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giovedì 18 aprile 2013

"PERCEVAL O IL RACCONTO DEL GRAAL"

Il poema incompiuto Le Roman de Perceval ou le conte du Graal, di Chrétien de Troyes, fu scritto all'epoca delle crociate, ovvero tra il 1175 e il 1190 circa. Ne fu committente Filippo I d'Alsazia, conte di Fiandra. È considerata la prima opera letteraria che fa cenno al Santo Graal e farà da modello ai molti successivi romanzi ispirati alla leggenda del Graal. All'interno dell'opera il Graal non viene raffigurato come il calice dell'ultima cena di Gesù Cristo. Inoltre il nome "graal" è fatto precedere dall'articolo indeterminativo "un", il che fa pensare che l'autore volesse menzionare un oggetto convenzionale (probabilmente un bacile o un vassoio), certo non ancora identificabile col "Santo Graal" delle produzioni successive. Il protagonista di quest'opera è Perceval, presentato in qualità di figlio della vedova. Il padre e i fratelli di Perceval sono morti in guerra, e per non rischiare di perdere l'unico figlio rimasto, la madre decise di tenerlo lontano dal mestiere della cavalleria. Un giorno egli, cresciuto in semplicità di spirito e purezza di cuore, incontra alcuni cavalieri e, rimasto affascinato dallo splendore delle loro armi, vuole raggiungere la corte di re Artù. Lasciata la madre, che dopo la sua partenza muore dal dolore, Perceval, vestito da boscaiolo, raggiunge la corte del leggendario sovrano. Qui, messosi in luce per coraggio e virtù, viene nominato cavaliere da re Artù prima, e successivamente dal signore Gornemant. La nipote di costui, Biancofiore, se ne innamora, ma Perceval, pur ricambiando, decide di partire per il desiderio di rivedere sua madre e accertarsi che stia bene, in quanto per seguire il suo sogno di diventare cavaliere l'aveva lasciata svenuta al di là di un ponte. Nel viaggio scoprirà che essa era rimasta uccisa per la sofferenza di vederlo partire. Iniziano così le nuove avventure, durante le quali il giovane giunge al castello del Re Pescatore che reca su di sé un'inguaribile ferita: sino a quando essa non sarà rimarginata regneranno sulla sua terra tristezza e carestia. In una sala del maniero, durante una cena, appaiono in successione diversi oggetti, tra cui una lancia sanguinante (obiettivo della successiva ricerca di Galvano) e un graal, un piatto che al suo apparire sprigiona una grande luce. Ricordandosi le parole di Gornemant, il quale gli aveva consigliato di parlare e domandare il meno possibile, si risolve col non chiedere al Re Pescatore perché la lancia sanguinasse e a chi serviva il graal, pur provandone l'impulso. Questi oggetti, infatti, venivano portati in una stanza celata ai suoi occhi, all'interno della quale stava il padre del Re. La sua mancata domanda porterà disgrazia al Re Pescatore e alla sua terra, che per mezzo di quelle semplici domande avrebbe potuto essere risanata. Per questo motivo al suo risveglio tutto è sparito, nessuno a parte lui sembra essere presente nel castello, ed egli deve ricominciare le sue peregrinazioni. Durante una lunga serie di nuove avventure, egli dovrà rendersi degno di ritrovare il graal, ponendo rimedio al suo errore e salvando così la terra malata e il Re Pescatore. Incontra un eremita, fratello del Re Pescatore, che lo confessa durante la Quaresima e rinnova i suoi sentimenti religiosi, che aveva perso durante il cammino. Perceval viene a conoscenza della sua appartenenza alla Famiglia del Graal e che il Re Pescatore è suo zio.
Qui si ferma il racconto, rimasto incompiuto. Diversi autori hanno tentato di dare una risposta ai quesiti lasciati da Chrétien, che ha visto molti continuatori della sua opera, ma nessuno saprà mai realmente come sarebbe andata a finire la storia. Il roman è suddiviso in quattro parti.
La prima e la terza raccontano le avventure del giovane gallese Perceval. Dapprima inesperto e digiuno del mestiere delle armi, diventa cavaliere di re Artù e compie numerose prodezze. Ha molti incontri con cavalieri che gli impartiscono lezioni sulla morale cortese e con altre figure non di minore importanza che lo aiutano a crescere sul piano spirituale. Mentre dapprima conosciamo un ragazzo Gallese inconsapevole del mondo esterno (a causa della eccessiva protettività di sua madre), lo scopriamo in un secondo tempo come il prototipo del perfetto cavaliere cortese, per poi vederlo superare tale condizione e assumere un ruolo di maggior levatura spirituale, divenendo simbolo di una rinnovata cavalleria non più soggetta ai limiti della precedente.
Seconda e quarta parte narrano invece delle prodezze di un altro cavaliere, Galvano. Egli rappresenta la vecchia cavalleria, condannata da Chrétien per la troppa attenzione alle apparanze, senza però un vero spessore di forza benefica. Un mondo decadente, come dimostra la situazione drammatica in cui si trova la corte di re Artù, che ha grosse contraddizioni e scarsa coscienza sociale. Galvano si rende infatti protagonista di grottesche scenette, avventure fini a se stesse e descritte con sottile ironia, e sonore sconfitte. La narrazione occupa ben 4000 versi del poema su un totale di 9000 segnando nettamente la contrapposizione tra due sezioni dell'opera, e di conseguenza tra i due cavalieri.
All'interno del testo l'autore gioca spesso con l'immaginazione del lettore, prendendo ben di rado posizioni esplicite, ma insinuando instancabilmente il dubbio su ciò che intende comunicarci. Il poema si compone di ottonari ed è in rima baciata. Chretien de Troyes si inserisce dopo la poetica cortese, portata dai trovatori della Francia meridionale all'incirca nel XII secolo, denunciandola e superandola. La ricerca del Graal da parte di Perceval non è una mera ricerca per ottenere la gloria, ma soprattutto un momento di crescita a beneficio del mondo intero. Non a caso il libro è stato scritto per Filippo di Fiandra, tutore dell'erede al trono Filippo Augusto. Per Chrétien il proprio romanzo ha l'ambizione di diventare il supporto per la formazione del nuovo Re di Francia. Quattro poeti di innegabile talento, dopo la morte di Chretien de Troyes, provarono a dare un seguito al suo romanzo. La prima Continuazione ha aggiunto al romanzo di Chretien dai 9.500 ai 19.600 versi (a seconda del manoscritto). Essa è stata talvolta attribuita a Wauchier de Denain e per questo motivo spesso la si definisce Pseudo-Wauchier. Ne esiste una versione breve, una media ed una lunga; la corta è la più antica e la meno fedele al racconto di Chrétien. Roger Sherman Loomis ritiene che questa versione rappresenti la vera tradizione della leggenda del Graal, notevolmente diversa da quella di Chrétien. Questa prima Continuazione comprende la avventure anteriori di Galvano; suo madre e sua nonna sono andate a trovare Artù, giacché la sorella di Galvano, Clarissant, deve sposare Guiromelant. Galvano dapprima si oppone al matrimonio, per poi riconciliarsi con Guiromelant, e raggiungere Artù per assediare con lui due castelli. Alla fine, visita il castello del Graal.
Le versioni più lunghe comprendono due romanzi indipendenti ma imbricati nell'azione principale. Il Livre de Caradoc (Libro di Caradoc) parla dell'eroe Caradoc, un cavaliere di Artù, e spiega come è nato il suo soprannome « dalle corte braccia » ; l'altro racconta le disavventure del fratello di Galvano, « Guerrehet » (Gaheris o Gareth), su un battello tirato da un cigno. Poco tempo dopo la prima Continuazione, un altro autore aggiunge altri 13.000 versi al complesso narrativo. Questa sezione è stata attribuita a Waucher de Denain e ci sono buone possibilità che sia davvero sua. Composta soprattutto di avventure, questa parte mostra Perceval che ritorna al castello del Graal e ripara la spada di Trébuchet. Nonostante tutto, una minuscola fessura continua a sussistere nella lama, segno che il cavaliere non ha ancora raggiunto la perfezione. 17 000 versi aggiunti al testo formano la Continuazione di Gerbert. L'autore, comunemente identificato con Gerbert de Montreuil, ha composto la sua versione indipendentemente da quella di Manessier e intorno alla medesima epoca. Egli aveva scritto una conclusione, ma essa è stata soppressa nei due manoscritti sopravvissuti, che si sono limitati ad inserire una parte dell'opera di Gerbert all'interno della Continuazione di Manessier. Gerbert cerca di ricollegarsi al romanzo originario di Chretien, e l'influenza di Robert de Boron è sensibile. È notevole che abbia inserito all'interno della sua versione un frammento della storia di Tristano che non esiste da nessuna altra parte. La Continuazione di Manessier (chiamata anche Terza Continuazione poiché trova posto nei manoscritti che non includono la Continuazione di Gerbert, ma ciò ingenera ulteriore confusione) aggiunge 10.000 versi e (finalmente) una conclusione. Manessier ha fuso insieme un gran numero di finali differenti che ha trovato negli autori precedenti, cercando per quanto possibile di mettere ordine nella tradizione, ed ha incluso innumerevoli episodi tratti da altre opere, inclusa la Joie de la Cour, un'avventura dell'Erec e Enide di Chrétien de Troyes e la morte di Énide e di Calogrenant come la si racconta nella parte consacrata alla Queste del Saint Graal nel ciclo del Graal di Lancelot. Il racconto termina con la morte del Re Pescatore e l'ascesa di Perceval al suo trono. Dopo sette anni Perceval se ne va per morire nella foresta, Manessier suppone che abbia portato con sé in Cielo il Graal, la Lancia ed il piatto d'argento. Benché Chrétien non avesse fatto in tempo a completarla, la sua ultima opera ha avuto enorme influenza sul mondo letterario medievale. Perceval fece conoscere il Santo Graal ad una Europa entusiasta e tutte le versioni successive della storia del Graal rimandano a lui direttamente o indirettamente. Il Parzival di Wolfram von Eschenbach è una delle più grandi opere della Germania medievale, ed è fra le tante fondate direttamente sull'opera di Chretien. Un altro personaggio è il Gallese Peredur, figlio di Efrawg, eroe di uno dei tre romanzi gallesi associati al Mabinogion.

Fonte: Wikipedia

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