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lunedì 5 settembre 2011

LA CROCIATA CONTRO GLI ALBIGESI

La crociata contro gli albigesi ebbe luogo tra il 1209 e il 1229 contro i catari e fu indetta da papa Innocenzo III nel 1208 per estirpare il catarismo dai territori della Linguadoca.
Il catarismo fu un movimento eretico cristiano diffusosi poco dopo l'anno 1000 e soprattutto tra il 1100 e il 1200, nell'Europa meridionale, nei Balcani, in Italia e in Francia, nella Linguadoca, prevalentemente nella regione di Albi (da cui originò il nome albigesi), dove i signori di Provenza ed il conte di Tolosa (ed anche alcuni ecclesiastici come i vescovi di Tolosa e Carcassonne e l'arcivescovo di Narbona), verso la fine del XII secolo, tollerarono che gli eretici predicassero nei villaggi e ricevessero lasciti anche cospicui; ed inoltre permisero che i catari fossero messi anche a capo dei conventi. Sino al 1204, papa Innocenzo III cercò di estirpare l'eresia attraverso gruppi di missionari cistercensi, guidati da Pietro di Castelnuovo (noto anche come Pierre de Castelnau).
Accortosi che i missionari non ottenevano il risultato sperato, Innocenzo III, su suggerimento di Arnaud Amaury, abate di Cîteaux, confratello di Pietro di Castelnuovo, alla fine del 1204, invitò i suoi legati a fare pressione sui vari signori locali affinché gli eretici fossero espulsi da tutti i loro territori, mentre ai legati fu concessa l'autorità di deporre gli ecclesiastici sospetti (cosa che riuscirono a fare tra il 1204 ed il 1206). in quegli anni arrivò in Linguadoca come missionario anche Domenico di Guzmán, che si applicò subito in dispute e contraddittori con gli eretici, ma si convinse anche immediatamente che bisognava dare l'esempio e vivere in umiltà e povertà come gli albigesi, che lo portò dieci anni dopo alla fondazione dell'Ordine dei Frati Predicatori. Impresa più ardua invece si dimostrò imporre il rispetto del provvedimento di espulsione ai signori feudali, in modo particolare al conte di Tolosa, Raimondo VI. Per costringere Raimondo VI, Pietro di Castelnuovo promosse una lega di vassalli del conte di Tolosa disposti a ottemperare alle disposizioni papali e invitò Raimondo ad aderirvi. Al suo rifiuto Pietro scomunicò Raimondo VI, colpì con l'interdetto i suoi territori e lo minacciò di attacco da parte della lega dei suoi vassalli. Raimondo allora decise di sottomettersi e, nel 1207, promise di aderire alla lega. Nel gennaio del 1208, però Pietro di Castelnuovo venne assassinato da sconosciuti e Arnaud Amaury, molto abilmente, fece ricadere la colpa su Raimondo VI conte di Tolosa. Contemporaneamente alla pressione sui signori feudali, il papa, già dal 1204 e poi nel 1205, aveva richiesto al re di Francia Filippo Augusto di aiutarlo ad estirpare l'eresia nel Sud. Essendo le richieste cadute nel vuoto, Innocenzo III nel novembre del 1207 propose a Filippo Augusto una crociata, offrendo le stesse indulgenze concesse ai crociati della Terra Santa. La Corona di Francia non aveva inizialmente alcun interesse a farsi coinvolgere direttamente nella crociata pontificia. Re Filippo II Augusto era troppo occupato a combattere il re d'Inghilterra, Giovanni Senza Terra, che si era alleato con suo nipote l'Imperatore Ottone IV, ma aveva comunque permesso ai suoi vassalli di partecipare alla crociata a titolo personale, senza coinvolgervi le truppe mercenarie che dovevano rimanere al servizio della Corona. Il monarca francese aveva però rivendicato con costanza i propri diritti su quelle terre, fino a che Filippo Augusto, sotto la pressione papale, non autorizzò suo figlio, Luigi, ad andare crociato, prima nel 1215, e poi nel 1219, e poi convocando gli stati generali per approvare la crociata, nel 1222, poco prima di morire, avendo anche compreso l'utilità economica che un'annessione dei ricchi territori del Sud avrebbe comportato.
Dopo la morte di Pietro di Castelnau Innocenzo III scomunicò il conte di Tolosa, sciolse i suoi vassalli dal giuramento di fedeltà al proprio signore e fece diffondere il bando di chiamata alle armi in tutte le regioni del Nord della Francia, predicò la crociata facendo un ultimo, vano, tentativo con Filippo Augusto. Nel novembre 1215 Raimondo VI di Tolosa fu a Roma a perorare la propria causa davanti al Concilio Lateranense IV, che condannò l'eresia dei catari (inerente alla Trinità, alla presunta malvagità del creato "prigione dello spirito" e sessualità e procreazione ritenute condizioni di immersione nell'impurità) ed appoggiò incondizionatamente la crociata. Simone di Montfort fu riconosciuto conte di Tolosa, mentre le pretese del re di Francia di rendere sua vassalla la contea di Tolosa andarono deluse. Inoltre, al Concilio Lateranense furono tolti a Raimondo VI anche i territori che egli possedeva entro i confini dell'Impero, che furono assegnati a colui che aveva guidato la crociata, Simone di Montfort, senza consultare l'Imperatore Ottone IV, che, dopo il disastro di Bouvines dell'anno prima, si era ritirato nei suoi feudi. L'Impero in Provenza subì un duro colpo, perché i feudi imperiali perduti da Raimondo VI nel 1215 vennero poi ceduti definitivamente alla Francia con il trattato di Parigi del 1229 fra la Corona francese e il nuovo conte di Tolosa Raimondo VII. ,
Comunque a Raimondo VI, privato dei suoi possedimenti, fu assegnata una rendita annua di 400 marchi d'argento ed i territori non ancora conquistati dai crociati, sarebbero stati conservati dalla Chiesa e consegnati al figlio di Raimondo VI, anche lui di nome Raimondo, al raggiungimento della maggior età. Lo stesso trattamento fu riservato ai conti di Foix e di Comminges. Le terre conquistate in questo periodo furono perse ampiamente tra il 1215 e il 1225 in una serie di rivolte. Nel 1216 Raimondo VI di Tolosa rientrò nella Linguadoca-Rossiglione, fomentando una nuova rivolta contro le forze occupanti dei baroni crociati. Nel 1217 Raimondo VI rioccupò Tolosa, prontamente rimessa sotto assedio da Simone IV di Montfort, il quale però morì l'anno seguente sotto le mura della città, colpito da un proiettile lanciato da un mangano. A Simone succedette il giovane figlio, Amalrico (1195-1241), che non si dimostrò un avversario all'altezza del conte di Tolosa, Raimondo VI.
Il fronte crociato cominciò a sfaldarsi e nel 1221 Fanjeaux e Montréal furono riprese, con molti cattolici costretti all'esilio. Raimondo VI morì l'anno seguente e nel 1223 anche il suo antagonista Filippo II scese nella tomba, così per un paio d'anni la situazione rimase stabile.  La situazione mutò nuovamente a seguito della disponibilità all'intervento nella crociata, data, nel 1223, dal nuovo re di Francia, Luigi VIII, e che, dopo i grandi concili di Parigi e di Bourges, ottenne la scomunica del nuovo conte, Raimondo VII, figlio di Raimondo VI, e lanciò la crociata nel 1226, radunando l'esercito a Lione, si diresse a Tolosa passando da Avignone (assediata e conquistata), Béziers e Carcassonne e le aree prima perdute vennero riconquistate e tutta la regione fu ai suoi piedi. In ottobre a Pamiers, Luigi VIII dichiarò che tutte le terre conquistate agli eretici appartenevano di diritto alla corona di Francia e organizzò la Linguadoca come un dominio della Francia.  A trarne però i frutti fu Luigi IX, succeduto al padre, morto prematuramente, nel 1226; Luigi VIII morì infatti nel novembre di quell'anno ed i suoi sforzi contro gli albigesi vennero proseguiti dal successivo sovrano, il figlio Luigi IX il Santo, che difese gli interessi della Francia nella contesa con la chiesa ed il conte di Tolosa. Nel 1228 vi fu l'ennesimo assedio di Tolosa, che si concluse con la presa della città e la distruzione delle sue fortificazioni. Nel 1229 i principali antagonisti giunsero ad un compromesso. La contea di Tolosa ed il marchesato di Provenza, privata dei territori del ducato di Narbona e della viscontea di Nimes, rimasero al conte Raimondo VII, però vassallo della Francia, con l'impegno di maritare la sua unica erede, Giovanna al fratello del re Luigi IX, Alfonso. Raimondo VII rimase neutrale quando Raimondo Trencavel, figlio del defunto visconte di Béziers e Carcassonne Raimondo Ruggero Trencavel, rifugiato in Aragona e scomunicato dal 1227, passati i Pirenei con una banda di Catalani, cercò di sollevare la Linguadoca contro il re di Francia, occupò Carcassonne, ma non conquistò la cittadella, che resistette ai suoi attacchi dal 17 settembre al 10 ottobre 1240, per poi fuggire alla notizia dell'arrivo dell'esercito reale. La reazione contro gli insorti anche cattolici fu molto dura. Quando invece, il 12 maggio 1242, Il re d'Inghilterra Enrico III sbarcò a Royan, Raimondo VII si affrettò ad occupare Narbona e Bèziers, ma dopo la ritirata di Enrico III da Saintes, i rivoltosi si demoralizzarono: il conte di Foix abbandonò la coalizione antifrancese e Raimondo, minacciato di scomunica, supplicò il re Luigi IX che gli concesse il perdono in cambio della promessa di combattere l'eresia e attenersi al trattato di Parigi del 1229. I nobili della provincia erano ridotti in miseria e di conseguenza l'eresia che da loro traeva risorse a poco a poco si spense.
Ai baroni del Sud e ai càtari rimanevano due fortezze: l'imprendibile Montségur e Queribus. Successive operazioni portarono nelle mani regie la prima nel 1244 e la seconda nell'agosto del 1255, ponendo fine all'eresia catara e all'indipendenza dei baroni meridionali. Papa Gregorio IX, per sopprimere l'eresia albigese instaurò nella città la Santa Inquisizione, che operò fino al 1255 e, nel 1230, creò un'università (Studium Generale), sempre a Tolosa, come manovra per combattere l'eresia. Nel 1237, Gregorio IX conferì il diritto a chi avesse conseguito la laurea allo Studium Generale di Tolosa ad insegnare ovunque, senza altri esami.
Il conte Raimondo VII di Tolosa era personalmente favorevole ad una politica di tolleranza, ma i legati papali e i vescovi lo minacciavano di scomunica a ogni accenno di tiepidezza nelle questioni religiose e lo obbligavano a emanare editti contro l'eresia, obbligandolo ad accettare l'Inquisizione all'interno dei suoi stati; l'Inquisizione fu implacabile non solo con i Catari ma anche con i cattolici tolleranti. Gli abitanti del Sud della Francia oltre all'Inquisizione dovettero subire le angherie dei siniscalchi e dei loro vicari, soprattutto nelle zone di Beaucaire e Carcassonne.

Bibliografia

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Fonte: Wikipedia

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