Il Bullicame è una nota sorgente di acqua solfurea alla temperatura di 58° a pochi chilometri dal centro di Viterbo. Nota fin dagli etruschi è stato luogo privilegiato per i bagni termali fino al XVIII secolo e l'esistenza della fonte è documentata anche nel Medioevo dato che si trovava proprio sul percorso della via Francigena soprattutto per quanto riguarda l'Itinerario di Sigerico di cui la fonte rappresentava la VI tappa. La località era definita anche Sce Valentine in onore dei Santi Ilario e Valentino che furono martirizzati nella zona. Dante ne dedica alcuni versi nella sua Commedia:
«Tacendo divenimmo la 've spiccia
fuor della selva un picciol fiumicello,
lo cui rossore ancor mi raccapriccia.
Quale del Bullicame esce ruscello
che parton poi tra lor le peccatrici,
tal per la rena giù sen giva quello.
Lo fondo suo ed ambo le pendici
fatt'era 'n pietra, e margini dallato»
(Dante, Inferno - canto XIV, vv.76-84)
Stando a quanto asserito da vari studiosi, il termine "peccatrici" sarebbe in realtà "pettatrici" ossia le braccianti che mettevano i fasci di canapa a bagno nell'acqua calda per la macerazione dato, che proprio nel Medioevo, Viterbo era celeberrima per l'alta qualità della canapa e del lino. Dopo pochi anni il bagno nelle acque fu vietato alle meretrici sotto pena di "un ducato d'oro e de quactro tracte de corda".
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