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martedì 10 dicembre 2013

BALLYSAGGARTMORE TOWERS

Si dice che la Storia non faccia altro che ripetere sé stessa perché gli uomini non imparano mai dal passato. Le vicende che ruotano attorno a queste piccole costruzioni che sono le Ballysaggartmore Towers non fanno che perorare questa ipotesi.  Le torri di Ballysaggartmore sono due logge di ingresso in stile gotico, di cui una funge anche da ponte, che si trovano a poco più di due chilometri dalla città di Lismore, nella contea di Waterford, in Irlanda. Le torri furono fatte costruire intorno al 1850 da un proprietario terriero anglo-irlandese di nome Arthur Kiely – Ussher nel suo podere di circa 8000 ettari.
I coniugi Kiely – Ussher risiedettero in una modesta costruzione all'interno del podere, di cui avevano tenuto un migliaio di ettari come demanio personale e la restante parte data in affitto a lavoratori agricoli, mentre erano in attesa che venisse costruito il sontuoso castello progettato per loro da John Smyth, nientemeno che il loro capo giardiniere. Pare che la signora Elizabeth Kiely – Ussher fosse divorata dalla gelosia nei confronti della cognata che viveva presso il maestoso Castello Strancally e volesse rivaleggiare con lei erigendo una dimora altrettanto lussuosa. Le prime costruzioni ad essere erette furono appunto le Ballysaggartmore Towers, che altro non erano che degli elaborati cancelli di ingresso alla proprietà. Questi dovevano preannunciare l'imponenza e la stravaganza di un castello che in realtà non fu mai costruito. Infatti, non appena terminata la forgiatura dei cancelli veri e propri di “The Entrance Gate” e “The Gates of Grandeur”, i soldi finirono. Il signor Kiely – Ussher pensò bene allora di inasprire le rendite terriere per recuperare i fondi necessari alla prosecuzione dei lavori. In quegli anni però di stava abbattendo sull'Irlanda la Grande Carestia (1845-1849) che portò gran parte della popolazione alla fame e allo stremo con il risultato che i contadini non furono in grado di onorare gli affitti. 
Mentre molti proprietari terrieri confinanti, tra cui il fratello John, venivano incontro ai propri contadini abbassando le rendite e permettendo loro un maggior approvvigionamento di cibo, Arthur Keily – Ussher proseguì nella sua miope linea dura sfrattando quanti non erano in grado di pagare e abbattendo le loro case. Le famiglie di braccianti vennero cacciate per far posto a mandrie di ovini e bovini con le quali Keily – Ussher si illudeva di aumentare gli introiti per la costruzione del suo palazzo. Nel 1847 un giornalista del “The Cork Examiner” andò a documentare lo sfratto di massa dalle case di su Kiely-Ussher a Ballysaggartmore e trovò più di una dozzina di abitazioni rase al suolo, gruppi di donne affamate e piangenti, bambini che ancora si aggiravano sperduti intorno ai luoghi della loro nascita. Quello stesso anno un gruppo di contadini in preda alla disperazione complottò per assassinare l'odiato locatore ma il piano non ebbe successo. 
Per contro fu posta sulla loro testa una taglia che portò, con successo alla cattura degli “insorti” e loro successiva deportazione nelle colonie penali dell'Australia e Tasmania (paesi per cui, ironia della sorte, oggi molti irlandesi - e non solo - farebbero carte false per poterci andare a vivere). Nonostante le sue scelte di gestione economica, Keily - Ussher morì in povertà nel 1862 e la tenuta fu venduta da un curatore. Casa, giardini e terre passarono di proprietà negli anni, fino a quando la casa venne distrutta da un incendio doloso durante il periodo della guerra civile e, infine, le sue macerie totalmente rimosse nella metà del XX secolo. Una delle torri rimase invece ancora in uso come residenza privata fino agli anni Settanta. Quello che rimane oggi delle Ballysaggartmore Towers è circondato da una splendida zona boscosa. Un percorso si sviluppa ad anello consentendo una passeggiata suggestiva tra piccoli ponti, fiori selvatici, rododendri e grandi alberi che avvolgono il sentiero, non facendo mancare, per completare il piacere della visita, un'area attrezzata pic-nic.

Articolo di Isabel Giustiniani del sito Storie di Storia (http://www.isabelgiustiniani.com/). Tutti i diritti riservati.

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