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domenica 4 settembre 2011

STORIA LINEARE E "CERCHIO DELL'ANNO"

Se Marc Bloch afferma che il cristianesimo è una religione di storici, non è solo perché i cristiani hanno come testi sacri i libri di storia ma perchè gli eventi fondatori del cristianesimo invece di essere associati ad un tempo immemorabile costituiscono dei fatti ben attestati e situati in un tempo storico. Gesù nasce sotto Augusto e muore sotto Tiberio. E' Dionigi il Piccolo che colloca l'Incarnazione il 25 marzo dell'anno 1 e la sua morte nel 33 o 34: ma i suoi calcoli si basano su errori che non sfuggono a Beda il Venerabile ma l'invenzione di Dionigi era ormai molto diffusa. Il tempo cristiano è un tempo lineare che si dispiega da un inizio, fino ad una fine passando attraverso l'incarnazione. Lineare, è anche orientato poichè il suo termine è fissato in anticipo e descritto dalla Bibbia.
E' un punto fondamentale della dottrina quello di credere al Giudicio Universale che segnerà la fine dei tempi e immobilizzerà l'universo e gli esseri nell'eternità. Dal punto di vista cristiano, la storia dell'umanità è divisa in due epoche: quella dell'Antico e quella del Nuovo Testamento e Tommaso d'Aquino evoca il valore essenziale di tale divisione. L'opposizione dei due testamenti da forma a dualità: confronto tra Sinagoga e Chiesa, Legge e Grazie, Adamo e Cristo. Così è possibile distinguere il tempo prima della Legge (ante lege), dal peccato originale fino a Mosè, quello della Legge (sub legem) inaugurato dalla consegna dei dieci comandamenti e infine quello della Grazia (sub gratiam) che inizia con l'Incarnazione di Cristo. Infine sant'Agostino trasmette una periodizzazione in sei epoche messe in relazione con i sei giorni della creazione (infanzia, puerità, adolescenza, giovinezza, maturità, eternità). La lettura agostiniana consiste in una divisione dell'Antico Testamento mentre il tempo della Grazie rimane unificato. Nell'antichità prevale una visione ciclica del tempo dove tutto si ripete in un eterno ritorno. per Aristotele il tempo è un cerchio e contro questa visione, Agostino elabora una nuova concezione del tempo enunciata nella sua Città di Dio in cui proclama la falsità del tempo ciclico che porterebbe a negare l'apparizione unica di Cristo in un momento storico preciso e senza ripetizione opponendo il "cammino rettilineo" di Dio che distrugge questi "cerchi in rotazione". Dall'Incarnazione di Cristo la storia è condannata a restare identica nella certezza che niente di fondamentale può accadere. Gli uomini vivono nella consapevolezza e redenzione del Giudizio Universale. Il confronto tra la concezione ciclica e lineare del tempo si ripeterà l momento della conquista del Nuovo Mondo: il francescano Bernardino di Sahagun riporta nel suo "Codice Florentino" la testimonianza di un tempo indigeno dominato dall'esaltazione di un passato primordiale e dal gusto dell'eterno ritorno. Nel cristianesimo si possono constatare due tipi di tepo: il tempo lineare della storia umana e il circulus anni della liturgia che ripete le stesse feste. Certo l'uno e l'altro non si inscrivono nello stesso ordine di durata e possono combinarsi senza molte difficoltà. Il tempo liturgico assume il ciclo dei giorni dell'anno mentre il tempo lineare è quello del ungo periodo attraverso l'umanità. L'importanza del tempo liturgico nel mondo medievale indica che i cerchi che questo disegna interferiscono con la visione del tempo storico; infatti il tempo liturgico fa rivivere ogni anno gli eventi fondatori della vita di Cristo e dei santi e periodicamente rende presente un passato sempre identico; il ciclo liturgico manifesta un tempo ripetitivo che rimanda in continuazione il presente del suo passato fondatore. 

Fonte: La Civiltà Feudale, Gerome Baschet, Newton & Compton

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