La chiesa di San Lorenzo a Vallegrascia risulta documentata sin dal X secolo, mentre la sua attuale struttura architettonica si presenta con due navate, una di esse sicuramente medievale, l’altra aggiunta nel XVI secolo.
Il presbiterio della piccola chiesa medievale era in origine racchiuso da una recinzione composta da due grandi lastre scolpite che tuttora si conservano, sebbene rovinate. Le lastre mostrano sculture che sono state giudicate appartenenti al XI secolo 1)
L’iconografia scolpita nei due pulpiti è assai interessante e complessa:
- sulla lastra che attualmente è stata posizionata a sinistra dell’antica navata si trova, posta centralmente, una rosa a sei petali, inserita in un cerchio e sormontata da una croce a quattro bracci; quindi – visibile a malapena lì a fianco - la creazione di Eva dalla costola di Adamo (a sinistra della croce) ed altre sculture ora rovinate e pressoché incomprensibili.
- sulla lastra di destra l’insieme delle immagini è particolarmente complesso e vi compaiono animali simbolici ed episodi evangelici come la natività e la Crocifissione.
Naturalmente il discorso sull’intera iconografia dei due plutei, così ricca di spunti, sarebbe assai lungo e per questo si rimanda al lavoro di Sensi citato in nota.
Piuttosto, ci si limiterà qui a prendere in considerazione la grande immagine della Crocifissione che si trova in alto a sinistra nella balaustra di destra.
L’elemento più originale di questa iconografia è evidentemente la forma della croce che appare - o perlomeno avrebbe dovuto apparire prima del danneggiamento - a sei bracci; ciò ricorda il famoso monogramma di Cristo e, da questo punto di vista, la connessione logica con il fiore a sei petali al centro dell’altro pluteo risulta piuttosto chiara.
Considerando poi la presenza - nella lastra di sinistra - di scene riguardanti la Creazione, nonché – nella lastra di destra - l’evidenza data al corpo di Adamo defunto ai piedi della croce 2), anche la relazione con il tema del Cristo che è il Nuovo Adamo e con la Nuova Creazione avvenuta sulla croce pare espressa pressoché al di là di ogni dubbio.
Per cui, il tema del "numero sei", in questa opera ancor più che in altre, apparirebbe connesso ai sei giorni della Creazione ed anzi, in questo senso, si potrebbe considerare queste sculture come fondamentali per rendersi conto del significato che a simboli come la rosa a sei petali potevano essere attribuiti nel medioevo.
Ad evidenziare ulteriormente la ricchezza simbolica di questa iconografia è sufficiente notare come, nella Crocifissione, manchi la consueta presenza di Maria e San Giovanni mentre siano presenti Longino, con la lancia, alla destra del Crocifisso nonché Stefano – la tradizione consegna al soldato questo nome – alla sinistra del Crocifisso con la spugna imbevuta di aceto.
In alto, insieme –forse- alle immagini del sole e della luna 3), si trovano due figure acutamente identificate da Mario Sensi come "la vita" e "la morte".
Per la trattazione di questi ultimi temi e, semmai, degli altri simboli presenti nel ricco simbolismo espresso dalle lastre di Montemonaco, si rimanda, come sempre, ad eventuali futuri interventi.
Temi attinenti a quello trattato nella presente pagina si possono trovare qui: http://spazioinwind.libero.it/iconografia/iconogra/Ansovino.htm
- M. Sensi, Due lastre istoriate a Montemonaco firmate dai maestri scultori Guitonio e Atto (1039 – 1050 ca.), in Rivista dell’Istituto Nazionale d’Archeologia e storia dell’arte, S. III, 1983-84, pp.21-236.
- La leggenda vuole che il corpo di Adamo sia stato sepolto sul Calvario, ai piedi di quella che sarebbe stata poi la croce del Salvatore. Per questo, tra i molti riferimenti possibili, sarà sufficiente indicare quanto riporta Salmi, Ibidem, p. 226.
- Questa è l’ipotesi del Salmi, Ibidem p.228.

Articolo di Carlo Valdameri del sito http://spazioinwind.libero.it/iconografia/Paginainiz.htm
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