Pagine

lunedì 26 agosto 2013

CHIESA DI SAN GIOVANNI A PORTA LATINA

San Giovanni a Porta Latina è una delle più antiche chiese basilicali di Roma, eretta vicino a Porta Latina, nei pressi delle Mura aureliane, sulla Via Latina. La chiesa, dedicata a san Giovanni evangelista, si trova all'estremità del rione Celio, in quello che una volta si chiamava il disabitato. Ancora oggi la zona è rimasta immersa nel verde e salvaguardata dalle costruzioni, che invece sono cresciute intensive al di là delle mura (quartiere Appio-Latino), a ridosso di un caratteristico quartiere di villini di inizio Novecento. La costruzione della basilica risale alla fine del IV secolo, ma la chiesa subì restauri e ammodernamenti già nel V secolo e poi nell'VIII, nel IX, nell'XI e nel XIII secolo. Fu fondata nel V secolo o alla fine del IV, ricostruita certamente nel 720 e restaurata nel 1191, con l'aggiunta di un nuovo bel campanile a sei ordini di trifore e di un nuovo ciclo di affreschi con ben 46 scene bibliche sia vetero che neotestamentarie. L'importante ciclo, recentemente restaurato, rappresenta insieme al salone gotico nel Monastero dei Santi Quattro Coronati, uno degli esempi maggiori di pittura medioevale nella Capitale realizzati precedentemente all'importante periodo del Cavallini e della sua Scuola Romana. Tra il XVI e il XVII secolo fu arricchita da un nuovo affresco absidale su cartone del Cavalier d'Arpino. Un ulteriore rifacimento, che la riportò alle antiche caratteristiche medievali, si ebbe nel 1940-41, quando la basilica fu assegnata ai Rosminiani, che oggi nel plesso conventuale adiacente hanno la curia generalizia dove risiede il moderatore generale della congregazione e lo studentato internazionale. Il portico medioevale e le navate della basilica sono sostenuti da colonne di spoglio appartenenti, secondo la leggenda, ad un tempio di Diana, parzialmente spogliate a favore del Laterano alla fine del XVIII secolo. Nella seconda metà del XVI secolo, presso la Chiesa di San Giovanni a Porta Latina (all'epoca con il titolo lungamente vacante, per essere stata praticamente espropriata del proprio patrimonio dall'Arcibasilica Cattedrale di San Giovanni in Laterano), con la complicità di alcuni frati, viene costituito un circolo segreto di uomini, all'interno del quale si manifestavano legami di affetto omosessuale, si consumavano rapporti carnali e si consacravano vincoli matrimoniali tra persone dello stesso sesso osservando la liturgia ecclesiastica. La confraternita venne sciolta il 20 luglio 1578 in seguito all'arresto di undici persone, tutte di sesso maschile. Il processo avanti al Tribunale Criminale del Governatore si concluse con una condanna esemplare per otto degli imputati, tutti ritenuti colpevoli dei reati di sodomia e profanazione dell'istituto matrimoniale. La pena inflitta fu la condanna a morte per impiccagione, eseguita il 13 agosto al Ponte Sant'Angelo, con successivo rogo degli otto corpi. Un frate venne assolto, forse per evitare un coinvolgimento diretto della Chiesa cattolica. Altre due persone collaborarono solertemente ed evitarono la morte. La Legenda Aurea racconta così la storia:
«Quando gli apostoli dopo la Pentecoste si separarono, lui [Giovanni Evangelista] andò in Asia, dove fondò molte chiese. Quando l'imperatore Domiziano venne a conoscenza della sua fama, lo fece venire a Roma e lo fece buttare in un recipiente di olio bollente, immediatamente davanti alla porta Latina: ma Giovanni ne usì illeso, come era rimasto estraneo alla corruzione della carne. L'imperatore, visto che anche così non desisteva dalla predicazione, lo mandò in esiio nell'isola di Patmo, dove nella completa solitudine scrisse l'Apocalisse»
L'oratorio di San Giovanni in Oleo, che sorge nelle vicinanze della basilica e ne era un annesso, sarebbe stato costruito esattamente sul luogo della tortura a cui l'Evangelista era miracolosamente sopravvissuto. Mentre la chiesa è un po' nascosta, chi entrava a Roma da Porta Latina se lo trovava subito davanti, e poteva fare un'orazione lì, prima di attraversare il disabitato. Il tempietto era stato ricostruito a pianta ottagonale nel 1509 e fu fatto restaurare dal cardinale titolare Francesco Paolucci, che aveva in animo di farne la cappella di famiglia, attorno al 1660 per mano del Borromini.

Fonte: Wikipedia

Foto tratta da Wikipedia, Autore Warburg

0 commenti:

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...