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venerdì 3 febbraio 2012

ERESIE A PUNTATE: 8. I CATARI

La concezione religiosa dei catari, che ha cominciato a diffondersi dopo la meta del XII secolo, si rifaceva all’insegnamento dualista e gnostico dei manichei. Il movimento era caratterizzato da una organizzazione ecclesiastica rigorosa e da un dinamismo missionario che fu all’origine della sua grande diffusione. Pur procedendo da istanze morali e ascetiche, il movimento si distinse da un punto di vista dottrinario secondo un rigido dualismo che contrapponeva fra loro Dio e Satana come due principi quasi equivalenti: Dio, il creatore, che ha dato origine solo agli esseri spirituali buoni; Satana, principio del male e creatore della materia in tutte le sue forme, potenzialmente inferiore a Dio. Esiste, quindi, per l’eresia catara, un sommo principio da cui ha origine il male e questo dio cattivo ha creato anche il maschio e la femmina e tutti i corpi visibili di questo mondo.
Di fronte al dilagare della setta e delle sue organizzazioni, che ormai si opponevano pubblicamente alla Chiesa cattolica, compiendo una vasta opera di proselitismo, soprattutto nella Francia meridionale e nell’Italia centro-settentrionale, ci fu una forte reazione, non solo attraverso scritti e discorsi da parte di eminenti uomini di Chiesa, ma anche attraverso l’occupazione della Provenza da parte dei cavalieri e signori della Francia del nord e l’opera repressiva degli inquisitori, che si macchiarono le mani di stragi di popolazioni e villaggi interi, convinti che dietro gli eretici agivano i demoni per mettere a soqquadro la Chiesa di Dio. In breve tempo la persuasione e il convincimento vennero soppiantati dalla coercizione dell’autorità temporale ed ecclesiastica con condanne alla la prigionia, torture, confisca dei beni e, nei casi più gravi, il rogo. Gli eretici apparivano pericolosi non solo dal punto di vista dottrinale ma anche, e soprattutto, da quello dell’unita sociale dell’impero e delle nazioni. È noto e superfluo ricordare che per combattere questo pericolo, i papi del XIII secolo organizzarono e rafforzarono l’inquisizione, in particolar modo sotto il pontificato di Gregorio IX. Sulla spinta di questi eventi e per dare una risposta ai vari movimenti ereticali (valdese, cataro, patarino, eccetera), venne indetto il IV concilio Lateranense allo scopo di eliminare gli errori e chiarire la verità rivelata. Nel De fide catholica, che espone la professione di fede nell’unico vero Dio e nelle tre divine Persone, proprio in relazione alla speculazione teologica catara e contro qualsiasi interpretazione dualistica che ammetta la provenienza della realtà da un duplice principio del bene e del male, viene dichiarato che vi è un solo e unico principio creatore di tutte le cose esistenti, senza alcuna eccezione, quelle invisibili e quelle visibili, quelle spirituali e quelle corporee. Si parla anche dell’uomo, inteso nella sua unità di anima e di corpo, e si afferma che l’essere umano è stato creato da Dio, in contrapposizione alla dottrina catara che considerava l’uomo come un angelo decaduto e imprigionato nella materia prodotta da Satana. Un’altra importante affermazione riguarda l'originale natura buona di tutte le creature, anche del diavolo e dei demoni, i quali “sono stati creati naturalmente buoni”. In questo modo si salvaguarda la bontà assoluta del Creatore e insieme si fa ricadere l’origine del male al libero arbitrio: i demoni hanno, infatti, perso la loro primitiva bontà per una loro libera scelta: “sono diventati cattivi da sé stessi”. La causa del male quindi non deve essere ricercata né in Dio né nella realtà materiale, ma unicamente nella possibilità di scelta da parte di coloro che sono stati creati liberi. Si viene cosi a sostenere il valore fondamentale del libero arbitrio quale patrimonio irrinunciabile degli enti spirituali, soggetti coscienti e dotati di intelligenza e volontà. Anche 1’uomo, quindi, è responsabile del proprio peccato, tuttavia il concilio precisa che la caduta umana è stata “istigata dal diavolo”. Il concilio non intende qui discolpare 1’uomo, poiché il diavolo non si sostituisce alla sua libertà, ma intende sottolineare l'influsso negativo che può sussistere tra lo spirito angelico cattivo e 1’uomo. Il concilio afferma, in sostanza, che 1’uomo, unione di spirito e corpo, è stato creato buono da Dio, per cui egli non porta il male in sé stesso. Ma il male ha fatto irruzione nella vita umana solo dopo il peccato originale. Questa enunciazione avrà un notevole peso teologico, perché innestandosi nel solco di precedenti interventi del magistero ecclesiastico e non solo dettata contro l’eresia dei catari, essa costituisce ancora oggi un punto fermo della dottrina della Chiesa.

Articolo di Aldo Ciaralli. Non può essere distribuito senza consenso dell'autore

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