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venerdì 3 ottobre 2014

IL GIALLO DELLA BIMBA DI ALBENGA

 Il misterioso ritrovamento nell’area di San Calocero, ad Albenga (foto Il Secolo XIX)

L'equipe del prof Philippe Pergola del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e diretta da Stefano Roascio ha scoperto nell'area di San Calocero nei pressi di Albenga uno scheletro lungo quarantotto centimetri di una bambina che, probabilmente, al momento della sepoltura aveva circa tredici anni. Di per se, la cosa già è molto triste ma ancora più raccapricciante notare come la bimba fu sepolta a faccia ingiù come si faceva talune volte con le persone che non erano degne di guardare il cielo. La scoperta è avvenuta durante una ricerca sul periodo tardo antico e sulla prima cristianizzazionein italia nord occidentale nei pressi di un sepolcreto del V-VI secolo nei pressi di una chiesa. La particolare disposizione delle ossa, ricorda Roascio, deriva dal fatto che una tale inumazione era riservata solo a chi non poteva godere della Resurrezione e quindi indicata ai ladri, assassini intendendola anche come superstizione in quanto era impossibile tornare sulla terra. Alcuni scheletri trovati in una posizione simile furono addirittura inchiodati a terra oppure si trafiggeva il cranio conficcandolo a terra. Il sesso è incerto, ma le prove sembrano virare per una figura femminile, probabilmente di circa tredici anni non morta violentemente. Non lontano da questo ritrovamento sono stati scoperti i resti di una donna di 35/40 anni, che in quel periodo era considerata in età avanzata e i resti di un bambino di quattro anni. Secondo Elena Dellù, archeo-antropologa responsabile dello scavo la vera impresa è scoprire il perchè di quella sepoltura così particolare nei pressi di una chiesa, quindi in un luogo che non accetta i reietti della società. Oggi, 3 ottobre in occasione di un convegno all'auditorium San Carlo, gli studiosi tenteranno di dare altre spiegazioni e qualche conferma ufficiale.

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