Che cosa mangiavano i Sardi nel Medioevo? Si fa prima a dire che cosa non mangiavano, parecchie cose a dire la verità ossia tutti quei prodotti che provenendo dalle Americhe ancora non erano stati “scoperti” e dunque portati in Europa dai Conquistadores spagnoli. Ecco un rapido elenco dei principali prodotti frutto dello scambio colombiano, arrivati in Europa a partire dal Cinquecento ma incorporati pienamente nelle gastronomie europee e in quella sarda solo a fine Settecento: pomodori, patate, fichidindia, mais, peperoni peperoncini, zucche e zucchini, gran parte dei fagioli (Phaseolus, dunque i fagioli tipo borlotti, cannellini, bianchi di Spagna ecc.) e poi avocado, ananas, papaia e il prezioso cacao, solo per citare i principali. A parte tutti i prodotti americani, anche altri prodotti, portati dagli Arabi in Occidente durante il corso del Medioevo erano davvero poco diffusi e per lo più appannaggio della nobiltà. Qualche esempio? Il riso, gli agrumi come arance, mandarini, limoni, lo zucchero... gli spinaci, arrivati dal Nepal. La Sardegna non era affatto isolata ma al centro di una complessa rete di scambi commerciali; del resto sin dall'epoca giudicale vi erano matrimoni tra sardi e la nobiltà europea, e ciò proiettava l'isola in un contesto culinario internazionale. Due esempi, riportati dall'enogastronomo Giovanni Fancello in tale senso citano i matrimoni rispettivamente tra Adelasia di Torres col re Enzo Hohenstaufen, figlio di Federico II di Svevia e quello di Eleonora D’Arborea, di madre catalana, che sposa un genovese, Brancaleone Doria. Possiamo quindi immaginare, in assenza di sostanziose fonti storiche e soprattutto ricettari sardi, che mangiassero come nel resto d'Italia, con un gusto agrodolce e speziatissimo che oggi non ci piacerebbe più. Al tempo tutte le pietanze, dolci e salate, venivano portate a tavola contemporaneamente, e si usava mescolare cibi sapidi con cibi dolci, cibi piccanti e cibi dolci. Un esempio di tale gusto tipicamente medievale potrebbe essere incarnato nella seada o sebada, celeberrimo dolce a base di un raviolo gigante di formaggio fritto e poi condito con miele. Il connubio formaggio e miele, oggi in disuso nella maggior parte delle cucine europee, è rimasto come un residuo medievale, insieme all'uso del miele come dolcificante, soppiantato dallo zucchero in Età moderna, sino quasi a scomparire tra gli ingredienti di pasticceria contemporanea europea. Un altro prodotto, sempre di pasticceria, che sembra essere di possibile ascendenza medievale sono le pardulas o formaggelle, focaccette dolci con base di pasta con strutto, ripiene di formaggio o ricotta, aromatizzate con lo zafferano, che si coltivava già sull'Isola, e con una lieve cappatura di miele, secondo la zona. La prossima settimana scopriremo altri piatti della tradizione sarda che potrebbero essere stati originati nel Medioevo.
Articolo di Alessandra Guigoni, del blog http://www.sandalyon.it/
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