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martedì 21 febbraio 2012

COSA E' LA GOGNA?

La gogna è uno strumento punitivo, di contenzione, di controllo, di tortura, utilizzato prettamente nel periodo medievale, costruito come un collare in ferro, fissato ad una colonna per mezzo di una catena, che veniva stretto attorno al collo dei condannati esposti alla berlina. Etimologicamente discende da gonghia (collare di ferro) il quale deriva dal greco goggylos (rotondo); dall'arabo gollon (grosso anello di ferro) dal quale gli spagnoli derivarono ar-golla e gli italiani goglia e poi gogna. Un'altra interpretazione, meno sostenuta, fa derivare il termine da ver-gogna. La berlina, specialmente nell'Italia settentrionale, è tuttora sinonimo di gogna e spesso indica la colonna stessa. Successivamente la gogna si modifica in tavole di legno provviste di cerniera che formano fori attraverso i quali la testa e/o vari arti sono inseriti; le tavole sono poi bloccate insieme per trattenere il prigioniero.
 Le gogne erano allestite nelle piazze di mercato e negli incroci per detenere criminali di poca importanza. Spesso un cartello era appeso al collo del malfattore, o nelle vicinanze, sul quale erano scritti il delitto e la pena. Queste punizioni generalmente finivano passate poche ore o qualche giorno. La gogna più comune restava comunque il ceppo: la vittima, imprigionata mani e piedi, veniva esposta in piazza alla folla, che ne faceva bersaglio delle proprie tensioni. Era comune che si prelevasse dai pozzi neri lo sterco per imbrattare capelli, naso, bocca, oppure che si lanciassero sassi, che si ustionasse il malcapitato o gli si procurassero lacerazioni poi ricoperte di sale, o gli si provvedesse a fare il solletico ai piedi o ai fianchi. Il più lontano cenno documentato fa apparire la gogna in Europa, nell'Utrecht Psalter, datandolo intorno all'820 d.C. Nonostante l'uso della gogna sia stato abolito nel XIX secolo, in alcuni casi se ne è registrato ancora l'utilizzo, sino all'ultimo avvenuto nel 1995 a Panamá. Tra gli illustri personaggi del passato condannati all'umiliazione della gogna ritroviamo, nel 1703, Daniel Defoe che compose per l'occasione l'ode "Inno alla gogna". La gogna viene adoperata ancora ai giorni nostri, durante la rievocazione storica dell'assedio della città piemontese di Canelli (1613), in provincia di Asti dove le "vittime" vengono imprigionate e sottoposte alla "tortura del solletico" in pubblico. Il governo provvisorio del Regno Lombardo Veneto nel 1814 sospese la pena della berlina (o gogna) alle donne e agli ecclesiastici. In caso di demolizione non si toccava direttamente la colonna della Gogna, ma si scavava attorno alla sua base fino al punto in cui la colonna cadeva su sé stessa.

Venivano chiamate Pietre del bando le colonne medioevali presenti nelle maggiori città italiane, sopra le quali venivano infisse le teste tagliate ai criminali contumaci condannati a morte o bando.
In questo modo si ottenevano due risultati: da una parte controllare l’identità del criminale per pagare poi la taglia, dall’altra mostrare al popolo l'efficacia della giustizia. A Udine la “Pietra del Bando” si trovava poco lontano dalla Loggia pubblica, ai piedi della salita al castello ed è ricordata già in un documento del 1582.

La pigna di pietra dei ladri era un oggetto da gogna diffuso in Friuli nel XIV secolo e presente nelle piazze principali delle città come Udine, Aquileia, Cividale ed altre. Ad essa venivano incatenati i ladri e comunque coloro che si fossero macchiati di un delitto per essere esposti al ludibrio dei cittadini. Nella piazza principale si trovava una grossa pietra scolpita a forma di pigna: sulla sua sommità era fissato un anello in ferro battuto a cui venivano incatenati i ladri.

Fonte: Wikipedia

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