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mercoledì 19 febbraio 2014

ANNUNCIATA BATTAGLIA PER DIFENDERE IL CASTELLO DI SANTA SEVERA DALLA PRIVATIZZAZIONE




Il Comitato Cittadino per il Castello di Santa Severa che dal marzo del 2012 ha avviato la battaglia per la difesa dell’uso pubblico del Castello contro l’allora giunta Polverini è pronto alla nuova mobilitazione e annuncia battaglia dura anche contro l’analoga decisione di Zingaretti di privatizzare il complesso monumentale. Dopo un anno di paziente  attesa e promesse d’incontro le 42 Associazioni del Comitato sono state anche escluse dal tavolo di lavoro che il Presidente ha convocato per discutere del futuro del castello. La mancata convocazione di almeno un rappresentante del Comitato insieme all’esclusione del direttore del Museo Civico Dott. Flavio Enei (redattore con il Comitato dell’unica proposta progettuale per l’uso pubblico del castello ad oggi nota fatta propria dal Comune) dalla delegazione che l’amministrazione di Santa Marinella ha inviato all’incontro, la dice lunga sull’incapacità dei politici locali e regionali di prendere la strada giusta per la risoluzione dei problemi ascoltando i cittadini e la società civile. Nessun valore sembra abbia avuto nella discussione sul futuro del castello nemmeno la Mozione n. 12 del 17.7.13, adottata quasi all’unanimità dal Consiglio Regionale, presentata dal consigliere Gino De Paolis (SEL) a difesa dell’Uso Pubblico del Castello, un documento che recepiva molte delle richieste del Comitato che doveva essere invitato al tavolo di lavoro. La giunta Zingaretti si è tristemente avviata sulla stessa strada della precedente amministrazione di centro destra, condividendone le idee e i metodi che di fatto escludono un vero aperto confronto con il territorio e con i cittadini: un modo verticistico, vecchio e sbagliato, di fare politica che tanti disastri ha creato e continua a creare sul nostro ambiente, sul paesaggio e sui beni culturali. Il tavolo di lavoro è stato lungamente chiesto e ottenuto dal Comitato per discutere e risolvere insieme alle istituzioni le problematiche relative alla difficile situazione del castello, un tavolo che doveva servire per condividere le scelte ed elaborare un progetto da accompagnare, passo dopo passo, ad una realizzazione utile per tutti, per lo sviluppo economico ma soprattutto civile e culturale del comprensorio e del litorale nord di Roma. Il tavolo, invece, è stato convocato dalla Regione soltanto per informare delle decisioni prese gli Enti invitati (Comune, Soprintendenze, Provincia; esclusi il Comitato e la Diocesi di Porto e Santa Rufina che ha in uso la chiesa del borgo e il Battistero). L’esito dell’incontro è stato molto negativo. In sintesi, con un apposito bando internazionale l’intero complesso verrà dato in concessione al fortunato, ricco vincitore, Rocca e Torre Saracena compresi, il cuore storico e monumentale del castello, veri e propri musei di se stessi. Nel nostro castello, bene culturale di inestimabile valore, si realizzerà di fatto un centro congressi con zona alberghiera e ristorante. In nessun modo è stato considerato il progetto e le istanze presentate dal Comune e nessuna garanzia è stata data sulla futura pubblica fruizione del monumento; anzi il Comune dovrà pagare un affitto per continuare ad avere nel borgo castellano il suo Museo Civico. Alla luce degli eventi riparte più forte che mai la mobilitazione del Comitato Cittadino che a breve rimetterà il Castello al centro della protesta generale sperando che la Regione torni sui suoi passi e apra sul serio una discussione con il territorio e i cittadini sull’uso di un bene che appartiene a tutti, che è stato restaurato con milioni di euro pubblici versati dai contribuenti e che ora, a cose fatte, non può essere “svenduto” ai privati. Sugli striscioni del Comitato sarà riportata con ironia la frase usata dal presidente Zingaretti al punto 6 del suo programma elettorale “La cultura come risorsa”: “immagina una Regione che considera la cultura e la bellezza come una risorsa, avviando un piano per la riapertura e la fruizione del suo patrimonio, assegnando spazi inutilizzati a cittadini e associazioni, difendendo il suo territorio dal degrado e dalla speculazione”. Belle parole che appaiono prive di qualsiasi significato nel caso del nostro Castello di Santa Severa che si vuole cedere non ai cittadini e alle associazioni ma ai facoltosi privati di turno, magari “amici degli amici”.

Le 42 Associazioni del Comitato Cittadino per il Castello di Santa Severa

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