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lunedì 5 settembre 2011

LA PROFEZIA DI MALACHIA

La profezia di Malachia è una lista di 112 brevi frasi in latino, da alcuni ritenute una premonizione attribuita a San Malachia di Armagh. La lista ha la pretesa di descrivere tutti i papi (compresi alcuni antipapi) partendo da Celestino II (eletto nel 1143), e si conclude con un papa descritto come "Petrus Romanus" il cui pontificato, secondo la profezia, terminerà con la distruzione della città di Roma. La profezia fu pubblicata nel 1595 da Arnold de Wyon, uno storico benedettino, come parte del suo libro Lignum Vitæ. Wyon attribuisce la lista a San Malachia, vescovo di Armagh nel XII secolo. Secondo la versione tradizionale, nel 1139, Malachia fu chiamato a Roma da Papa Innocenzo II. A Roma Malachia ebbe una visione di futuri papi; Malachia riportò la visione, con una sequenza di passaggi criptici, in un manoscritto dal titolo Prophetia de Summis Pontificibus. Il manoscritto fu depositato negli Archivi Vaticani e successivamente dimenticato fino alla sua riscoperta nel 1590. Dall'altra parte, è stato rilevato che nella biografia di Malachia scritta da Bernardo di Chiaravalle non ci sono menzioni della profezia; e non ci sono citazioni della profezia prima della sua pubblicazione nel 1595.
Molti, compresa l'ultima edizione della Enciclopedia Cattolica, suggeriscono che la profezia sia un falso del XVI secolo; alcuni hanno suggerito che sia stata realizzata dal falsario umbro Alfonso Ceccarelli attorno al 1590. Alcuni hanno suggerito che sia stata creata da Nostradamus e attribuita a Malachia perché un veggente non sarebbe stato attaccato per aver profetizzato la distruzione del papato. I sostenitori della profezia, come lo scrittore John Hogue, sostengono che sebbene l'autore della profezia sia incerto, le predizioni restano valide. Malachia avrebbe descritto ciascuno dei 111 (o 112, secondo le versioni) futuri pontefici attraverso un "motto"; i motti vanno da papa Celestino II (1143-1144) fino alla fine dei tempi, descrivendo il destino dei papi e della Chiesa Cattolica. Non tutti i "motti" hanno la stessa precisione, alcuni sono molto generici. In particolare, nello scorso secolo, si è sottolineata la precisione dei motti anteriori al 1600 (cioè anteriori alla comparsa della presunta profezia) e la minore precisione di quelli successivi. Tuttavia l'avvicendarsi di quelli che secondo la profezia sarebbero gli ultimi papi dei tempi (secondo alcune interpretazioni papa Benedetto XVI sarebbe il penultimo), ha riportato l'attenzione su questa profezia.

Profezie su papi recenti

Papa Pio XII
Il 106º papa della profezia, identificato con papa Pio XII, reca il motto Pastor angelicus. Il cognome di Pio XII è Pacelli che, come amava ricordare lo stesso pontefice, in latino vuol dire "Pace del Cielo" (Pax caeli) e pertanto viene collegato alla profezia. In vita fu soprannominato Pastor Angelicus e gli fu dedicato un cine-documentario, in cui Pio XII recitò nel ruolo di se stesso, con questo titolo.
Papa Giovanni XXIII
Il 107º papa, identificato con papa Giovanni XXIII, è indicato come Pastor et nauta (pastore e marinaio). Il pontefice, in quanto tale, è pastore di anime. Roncalli proveniva della sede episcopale di Venezia, una delle Repubbliche Marinare, di cui fu patriarca. Inoltre era di umili origini.
Papa Paolo VI
Il 108º papa, identificato con papa Paolo VI, viene descritto come Flos florum (fiore dei fiori, che tradizionalmente indica il giglio). Lo stemma papale di Paolo VI riporta tre gigli.
Papa Giovanni Paolo I
Il 109º papa, identificato con papa Giovanni Paolo I, è indicato come De medietate Lunae o De media aetate Lunae, cioè "il periodo medio di una luna", di circa un mese. Il papato di Giovanni Paolo I durò circa un mese, a causa dell'improvvisa e oscura morte.
Papa Giovanni Paolo II
Il 110º papa, identificato con papa Giovanni Paolo II, reca il motto De labore Solis. Una spiegazione può essere la seguente: gli antichi ritenevano che il momento in cui sorgeva il sole fosse un momento di fatica dell'astro che ogni mattina doveva alzarsi. La fatica del sole, quindi, è anche un termine per indicare l'Oriente, dove nasce il sole. Nel 1978, dopo quasi cinquecento anni, viene eletto un papa non italiano, proveniente dalla Polonia, cioè dall'Oriente.[senza fonte] In latino "labor", letteralmente "fatica, lavoro", significa anche "eclisse", pertanto il signicato della locuzione potrebbe essere "Dell'eclissi di sole". Consultando il registro delle eclissi solari della Nasa[5] risulta che Giovanni Paolo, nato il 18 maggio 1920, nacque proprio il giorno di una eclissi solare parziale (non visibile però dal luogo di nascita). Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile 2005, giorno in cui non è avvenuta alcuna eclissi. Tuttavia la salma del pontefice è rimasta esposta imbalsamata - secondo il rito del Novendiale - fino all'8 aprile 2005, giorno delle esequie. Tale giorno è avvenuta un'eclissi solare ibrida, anch'essa però non visibile da Roma.
Un'interpretazione ancora diversa fa risalire invece questo motto ai numerosissimi viaggi fatti dal pontefice (a guisa del sole stesso) in tutto il mondo.
Papa Benedetto XVI
Il 111º papa, identificato con papa Benedetto XVI, è descritto come De gloria olivae. Il motto De gloria olivae è stato collegato al nome "Benedetto" perché alcuni benedettini sono anche chiamati "monaci olivetani". Da notare che nell'araldo del Papa è raffigurata un persona di colore sul lato destro (sinistro rispetto all'osservatore) simbolo della Diocesi di Frisinga di cui fu arcivescovo. Il termine "olivae" è stato collegato al colore di questo viso di moro. Il 26 aprile 2009 Benedetto ha proclamato santo Bernardo Tolomei, fondatore dell'ordine degli Olivetani. Interpreti calligrafici che hanno visionato i documenti originali sostengono che si può leggere De gloria divae, fondendo "ol" in "d".

Profezia su Petrus Romanus

La profezia sul 112º papa, Petrus Romanus, presagisce la fine della Chiesa e la distruzione di Roma dopo l'ascesa al soglio pontificio dell'ultimo papa.
Quella di Pietro Romano sembra peraltro essere un'aggiunta postuma, risalente al 1820. In questo caso la profezia di Malachia riguarderebbe solo 111 papi e dunque, ferme le identificazioni precedenti, si arresterebbe a Benedetto XVI. Singolarmente, una diversa profezia appare conforme a questa circostanza: quella della monaca di Dresda, che nella lettera a Federico I di Prussia scrive che l'ultimo Pietro giungerà dalla Prussia. Non dovrebbe quindi riguardare Benedetto XVI, che viene dalla Baviera, nella Germania meridionale. Di contro, l'opposta interpretazione troverebbe riscontro nel fatto che una piccola parte del territorio dell'antica Baviera era parte integrante della Prussia già nel 1867. Alcuni ipotizzano che possa essere Benedetto XVI stesso il Pietro Romano di Malachia, ritenendo che il pontificato di Giovanni Paolo II sia da dividere in due motti, prima e dopo l'attentato da parte di Ali Agca. C'è anche l'ipotesi secondo cui la profezia su Petrus Romanus non sarebbe il motto di un papa ma la descrizione del pontificato di Benedetto XVI.
In caso contrario, non è chiaro se De gloria olivae e Petrus Romanus devono essere intesi come pontefici consecutivi, poiché il testo non lo precisa. La risposta negativa a tale quesito è utilizzata dai sostenitori dell'autenticità (e dell'attendibilità) della profezia per sostenere che Joseph Ratzinger non è, alla luce di essa, il penultimo papa.
Un'ipotesi recente lascia pensare che Pietro Romano non sia riferito a un Papa (né il 111º né il 112º), bensì al Cardinal Camerlengo che, alla morte del pontefice regnante, siede sul trono di Pietro in attesa dell'elezione del successivo. A dar forza a quest'ipotesi il fatto che questa frase, a differenza degli altri motti, non è numerata. Questa particolarità sarebbe, secondo alcuni studiosi, la prova oggettiva che la frase non sarebbe riferita ad un Papa, ma a qualcuno che ne svolge temporaneamente le sue funzioni. Da notare che l'attuale Camerlengo è il Card. Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese nel 1934. Dunque la strana coincidenza che nel suo nome completo sia contenuta la parola Pietro e nella sua località di nascita ci sia la parola Romano. Si può notare che il nome "Pietro Romano" contraddice la prassi pontificia di non assumere il nome del primo papa (Pietro apostolo). Il nome è invece in linea con alcune coincidenze storiche, famose nell'immaginario collettivo, che vedono l'ultimo sovrano di una dinastia portare il nome del primo (es.: Romolo Augusto, come il primo re e il primo imperatore; Umberto II, come il fondatore della dinastia Savoia; Carlo d'Asburgo, come il fondatore del Sacro Romano Impero; Costantino XI, come il fondatore di Costantinopoli). Il nome di questo pontefice potrebbe essere Romano, in quanto Petrus potrebbe significare semplicemente "papa" ("tu es Petrus"). In questo caso si tratterebbe di papa Romano II, in quanto papa Romano I regnò dall'agosto al novembre dell'897.

Il Caput Nugrum

Nel testo "La profezia dell'ultimo papa" di Schmeig Maria Olaf, edizioni Fazi 2001 si apprende che nella trascrizione delle profezie sarebbe andato perduto un motto, Caput nigrum. Tuttavia non ci sono altre fonti che confermino questa tesi. Se la tesi fosse vera, esso si potrebbe adattare allo stemma di Benedetto XVI, raffigurante una testa di moro ("moro di Frisinga" o "caput ethiopicum"). In questo caso il motto De gloria olivae scivolerebbe al posto seguente, soddisfacendo l'opinione di chi ritiene doversi riferire a un papa benedettino destinato a guidare la Chiesa negli ultimi tempi, conformemente a un'altra profezia attribuita allo stesso San Benedetto. Non è chiaro però se il presunto motto perduto debba ritenersi precedente o successivo a De gloria olivae. Per alcuni sembra infatti evocare significativamente la classica figura del papa nero, parte delle profezie di Nostradamus sugli ultimi tempi. Altri additano il fatto che l'interpretazione in altri Papi è dovuta proprio allo stemma araldico. Un'altra teoria potrebbe essere che il "caput nigrum" non fosse riferito ad un papa ma ad un importante regnante al tempo dell'ultimo Papa e dunque al tempo previsto per la fine del mondo. Tale "regnante" potrebbe essere ad esempio l'attuale presidente degli Stati Uniti d'America, Barack Hussein Obama.

Fonte: Wikipedia

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