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giovedì 6 settembre 2012

FOLGORE DA SAN GIMIGNANO "SONETTI PER UN CAVALIERE"

Folgore da San Gimignano - Sonetti per l'armamento di un cavaliere (XIII secolo)

I - (Introduzione)

Ora si fa un donzello cavalieri;
e’ vuolsi far novellamente degno,
e pon sue terre e sue castell’a pegno
4per ben fornirsi di ciò ch’è mistieri:

annona, pane e vin dà a’ forestieri,
manze, pernici e cappon per ingegno;
donzelli e servidori a dritto segno,
8camere e letta, cerotti e doppieri;

e pens’a molti affrenati cavagli,
armeggiatori e bella compagnia,
11aste, bandiere, coverte e sonagli;

ed istormenti con gran baronia,
e giucolar per la terra guidàgli,
donne e donzelle per ciascuna via.

II - Prodezza

Ecco Prodezza, che tosto lo spoglia
e dice: "Amico, e’ convien che tu mudi,
per ciò ch’i’ vo’ veder li uomini nudi
4e vo’ che sappi non abbo altra voglia;

e lascia ogni costume che far soglia,
e nuovamente t’affatichi e sudi;
se questo fai, tu sarai de’ miei drudi
8pur che ben far non t’incresca né doglia".

E quando vede le membra scoperte,
immantinente sí le reca in braccio
11dicendo: "Queste carni m’hai offerte;

i’ le ricevo e questo don ti faccio,
acciò che le tue opere sien certe:
14che ogni tuo ben far già mai non taccio".

III - Umiltà

Umilità dolcemente il riceve,
e dice: "Punto non vo’ che ti gravi,
ch’e’ pur convien ch’io ti rimondi e lavi,
4e farotti piú bianco che la neve;

e intendi quel ched io ti dico breve,
ch’i’ vo’ portar dello tuo cor le chiavi,
ed a mio modo converrà che navi,
8ed io ti guiderò sí come meve.

Ma d’una cosa far tosto ti spaccia,
ché tu sai che soperbia m’è nimica:
11che piú con teco dimoro non faccia.

I’ ti sarabbo cosí fatta amica
ch’e’ converrà ch’a tutta gente piaccia;
14e cosí fa chi di me si notrica".

IV - Discrezïone

Discrezïone incontanente venne
e sí l’asciuga d’un bel drappo e netto,
e tostamente sí ’l mette in sul letto
4di lin, di seta, coverture e penne;

or ti ripensa: infino al dí vi ’l tenne
con canti, con sonare e con diletto;
accompagnollo, per farlo perfetto,
8di nuovi cavalier, che ben s’avvenne.

Poi disse: "Lieva suso immantinente,
ch’e’ ti convien rinascere nel mondo,
11e l’ordine che prendi tieni a mente".

Egli ha tanti pensier, che non ha fondo,
del gran legame dov’entrar si sente,
14e non può dire: "A questo mi nascondo".

V - Allegrezza

Giunge Allegrezza con letizia e festa,
tutta fiorita che pare un rosaio;
di lin, di seta, di drappo e di vaio
4allor li porta bellissima vesta,

vetta, cappuccio con ghirlanda in testa,
e sí adorno l’ha che pare un maio;
con tanta gente che trema il solaio;
8allor sí face l’opra manifesta.

E ritto l’ha in calze ed in pianelle,
borsa, cintura inorata d’argento,
11che stanno sotto la leggiadra pelle;

cantar, sonando ciascuno stormento,
mostrando lui a donne ed a donzelle
14e quanti sono a questo assembramento

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