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lunedì 3 settembre 2012

SBANDIERATORI SUBBIANO

Siamo nati per passione e attaccamento alla Terra di Subbiano e da essa ne abbiamo tratto la ragione storica, con l’intento di far conoscere un periodo che Subbiano ha intensamente vissuto,come lo testimoniano gli scritto od i reperti storici. Oltre ai romitori e castelli di cui il nostro territorio fa sfoggio. Il gruppo A.r.s.s. fondato nel 1991; costituito da figuranti, sbandieratori e musicisti (chiarine e tamburi). I costumi sono stati realizzati ispirandosi con estremo rigore (e quando possibile adoperando vecchi tessuti di broccado e damasco) a dipinti di Piero della Francesca e di Masaccio (1380 – 1450) avvalendosi di capaci artigiani. Il terzo sabato del mese di luglio, in piazza Castello a Subbiano, il gruppo rievoca con una suggestiva rappresentazione, l’atto di sottomissione della balìa di Subbiano alla repubblica Fiorentina. La manifestazione è seguita da una cena medioevale nella quale i commensali oltre che gustare vivande preparate su vecchie ricette, sono serviti da graziose Damigelle; tra Dame, Cavalieri, Signori e Vassalli. La figura dello Sbandieratore è da ricondurre, tramite molte mediazioni, ad una figura fondamentale dell’esercito, quella del “vessillifero”, termine preso in prestito dal gergo militare romano, che indica un soldato di elite, colui che porta la bandiera del suo reparto in guerra. Il suo ruolo era fondamentale per le sorti della battaglia, perchè doveva mantenere il possesso del vessillo in modo da segnalare la posizione degli uomini sul campo. In particolare doveva essere in grado di lanciare in alto la bandiera al suono delle trombe, in modo da rendere visibile la sua posizione e passare il vessillo ad un compagno, nel caso in cui i nemici fossero sul punto di sopraffarlo. Gli alfieri, altro termine con il quale si indicavano i vessilliferi, erano obbligati a tenersi in esercizio anche durante periodi di pace e si preparavano in maniera specifica a lanciare le bandiere per meglio adempiere al proprio compito. Probabilmente in quei momenti si comincia a escogitare evoluzioni sempre più ardite fino a dare origine a quello che verrà conosciuto come gioco delle bandiere. E’ impossibile stabilire quando si costituì ufficialmente questa gara di abilità, ma è certo che fosse popolare fin dalle guerre di Borgogna nel 1476. Una prima codifica dei movimenti fu redatta nel 1616 da Renner und Ranzler e poi riedito in forma del tutto simile da J. G. Pasha nel 1661, la pubblicazione più recente invece è del 1908 da parte di J. Mùller e illustra i movimenti di giochi di bandiera tedeschi. E’ ricordata dagli storici la manifestazione che coinvolgeva appunto gli Sbandieratori di Milano, allorchè nel 1512 Massimiliamo Sforza entra in città, salutato dalle bandiere triangolari ad asta corta, che volteggiavano festose nell’aria. Infine l’uso delle bandiere è registrato in Toscana fino dalla metà del XII secolo, secondo gli scritti lasciati dal Villani e in base alle cronache cittadine delle città di Firenze e Siena che vorranno tale gioco prima delle gare di calcio e della corsa del Palio. Verso la fine del XVIII secolo il gioco della bandiera perde la propria utilità in campo militare è rimane esclusivo deposito delle comunità civili, così come si spegne anche nell’ambito cittadino. In Italia la tradizione del gioco delle bandiere vive con una sua significativa continuità storico, solo a Siena in occasione del Palio; sono degne di menzione anche le scuole del Trentino Alto Adige a quella Aretina (Estratto da “Gli Sbandieratori della giostra d’Arezzo” di Chiara Barbagli, Zona Editrice). Per quanto ci riguarda, la scuola aretina ha formato anche il nostro rullante Paolo Mori, il quale dopo vari anni passati negli Sbandieratori della giostra d’Arezzo e non avendo esaurito li la sua passione, ha voluto portarla anche nel gruppo A.R.S.S., fino al quel momento composto da soli figuranti. Tutto questo per aver presente le origini e la storia del gioco delle bandiere in modo che tutti coloro che fanno parte della nostra associazione come di altri gruppi, non abbiano mai a dimenticare che questa “arte” ha delle nobili origini più che mai degne di essere sottolineate e rinnovate ogni volta che vediamo le esibizioni dei nostri “alfieri”, portatori di gioia, festa e fratellanza, eredi a pieno titolo di una tradizione ultracentenaria.

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