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venerdì 10 febbraio 2012

ERESIE A PUNTATE: 16. I ROGHI DEFINITIVI DEI CATARI

Nonostante fossero passati poco più di cent’anni dalla crociata albigese e circa cinquanta dalla presa di Montsegur (1244), ultimo baluardo della resistenza catara nel Mezzogiorno francese, nonostante il massiccio esodo di catari dalla Francia verso l'Italia (soprattutto verso la Lombardia), nella contea di Foix, l’attuale Ariège, negli ultimi anni del '200 il movimento cataro riprese nuovo vigore. L’artefice di questo “revival” del catarismo, assolutamente non marginale, con oltre mille proseliti, fu Pierre Authier, di professione notaio ed originario di Ax-les Termes. Convertitosi nel 1296, si recò, assieme al fratello Guillaume e a Pradas Tavernier, un tessitore del villaggio di Prades, nel Pays d'Alion, in Lombardia che era ormai diventata il punto di riferimento per il catarismo dopo le violenti repressioni a seguito della crociata albigese. Nel 1299 tornò nel Sabarthès (contea di Foix) per ricostituire e ridare forza al movimento.
Dotato di un’ottima preparazione dottrinale e di grandi capacità dialettiche, si rivelò un grande predicatore e in breve tempo ottenne un largo consenso, per lo più presso gli strati più umili della società, ma anche presso alcune famiglie nobiliari. Conducendo una vita raminga, passando da un rifugio all’altro, spesso dormendo di giorno e viaggiando di notte, quando era più sicuro spostarsi, il suo campo di missione si estese ben oltre i confini della sua regione natale, andando dal Lauragais fino a Tolosa e oltre, e nel basso Quercy. I manuali degli inquisitori citano almeno centoventicinque località, tra il Sabartès, la regione montuosa nel Sud-ovest della contea di Foix, e l’odierno dipartimento dell'Ariège, e comprese le città di Ax e Tarascona, in cui vennero individuati degli eretici e i registri dei tribunali di Goffredo d'Ablis a Carcassonne, Bernardo Gui a Tolosa e Jacques Fournier a Pamiers parlano di seicentocinquanta accusati tra il 1308 e il 1319. Nelle deposizioni vengono menzionati anche altri tre o quattrocento credenti e simpatizzanti, per un totale di circa mille persone attivamente coinvolte nell' eresia. Tanto alto fu il numero delle conversioni in seguito alle sue predicazioni, che risultò necessario nominare altri “perfetti”. Questa ripresa del movimento ereticale nella contea di Foix, ovviamente, non poté passare inosservata, ma fu così vigorosa che l’Inquisizione si trovò costretta a mettere in campo alcuni dei suoi personaggi di maggiore spicco, come Geoffroy d’Ablis a Carcassonne, Jacques Fournier, il futuro papa Benedetto XII, e Bernard Gui a Tolosa (il famoso inquisitore de Il Nome della Rosa di Umberto Eco). Fu proprio grazie a quest’ultimo se Pierre Authier e gran parte dei “perfetti”, a lui strettamente legati, furono individuati e catturati. Il grande predicatore cataro fu condannato al rogo nell'aprile del 1310, assieme al fratello Guillaume, al figlio Jacques e a Prades Tavernier. In campo dottrinale, Pierre si segnala per l’importanza che dette alla pratica dell'endura, il suicidio per digiuno, che veniva adottato quando un cataro, in fin di vita o gravemente ammalato e che aveva già ricevuto il consolament, si lasciava morire per non essere costretto a commettere peccati gravi. Dopo la cattura del loro principale rappresentante, molti eretici fuggirono oltre confine e si rifugiarono sui Pirenei e in Catalogna, regione allora sottoposta al Regno d'Aragona. Tra questi vi era Guillaume Belibasta, divenuto eretico non solo per fede, ma anche per necessità, noto anche come l’ultimo perfetto. Probabilmente analfabeta e illetterato, la sua fu una figura mediocre sia intellettualmente che moralmente. In gioventù si era macchiato del delitto di un uomo ed aveva abbracciato l’eresia forse per salvarsi dalla condanna, nascosto tra eretici. Interpretò il catarismo a modo suo, in particolare le posizioni riguardanti il matrimonio e la procreazione. Visse per molto tempo in Catalogna in compagnia di Raimonda, la sua donna, e dei loro due figli e, durante il suo apostolato, fu più volte sorpreso in relazioni con donne, per cui fu sospeso e dovette ricevere una seconda volta il consolamentum. Convinto a rientrare in Francia, nel 1321 fu catturato con un tranello organizzato da un certo Arnaldo Sicre, un cataro rinnegato, che lavorava per l'inquisitore Jacques Fournier (il futuro Papa Benedetto XII,1334-1342, famoso per l'arresto di quasi tutti gli abitanti dell’abitato di Montaillou, ad eccezione dei soli bambini, compiuto nel 1309). Nello stesso anno Belibasta fu arso sul rogo nel villaggio di Villerouge-Terménes, nel territorio della diocesi di Narbona. Con lui scompariva anche l’ultimo perfetto cataro.

Articolo di Aldo Ciaralli. L'articolo non può essere copiato né distribuito senza il consenso dell'autore

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