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venerdì 2 settembre 2011

FILIOQUE

L'espressione latina filioque significa"e dal figlio" e deve la sua importanza al fatto di essere stata aggiunta dalla Chiesa cattolica al testo del Credo niceno-costantinopolitano, nella parte relativa allo Spirito Santo: qui ex patre (filioque) procedit, cioè "che procede dal Padre (e dal Figlio)". Tale aggiunta fu condannata come eretica dal patriarca di Costantinopoli e fu una delle ragioni del Grande Scisma. Nel Credo, parlando della Trinità, si dice che il Figlio è generato dal Padre e che lo Spirito Santo "procede dal Padre" (nella redazione senza filioque) oppure che procede dal Padre e dal Figlio (nella redazione con il filioque). L'aggiunta del filioque modifica pertanto la relazione tra le persone della Trinità, aggiungendo alla precedente dottrina per cui lo Spirito Santo procede solamente dalla persona del Padre, quella secondo cui invece procede anche dalla persona del Figlio.

Questo inciso fu inserito per la prima volta a Toledo, in Spagna, nel 587. In quell'epoca, l'arianesimo era molto diffuso, soprattutto nelle alte sfere della nobiltà visigotica spagnola. Questa versione del cristianesimo si differenziava dal cattolicesimo proprio in ambito trinitario. L'uso si diffuse poi in Francia, una roccaforte del cattolicesimo, anche se tra alcune incertezze. Infatti fu temporaneamente ripudiato al concilio di Gentilly del 767. Qualche anno dopo Carlo Magno convocò un concilio ad Aquisgrana nell'809 nel quale papa Leone III proibì l'utilizzo del filioque sotto minaccia di anatema per chi lo volesse utilizzare in futuro e ordinò che il Credo niceno venisse scolpito su tavole d'argento cosicché il testo non subisse variazioni. Si diffuse poi poco per volta in tutte le liturgie latine di rito romano.

La disputa sul filioque fu una delle ragioni dello scisma d'Oriente, addotta dal patriarca di Costantinopoli Fozio nel conflitto con il papa, ed è considerata come dottrina eretica dalla chiesa ortodossa. A Roma il filioque appare per la prima volta nel 1014 nella liturgia di incoronazione dell'imperatore Enrico II da parte di papa Benedetto VIII e fu aggiunto ufficialmente nel 1274 nel Secondo concilio di Lione, nel quale venne sancita una unione di breve durata fra oriente ortodosso e occidente cattolico. La disputa fu affrontata anche nel Concilio di Ferrara del 1438: qui i vescovi occidentali, come Luigi Pirano di Forlì, sostennero la legittimità della Chiesa di aggiungere chiarimenti o spiegazioni al simbolo. Attualmente, nella Chiesa cattolica, il filioque è utilizzato nelle liturgie latine (rito romano e ambrosiano), mentre nei riti orientali si utilizza la versione del Credo senza l'aggiunta, come nelle Chiese ortodosse.

La Chiesa dei Vecchi Cattolici utilizza la versione ortodossa del Credo senza il filioque. Il simbolo niceno con il filioque è utilizzato anche nelle liturgie luterane e calviniste, mentre fra gli anglicani la questione della sua rimozione è ancora aperta. l 13/09/1995 l'Ossevatore Romano pubblicava un documento secondo cui "la polemica che per secoli ha tormentato i rapporti fra Cattolici ed Ortodossi su questo punto in realtà, a livello teologico, non ha motivo di esistere, ma è dovuta ad incomprensioni ormai superate dalle chiarificazioni teologiche successive. Così la redazione de Il regno-doc XL (1995), pp. 592-595, presenta il documento: Il documento, nella versione pubblicata su L'Osservatore romano, non ha firma. La nota che precisa che la chiarificazione... è pubblicata a cura del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, compare in un riquadro."

Mons. Ercole Lupinacci vescovo cattolico ma di rito orientale, molto impegnato nel dialogo tra chiesa cattolica ed ortodossa ha sottolineato che la chiesa Italo-albanese di rito bizantino è l'unica a far risalire la propria origine nel breve periodo di unità, dopo il concilio di Firenze, e perciò a differenza delle chiese uniate non ha dovuto sottoporsi a riti di riconciliazione. Come sottolineato da Lupinacci i due eparchi di Lungro e di Piana degli Albanesi sono i soli vescovi italiani che pur essendo in piena armonia con la Chiesa romana recitano una formula del Credo senza il Filioque, mostrando concretamente che tra cattolici ed ortodossi non sussistono differenze dogmatiche. In ambito Ortodosso è viceversa fermamente respinto questo tentativo di sminuire la separazione tra le due Chiese limitando la questione alla pura formalità della formula del Credo con l'aggiunta del filioque, poiché vi sono molti altri punti inconciliabili a livello teologico e dottrinale.

Note a margine

[1] il Simbolo niceno in lingua latina che usa il termine procedit traduce attivamente la forma al participio passivo «ἐκπορευόμενον» (τὸ ἐκ τοῦ Πατρὸς ἐκπορευόμενον = Colui che viene emesso dal Padre, viene scaturito), ribaltando l'originaria valenza semantica del termine che nel credo ortodosso è in concordanza con «τὸ σὺν Πατρὶ καὶ Υἱῷ συμπροσκυνούμενον καὶ συνδοξαζόμενον» (Colui che è adorato e glorificato con il Padre e il Figlio, anche in latino in forma passiva: adoratur et conglorificatur). Se nel credo in lingua greca abbiamo quindi passivo+passivo+attivo (in cui attivo è solo il verbo λαλῆσαν = ha parlato), in latino abbiamo attivo+passivo+attivo, soluzione mediante la quale si enuncia non solo la funzione attiva dello Spirito nel Vecchio Testamento mediante il λαλῆσαν/locutus est, come nel credo ortodosso, ma per la prima volta ha una funzione attiva anche all'interno della Chiesa cattolica. Nell'abito trinitario romano quindi, la persona dello Spirito Santo compie attivamente lo scaturire da Dio, sia dalla persona del Padre sia dalla persona del Figlio, diversamente dalla tradizione ortodossa secondo cui è solo ad opera del Padre dell'Antico Testamento che lo Spirito «si dà»: così pure, secondo l'Ortodossia, lo Spirito è nella Chiesa (τὸ ζωοποιόν, vivificantem, "colui che dà la vita") ad opera (ἔλεος / gratia > χάρισμα) del Padre dell'Antico Testamento e non della totalità della chiesa, della sua unità storica e canonica (primatum Petrii) o della buona volontà dei fedeli.

Fonte: Wikipedia

Clicca qui per saperne di più sul Grande Scisma del 1054

1 commenti:

Olga Maria Lydia ha detto...

Gli ortodossi credono che Dio Spirito Santo sia energia e non amore. Da qui anche Dio è energia (secondo Trinità). I satanisti spirituali hanno loro dio energia. Quindi,sostituendo ufficialmente il dogma nel 14 secolo, gli ortodossi si sono scivolati verso i satanisti e il satanismo.
Nella comprensione degli ortodossi solo il Padre è la fonte di energia e il Figlio è solo ricevente e trasmittente.

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