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martedì 7 febbraio 2012

IL TEATRO MEDIEVALE

Il primo luogo scenico del teatro medievale è la chiesa. Durante le funzioni religiose, si cominciò a mettere in scena i passi del vangelo commentate dal sacerdote. Queste rappresentazioni assunsero in seguito una propria autonomia, spostandosi infine in luoghi esterni agli edifici religiosi. Quindi gli aspetti fondamentali del teatro medioevale furono la drammatizzazione, i motivi teatrali religiosi, una componente liturgica e didattica e uno sviluppo di una forma drammatica in volgare. Una delle peculiarità che rende affascinante il teatro medioevale fu certamente la mescolanza di forme drammatiche differenti, come quelle cristiane e pagane, ma saldate insieme a quell'aspetto rituale costituito da cerimonie liturgiche effettuate in chiesa ma anche in occasione delle feste stagionali popolari. L'atteggiamento della chiesa nei confronti del teatro fu paradossale, dato che i documenti pontifici diffusi per tutto il Medioevo, condannarono il teatro e lo spettacolo, e ancora nel 1215 la Costituzione del Concilio Lateranense proibiva ai chierici di avere contatti con istrioni, giocolieri, ecc. Nel X secolo si iniziarono a musicare alcuni passi del vangelo, i Tropi, affidandone l'esecuzione a due cori che si scambiavano battute in un dialogo cantato.
Questa è l'antifona, un canto liturgico che, esattamente come il ditirambo di memoria greca, genererà una nuova forma di teatro, quello liturgico, che avrà origine laddove i tropi, dapprima cantati, divennero rappresentati dagli stessi celebranti. Ben presto questi ultimi, coadiuvati da alcuni ragazzi del coro, daranno corpo alla narrazione biblica su appositi palchetti di legno, vestiti di costumi appropriati, con lo scopo di donare anche ai fedeli analfabeti la conoscenza degli episodi cruciali delle sacre scritture. E fu proprio l'affluenza dei fedeli a spingere gli "attori" a spostarsi sul sagrato, dinnanzi ai fedeli riuniti i quali assistevano ormai alla messinscena di veri e propri '"cicli"' come quello della nascita di Cristo, ovviamente composto da più episodi. A fare da sfondo ad ognuno degli episodi del "ciclo" c'era un'apposita struttura lignea (mansio) cosicché, concluso un episodio, gli attori passavano in un'altra mansio ed iniziavano a recitarne uno nuovo. Le mansiones, dette dagli storici "luoghi deputati", rappresentavano luoghi diversi dell'azione ed erano compresenti, per cui si è parlato di "scena multipla simultanea". Una delle prime testimonianze del teatro medievale sacro è del 970, quando il Vescovo di Winchester descrive una sacra rappresentazione vista probabilmente a Limoges in Francia. Queste prime prove fatte all'interno delle chiese ben presto ebbero bisogno di uno spazio scenico più capace poiché le più importanti sacre rappresentazioni erano costituite da scenografie multiple, dove apparivano contemporaneamente le varie scene della vita di Cristo. In Francia, ma non soltanto, si cercò di recuperare lo spazio rappresentativo degli antichi teatri romani e ciò aprì la stagione anche del teatro profano medievale che ripropose ai cittadini le antiche commedie dei vari Plauto e Terenzio che, in seguito tradotti in lingua volgare dagli Umanisti furono gli spettacoli antesignani del teatro rinascimentale. La lauda drammatica, che racchiudeva in sé già tutte le caratteristiche di uno spettacolo teatrale con attori, costumi e musiche, trae le sue origini dalla ballata profana e, come la ballata, è composta da "stanze" per lo più affidate ad un solista o ad un gruppo da intendersi anche come coro. Il precursore della forma dialogica che porterà alla nascita della lauda drammatica fu senza dubbio Jacopone da Todi (1230-1306). La sua lauda più celebre fu la "Donna de paradiso" (o "Pianto di Maria"), scritta in versi settenari e in cui, oltre alla Madonna, compaiono numerosi personaggi come: Gesù, il popolo, il nunzio fedele (facilmente identificabile in san Giovanni apostolo). A rappresentare le laude nacquero quindi le cosiddette "fraternite" (poi "confraternite") composte spesso da chierici, ma anche da laici. Dalle fraternite si svilupparono poi successivamente i laudesi, i battuti, i disciplinati ecc.. In Italia, i centri più importanti di sviluppo e diffusione di questo teatro religioso furono Perugia, Assisi, Orvieto, L'Aquila, Roma e Firenze. La chiesa, intesa come spazio architettonico, diventò ben presto un ambiente troppo stretto per lo svolgimento delle rappresentazioni sacre, sia dal punto di vista volumetrico sia dal punto di vista riguardante la libertà espressiva. Si iniziarono presto (cioè fin dalla fine del 1300) a costruire dei "palcoscenici" nei sagrati all'esterno delle chiese e la conseguenza fu proprio la nascita di rappresentazioni teatrali con tematiche profane (dal greco pro fanòs che significa proprio prima/fuori dal tempio). Nel 1264, in occasione dell'istituzione della festa del Corpus Domini, il sagrato si dimostrò inadatto ad ospitare eventi tanto solenni e magnificenti, la rappresentazione si sposta in piazza. Qui l'interpretazione venne affidata ad attori conosciuti per la loro bravura e non più da chierici e le mansiones (da mansio = piccola casa) si arricchiscono di botole, trabocchetti, gru e fumo per simulare resurrezioni, cadute nell'inferno, voli di angeli ed antri infernali. Dopo il 1300, però, le confraternite avocarono a sé l'onere di organizzare gli spettacoli, coadiuvati dalle corporazioni, che si preoccupavano della costruzione e dell'arredamento delle scene. Dopo la piazza, il teatro si sposta nella città stessa attraverso le vie (soprattutto nel '600). Di queste rappresentazioni è rimasto qualche aspetto: nella festa del carnevale ancora oggi questi carri si spostano per le vie della città e mettono in scena uno spettacolo.

Fonte: Wikipedia

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