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sabato 3 settembre 2011

SUPPORTI DI IMMAGINI DIVERSIFICATE

Se i primi cristiani ornano di dipinti le loro catacombe, la Chiesa si incarna in quegli ambi edifici ornati da mosaici che sono le basiliche italiane dei secoli V e VI dove la navata esibisce i cicli narrativi dei due Testamenti e l'abside di Cristo o della Croce. Altrove i santuari votati al culto delle reliquie cominciano ad ornarsi con una decorazione che esalta la grandezza del santo e la potenza dei suoi miracoli. Le immagini conoscono un considerevole sviluppo durante il periodo carolingio: malgrado le teorie restrittive della corte imperiale, uno sviluppo delle pratiche associale alle immagini avviene in ambienti monastici o per alcuni personaggi conosciuti tramite racconti agiografici. Se la Scrittura e la croce devono concentrare l'essenziale degli atteggiamenti di adorazione, altre immagini si sviluppano senza essere oggetto di una venerazione ritualizzata. Accanto a monumenti, dipinti e mosaici l'arte carolingia eccelle nella decorazione dipinta dei manoscritti che contengono minuature molto curate che rappresentano Cristo e gli Evangelisti, unitamente a santi e spesso all'imperatore con alcune allegorie riferite al suo potere. Ma non esistono in epoca carolingia nè pitture realizzate su pennelli di regno che somiglierebbero alle icone bizantine nè statue che evocherebbero gli idoli pagani. Mentre si disponeva nella Chiesa solamente di un Signom Crucis, una semplice croce, si passa all' imago crucifixi vale a dire alla rappresentazione in tre dimensioni di Cristo sulla Croce. Oggetti come le prime statue reliquiari di Clermont vengono chiamati "maestà" e la loro legittimità è assicurata dal fatto che essi contengono reliquie. Di fatto esse sono reliquari prima di essere statue ed è solo dal XII secolo che si cominciano a collocare sugli altare statue della Vergine col Bambino o di un santo che non siano allo stesso tempo reliquari. Un'altra legittimazione è fornita dai sogni  che rivelano ai sogni la virtù dell'immagine grazie ad un intervento sovrannaturale della figura che rappresenta. Così il monaco Bernardo d'Angers scoprendo le pratiche che danno luogo queste statue dapprima vi scorge idolatria poi si convince della loro virtù della maestà di Santa Fede arrivando a comporre una raccolta dei suoi miracoli. Questa statue sono portate in processione ogni volta che occorre difendere i diritti del clero: così durante il sinodo di Rodez nel 1031 tutte le maestà della regione partecipano all'evento e di riuniscono in ordine di battaglia per far fronte alla rapacità dei laici. Tra il X e XI secolo i tipi di immagini di diversificano. Poi dal XIII secolo con l'affermazione della transustanziazione e del rituale di elevazione appaiono sull'altare le prime pale rappresentanti il santo patrono o la Vergine. Poco a poco le pale si amplificano e la loro struttura diviene sempre più complessa: si tratta di polittici che hanno pannelli apribili al momento delle celebrazioni. Molto importante è lo sviluppo della statuaria monumentale caratterizzata dall'invenzione dei capitelli abitati da animali e da figure sempre più varie. Nell'XI secolo le porte delle chiese divengono un supporto privilegiato dell'espansione della decorazione scolpita. L'architrave è l'elemento più ornato, seguito dall'aggiunta di colonna e capitelli da una parte all'altra della porta. Verso il 1100 appaiono i primi timpani scolpiti che si integrano in insieme sempre più complessi. Inoltre è stabilita una equivalenza simbolica tra la porta e Cristo che da accesso alla salvezza. Oltre agli oggetti liturgici, va data importanza anche alle vetrate messe a punto nell'XI secolo. Tra  secoli XI e XIII l'espansione delle immagini si arricchisce: nel caso dei manoscritti ad esempio vengono aggiunti cicli iconografici e il testo si arricchisce con decorazioni sempre più sontuose ed elaborate. I cicli illustrati raggiungono centinaia di immagini. Presto appaiono manoscritti in cui conta più l'immagine che il testo: ad esempio la Bibbia di Pamplona del 1197 include 932 illustrazioni ma non tarda ad essere superata dalle bibbie moralizzate del re di Francia che aveva circa cinquemila medaglioni istoriati. Le decorazioni della chiesa, si amplificano: appaiono anche nei palazzi episcopali e pontifici e poi reali e municipali. Così dopo aver sfiorato il rifiuto iconofobico durante l'alto medioevo, l'Occidente si pare alle immagini passando da una iconicità limitata ad una senza riserve.

Fonte: La Civiltà Feudale, Gerome Baschet, Newton & Compton

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