi, Eugenio IV nel 1446 ratificò nuovamente il concilio e tutti i suoi decreti.

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