Se mai si dovesse appurare la verità sul santo Graal, essa non appagherebbe quanto viene sollecitato dal florilegio di teorie in proposito. Il nascondiglio della mitica coppa in cui Giuseppe d’Arimatea avrebbe raccolto il sangue di Cristo crocifisso o con cui il Salvatore avrebbe celebrato la prima eucarestia nel corso dell’ultima cena, è segnalato un po’ dappertutto fra Europa, Asia e Medioriente. Due fantasiose teorie vedono la Puglia coinvolta. La prima dice che, venuto in possesso di una setta Sufi, il più ambito calice della Storia fu consegnato ai Cavalieri Teutonici per poi essere da questi affidato a Federico II. Il Puer Apuliae avrebbe allora elevato intorno al nascondiglio del Graal quel gran mistero architettonico che risponde al nome di Castel del Monte. Ancora più suggestiva la seconda ipotesi. Questa volta chiamata in causa è altra opera monumentale, la nostra Basilica di San Nicola. Nel 1087 papa Gregorio VII avendo avuto notizia che il Graal era custodito in una determinata località dell’Asia Minore in mano ai Turchi, organizzò una spedizione segreta. A tale scopo mise assieme un equipaggio composto da una sessantina di ben selezionati marinai baresi che ‘ufficialmente’ prendevano il mare per strappare ai Mori i resti mortali di San Nicola. Recuperato il Graal, quei marinai avrebbero poi fatto scalo a Myra per assicurarsi i resti del Santo taumaturgo (va’ poi a sapere se davvero Gli appartenevano quelle ossa trafugate). Una volta che la coppa e le presunte reliquie vennero portate a Bari, il Pontefice dette ordine di erigere una basilica per custodire degnamente le spoglie mortali di San Nicola, in realtà con lo scopo di nascondervi il Santo Graal. In questo caso in un qualche remoto angolo del grande tempio sarebbe custodito l’oggetto dei desideri di plotoni di occultisti, religiosi, esaltati, pazzi e avventurieri. L’esistenza del Graal a San Nicola comporta pure che alcuni dei religiosi ivi operanti dovrebbero esserne a conoscenza ; conoscenza trasmessa da generazioni di confratelli e, forse, da trasmettere ancora. Ma l’idea di un padre Gerardo Cioffari storico di San Nicola e della sua Basilica, custode di un segreto millenario è davvero grossa. “Poca storia e molta fantasia”, egli ha scritto a tale proposito in un articolo illuminante apparso tempo fa su un noto quotidiano locale. Ciò significa che abusando della Storia e del buon senso si può immaginare il Graal sepolto in fondo alla Grotta Bianca di Castellana, tra le fondamenta del Trullo Sovrano ad Alberobello, sotto il pavimento della nuova chiesa di San Pio progettata da Renzo Piano...
Articolo di Italo Interesse per http://www.quotidianodibari.it
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