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venerdì 7 settembre 2012

CASTELLO DI MONTERONA

Il Castello di Monterone, conosciuto anche come Castello Piceller, è un castello che si erge sul crinale di una collina dominante una piccola vallata, lungo la strada che conduce da Perugia ad Assisi attraverso Ponte San Giovanni (la via regale San Pietro, così nominata nel 1070 d.c.), a breve distanza dal monastero di San Pietro e dalla chiesa di San Bevignate; questa strada è una delle cosiddette vie regali, strade che in epoca medievale conducevano fuori dalla città attraverso le porte principali (Porta di San Pietro o Porta Romana nel nostro caso), lungo un asse viario già utilizzato dagli Etruschi e dai Romani, e che servivano anche a delimitare gli antichi contadi di Perugia. Il nome della località, secondo alcuni storici, potrebbe derivare dall’etimo Monturreno o Mons Turrenius, derivato a sua volta dal nome di Turrena dato alla città di Perugia per via delle numerose torri che, in epoca medievale, sorgevano all’interno della città con scopi difensivi. La storia del Castello è antichissima e sono numerose le testimonianze che descrivono le complesse vicende che lo riguardano; queste fonti, alle volte lacunose o frammentarie, sono integrate da una lunga tradizione orale che attesta anche un importante ruolo del Castello e delle personalità ad esso legate nella cultura popolare della città (si pensi all’espressione “antichità di Piceller”). I primi insediamenti documentati nella località risalgono al secolo III a.c., come testimoniano un’urna cineraria di tipo chiusino in travertino chiaro rinvenuta nel giardino del Castello e tre specchi in bronzo rinvenuti da Mauro Faina, due dei quali rappresentanti il tema di Peleo e Teti. la struttura originaria è databile intorno al XIII secolo. Presso l’archivio della città di Perugia esiste un documento datato 18 Gennaio 1200 che prova l’esistenza di un edificio in località Monterone. Il documento presente nell’archivio della città attesta che, nel 1200 Gerardo di Ugolino di Alberico, facendosi cittadino perugino, sottomise al console Bernarduccio le sue proprietà che aveva nel colle “appresso Montarone”. E interessante a tal proposito leggere le parole di padre Felice Ciatti (storico del XVII secolo) che, nelle “Memorie Annali et Historiche delle cose di Perugia”, edito presso Angelo Bartoli in Perugia nel 1638, scrive: “ essendo Potestà di Perugia Zeo di Peroscio, un Gerardo di Ghisliero di Alberico, lì 14 di Gennaro giurando voler essere cittadino perugino, sommise sé e la terra che aveva nel colle vicino a Monturreno detto Montarone, e tutte l’altre cose, che aveva nel contado di Perugia; promettendo voler soggiacere a tutti i pesi e uffitii della Città, giurando voler ciò in perpetuo osservare” (libro VIII pag.260). Girardo di Ghislerio era signore di Sasso Rosso, un feudatario fuoriuscito da Assisi. La sua sottomissione al comune di Perugia (cui seguirono 5 giorni dopo quella del fratello Fortebraccio e di suo nipote Oddo) è da inserirsi nel contesto della rivalità tra Assisi e Perugia che spesso sfociava in veri e propri conflitti. Quella utilizzata dal signore di Sasso rosso, e dalla sua famiglia, era una vecchia tattica che i feudatari italiani avevano appreso dall'imperatore: approfittare delle città in lotta tra loro, mettersi sotto la protezione del comune nemico per vendicarsi e salvare ciò che era possibile salvare. Una leggenda popolare narra che il futuro san Francesco, che assieme a tanti giovani assisani fu fatto prigioniero nella battaglia di Collestrada del 1202, fu imprigionato proprio all'interno del Castello di Monterone. Durante il periodo comunale, il castello, in virtù della sua posizione strategica, venne utilizzato come torre di avvistamento per proteggere e controllare l’accesso alla città. Tra il XIV sec. e il XVI sec. Numerose guerre sconvolsero il comune di Perugia. Internamente il potere era conteso tra Raspanti (borghesia artigiana) e Beccherini (popolo minuto che sosteneva i nobili), questa litigiosità interna coinvolgeva poi una serie di potentati (il papato, la signoria di Milano), interessati ad estendere il proprio controllo sulla città, approfittando della conflittualità esistente. In questo periodo il Castello di Monterone subì danni ingenti a causa delle scorrerie delle milizie di condottieri e capitani di ventura come Braccio da Montone o Malatesta Baglioni, assoldati dalle fazioni in lotta per riuscire ad avere la meglio sugli avversari (A.Fabretti, nel volume I delle “Cronache della città di Perugia”, ricorda gli accampamenti di Braccio da Montone il 4 maggio 1416 e quello di Malatesta Baglioni il 1º maggio 1582, nei pressi di San Bevignate). A partire dal XVII sec., i documenti e le testimonianze riguardanti il castello diventano sempre meno frequenti e complete; sappiamo solo che per circa tre secoli si alterneranno lunghi periodi di abbandono a periodi in cui il castello verrà abitato e modificato a seconda delle necessità dei proprietari.

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Fonte: Wikipedia

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