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sabato 31 marzo 2012

IL COMPLOTTO CONTRO LA SOCIETÀ: LA SETTA DEGLI STREGONI

Nel Quattrocento tutto è pronto perché si cominci a diffondere l’idea di una setta di streghe e stregoni adoratori del demonio: la figura di Satana è sempre più viva, opprimente e reale nella mente sia del popolo che della classe colta; il mondo è in fermento per cambiamenti sociali e culturali, l’epidemia di peste ha spazzato via le certezze antiche. L’accusa di apostasia collettiva, le pratiche che erano state, un tempo, attribuite solo a certi gruppi ereticali diventano un reato indipendente, non più crimen eresiae ma crimen magiae. Ecco che le accuse imputate ai lebbrosi, agli ebrei e agli eretici passano ad una fantomatica setta di stregoni: mentre gli eretici miravano a sconvolgere l’unità della chiesa, questa setta avrebbe soverchiato anche il benessere sociale. Non c’era più in ballo solo l’anima, ma anche la prosperità e la potenza degli stati.
Il Formicarius è un testo, in forma di dialogo, scritto a Basilea nella prima metà del Quattrocento; il quinto libro è dedicato alla magia e alla superstizione e alla stregoneria. Per compilarlo, l’autore si servì delle informazioni avute da un giudice e dall’inquisitore domenicano di Evian. Da quanto scritto si evince quanto il clima sia cambiato e come cominciasse a diffondersi l’idea di una setta di stregoni:

«Nella regione di Losanna alcuni stregoni hanno mangiato cucinato i loro figli e hanno evocato il demonio, apparso in forma di uomo. Chi voleva diventare suo seguace doveva rinunciare alla fede cristiana, non venerare più l’ostia e calpestare di nascosto la croce in ogni occasione possibile».

Nel 1435-1437 venne indetto un grande processo nelle valli del Vallese, in Svizzera, per estirpare la setta degli stregoni, ecco una delle confessioni:

«Il demonio appariva in forma di animale nero, talvolta orso, talvolta montone. Dopo aver rinunciato a Dio, alla fede, al battesimo e alla Chiesa imparavamo a procurare la morte e la malattia a adulti e bambini con mezzi magici. Alcuni di noi sanno trasformarsi contemporaneamente in lupi per divorare il bestiame; altri sanno diventare invisibili mangiando erbe speciali indicate dal diavolo. Ai convegni andavamo volando su bastoni e scope, ci fermavamo nelle cantine, bevevamo il vino migliore, cacavamo nelle botti» (Atti dei processi del 1435-1437 nelle valli del Vallese).

Il processo si concluse con più di 100 roghi, mentre, la persecuzione contro la setta stregonesca cominciò ad espandersi toccando il vallese e la Diocesi di Como.

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