

Possiamo quindi intendere che in questa composizione sia presente un’allusione sia all’Incarnazione (la dedica mariana della chiesa sarebbe significativa in questo senso), sia alla futura venuta del Redentore.
Ciò dovrebbe essere coerente con lo svolgimento "ciclico" che solitamente riguarda l’iconografia dei portali, connesso al tema della "porta celeste" (1).
Nello specifico non si escluderebbe una relazione dell’iconografia della lunetta con l’idea dello scorrere del tempo quale è suggerita dall’iscrizione nell’architrave.
L’iscrizione, in latino cita:
AD MATREM CHRISTI QUE TEMPLO PRESIDET ISTI / QUI LEGIS INGREDERE. VENIAMQUE PRECANDO MERERE / CUM BIS CENTENUS CLAUSISSET TEMPORA DENUS / ANNUS MILLENUS, FLORERET I. PAPA SERENUS / IMPERIIQUE DECUS PRINCEPS OTTO SUMERET EQUUS / HEC PHILIPPE PIE DECORASTI TEMPLA MARIE (2)
(1) Il tema dello svolgimento ciclico che riguarda ogni esistenza terrena, proviene dall’antico mondo pagano. Esso fu recepito dalle espressioni dell’iconografia medievale cristiana, nelle quali tuttavia compare"inserito" nella visione "finalizzata" della Storia quale esiste nel Cristianesimo, ovvero con l’idea di un "esito" della Storia stessa.
(2) Rimane piuttosto oscuro al sottoscritto il senso preciso dell’ultimo verso: …. IMPERIIQUE DECUS PRINCEPS OTTO SUMERET EQUUS, dove il significato esatto della parola EQUUS risulta non chiaro.
Ringrazio quindi sin da ora chi sarà così gentile da fornire chiarimenti in riguardo.
Articolo di Carlo Valdameri del sito: http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Paginainiz.htm
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