Reggio Emilia comincia a dare notizie di sé fin agli albori della storia templare, nel 1144. In quell’anno Alberto, Preposito della Cattedrale di Reggio Emilia, concede ai Cavalieri del Tempio un appezzamento di terreno situato nella curtis di Rivalta. La notizia si trova in un documento trascritto ed edito da Girolamo Tiraboschi nelle sue Memorie Storiche Modenesi dove si legge anche che, in quella data, i Templari risultano già possedere una “Casa” in un luogo chiamato “Curte Mozadelle” a capo della quale troviamo il priore Guglielmo. Come scrive Fulvio Bramato a proposito dei primi insediamenti templari, è molto probabile che, agli inizi della vita dell’Ordine, i Cavalieri abbiano occupato dimore di fortuna, chiamate appunto “Casae”, che rappresentarono per loro la prima forma di insediamento su di un territorio e Reggio Emilia, insieme ad Albenga, Acquapendente, Treviso e Siena, risulta essere una delle più antiche attestazioni di questo tipo in Italia. Soltanto alla metà del secolo XII si assisterà poi al passaggio dalla “Casa” alla “Domus” -cioè ad una struttura più definita e consolidata -dando così avvio alla seconda fase dello sviluppo della rete templare in Italia, che corrisponde ad una più concreta stabilizzazione degli insediamenti dovuta alla crescita delle donazioni e degli acquisti di terreni e strutture assistenziali. Anche a Reggio Emilia abbiamo testimonianza di questa seconda fase quando, nel 1161, si procederà all’acquisizione delle terre a Rivalta e verrà costruita la Mansione delle Tempie. Allo stato attuale delle ricerche restano ancora avvolte dal mistero le motivazioni della scelta di questa località per il primo insediamento dell’Ordine nella nostra Provincia; non abbiamo neppure a disposizione alcuna fonte storica in grado di fornirci informazioni precise sui confini di Curtis Mozadelle ma, prendendo come punto di riferimento centrale il castello di Mucciatella -ancora ai nostri giorni visibile su di una collina tra gli abitati di Montecavolo e Puianello, nel comune di Quattro Castella -possiamo ipotizzare che il suo territorio si estendesse nella zona pedecollinare intorno ad esso, attraversata da quella strada pedemontana che, ora come allora, collegava il fiume Enza al torrente Crostolo, di cui il Balletti dice “che una vecchia mappa chiama strada maestra” E’ possibile che i Templari abbiano scelto questa zona per la sua facilità di collegamento e perché attraversata dal transito di pellegrini e viaggiatori che erano diretti in Toscana; è anche possibile però che il terreno su cui è stata fondata la prima “Casa” templare sia stato donato da un benefattore che non ha lasciato traccia nella documentazione. Sappiamo infatti che, in particolare nella prima fase della diffusione dell’Ordine del Tempio in Europa, moltissime furono le donazioni ai Templari e che proprio le donazioni rappresentarono il principale sistema di accrescimento delle ricchezze dell’Ordine e costituirono, almeno fino al 1250 -quando cominciarono a rarefarsi con il declino politico degli Stati Latini in Terrasanta -il nucleo portante del loro patrimonio immobiliare e terriero. Siamo in grado, nonostante la mancanza quasi totale di fonti a riguardo, di fare anche soltanto un’ipotesi a proposito del luogo in cui si trovava questo primo nucleo templare di “Curtis Mozadelle”? Il Baricchi, nel suo “Insediamento Storico e Beni Culturali, Alta Pianura e Collina Reggiana”, sotto la località di Mucciatella, menziona un luogo chiamato “Ca’ Matta” a proposito del quale scrive: “Il Balletti riporta la possibilità che vi si trovasse l’antica chiesa dei Templari di Reggio; più propriamente le memorie locali ne attribuiscono invece la denominazione ad un acquartieramento o “casa matta” dipendente dal vicino castello di Mucciatella…
Il rustico mostra un’interessante pianta a basilica con un prospetto a ponente tripartito richiamante le forme di una chiesa”.8 Quel riferimento ad un “rustico” ci porta ad una costruzione che, fino a pochi anni fa, si poteva vedere non lontano dalla strada che collega le frazioni di Montecavolo e Puianello, nel comune di Quattro Castella, più o meno all’incrocio con la strada che proviene dalla tangenziale di Montecavolo. Si trattava di un edificio imponente e certamente dall’aspetto singolare, orientato lungo l’asse est-ovest, con una facciata tripartita coronata da una specie di rosone murato, il tutto con un aspetto che ricordava decisamente una Chiesa. “A Mucciatella, rimane una chiesa a tre navate, con eleganti colonne all’interno e rosone murato sulla facciata. E’ ora adibita a fienile-stalla e fa meraviglia come la Soprintendenza ai monumenti dell’Emilia non faccia niente per rimetterla a posto e tutelarla”. Le fonti, almeno al momento, non ci hanno fornito più alcuna notizia di quell’antica “Casa” con l’eccezione, verso la fine del duecento, di un’annotazione su un sacramentario (conservato nell’Archivio Capitolare di Modena) che ci avvisa che, per essa, sembra avvicinarsi il definitivo declino. Conosciamo però alcuni nomi di Templari che hanno vissuto a Reggio Emilia e questo è un dato reale. Sono quelli dei monaci presenti all’atto della donazione dell’Ospedale di Santo Stefano di Reggio Emilia, avvenuta nel 1161: Amezo, Barellus e Armenulfo; quello di Maurus, precettore al tempo della controversia con i Canonici della Chiesa di San Prospero nel 1191. Altri Templari compaiono in documenti successivi, del 1258 e 1268, dove vengono menzionati i precettori della milizia del Tempio frà Giovanni da Busana e frà Gherardo da Brescia ed anche un certo Giovanni da Reggio, che fu Precettore della domus di Reggio intorno al 1282. Infine, ormai al crepuscolo della storia templare, i documenti ci ha lasciato anche il nome di Fra Nicolao da Reggio,30 precettore della mansione di San Salvatore di Grosseto, che compare tra gli imputati di uno dei tanti processi che furono celebrati contro i Cavalieri del Tempio dopo il loro arresto.
Fonte: http://www.7per24.it
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